venerdì 30 giugno 2023

Madre d'ossa (I. Tuti)

Con questo ultimo libro della serie che ha per protagonista Teresa Battaglia ho fatto più fatica del previsto. La lettura è andata avanti a rilento ma non senza soddisfazione. 

 

Pagina dopo pagina mi sono resa conto di quanta carne al fuoco ci fosse ma anche che, probabilmente, avevo bisogno di metabolizzare ciò che stava accadendo ed ho anche cercato di accettare che ciò che veniva narrato potesse realmente concretizzarsi.

Non mi riferisco solo alla malattia di Teresa, che è l'aspetto più doloroso e toccante in ogni libro che l'ha come protagonista, ma anche a ciò attorno a cui si trova ad indagare o, per lo meno, a ciò di cui si sta occupando.

Il suicidio di un ragazzo apre uno scenario che nessuno avrebbe mai immagino: una storia, quella del  giovane suicida, che apre le porte ad altre storie che affondano le loro radici in un passato che, di fatto, passato non è. Sono storie legate a riti propiziatori, a credenze popolari, a scelte (più o meno volontarie) anche di sangue che non sono poi così remote nel tempo. O, per lo meno, pur essendole trovano il loro spazio anche a i tempi d'oggi in quelle zone di passaggio che si trovano tra il Friuli e la Slovenia. Luoghi misteriosi, luoghi di confine, luoghi di passaggio nei quali si concretizzavano (ma è quanto mai necessario dire si concretizzano) rituali dalla connotazione fortemente mistica ed intrisa anche di violenza. 

Teresa è sempre più lacerata tra la voglia di rendersi utile, di fare ciò che ha sempre fatto per arrivare alla verità e la necessità di fermarsi, vittima di una malattia che le corrode la memoria di giorno in giorno. Si vede vecchia allo specchio, stenta a riconoscersi ma mai, in nessuno momento - e l'ho detto in occasione del libro precedente dove si parla delle sue vicende personali - elemosina pietismo. Affronta la sua malattia con estrema dignità e l'autrice è abilissima in questo. Proporre come protagonista di una serie di romanzi una malata di Alzheimer è stata, a monte, una scelta coraggiosa. Secondo il mio punto di vista, almeno. Perché una persona malata, vittima di una malattia così terribile, avrebbe sicuramente finito di impietosire il lettore. Coraggiosa anche perché si ha la certezza che presto Teresa non sarebbe stata più in grado di svolgere il suo lavoro e la serie sarebbe stata destinata ad avvitarsi su sé stessa. Ilaria Tuti è brava in riferimento ad entrambi i rischi: parla di malattia con il massimo rispetto e propone un personaggio che si muove con dignità nel presente e offre una storia comunque ricca di pathos anche se la protagonista principale rischia di eclissarsi da un momento all'altro.

Alla fine della storia - struggente... ma non posso dire perchè - mi sono anche chiesta se ci potrà essere un futuro per un personaggio così. In caso negativo non mi vergogno a dire che mi mancherà. In caso positivo non so cosa aspettarmi, a dire il vero... 

Non sono abituata ad assegnare stelline alle mie letture o dare valutazioni numeriche però stavolta mi sento di dire che è stata una bella lettura che, però, per i miei gusti è gradino al di sotto di Figlia della cenere che pure ho letto di recente.
***
Madre d'ossa
Iliara Tuti
Longanesi editore
368 pag.
22.00 euro copertina rigida, 11.99 Kindle

giovedì 29 giugno 2023

Il figlio del mare. La saga dei Da Mar (D. Morosinotto)

Morosinotto mi ha conquistata con la storia di Shi Yue ed ancora una volta conferma quanto i libri per ragazzi possano essere appassionanti anche per lettori più maturi.

Dopo aver letto le mirabolanti avventure di una ragazza coraggiosa, stavolta abbiamo a che fare con le avventure di un ragazzo, un adolescente che, seppur vissuto in un'epoca e in un luogo diversi da Shi Yue, dimostra la stessa tenacia, lo stesso coraggio, la stessa determinazione.

Lo stile dell'autore affascina, conquista, modella un personaggio che entra nel cuore dei lettori anche stavolta. E lo fa mettendo su carta un'avventura grandiosa, nel corso della quale quel ragazzino si metterà in gioco non solo per difendere la sua terra ma anche per andare alla ricerca di sé stesso. 

Siamo nel 452 d.C. e Pietro, questo il suo nome, porta avanti con orgoglio il suo lavoro di guardiano dei maiali. Almeno fino a quando l'imminente arrivo degli Unni non impone anche a lui di lasciare tutto ed impugnare le armi contro il nemico. L’Impero Romano è oramai al declino e la minaccia degli Unni è ogni giorno più concreta. Pietro non si tira indietro quando viene chiamato a svolgere il suo dovere per difendere la sua terra, la sua gente. 

