martedì 31 maggio 2022

La città fra le nuvole (A. Doerr)




Con un libro si vola. Si vola con la fantasia, si vola nel tempo ma anche nello spazio.

Me lo ha ricordato (ammesso che ce ne fosse bisogno) Doeer con La città fra le nuvole: libro che mi ha incuriosita dal tavolo della biblioteca in cui era esposto, mi ha attirata con quell’immagine di un mondo dorato sopra le nuvole e che mi ha letteralmente chiesto di essere portato a casa.

Per prima, primissima cosa, è un volume pesante. Pesante proprio dal punto di vista fisico, non comodo da portare in giro ma quando si sceglie un tomo di questo tipo lo si sa per cui, mea culpa… non era certo il volume adatto da portare in giro in borsa vista la bella stagione e la voglia di stare a leggere all’aria aperta.

La storia. Sono sincera: all’inizio mi sono trovata un po’ in difficoltà davanti a personaggi di epoche e contesti diversi, con storie diverse da raccontare che sono apparsi subito collegati da un libro ma che, a ben guardare, sembravano prendere ognuno la propria direzione. I cambi d’epoca sono continui ma ben segalati con l’indicazione di luoghi e date per cui un lettore attento (o uno che, magari meno attento come me, è abituato a prendere appunti) non si perde tra una storia e l’altra. Uno meno attento, più fugace potrebbe lasciare per strada qualcosina.

Le vite di Omeir ed Anna si incontrano e si intrecciano durante l’assedio di Costantinopoli nel 1453.
Zeno e Seymour sono personaggi del presente, nel 2020 ma il racconto, per loro, parte da qualche anno prima.
Konstance è stata concepita, è nata ed è vissuta su una nave interstellare che viaggia in un futuro non troppo lontano, al “sicuro” da minacce di virus misteriosi ed aria irrespirabile.
 
Come possono, vite tanto distanti, avere un filo conduttore, un elemento che li accomuna?
 
L’autore ha messo su carta non una ma tante storie che hanno abilmente dei punti in comune, pronti a sbucare quando meno il lettore se lo aspetta. Sono proprio questi punti di contatto che hanno il merito di riaccendere la curiosità. Almeno per me è stato così.
In alcuni punti devo ammettere di aver fatto fatica, mi sono sembrati lenti e ripetitivi tanto da rallentare la lettura e portarmi sull’orlo di un ripensamento. Poi, però, ciò è stato alternato da slanci narrativi che hanno riacceso la mia attenzione e che mi hanno condotta verso la parte finale, quella nella quale le personalità fioriscono, ognuno mette a frutto i rispettivi talenti, sciolgono le catene che li tenevano legati ad un passato (ma anche ad un presente) che probabilmente andava loro stretto anche se non se n’erano più di tanto accorti.

Tutti i personaggi sono accomunati dalla lettura: la lettura che fa volare alto, che aiuta a sognare ma che aiuta anche a catturarli, quei sogni. Ed ancora, la lettura che salva, che trasmette fiducia, che intrattiene, che permette di liberare la fantasia ma che fa anche riflettere sulla propria condizione. La lettura che, volenti o nolenti, cambia la vita.

O meglio, sono accomunati dalla lettura di un particolarissimo libro, tramandato di generazione in generazione dopo varie peripezie, letto, tradotto, interpretato e reinterpretato, criticato e osannato. Eppure, la storia che quel libro narra è piuttosto semplice, quella di un uomo involontariamente trasformato in asino, poi in altro ancora e ancora… una storia che richiama altre storie famose, a ben guardare, ma che è del tutto originale nei suoi sviluppi.

Mentre leggevo pensavo che la vicenda più interessante fosse quella di Konstance, proiettata in un futuro sterile, freddo, privo di stimoli ma con la possibilità di entrare letteralmente nei libri e nelle storie. “Forte”, mi sono detta. Ma la sua è anche una vicenda che fa riflettere profondamente: sulla libertà, sui piaceri della vita, sulle scelte che la tecnologia può permettere di fare sacrificando, però, di fatto, il bello di una esistenza fatta di normalità.
Poi, però, dalla metà del libro in avanti ho capito che tutte le vicende avevano qualche cosa da trasmettermi: mi hanno trasmesso coraggio Omeir ed Anna, mi hanno emozionata Zeno e Symour seppur per motivi opposti…

Tirando le somme: non è un libro che rileggerei ma che è senza dubbio originale e del quale non ci si deve lasciar spaventare dalla mole né dall’avvio un po’ diesel. Se si ama volare con la fantasia e si ama leggere, se si amano le biblioteche e le storie, questa è la lettura giusta.
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La città fra le nuvole 
Anthony Doerr
Rizzoli Editore
704 pagine
22 euro copertina flessibile, 11.99 Kindle

lunedì 30 maggio 2022

Le madri non dormono mai (L. Marone)

Lorenzo Marone sa emozionare.

