mercoledì 29 novembre 2023

Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi (M. Murgia)

 

Onestamente non sapevo cosa aspettarmi dall'ultimo libro di Michela Murgia. Quando uscì non lo presi in considerazione perché non ho voluto lasciarmi prendere dalle emozioni... aveva appena annunciato la sua malattia, Michela... e non volevo che questa cosa potesse in qualche modo influenzare il mio giudizio.

L'ho ascoltato - purtroppo per via di una infiammazione agli occhi ultimamente sto ascoltando molto, leggendo poco - dopo la sua morte ed ammetto che non è stato facile vedere lei, sentire le sue parole come se uscissero davvero dalla sua bocca soprattutto nella prima storia.

Storie. Sono storie singole, storie di vite che si intrecciano, si intersecano forse senza che i protagonisti se ne rendano conto. Il lettore è un osservatore privilegiato ed ha la possibilità di unire i puntini e comprendere quei legami che loro stessi probabilmente ignorano. Sono esistenze che si sfiorano, a volte.

Per tutti i protagonisti la vita ha in serbo un cambiamento, una prova, una scelta. Uno scossone, in un modo o nell'altro, a vite tranquilli e sempre uguali a loro stesse. Fino ad un certo momento.

Nel primo racconto ho immaginato proprio lei: in quella donna che si trova ad affrontare una terribile malattia, nei suoi rituali, nelle sue scelte ho visto lei. La malattia è la sua. Anche il coraggio, il carattere, cedo. Però Michela ha messo su carta più voci, più personaggi ai quali non ha dato un nome ma una identità fatta di scelte, di situazioni, di sensibilità. 

Della Murgia ho letto poco, lo ammetto. Ho letto solo Accabadora (che tra l'altro mi è piaciuto molto) e il suo stile mi ha confermato che probabilmente dovrei recuperare tutto il resto.

Forse, ora che ci penso, a tenermi lontana da lei e dai suoi libri è stata la sovraesposizione mediatica che in alcuni momenti della sua vita l'hanno avuta per protagonista. E' stato un po' come mi capita con le ultime uscite di cui poco prima o a ridosso dell'uscita si parla in ogni dove... e questa cosa mi allontana. 

Ora probabilmente era il momento giusto.

Ogni storia mi ha fatto riflettere. Dal modo di affrontare la malattia alla maternità, dal covid ad uno degli ultimi racconti che mi ha decisamente spiazzata: un racconto intimo, sensuale, eccitante anche, scritto in punta di penna raccontando un rapporto intimo in maniera estremamente delicata ma efficace. In questo la Murgia mi ha spiazzata, piacevolmente spiazzata.

Non sono molte pagine e, come spesso mi capita di dire quando leggo racconti, ogni storia avrebbe meritato di essere sviluppata in un libro a sé... è una mia idea, questa, dovuta al fatto che non amo i racconti. In questo caso, in particolare, ho avuto a che fare con storie intense che avrei volentieri letto in tanti singoli libri.

Lei, però, non potrà mai più dare seguito a questo mio desiderio. Purtroppo.***
Tre ciotole
Michela Murgia
Mondadori editore
144 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 10.99 Kindle, Audiolibro

sabato 25 novembre 2023

La mia bottiglia per l'oceano (M. Bussi)

 

Il prestigiatore delle parole. Michel Bussi, l'illusionista. L'autore che è capace di indurre a credere qualcosa che non è, di portare il lettore in una direzione e poi svoltare all'improvviso in un'altra. Michel Bussi nel suo libro La bottiglia per l'oceano si è fatto palesemente ispirare da Dieci piccoli indiani, testo che cita anche più volte tra le pagine.

Questa volta, però, ho trovato meno alchimia rispetto ad altri suoi libri precedenti.

Questo non vuol dire che il libro non mi sia piaciuto. Il suo stile mi piace, il suo modo di tenere il lettore appeso ad un filo pure ma, stavolta, quel filo mi è sembrato più sottile. Tutto qui.

Siamo in un'ambientazione particolare, in Polinesia, nell'isoletta di Hiva Ova (Isole Marchesi). Sono andata a cercare qualche immagine, lo ammetto, per capire bene l'ambientazione e devo dire che si tratta di un posto da sogno. Un sogno che, però, per i protagonisti, si trasforma ben presto in un incubo.