Con l’arrivo degli Unni e l’inizio della guerra prende avvio per lui un’avventura che lo porterà al cospetto del temutissimo Attila, che lascia morte ovunque passa. Il giovane contadino dalle origini barbare, figlio di un uomo che veniva dal mare, saprà affrontare a testa alta le prove che la vita ha in serbo per lui.

Alcune circostanze lo porteranno a vivere situazioni che, da semplice contadino qual è, non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare e il suo carattere, la sua capacità decisionale, il suo istinto lo porteranno a guardare sempre avanti con fiducia e coraggio. Lo porteranno anche a conoscere qualcuno che non avrebbe mai pensato nemmeno di poter avvicinare, a dire il vero.

Per chi ama l'avventura, per chi ama personaggi coraggiosi, per chi vuole perdersi in luoghi lontani è il romanzo adatto. Perfetto per giovani lettori ma appassionante anche per lettori più grandi. E poi... questo ragazzino sogna di fondare una città sull'acqua... quella che sarà la nostra bellissima Venezia: un grande sogno, no? Lo realizzerà davvero?
 
Libro che consiglio anche come lettura delle vacanze per chi si è lasciato la scuola alle spalle e cerca un po' si svago all'insegna dell'avventura e della buona scrittura.
 
Un dubbio mi resta: il sottotitolo La saga dei Da Mar lascia presagire ad un seguito? I presupposti ci sono tutti, eccome!!!! 

Ps. diciamo la verità. Morosinotto mi ha conquistata, per la primissima volta, con Il rinomato catalogo Walker & Dawn, una grandissima sorpresa. Poi è arrivata Shi Yue ed ora Pietro. Li consiglio tutti!
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Il figlio del mare
Davide Morosinotto
Mondadori editore
369 pagine
17.00 euro copertina rigida, 8.99 Kindle, Audiolibro

martedì 27 giugno 2023

La moglie perfetta. Trilogia del male vol. 4 (R. Costantini)

Dopo la trilogia del male sono tornata da Costantini con delle aspettative piuttosto alte che, lo devo dire, non sono state deluse. Di fatto questo è il quarto volume di quella che è nata come trilogia ma che consta di più di tre volumi, a quanto pare. Una trilogia un po' anomala.

Ne La moglie perfetta ho una storia che inizialmente mi ha spiazzata perché divisa in due, questa è l'impressione che ho avuto.  Due storie che non avevano nulla a che fare l'una con l'altra: questo ho pensato sulle prime. Infondo sapevo   che avrei dovuto aspettarmi una svolta, da un momento all'altro, un collegamento, un legame... e così è stato.

Mike (Michele) Balistreri, commissario che ho imparato a conoscere nella Trilogia del male, torna con il suo modo di fare, con il suo carattere e i suoi punti deboli e con un caso troppo semplice per esserlo davvero. Per essere semplice, intendo. 

Bugie, segreti, amori, inganni, coppie, ricatti, morte. Ingredienti, questi, mescolati a dovere da una penna che cattura il lettore e lo porta a fremere per comprendere quale sia la chiave di volta.

Due storie, dicevamo...

Quella della morte di una giovane legata ad una torbida storia di appalti e l'altra storia, quella del professore italoamericano Victor Bonocore con la moglie Nicole Steele, ed del pubblico ministero Bianca Benigni con il marito Nanni. 

Casi che apparentemente sembrano del tutto lontani l'uno dall'altro, che dividono letteralmente il libro in due parti e che hanno come unico legame la figura del magistrato. Bianca: un personaggio molto particolare e decisivo in entrambi i casi.

Lo stile di Costantini è coinvolgente e Balestreri è un personaggio che sa il fatto suo. I suoi metodi lasciano molto a desiderare - Bianca lo sa molto bene - ma il suo ideale di giustizia lo porta a fare di tutto affinché si arrivi alla verità, anche se questo vuol dire riaprire un caso dopo dieci anni da quella che era stata, all'epoca, la soluzione più comoda e semplice.

Dieci anni: tanto è il tempo passato da quando è stata scritta la parola fine alla morte di quella giovane che, a distanza di tempo, potrà davvero avere giustizia anche se questo vorrà dire mettere le mani sotto quella sabbia che è stata sapientemente accumulata per creare un'apparenza credibile.

La morte di Bonocore - perché è questo, di fatto, il caso che Balistreri si trova ad affrontare a dieci anni dalla scomparsa di quella giovane - rende Bianca protagonista come non ci si sarebbe mai aspettato.

Il tutto, composto in un perfetto equilibrio narrativo che rende questo libro coinvolgente, scorrevole e appassionante. Per chi ama il genere, ovvio. E ancor più per chi conosce Balistreri per aver letto la serie in cui ha avuto un ruolo da protagonista e per chi è al corrente dei suoi trascorsi.