Non è una novità per me ma questa volta, secondo il mio parere, si è superato.

Nel suo ultimo libro l’autore racconta storie dolorose ma lo fa dando ai suoi personaggi quella dignità che, in situazioni come quelle descritte, si potrebbe perdere. Non vuole impietosire, Marone. Non mette sul piatto personaggi che passano come vittime di una realtà difficile. No. Vivono situazioni difficili (tutti, anche quelli che meno ti aspetti), questo è vero, ma si pongono con estrema dignità e coraggio.

Marone intreccia vite che emozionano il lettore che al finale non è pronto.

Io, per lo meno, non lo ero.

Marone colpisce il lettore nel profondo. Lo fa mettendo su carta non una ma tante storie, fuori e dentro l’istituto in cui Miriam si trova a scontare la pena che le è stata comminata per aver “coperto” i traffici di suo marito. E, con lei, anche Diego, suo figlio. Incolpevole, lui, eppure condannato a vivere dietro le sbarre. Troppo piccolo per restare fuori da quel posto ma troppo grande per restare con sua madre fino alla fine della pena. Troppo fragile per affrontare la vita fuori, troppo sensibile per farsi scivolare addosso il dolore degli altri ma tanto sensibile da comprendere il bisogno d’amore di chi gli è accanto.

I personaggi vengono resi con maestria. Le loro personalità sono rese alla perfezione e ci si rende ben presto conto che non ci sono personaggi principali e secondari. Sono tutti ingranaggi di un meccanismo che, è vero, ruoto attorno a Miriam e suo figlio ma che non funzionerebbe appieno se gli altri mancassero.

Ci si emoziona per le fragilità nascoste dietro ad un volto burbero, ad una risposa sgarbata, ad un’apparente impassibilità. Ci si emoziona per quei dialoghi a volte sgangherati, che l’autore propone in dialetto napoletano in modo molto efficace. L’effetto non sarebbe lo stesso se non avesse fatto una scelta linguistica diversa. Ci si emoziona anche per i non detti, per le emozioni che restano sopite, per la sofferenza che non viene mai a galla così come per gli eccessi d’ira, per agli atteggiamenti fuori posto in un contesto che richiederebbe tutt’altro ma che sono comunque segno di una sofferenza interiore profonda. Ma sono anche segno di grande coraggio, perché per fare certe scelte ci vuole tanto coraggio. Lo sa Diego così come lo sa Mike, lo sa Greta come Anna… ognuno affronta i propri mostri con coraggio.

Anche se a volte è la disperazione a bussare alla porta, è sempre il coraggio che emerge.

Non credo serva dilungarsi oltre per rendere l’idea. Marone emoziona e, per una come me che di solito non rilegge mai libri già letti, dire che questo è il primo libro in assoluto che rileggerei già da subito rende perfettamente l’idea delle emozioni che mi ha lasciato addosso.

Un solo, piccolissimo appunto: dal punto di vista grammaticale a me non suona bene l’uso di “e però”. Può starci nei dialoghi… ma nella narrazione mi piace davvero poco. Minimo dettaglio, comunque, che nulla toglie a tutto il resto. Libro letto in collaborazione con Thrillernord e che consiglio caldamente.
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Le madri non dormono mai
Lorenzo Marone
Einaudi editore
352 pagine
18.50 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

venerdì 27 maggio 2022

Benvenuti ad Addamsville. È ora di affrontare i tuoi demoni (F. Zappia)

L’ultimo libro di Francesca Zappia, letto in collaborazione con Thrillernord, è perfetto per chi cerca un’eroina incompresa, vittima dei pregiudizi ma coraggiosa al punto tale da mettere in gioco la sua vita per il bene della sua città e delle persone che ama. È perfetto per chi cerca un’avventura ad alta tensione con una buona dose di fantasia, di mistero, di anime che vagano tra la morte e non morte, di pericoli da tenere lontani da una città che ha una strana, stranissima fama. 

È perfetto anche per chi sia disposto a dare fiducia a giovani protagonisti che si rivelano più in gamba di tanti adulti messi insieme ma anche a chi voglia affrontare un’avventura in cui niente è come sembra, nessuno (o quasi) è chi sembra.