Il celebre scrittore Pierre-Yves François sceglie cinque scrittrici per uno stage, allo scopo di scoprire nuovi talenti. Sono chiamate a scrivere partendo dal titolo La mia bottiglia per l’oceano con un incipit molto particolare: Prima di morire vorrei...

Scatta la competizione e si innesca un meccanismo molto particolare: si ha la sensazione che lo scrittore abbia messo in conto degli escamotages molto particolari per ispirare le cinque scrittrici. Su tutti, la sua scomparsa. Ma è davvero così? Pierre-Yves si è nascosto per mettere un pizzico di pepe alla storia?

La situazione inizia a degenerare e si susseguono eventi che poco hanno a che fare con uno scherzo o una tattica per ispirare l'estro delle autrici. Iniziano a spuntare vecchie storie attorno alle quali indagare ma anche una triste realtà con morti che si susseguono seguendo - a quanto pare - un copione ben preciso.

Per esclusione, tutti iniziano a dubitare di tutti. Emergono le storie delle concorrenti, legami personali, vecchie frizioni, situazioni irrisolte. Il tutto in un paesaggio naturale tanto affascinante quanto teatro di immani tragedie.

Su questo punto vorrei soffermarmi un po'. Le morti che si susseguono sembrano passare un tantino sottobanco per quanto riguarda le reazioni dei protagonisti... viste con poco coinvolgimento emotivo, quasi con distacco. Questa cosa, secondo me, ha stonato un po' soprattutto se penso che sull'isola c'erano una coppia (marito e moglie) ma anche madre e figlia. Persone comunque legate tra loro che sembrano assistere alla morte con tanto, troppo distacco. 

Storia coinvolgente che, seppur con alcuni punti deboli, si lascia leggere.
***
La mia bottiglia per l'oceano
Michel Bussi
Editore e/o
pag. 405
15.30 copertina flessibile, 11.99 Kindle, Audiolibro

martedì 7 novembre 2023

L'arte della guerra (Sun Tzu)

 

Letto su suggerimento di un amico, L'arte della guerra è arrivato tra le mie mani in un periodo in cui non avrei proprio voluto sentir parlare di guerra... mi basta la realtà.

Il suo invito, però, è stato quello di leggerlo pensando non tanto ad una strategia di battaglia fisica contro qualcuno quanto ad una strategia per affrontare la vita, il lavoro, tutte le situazioni che ci si presentano davanti ogni giorno.

Da quel che ho potuto capire si tratta del più antico testo di strategia militare che offre per punti, una strategia ben precisa. Ma l'autore non si limita a dare indicazioni su come attaccare e come difendersi, su quando attaccare e quanto ritirarsi, sugli atteggiamenti da tenere in battaglia. Sun Tzu si sofferma anche sulle modalità in cui vanno prese le decisioni, su precise valutazioni dell'ambiente esterno e sulla necessità di conoscere il proprio nemico per gestire poi il conflitto non allo scopo di distruggere ma allo scopo di vincere, tenendo presente che la miglior battaglia è quella che si vince senza combattere

Ad un certo punto, devo ammetterlo, mi sono chiesta se il mio amico non avesse commesso un grande errore nel suggerirmi un testo così ma solo riflettendo a posteriori mi sono resa conto di aver letto qualche cosa di estremamente contemporaneo ed adattabile a tutti gli ambiti di vita. In particolare, applicando i principi enunciati all'ambito lavorativo e alle dinamiche sociali che si vivono quotidianamente. 

Una precisazione: non intendo dire che il mio ambiente lavorativo sia un campo di battaglia, non mi piace pensare di essere tra gente da combattere o da fare alleate... i vari principi enunciati, però, si adattano benissimo a tutto ciò. Quell'invito a non arrendersi, soprattutto a non essere impulsivi, a conoscere prima di agire, a gestire le problematiche non in modo distruttivo ma costruttivo, ad aspirare alla conquista della vittoria sempre e comunque ma con lucidità e metodo... ecco, sono principi che non vanno intesi come riferiti esclusivamente all'ambito militare.

È un testo molto semplice, enunciato per punte e che in poche pagine sembra concentrare enunciati scontati. 

Un testo che in alcuni passaggi mi ha lasciato decisamente interdetta ma che va valutato nel suo insieme e non in modo letterale.