E' un libro che può essere letto anche senza la trilogia precedente per quanto riguarda i casi proposti ma, come dico sempre, se un personaggio è seriale un motivo ci sarà e se c'è un ordine di uscita dei vari libri che lo hanno per protagonista sarebbe bene leggerli in ordine, se non altro per tirare in modo corretto le fila delle vicende personali dei personaggi cui il lettore si affeziona.
***
La moglie perfetta
Roberto Costantini
Marsilio editore
447 pagine
9.50 copertina rigida, 12 euro copertina flessibile, 7.99 Kindle

mercoledì 21 giugno 2023

Figlia della cenere (I. Tuti)

 

Quello che Teresa Battaglia fa nel terzo libro della serie che la vede come protagonista è un tuffo nel passato. In quel passato che la sua malattia le sta strappando via giorno dopo giorno ma che non riesce a portare via il dolore che quel passato ha scritto addosso quella donna oggi fiaccata, indebolita, piegata ma sembra combattiva e pronta a fare la sua parte affinché giustizia sia fatta.

O meglio… il lettore viene condotto per mano in un viaggio doloroso per Teresa ma necessario per svelare ciò che l’ha segnata così nel profondo e che, fino a questo punto, è stato chiamato in causa più volte ma non in maniera così articolata.

Trovo che sia un romanzo doloroso e non solo in riferimento ai casi di cui Teresa, il collega Massimo Marini e la squadra si trovano ad affrontare. Un caso che affonda le sue radici in quel passato che può fornire delle risposte che non si potrebbero trovare altrove.

Questa volta Teresa e i suoi hanno a che fare con un assassino che riporta a galla quel passato visto che venne catturato ventisette anni prima proprio da lei e con il quale, nel tempo, la commissaria ha tenuto vivo un legame che nessuno – oltre loro due – potrebbe mai immaginare possibile. E, soprattutto, considerare accettabile. Oggi quell’uomo ha qualche cosa da dire. Qualcosa legato a delle morti attorno alle quale si intende fare luce ma non solo. 

Teresa sa bene che quell'uomo non è il male assoluto, pur essendo il male.

Sempre più provata dalla malattia. la nostra protagonista, da una parte, ha ricordi recenti che le vengono a mancare, dall’altra ha quei ricordi più lontani che sono ancora una ferita aperta per lei.

Leggere la storia di Teresa, quella storia di 27 anni fa, è stato doloso.

Ed è altrettanto doloroso assistere al suo quotidiano decadimento fisico e mentale.

Il tutto si interseca con qualche cosa di antico, a credenze esoteriche e culti iniziatici, componenti magiche egizie e testi gnostici. C'è una componente misteriosa, affascinante, catalizzante che, però, non mette in ombra la tragicità della situazione nella quale Teresa si trova ad indagare. 

Brava l'autrice a tenere ben intrecciati i fili senza perdere il pathos, senza mollare la presa e altrettanto brava a dare ancora più spessore ed umanità alla sua protagonista ormai destinata ad avere un posto tutto suo nel cuore dei lettori che proprio di lei si preoccupano, ogni giorno di più, piuttosto che delle vittime che le sfilano davanti agli occhi.

Leggerò a breve l'ultimo uscito, l'ultima avventura di Teresa e sono pronta a tutto.

Ps. bella ed evocativa la copertina. Adattissima alla storia che il libro offre tra le sue pagine (e non è sempre scontato).
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Figlia della cenere
Ilaria Tuti
Longanesi editore
350 pagine
18.60 euro copertina rigida, 9.99 Kindle, audiolibro

sabato 17 giugno 2023

La figlia degli abissi (R. Riordan)

Per gli amanti del mare, per gli amanti dell'avventura fantastica, per gli amanti di figure femminili forti, per gli amanti di storie classiche che ispirano altre storie.

 

Quanto narrato da Rick Riordan ne La figlia degli abissi è tutto questo ma... con un tocco di modernità (parecchi sono i riferimenti a situazioni piuttosto attuali) e descrizioni che fanno davvero venir voglia di scendere nel profondo degli abissi. Sembra di vedere quei colori, di sentire quei suoni ovattati, di incontrare quei bestioni marini di cui si parla. Riordan non si smentisce: per chi conosce già l'autore non è una novità trovare avventure mirabolanti e coinvolgenti, colpi di scena, scontri tra il bene e il male... 

Questa volta il personaggio di punta è femminile, Ana Dakkar, una ragazzina adolescente che si trova a fare i conti con una responsabilità più grande di lei e che, soprattutto, si trova in guerra senza nemmeno essersi resa conto del perché. 

Frequenta il primo anno alla Harding-Pencroft Academy e, orfana di padre e di madre, ha accanto suo fratello Dev anch'egli impegnato nella sua stessa scuola. Nel momento in cui una scuola rivale attacca la Harding-Pencroft si innesca un meccanismo piuttosto pericoloso che porterà anche a galla delle verità che le erano sconosciute. 

Ana è una ragazzina coraggiosa. Non si rende del tutto conto di cosa stia facendo, della situazione che si trova realmente ad affrontare e quale sia il suo ruolo in tutto questo ma sarà costretta a crescere in fretta ed a fare i conti con un nemico che mai avrebbe immaginato potesse avere quelle fattezze e rispondere a quel nome. 