Zora è una ragazzina che fa fatica ad essere compresa e creduta da chi le ha appiccicato un’etichetta addosso soprattutto per via dei trascorsi di alcuni membri della sua famiglia. Vive con sua sorella maggiore e sente il peso dell’assenza di una madre che tutti danno per morta ma che lei sa che non lo è: perché lei vede le anime dei morti e quella di sua madre proprio non c’è. Sente anche il peso delle colpe di un padre che sta scontando la sua pena ma che si tramuta, giorno dopo giorno, in una pena implicita anche per loro due fatta di pregiudizi, di commenti pesanti, diffidenza, rancori. Ma Zora è consapevole di avere un compito ben preciso da portare avanti, un compito che la porterà a liberare la città da presenze pericolose, molto pericolose.

Lungo il suo cammino incontrerà alleati inaspettati, farà scoperte sconvolgenti e, soprattutto, si troverà a lottare con le unghie e con i denti (…mi ha colpita e rende molto bene l’idea l’immagine di questa ragazzina con una pesante accetta in mano, strumento che le è necessario più di ogni altro per portare a termine la sua missione) contro una minaccia della quale sembra di rendersi conto solo lei.

Io non amo particolarmente demoni e fantasmi ma devo dire che in questo contesto sono inseriti in modo molto efficace. La storia di una città “maledetta”, di una ragazzina considerata quasi come la feccia della società… una storia di riscatto, di coraggio.... Storia di fantasia, quella di Zora è un’avventura per ragazzi ben scritta e capace, ne sono convinta, di catturare giovani lettori amanti del brivido ma anche lettori più maturi pronti a dare una possibilità ad una storia di presenze oscure e minacce terrificanti.

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Benvenuti ad Addamsville
Francesca Zappia
Giunti Editore
324 pagine
14.00 euro copertina flessibile, 8.90 Kindle

lunedì 23 maggio 2022

Layla (M. Piccolo)

  

É uno di quei libri dai quali mi sono tenuta a lungo alla larga perché lo vedevo ovunque a ridosso della sua uscita. Mi incuriosiva, lo devo ammettere, ma ho aspettato il momento giusto per leggerlo.


Devo dire che la lettura è stata lenta e attenta. Ho avuto la sensazione di dover assimilare con precisione tutto ciò che accadeva perché ogni piccolo dettaglio avrebbe potuto fare la differenza. Così è stato.

Non è un libro perfetto, non mi sento di dire questo. Ci sono degli errorini che ogni tanto spuntano tra le righe ma devo ammettere di non aver dato loro peso più di tanto proprio perché presa ad assimilare ogni descrizione, ogni vicenda.

Niente è come sembra in questo libro. Niente di niente. E questa cosa spiazza il lettore al punto tale che si resta senza fiato ad un certo punto.

Nella prima parte si mettono a fuoco i personaggi e sembra che sia una storia come tante. Una storia d'amicizia, di rapporti familiari non semplici, di crescita ed accettazione. Ma si ha sempre la sensazione che qualche cosa non sia poi così chiaro e che ci sia qualche ingranaggio che non si muove in modo sincronizzato con tutti gli altri.

Layla è una ragazzina molto particolare e, un dettaglio che ho notato, l'autore nel parlare di lei usa tutti vezzeggiativi come magliettina, piedini, manine... è un dettaglio che ho notato e che mi ha fatto pensare alla volontà di rendere la fragilità, l'immaturità della protagonista soprattutto dal punto di vista del fisico.

Il finale si snoda nelle ultimissime pagine con una certa fretta e che mi ha lasciata un po' interdetta. Non in termini negativi, sia chiaro. Mi aspettavo un finale diverso ed anche questo mi ha spiazzata, merito dell'autore che mi ha lasciato credere che si sarebbe arrivati ad un epilogo che, invece, è stato del tutto diverso.

Il finale mi ha rattristata e non era quello che speravo, ma il bello sta anche qui, nello stupirsi per un epilogo che non si vorrebbe mai si materializzasse. E poi, ogni volta che una storia trasmette emozioni, allora è una storia ben riuscita.

Le ho voluto bene, a questa ragazzina fragile.
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Layla
Massimo Piccolo
Neapolis Alma Edizioni
pag. 393
10.00 euro copertina flessibile

venerdì 20 maggio 2022

Ravensong. Il canto del corvo (TJ Klune)

Con il primo volume non ero stata fortunata.