Un invito a fare in modo che sia l'obiettivo che guida le nostre azioni e non le nostre azioni che definiscano il nostro obiettivo.

Se e come riuscirò a mettere in pratica qualche cosa che ho letto è, però, tutto da vedere.
***
L'arte della guerra
Sun Tzu
Universale economia Feltrinelli
pag.94
Euro 7.00

lunedì 30 ottobre 2023

Siddhartha (H. Hesse)

L'ho letto perché assegnato come lettura mensile a mia figlia, quinta liceo, dall'insegnante di lettere. Come quasi sempre accade in casa mia, i libri che finiscono (o dovrebbero finire) in mano ai miei figli passano prima tra le mie, di mani. 

Ho subito capito che non sarei stata capace di apprezzarne appieno il messaggio. Ora, a lettura ultimata, mi trovo in grande difficoltà nell'esprimere il mio pensiero in merito.

Non ho fatto studi classici. Non ho studiato filosofia. Non mi sono mai soffermata a pensare a viaggi spirituali che potessero, in qualche modo, avvicinarmi all'esperienza del protagonista di questo libro. 

Siddhartha, questo è il suo nome, è un ragazzo indiano del VI secolo a.C. che cerca di dare un senso alla sua vita. Fa delle scelte coraggiose, a partire da quella che lo allontanerà, ben presto, da suo padre e dalla strada che lui avrebbe voluto tracciargli davanti ai piedi. 

Sceglie, assieme al suo fedele amico Govinda, di percorrere la strada dei Samana, degli asceti che vivono in povertà e che si immedesimano in tutto ciò che incontra. Quello che trova, però, non lo soddisfa e ben presto inizia a percorrere un'altra strada e poi un'altra ancora fino a che non incontra una donna che gli cambierà letteralmente la vita. Kamala diventerà la sua maestra, vivrà nel lusso, nel gioco e nel vizio fino  a che non si rende conto di aver toccato il fondo. Condizione, questa, necessaria per poi poter risalire. Arriva anche a pensare al suicidio, per scontare i peccati di cui è consapevole di essersi macchiato ma c'è altro, per Siddhartha, prima della morte.

Si apre qui un altro capitolo della sua vita.

Hesse, almeno questo è quello che ci ho capito io, invita a riflettere su ciò che realmente conta nella vita e sulla necessità di guardarsi dentro. E' quello che fa Siddhartha. 

Non è un libro semplice. Non posso certo dire il contrario. E io ho anche fatto un po' di fatica a seguire determinati passaggi. Non ho mai fatto studi filosofici e tra queste pagine mi è parso di capire, invece, che i riferimenti filosofici siano parecchi. Siddharta è alla ricerca della saggezza e della spiritualità, del senso del mondo, del proprio essere e di ciò che possa indurlo verso la rinascita. Ho letto recensioni "illuminate" da parte di chi ha anche trovato sollievo nella propria anima dopo aver letto questa storia. Mi spiace ma non è proprio il mio caso.

Se lo consiglio? Mmmmm a mia figlia sicuramente non lo consiglierei, conoscendola. Ma se la prof. dice che lo si debba leggere, allora lo si deve leggere.

E in bocca al lupo a lei, giovane lettrice del 2023!
***
Siddhartha
Herman Hesse
pag. 198
Adelphi
13.00 euro copertina flessibile, 4.99 Kindle, Audiolibro

martedì 24 ottobre 2023

Il vento conosce il mio nome (I. Allende)

Solitamente non vado dietro alle ultime uscite ma con Isabel Allende, la mia autrice preferita, ho fatto volentieri un'eccezione. 

Onestamente non sapevo cosa aspettarmi ed è stata una conferma. La Allende è e resta la mia autrice preferita. Anche dopo tanto tempo.

La penna della Allende indaga nella vita di persone che sono costrette a lasciare la loro casa e non certo per loro volontà ma perché costrette. Costrette soprattutto da ciò che la storia dell'epoca ha portato con sé

Devo ammettere di aver pensato, sulle prime (e non avendo letto, per scelta, la trama o qualsivoglia recensione) che potesse trattarsi di una raccolta di racconti. Mi sbagliavo e di grosso.

