Per prima, primissima cosa, è un volume pesante. Pesante proprio dal punto di vista fisico, non comodo da portare in giro ma quando si sceglie un tomo di questo tipo lo si sa per cui, mea culpa… non era certo il volume adatto da portare in giro in borsa vista la bella stagione e la voglia di stare a leggere all’aria aperta.
La storia. Sono sincera: all’inizio mi sono trovata un po’ in difficoltà davanti a personaggi di epoche e contesti diversi, con storie diverse da raccontare che sono apparsi subito collegati da un libro ma che, a ben guardare, sembravano prendere ognuno la propria direzione. I cambi d’epoca sono continui ma ben segalati con l’indicazione di luoghi e date per cui un lettore attento (o uno che, magari meno attento come me, è abituato a prendere appunti) non si perde tra una storia e l’altra. Uno meno attento, più fugace potrebbe lasciare per strada qualcosina.
Le vite di Omeir ed Anna si incontrano e si intrecciano durante l’assedio di Costantinopoli nel 1453.
Zeno e Seymour sono personaggi del presente, nel 2020 ma il racconto, per loro, parte da qualche anno prima.
Konstance è stata concepita, è nata ed è vissuta su una nave interstellare che viaggia in un futuro non troppo lontano, al “sicuro” da minacce di virus misteriosi ed aria irrespirabile.
In alcuni punti devo ammettere di aver fatto fatica, mi sono sembrati lenti e ripetitivi tanto da rallentare la lettura e portarmi sull’orlo di un ripensamento. Poi, però, ciò è stato alternato da slanci narrativi che hanno riacceso la mia attenzione e che mi hanno condotta verso la parte finale, quella nella quale le personalità fioriscono, ognuno mette a frutto i rispettivi talenti, sciolgono le catene che li tenevano legati ad un passato (ma anche ad un presente) che probabilmente andava loro stretto anche se non se n’erano più di tanto accorti.
Tutti i personaggi sono accomunati dalla lettura: la lettura che fa volare alto, che aiuta a sognare ma che aiuta anche a catturarli, quei sogni. Ed ancora, la lettura che salva, che trasmette fiducia, che intrattiene, che permette di liberare la fantasia ma che fa anche riflettere sulla propria condizione. La lettura che, volenti o nolenti, cambia la vita.
O meglio, sono accomunati dalla lettura di un particolarissimo libro, tramandato di generazione in generazione dopo varie peripezie, letto, tradotto, interpretato e reinterpretato, criticato e osannato. Eppure, la storia che quel libro narra è piuttosto semplice, quella di un uomo involontariamente trasformato in asino, poi in altro ancora e ancora… una storia che richiama altre storie famose, a ben guardare, ma che è del tutto originale nei suoi sviluppi.
Mentre leggevo pensavo che la vicenda più interessante fosse quella di Konstance, proiettata in un futuro sterile, freddo, privo di stimoli ma con la possibilità di entrare letteralmente nei libri e nelle storie. “Forte”, mi sono detta. Ma la sua è anche una vicenda che fa riflettere profondamente: sulla libertà, sui piaceri della vita, sulle scelte che la tecnologia può permettere di fare sacrificando, però, di fatto, il bello di una esistenza fatta di normalità.
Poi, però, dalla metà del libro in avanti ho capito che tutte le vicende avevano qualche cosa da trasmettermi: mi hanno trasmesso coraggio Omeir ed Anna, mi hanno emozionata Zeno e Symour seppur per motivi opposti…
Tirando le somme: non è un libro che rileggerei ma che è senza dubbio originale e del quale non ci si deve lasciar spaventare dalla mole né dall’avvio un po’ diesel. Se si ama volare con la fantasia e si ama leggere, se si amano le biblioteche e le storie, questa è la lettura giusta.