Ho voluto provare con il secondo per ricredermi un po', visto che per una challenge di lettura tra gli obiettivi era indicata una lettura MM. Niente. Tentativo fallito. Io con i licantropi non vado proprio d'accordo.

La storia narrata più di 600 pagine mi è parsa ripetitiva. Molto. Troppo. Dialoghi lasciati spesso in sospeso, tuffi nel passato che hanno fatto rivivere momenti già noti a chi ha letto il primo volume dando informazioni in più rispetto a quanto già conosciuto ma che ad un certo punto mi hanno fatto impazzire visto che questi frammenti vengono inseriti all'interno della narrazione senza che venisse indicato un periodo storico antecedente o altre indicazioni che rimandassero al passato. Il lettore deve capire da solo quando il protagonista, Gordo, ricorda e quando, invece, racconta.

Ho trovato molto efficaci le descrizioni, questo va detto... ma lo spirito del branco, i legami, i rapporti di protezione reciproca vengono proposti continuamente, fino a nausea almeno per me.

Gordo Livingstone, dicevo, è il protagonista, voce narrante. Non è un lupo ma uno stregone che ha un ruolo particolare all'interno di una storia che si snoda attorno alla necessità di difendere il branco e di combattere, stavolta, un'infezione misteriosa che solo sul finale si scoprirà (e qui sta il colpo di scena che è forse l'unica cosa che mi è davvero piaciuta) da dove arrivi. Il finale, appunto, è ciò che forse nobilita tutta la storia e le ultime pagine lasciano aperta la porta ad un seguito che credo proprio non cercherò.

La mia è una voce fuori dal coro, ok. Non sono un'appassionata del genere e ci può stare, non tutto piace a tutti. Ma anche quando leggo generi che mi appartengono se la storia mi cattura supero i miei limiti... stavolta non ce l'ho fatta e la lettura mi è sembrata ridondante, troppo. 

Credo che la storia si sarebbe potuta snodare in meno pagine delle effettive ma capisco anche gli appassionati del genere che, probabilmente, hanno un'idea diversa rispetto alla mia. Non è scritto male ma ha delle caratteristiche narrative (in particolare i dialoghi spesso lasciati in sospeso con i classici punti di sospensione) che debbono piacere.

La parte romance "spinta" non arriva mai e questo non mi è dispiaciuto. I continui riferimenti all'attrazione tra i due protagonisti, Gordo e  Mark Bennett, che ci mettono un bel po' a decidere se sono o no fatti l'uno per l'altro, non mi hanno disturbata. Anzi, forse è la parte che mi è piaciuta di più con i continui allontanamenti e la sofferenza che questo ha provocato in loro.

Simpaticissimi gli "umani" che tra i membri del branco strappano pure qualche sorriso.
***
Ravensong. Il canto del corvo
TJ Klune
Triskell edizioni
619 pagine
13.00 euro copertina flessibile, 5.99 Kindle

sabato 14 maggio 2022

Formule mortali. La prima indagine del commissario Ansaldi (F. Morlupi)


Finalmente ho conosciuto i cinque di Monteverde e… mi sono proprio piaciuti. 

Formule mortali è il libro di esordio di un autore che mi ha piacevolmente colpita per la capacità di sommare una narrazione incalzante ed attenta (a parte qualche ingenuità che sono disposta a perdonare senza problemi soprattutto circa l’uso di alcuni termini… es. Non mi sembra che nulla di valore sia stato rubato – due negazioni stonano… io avrei scritto Non mi sembra che qualcosa oppure Mi sembra che nulla) con personaggi ben strutturati, che si impara a conoscere piano piano e che fidelizzano subito il lettore. Il commissario Ansaldi è un po’ il prototipo del commissario imperfetto che non è una novità nel mondo del giallo/thriller ma il suo essere così fragile, emotivamente fragile, le sue ansie ma anche la sua voglia di tenere sotto controllo tutto ciò lo rende molto umano. Accanto a lui quattro collaboratori che hanno ognuno una personalità ben definita e che tra le pagine, nelle more dell’indagine, si raccontano e si fanno conoscere.