Il lettore si trova davanti - in particolare - a piccole esistenze sconvolte da un mondo violento che li costringe a lasciare le persone che amano e ad andarsene lontano. Per Samuel la fuga vuol dire la sopravvivenza dei nazisti e per Anita, alle prese con un triste sistema di immigrazione statunitense, vuol dire cercare con tutta sé stessa di mantenere viva la speranza di una vita migliore e, con lei, di riabbracciare la sua mamma.

Per entrami si legge la tragicità di scelte che quei bambini si trovano a subire. Ed entrambi faranno la loro strada. Una strada che, seppur accidentata, a ben pensare è molto più fortunata di quella di tanti altri bambini che ancora oggi restano vittime, in un modo o nell'altro, degli eventi.

La storia viene narrata su diversi piani temporali (si parte da Vienna, 1938 per arrivare a tempi più attuali) che si intrecciano magistralmente consegnando al lettore storie di personaggi difficili da dimenticare.

Samuel, prima, e Anita, poi, sono in fuga. Le loro storie sono dolorose ma anche piene di coraggio e di forza di volontà. Sono piene di personaggi crudeli, è vero, ma anche di persone di buon cuore. Le loro esistenze si incontrano... ed è magia. Non una magia fatta di bacchette magiche e stelline dorate. No. La magia è nell'anima dei due così come nelle sensazioni che vengono trasmesse a chi sta da quest'altra parte, quella del lettore.

Sono anche altri i personaggi che entrano in ballo ma sono Samuel e Anita che restano impressi nella mente e nel cuore di chi legge. Nei miei, almeno.

Isabel Allende non ha perso il suo smalto. Racconta la storia, con tutte le sue brutture e con le violenze che ne hanno segnati i tratti ma lo fa, oltre che con estrema preparazione, anche con la massima delicatezza senza mai scadere nello scontato. Non si risparmia, l'autrice, anche da una chiara critica al sistema dell'immigrazione. E non risparmia - ma questa è una cosa soggettiva di ogni lettore, una considerazione che dovrebbe riuscire a trarre da solo - un dato di fatto: la storia non ci ha insegnato niente. 

I fatti di cronaca ce lo ricordano ogni giorno. Putroppo.
***
Il vento conosce il mio nome
Isabel Allende
Feltrinelli editore
pag. 320
22.00 euro copertina flessibile, 12.99 Kindle, Audiolibro

domenica 8 ottobre 2023

Eppure cadiamo felici (E. Galiano)

Enrico Galiano ci sa fare. Sa arrivare al cuore dei lettori soprattutto - credo, perché non è il mio caso - dei più giovani. Perché affronta argomenti che li toccano da vicino, offre storie in cui possono rivedersi, tocca corde che in loro vibrano in modo molto più intenso di quanto non possa avvenire in un lettore adulto. Che, pure, un libro così può apprezzarlo, come è capitato a me.

Il volto di Gioia (questo il nome della protagonista che io immagino proprio come quello che cattura dalla copertina) mi fissava dalla libreria da tempo. Acquistato su indicazione di mia figlia assieme a Dormi stanotte sul mio cuore, ha aspettato un po' ed un paio di settimane fa è arrivato il suo momento. Entrambi hanno aspettato un po', a dire il vero, perché non li ho letti subito. 

Gioia è una diciassettenne in cui tante ragazzine di quell'età possono rivedersi. Vive in un mondo tutto suo, ha un'amica immaginaria, una famiglia che perde pezzi, si è guadagnata l'appellativo di MaiUnaGioia da parte dei suoi compagni di classe che, se possono, la evitano. 

Ha un professore, però, che rappresenta il suo punto di riferimento e che le sta accanto, a modo suo, offrendole ogni volta l'occasione di riflettere su aspetti che la riguardano da vicino, pur parlando d'altro. Parla con lei anche quando non parla con lei, quando parla con l'intera classe ma lei ha orecchie attente per capire. È un professore che avrei voluto avere anche io, sono sincera, e per rendere l'idea del ruolo che abbia avuto nella vita di Gioia mi limito a dire che lo considera quasi un padre, più di quanto (ed è facile pensarlo conoscento la storia di quella famiglia) non lo sia stato il suo.