Prima di arrivare allo scontro finale, però, con successivo epilogo della storia, Ana dovrà fare i conti con un passato che fino a quel momento non gli era stato mai svelato e che ora appare davanti ai suoi occhi con una buona dose di meraviglia.

La storia si intreccia con quella nota ai lettori che hanno amato le avventure del Capitano Nemo e del Nautilus: una storia che viene richiamata spesso e che diventa molto più di una storia stampata su un libro.

Una delle cose che mi ha maggiormente stupita (ed anche divertita a dire il vero) è stato il continuo riferimento al ciclo mestruale della ragazza, agli assorbenti e così via discorrendo. Sulle prime ho pensato che fosse un dettaglio importante ai fini della storia, che quei riferimenti avrebbero portato da qualche parte ma... non mi pare che sia stato così per cui la mia meraviglia resta.

Sono poi rimasta un po' perplessa in relazione alla reazione che ha Ana quando la scuola viene distrutta e si contano le vittime, suo fratello compreso. La sua reazione, piuttosto fredda e misurata, non mi è sembmrata affatto adattqa ad una ragazzina della sua età... ma si tratta di un dettaglio.

Per il resto, avventura che cattura, lotta tra il bene e il male che solo apparentemente - almeno secondo me - sembra conclusa per via di un finale che potrebbe lasciare spazio ad un prosieguo. 

Cosa che Riordan sa fare bene: dare vita a delle serie che poi spopolano soprattutto tra i giovani lettori (Percy Jackson docet!) ma non solo.
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La figlia degli abissi
Rick Riordan
Mondadori editore
381 pagine
18.00 euro copertina rigida, 13.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle, audiolibro

venerdì 9 giugno 2023

Il figlio maschio (G. Torregrossa)

Il figlio maschio in una famiglia è necessario. Per il futuro della famiglia. Per il futuro dell'attività economica da cui la famiglia trae sostentamento. Per la tranquillità di un padre che, in punto di morte, porta addosso anche la preoccupazione di chi porterà avanti ciò che lui, per la famiglia, ha fatto.

Perché le femmine, si sa, non sono capaci. Le femmine sono femmine ed il mondo è fatto per i maschi. 

O, per lo meno, lo era nella Sicilia del 1934 dove nascere femmina voleva dire solo stare sottomessa al maschio di casa e poco più. Studiare, per le femmine? Non se ne parla. A che serve studiare? Non serve studiare per sfornare figli, meglio se maschi.

Eppure don Turiddu Ciuni deve fare i conti alle cose che cambiano sotto ai propri occhi a partire dalla volontà della moglie Concetta Russo di far studiare i suoi figli, tutti, femmine comprese. E da quel figlio maschio che della terra, del podere, della tenuta di famiglia non ne vuole sapere, preferendo la letteratura. Apre una libreria, una casa editrice, per la disperazione del padre che se ne va con un grande peso sul cuore: cosa ne sarà della sua famiglia? Dei tanti figli avuti pare che nessuno, nessun maschio per lo meno, sia pronto a raccogliere il suo testimone e questo lo rattrista, gli svuota il cuore.

Alla sua morte, però...

Inizia così, con la morte del capostipite la vera storia della famiglia che l'autrice affida alla voce dei singoli protagonisti dedicando ad ognuno di loro un capitolo.

Devo dire che aggiungere un albero genealogico, come spesso avviene nelle saghe familiari nelle quali entrano in scena parecchi personaggi, avrebbe aiutato. Se non altro a collocare ognuno dei protagonisti - perchè i protagonisti sono tanti - immediatamente al posto giusto.

Io ho risolto con carta e penna: aiutano i titoli dei vari capitoli che sono dedicati ad ognuno dei personaggi e scorrendo il sommario ci si rende conto di quanti siano coloro che entreranno in scena ed anche i loro legami, tenendo conto dei cognomi. Poi, ovviamente, tutte le indicazioni arrivano dalla lettura.

La scelta di dedicare un capitolo ad ogni personaggi, dando anche conto in questo modo del passare del tempo, è un tratto di originalità di questa storia che pone particolare attenzione sul mondo femminile. Non sono d'accordo, però, con chi (così ho letto da qualche parte) sostiene che si tratti di un romanzo al femminile. Non è affatto così, secondo me: è vero che si assiste ad un grande cambiamento sul fronte della condizione femminile, del rapporto con il mondo del lavoro ed anche un certo cambiamento degli equilibri familiari ma compaiono uomini di peso, importanti anche nella loro assenza.

La storia narrata è la vera storia di una famiglia che ha scritto una pagina importante dell'editoria nazionale: quella scritta da Vito Cavallotto editore. Un progetto faticoso, importante, non comune quello portato avanti in una terra non semplice come la Sicilia di quell'epoca e che, come poi anche l'attualità rimostra, ha avuto la meglio sulle difficoltà. 