Uno dei personaggi che non fa parte del gruppo ma che avrà un ruolo importante nella storia è Alessio: un nerd che mi entrato subito in simpatia con le sue manie (che mi ha fatto pensare a tanti ragazzi di oggi), con le sue fissazioni ma anche con le sue grandi abilità. Mi è piaciuto molto così come tra i collaboratori di Ansaldi mi ha incuriosita particolarmente la figura della prima persona che appare nel romanzo, quella che apre il racconto, il vice ispettore Loy che, pure, quanto a personalità ha parecchio da dire.
Le indagini si concentrano attorno ad alcuni omicidi dei quali non si riesce a venire a capo. Anche se le descrizioni non sono mai sopra le righe va detto che gli omicidi attorno ai quali si indaga sono molto efferati, in stile americano ma con ambientazione romana. Omicidi che ben presto saranno collegati ad un giro di macabro voyerismo collegato alla presenza, sulle scene del delitto, di formule che portano al mondo della fisica, della matematica. Ma può essere il puro piacere di vedere il dolore degli altri, fino alla morte, a motivare tutto ciò?
Sul finale si potrebbe discutere ma mi limito a dire (per non spoilerare nulla) che è stata una lettura gradevole e che leggero di certo anche le altre avventure di Ansaldi e i suoi anche se quelli presentati sono crimini particolmente feroci per le modalità di esecuzione delle povere vittime. Nonostante questo (un po' inverosimile che i colpevoli possano riuscire a fare tanto... e questa considerazione è sorta spontanea soprattutto dopo aver capito chi sono i colpevoli) non sono descrizioni cruente o che rendono pesante la storia. Sono sempre omicidi, è evidente ma le descrizioni sono comune moderate. Efficaci ma moderate.
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Formule mortali. La prima indagine del commissario Ansaldi
François Morlupi
Croce Libreria editore
320 pagine
Kindle Unlimited

martedì 3 maggio 2022

La piccola libreria di Venezia (C. Giorgio)

Premessa obbligatoria: da una parte ho trovato il libro scorrevole e ben scritto, dall’altra la storia mi è sembrata come una serie di cliché e di déjà vu che mi hanno un po’ innervosita… a partire dal fatto che la protagonista si presenta come una dottoressa che cura le anime consigliando i libri giusti. Diciamolo subito.

Mi ha ricordato altri libri ed altre storie nelle quali librai/e vengono presentati come “dottori” che curano grazie alle storie, alle parole. Devo ammettere che le storie che parlano di libri sono molto simili, sotto alcuni aspetti, ma a ben guardare non si sbaglia quando si dice che un libro può salvare un'anima. Se non altro, può allietarla e darle la giusta direzione. Questo aspetto, anche se un po' troppo sfruttato, è forse quello che mi ha coinvolta di più. 
 Da amante dei libri e delle storie mi sono trovata a mio agio tra i tanti riferimenti letterari, come se fossi stata proprio a casa mia.

La storia della libreria, però, è passata fin dalle primissime pagine in secondo piano rispetto alla storia d’amore che magari ci sta pure ma mi è sembrata costruita con qualche forzatura. Un amore che scoppia all’istante, un legame forte ma minacciato da un ex, da una parte, e da un passato che ancora è piuttosto vivo sottopelle, dall’altro.

I personaggi non mi sono sembrati molto approfonditi dal punto di vista psicologico ed avrei preferito sapere qualche cosa in più in merito alle loro vite, al loro passato, alle loro abitudini…

Ho anche scoperto, solo quando sono andata a curiosare a lettura conclusa, che il padre della nostra libraia è stato protagonista di un precedente volume per cui le storie sono collegate. Due libri autoconclusivi, questo va detto, però, sono certa molti elementi me li sono persi perché erano già spiegati in precedenza. Ammetto di non aver fatto molto attenzione nella scelta di questo libro che ho voluto leggere sia perché ho apprezzato l’autrice in altri suoi scritti ma anche per concedermi un momento di leggerezza del quale sentivo particolarmente bisogno.

Ecco, se preso come un libro leggero, senza troppe pretese, con una storia d’amore che non offre molti colpi di scena allora può andare. Se si cerca qualche cosa di diverso, allora, meglio evitare e passare ad altro.

Una chicca finale? I consigli di Margherita, la protagonista. Per le varie situazioni (problemi di cuore? Mancanza di fiducia in se stessi? etc...) suggerisce una "medicina". Ci sono tanti spunti. Idea carina.
 
Non lo rileggerei di sicuro (per fortuna l'ho trovato in prestito gratuito nel sistema Mlol), di questa autrice ho letto I migliori anni che è un libro decisamente diverso, una scrittura più matura, più coinvolgente e meno banale.
***
La piccola libreria di Venezia
Cinzia Giorgio
pag. 286
Newton Compton editori  
10.00 euro copertina rigida, 2,99 Kindle