Quando Gioia incontra Lo, per caso, scopre di non essere sola al mondo: anche se molto misterioso quel ragazzo è capace di ascoltarla, di ridere con lei, di amarla. Succede tutto così per caso, come spesso accade tra adolescenti. E altrettanto in fretta accade qualcosa di più grande di lei.

Ammetto che in alcuni momenti mi sono sembrate delle situazioni piuttosto inverosimili. Ma funzionano. Il mondo adolescenziale è descritto in maniera molto efficace - e lo dico da madre di due adolescenti - e la storia porta anche a riflettere su cosa voglia dire amare una persona e volere il suo (non il proprio) bene. 

L'amore è anche sacrificio, spesso. E Gioia ne ha le prove. 

Non posso dire se si arriva ad un lieto fine e cosa succeda ai due ragazzi perché sarebbe come spoilerare tutto il libro. Soprattutto... il lieto fine dal punto di vista di Gioia può essere diverso da quello dal punto di vista di Lo... Ma il libro va letto.

A me è piaciuto anche se non è stato amore a prima vista, devo ammetterlo. Ci ho messo un po' a capire che non si trattava della solit storia sdolcinata tra adolescenti. Discorso diverso per la copertina: per quella, sì, è stato amore a prima vista.
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Eppure cadiamo felici
Enrico Galiano
Garzanti editore
346 pagine
12.00 euro copertina rigida, 13.00 euro copertina flessibile, Kindle Unlimited, Audiolibro

domenica 1 ottobre 2023

Grande meraviglia (V. Ardone)

 

Non racconterò la storia di Elba. Non racconterò cosa voglia dire essere una bambina nata da una donna dichiarata matta e sentirsi dire "...matta la madre, matta la figlia, matta tutta la famiglia". Non racconterò cosa voglia dire, per quella bambina, crescere in una struttura destinata ai matti. E nemmeno cosa voglia dire fingersi matta, per quella bambina, per poter stare nel solo posto che considera come casa.

Non racconterò nemmeno la storia di Fausto, il dottorino. Non racconterò il suo impegno tra i matti affinché i manicomi venissero chiusi e quelle persone venissero trattate in modo diverso, con maggiore umanità e calore. Non racconterò nemmeno cosa voglia dire dover assistere a pratiche di un certo tipo per calmare quei matti... così come non racconterò come sia possibile che persone semplicemente scomode, stravaganti, un po' sopra le righe venissero considerata matte e meritevoli del relativo trattamento. 

Non racconterò come la strada di Elba e di Fausto si siano incontrate, mescolate e se poi abbiano preso ognuna la propria direzione ne' perché.

Quello che voglio raccontare sono le emozioni che la lettura di questa storia ha alimentato in me. Emozioni contrastanti che faccio anche fatica a mettere nero su bianco. Ho provato tanta rabbia, a tratti, ma anche tanta compassione... mi sono emozionata pagina dopo pagina al pensiero di ciò che stava accadendo riga dopo riga e di quanto possa essere accaduto veramente in strutture così. 

Non di meno, la storia di Fausto - che nella seconda parte del libro diventa protagonista assoluto - mi ha fatto riflettere su quanto sia facile trascurare le persone che si hanno accanto sacrificandole sull'altare dell'impegno sul lavoro, accanto a chi si ritiene possa avere maggiore bisogno. 

Mi ha fatto riflettere sul fatto che un medico, oltre ad essere tale, è un uomo prima di tutto, un marito, un padre... e che spesso si fanno dei sacrifici troppo grandi dei quali ci si rende conto solo a posteriori.

Io questo libro l'ho sentito... e non lo dico solo perché l'ho effettivamente ascoltato (e la bravissima Emanuela Ionica che mette il cuore in quello che legge e lo si capisce a pelle) ma perché l'ho proprio sentito nel profondo.

Viola Ardone è una conferma. Mi aveva catturata con Il treno dei bambini, letteralmente conquistata con Oliva Denaro, e ammaliata con questo suo ultimo libro che consiglio senza riserve.

Devo ammettere che dal punto di vista emotivo è un gran colpo. Ma anche Oliva Denaro lo è stato, tanto per fare un esempio. E li consiglio entrambi a chi amasse storie di donne ma storie non facili... tutt'altro.
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Grande meraviglia
Viola Ardone
Einaudi editore
pag. 304
18.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle, Audiolibro