Una storia che è una via di mezzo tra la biografia di una famiglia e il racconto storico di un'epoca, che è fatta di storie d'amore importanti ma lungi dall'immaginare che si arrivi al romance. Una storia di conquiste, coraggio, discese e risalite. La storia di una famiglia che, come tante, ha affrontato il presente con determinazione grazie, soprattutto, a figure femminili di spessore.

Ps: spesso vengono utilizzati termini, espressioni, frasi in dialetto, soprattutto nei dialoghi. All'inizio ho pensato che questo potesse essere un limite per me (che peraltro in Sicilia non sono nemmeno mai stata) ma questa scelta ha reso tutto più vero, più calzante, più concreto. Ci sta e ci sta bene.
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Il figlio maschio
Giuseppina Terragrossa
Rizzoli editore
309 pagine
12.00 euro copertina flessibile, 11.29 copertina rigida, 7.99 kindle

martedì 6 giugno 2023

Luce della notte (I. Tuti)

Sapevo cosa aspettarmi per cui non sono rimasta sorpresa più di tanto. Cosa sapevo? Che Luce nella notte è un racconto che si inserisce tra il primo e il secondo volume della serie e che è strutturato più come un racconto lungo che non come i romanzi che la Tuti ha abituato ad avere tra le mani nel gustare le avventure di Teresa Battaglia.

  

Lo sapevo per aver letto recensioni di lettori (lettrici) attenti(e) ed onesti(e) che lo hanno avuto tra le mani prima di me ma sono certa che se così non fosse stato sarei rimasta spiazzata anche io avendo letto tutti e due i libri precedenti.

Ecco, dunque, che ritrovare Teresa Battaglia alle prese con le difficoltà che il suo stato di salute gli pongono lungo il cammino della vita e quel Marini con il quale ha un rapporto di collaborazione/affetto è stato piacevole. 

Piacevole, lo sottolineo, ma alla luce della premessa fatta sopra. 

Il fatto che Teresa abbia a che fare con dei bambini non è una novità: stavolta è fuori dal territorio di sua competenza ma, proprio per via del caso che viene narrato nel primo libro della serie e per la fama che ne è derivata, la sua presenza viene reclamata in modo esplicito, a prescindere da qualsivoglia competenza che non sia la sua, personale. 

C'è una bambina - Chiara - che contrariamente a ciò che trasmette il suo nome vive in un mondo fatto di ombre e di oscurità per via di una malattia che le impone di non esporsi alla luce. Chiara ha visto in sogno qualche cosa che l'ha spaventata e che sembra essere qualche cosa di diverso da una mera fantasia notturna.

Teresa sarà disposta a crederle e a cercare di capire cosa possa esserci di vero in ciò che spaventa la bambina? 

Sempre più consapevole dei suoi limiti, sapendo di avere accanto un collega che è pronto a sostenerla sul lavoro e non solo prova a dare seguito a ciò che il suo intuito e verrà a conoscenza di una storia tristemente attuale.

Devo ammettere che non ho trovato la struttura narrativa a cui la Tuti mi aveva abituata (attenzione, però, non metto in discussione il fatto che l'autrice scriva bene, non è questo il punto) ed anche il finale mi è sembrato un po' troppo buonista ed al quale si arriva molto in fretta, cosa che mi sembra poco verosimile soprattutto alla luce della complessità del fenomeno che emerge agli occhi di Teresa, della squadra e dei lettori.

Che atro dire? Lo considero come una parentesi di lettura in attesa del ritorno delle vere avventure di Teresa Battaglia. Ecco, forse così ho ben reso l'idea.

Ps: i diritti d’autore di questo romanzo vanno devoluti al CRO di Aviano, a favore della ricerca sul sarcoma di Ewing. Nota di merito.
***
Luce della notte
Ilaria Tuti
Longanesi editore
256 pagine
16.80 copertina rigida, 5.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle, audiolibro

lunedì 5 giugno 2023

So che un giorno tornerai (L. Bianchini)

Bianchini sa come coccolare i suoi lettori e lo fa con storie che potrebbero essere quelle di ognuno di noi, narrate con delicatezza e al tempo stesso con intensità.

Lo ha fatto in precedenza - una storia su tutte quella di Io che amo solo te - e lo fa anche con la storia di Emma. O meglio, lo fa con la storia di una famiglia - perché io questo ho letto tra le righe - che affronta la vita a testa alta, mettendo sempre al primo posto l'amore che lega i vari membri, qualunque cosa accada.

Siamo a Trieste, negli anni Sessanta.

La storia richiamo un po' dei cliché  nei quali ci si imbatte spesso: un amore giovanile, la passione che travolge i due innamorati ed una realtà troppo grande da affrontare in un modo o nell'altro. Nasce una bambina, Emma, e sarà la gioia della sua famiglia. Con un ma...

Emma sarà la gioia della sua famiglia ma non di suo padre che era sposato con una donna che non era la sua mamma e che l'avrebbe riconosciuta solo se fosse stato maschio. 

E sarà la gioia della sua famiglia ma non del tutto di sua madre che, con una bambina da accudire e crescere quando ancora non era pronta per farlo, preferisce lasciarla alla cura dei suoi genitori e dei suoi fratelli per trovare altrove la sua strada.

Emma non cresce sola, assolutamente. Ha un nonno ed una nonna che la adorano, degli zii che stravedono per lei ma non ha una mamma ed un papà. Anzi, le è stato detto che se fosse nata maschio questo stato di cose sarebbe cambiato per cui cerca di fare di tutto per diventarlo, anche a costo di chiedere un miracolo a Gesù.

Il tempo passa in fretta ed ognuno percorre la propria strada. Emma è una ragazzina che avverte una mancanza nella sua vita ma ha anche imparato a far fronte con gli strumenti che possiede a tale mancanza. Quando il cerchio della vita sembra stringersi, le persone riavvicinarsi, ognuno reagirà a modo suo.

Bianchini indaga con delicatezza negli animi dei protagonisti, mostra la forza ed il coraggio di alcuni di loro ma anche la fragilità e la superficialità di altri. E' un romanzo carico d'amore ma non è un romance. No, chi si aspetta scene spinte e sdolcinatezze di vario genere dovrà cercare altrove. Bianchini è equilibrato anche in questo: nell'offrire grandi storie d'amore senza scadere nel ridicolo.

La famiglia, gli amori che fanno giri immensi e poi provano a ritornare, vite che si agganciano tra loro, che si perdono, tornano a cercarsi e a sfiorarsi con l'intensità di sempre ma anche amori che sanno aspettare, che restano nell'ombra, che sanno rispettare la persona amata fino a rischiare di perderla... E la forza di quella ragazzina che prende a morsi la vita con quello spirito ribelle che la vita stessa gli ha tagliato addosso....

Un romanzo piacevole. Una storia che potrebbe essere narrata da ciascuno di noi anche se con toni più o meno intensi.
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So che un giorno tornerai
Luca Bianchini
Mondadori editore
264 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

domenica 4 giugno 2023

La vita di chi resta (M. B. Bianchi)

In questi giorni per causa di forza maggiore mi sono procurata diversi libri da ascoltare. La vita di chi resta è uno dei più belli. Credo di non sbagliare nell'affermare ciò.

 Premetto che la voce di Lino Guanciale è perfetta per leggere un libro di questo tipo e lui, al di là della voce, molto bravo nel dare intensità ad una storia che è già intensa di suo ma che con una lettura poco sentita avrebbe sicuramente perso di appeal. O forse - azzardo una considerazione che a qualcuno potrebbe non piacere - è stata proprio questa voce a dare ancora più appeal alla storia. Non so. Fatto sta che l'ho ascoltato con piacere e mi ha toccata.

L'autore racconta una dolorosa vicenda personale, un frammento di vita vissuta che lo ha toccato nel profondo: il suicidio di una persona a lui cara, di colui che per sette anni è stato il suo compagno di vita. Colui che ha deciso di tornare nella casa in cui hanno vissuto insieme per scrivere la parola fine alla sua esistenza.

E lui, la voce narrante, è colui che resta. Il sopravvissuto. Colui che sopravvive ad una tragedia di tale portata, ad una perdita così improvvisa, inaspettata, dolorosa. Colui che si interroga a lungo su cosa avrebbe potuto fare, cosa non è riuscito a capire, in che modo avrebbe potuto evitare... interrogativi, questi, che lo accomunano a tutti coloro che sopravvivono a tragedie del genere: al suicidio di una moglie, un marito, un compagno, un genitore, un figlio, un amico...

Il racconto è in prima persona: sono frammenti di vita, ricordi, attimi che riaffiorano alla mente e si mescolano all'oggi, alle immagini di quell'uomo trovato cadavere in casa, a tutto ciò che ha portato via con sé.

Parlare di suicidio non è facile così come non è facile leggerne.

Io posso dire che, da lettrice, è stato doloroso correre sul filo di quei ricordi e cercare di immaginare anche solo lontanamente cosa voglia dire trovarsi a sopravvivere. Da lettrice dico anche che il rischio di un racconto di questo tipo era quello di cercare di impietosire, di passare da vittima pur non essendo tale.

Invece no.

Il racconto (che peraltro arriva a parecchi anni di distanza da quando si è consumata la vicenda) è reso con intensità e delicatezza tanto da toccare l'anima senza, per questo, alimentare alcun senso di pietà da parte del lettore. Partecipazione, coinvolgimento, questo sì. 

Tanti gli spunti di riflessione a partire da quanto sia sottovalutata la figura di chi sopravvive, ciò che gli capita nel momento in cui da persona normale diventa - per scelta altrui - sopravvissuta.

Ho ascoltato questo libro, è vero, però sento la necessità di andare a trovare alcuni passaggi che mi sono particolarmente piaciuti, che mi hanno toccata e che farò di certo fatica a ritrovare da un audio... mi procurerò anche il cartaceo...
***
La vita di chi resta
Matteo B. Bianchi
Mondadori editore
pag. 252
18.50 euro copertina rigida, 9.99 Kindle

sabato 3 giugno 2023

Luna rossa (J. Nesbø)

Quando ho avuto questo libro tra le mani mi sono emozionata. 

E' la prima volta che mi capita ma Harry mi è mancato molto e ritrovarlo è stato davvero emozionante.

Mancava dal 2019, Harry, e pur senza rendermene conto nel corso del tempo, ho atteso con una certa ansia il suo ritorno. A darmene prova è stata proprio quell'emozione provata quando ho incontrato di nuovo il suo nome tra le pagine.

Ho ritrovato un Harry Hole devastato, allontanatosi da Oslo e arrivato a Los Angeles pronto a lasciarsi morire con un bicchiere in mano e tanto alcol in corpo. Piegato dal dolore, dai fantasmi del suo passato, dal vuoto che gli è rimasto attorno. Un uomo finito, senza più uno scopo nella vita, senza una prospettiva davanti ai suoi occhi che non sia la morte.

A quanto pare, però, non è ancora arrivato il suo momento ed uno scopo per cui uscire da questo girone infernale arriva quando Lucille, una vecchia attrice che ha sottratto alla furia di un cartello della droga, gli ha offerto un posto in cui stare, amicizia e vestiti puliti viene rapita, Hole si sente in dovere di salvarla pagando il riscatto che viene chiesto in cambio della sua vita. I suoi conti, però, sono prosciugati. L'unico modo per racimolare la somma richiesta è accettare un incarico offerto da un potente immobiliarista accusato dell'uccisione di due donne che vuole ingaggiare Hole come investigatore privato.

Parte un'indagine parallela a quella dei suoi ex colleghi accanto ai quali, però, torna a lavorare seppur su un diverso binario. 
Lo fa affiancandosi a persone fidate alle quali la vita, come con lui, non ha fatto sconti: l’amico di infanzia Øystein, ex tassista che ora si guadagna da vivere vendendo cocaina ma prezioso per gli spostamenti di Hole & co; Ståle Aune, ex psicologo malato terminale di cancro che in passato è stato prezioso per meglio conoscere la mente dei criminali e Truls Berntsen, poliziotto dalla dubbia reputazione che sa, però, il fatto suo. Una squadra decisamente sui generis che riserverà, però parecchie sorprese.
 
Nesbø o lo si odia o lo si ama. Non credo possano esserci vie di mezzo. Lo si odia per le situazioni crude che propone, per i personaggi che sembrano abbandonati a loro stessi, per lo stile che nulla risparmia al lettore. Lo si ama per aver  creato un personaggio che non si può non amare, con le sue immense fragilità, i suoi comportamenti inaccettabili a volte ma profondamente umani, per la sorte che ha scelto per il suo protagonista capace, anche in contesti di disperazione più profonda, di non perdere mai quel senso di giustizia che da sempre lo caratterizza. Ed io lo amo, inutile dirlo.
Avrà pure dei metodi molto discutibili, Hole, ma sui suoi principi legati alla ricerca del colpevole nulla da dire.

Nesbø torna a fidelizzare i lettori mettendo in gioco storie personali dei vari personaggi che entrano in scena e lo fa senza che tutto ciò distolga l'attenzione dall'indagine.

Molto bella la figura di Ståle Aune in questa storia, grande esempio di forza, coraggio e fedeltà fino alla fine.

Non è una storia per stomaci deboli, questo va detto, anche se arrivati alla tredicesima avventura di Harry Hole i suoi lettori dovrebbero saperlo già da un po' cosa c'è da aspettarsi tra le pagine firmate da Jo Nesbø.
 
Ps: è una storia molto moderna, secondo il mio punto di vista, dove entra in ballo anche la medicina, la biologia e pure l'attualità. 
Ps. del ps: il titolo non è molto originale ma ben sta con la storia narrata.
***
Luna Rossa
Jo Nesbø
Einaudi editore
591 pagine
21.00 euro copertina flessibile 
10.99 Kindle

venerdì 2 giugno 2023

Non chiamatelo revenge porn. Storie di vittime presunte colpevoli (F. Florio)

Con il dilagare dell'uso di internet è diventato un fenomeno fin troppo comune, spesso sottovalutato e dai risvolti piuttosto complessi. Si tratta della diffusione non consensuale di immagini o video a contenuto sessuale per vendetta. Un fenomeno che non riguarda solo i più giovani (minorenni e non) ma non per questo meno grave.

Il termine revenge porn (porno per vendetta) non è, però, del tutto adeguato a rendere l'idea delle tante sfaccettature che il fenomeno assume.

Francesca Florio propone alcune storie di donne, più o meno giovani, che si sono viste loro malgrado protagoniste di situazioni di questo tipo. Donne ritratte non nel compiere crimini o gesti abominevoli ma in momenti di intimità che sono del tutto naturali. Perchè spesso si tratta di immagini destinate a persone di cui si credeva di potersi fidare ma diventate, poi dominio pubblico.

L'autrice, esperta in materia di diritto, accanto alle storie narrate propone anche un interessante approfondimento sulle varie forme di violenza che si attuano quotidianamente, purtroppo, e fornisce anche suggerimenti su come si possono prevenire situazioni di questo tipo o cosa fare nel caso in cui ci si trovi ad essere vittime di atteggiamenti di questo tipo.

Ciò che emerge con chiarezza è una discriminazione di genere anche nelle conseguenze di uno stesso reato perché se un uomo viene ritratto in momenti intimi, in foto o video a contenuto sessuale ciò viene considerato come un punto in più sulla scala della sua virilità, se invece la vittima è una donna ne va della sua reputazione, viene additata come poco di buono, come svergognata. Stesso atteggiamento, immagini dello stesso contenuto ma conseguenze - dal punto di vista del riscontro sociale - diverse. Perché, a ben guardare, la discriminazione non avviene davanti alla legge ma sul piano sociale.

Ecco, dunque, che le storie di Angela, Rebecca, Martina e delle altre diventano non una denuncia di comportamenti riprovevoli usciti dalla sfera privata quanto della "gogna pubblica" derivante da ciò, per le donne però, non per gli uomini.

La formazione giuridica dell'autrice si legge tra le righe, i termini specifici, i riferimenti di legge, le considerazioni giuridiche rendono tutto molto più concreto di quanto non si potrebbe pensare leggendo le singole storie prese in quanto tali. Perché sono situazioni piuttosto comuni, purtroppo, non mera fantasia. 

Sono storie di violenza. Violenza che nessuno merita. Mai. In nessun caso. Nemmeno quando non si concretizza con pugni o calci ma con diffusione di ciò che dovrebbe restare esclusivamente privato.

Sono certa che una lettura di questo tipo possa alimentare discussioni varie, soprattutto legato a ciò che si deve o non si deve fare nella propria intimità, cosa si può o non si può fare. Come giustamente ricorda l'autrice si tratta di momenti di intimità violati, espressione di una serena e libera sessualità che viene però associata a qualcosa di abietto e disgustoso solo perché vissuto da una donna

E sono certa che attorno a tale considerazione i punti di vista siano differenti perché è la società (che poi è la somma di tanti punti di vista differenti) che purtroppo discrimina le donne, anche nel momento più bello della vita di una coppia.

Ps: ho messo questo libro sul comodino di mia figlia, diciassette anni.
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Non chiamatelo revenge porn. Storie di vittime presunte colpevoli
Francesca Florio
Mondadori editore
192 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

giovedì 1 giugno 2023

Entra nella mia vita (C. Sánchez)

 

Non un romanzo di denuncia ma una storia che smuove sentimenti profondi, gli stessi sentimenti che i fatti di cronaca da cui la storia ha preso le mosse hanno alimentato nell'autrice.

La stessa Sanchez definisce in questo modo il suo romanzo nelle note finali ma io non sono del tutto d'accordo, per quanto possa contare la mia opinione.

Non sono d'accordo perché parlare del fenomeno dei cosiddetti rapimenti in culla non può essere una scelta narrativa che esuli dal porre l'attenzione - e in qualche modo denunciare - una così triste realtà. Bambini dichiarati morti appena nati ma con tombe vuote e finiti in una malefica rete di traffico di vite umane: non può essere solo una suggestione narrativa ma una realtà che è stata tale, in particolare in alcune zone del mondo e in un certo periodo storico nemmeno troppo lontano. Persone compiacenti, complici, convinte di fare del bene... ma comunque criminali che si appropriano di una vita in cambio si soldi o, più semplicemente, convinte di fare del bene. No, per me non è una sola suggestione narrativa, nel modo più assoluto.

Posta tale premessa, la storia di Veronica è quella di una giovane che fa improvvisamente i conti con una verità che le è sempre stata taciuta o, comunque, attorno alla quale non si è mai fatta chiarezza: c'è un'altra bambina in quella famiglia - composta solo di fratello e sorella - come le circostanze sembrano indicare? E se c'è, che fine ha fatto? Perché non vive con loro? 

Alla loro madre è sempre stato detto che quella bambina è morta dopo la nascita ma è quella la verità? La madre di Veronica continua a sostenere che la sua bambina sia ancora viva. Una donna, ormai, ma viva.

Veronica decide di portare avanti quella ricerca che sua madre non è riuscita ad effettuare e decide di fare il possibile per dare una risposta agli interrogativi che hanno tormentato sua madre fino alla fine dei suoi giorni. 

Lo stile della Sánchez è chiaro e scorrevole, i personaggi ben resi ma la storia ha alimentato qualche interrogativo in me soprattutto in relazione ai comportamenti conseguenti ad un'eventuale scoperta potenzialmente in grado di cambiare la vita dei protagonisti... Non posso dire altro ma posso dire che non si può mai essere sicuri di conoscere davvero le persone che si hanno accanto: questo è uno degli insegnamenti che mi è arrivato da questa storia.

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Enta nella mia vita
Clara Sánchez
Garzanti editore
446 pagine
18.60 euro copertina rigida