venerdì 28 febbraio 2014

Detective al mare (M. Venturini) - Venerdì del libro


Vi è mai capitato di leggere un libro “Ad alta leggibilità”?
A me si.
I libri “Ad alta leggibilità” sono testi accessibili anche a chi ha specifiche difficoltà di lettura: è questa la caratteristica di volumi di questo tipo ed io - lo ammetto - non sapevo proprio che esistessero testi specifici, pensato con degli accorgimenti particolari come in questo caso.

Sul retro di Detective al mare c’è scritto che si tratta di un libro di questo tipo con i seguenti ingredienti:
una bella storia;
illustrazioni fantastiche;
un carattere tipografico più chiaro;
pause tra un paragrafo e l’altro;
carta color crema, perché il bianco… spara!

Si tratta di un libro biancoenero edizioni: una casa editrice che ha sperimentato, nel tempo, alcuni particolari criteri che applica su tutti i suoi testi di narrativa per ragazzi. Per chi volesse saperne di più rinvio al sito della casa editrice
Io mi limito a riportare la mia esperienza segnalato Detective al mare per questo Venerdì del libro visto che mi sembra una proposta editoriale interessante e, chissà, magari potrebbe essere una segnalazione utile a chi fosse alla ricerca di libri di questo tipo per andare incontro a lettori che avessero dei problemi.

Si tratta di un libro della collana ZoomGialli, una collana di storie che, nello specifico, propone dei gialli di agevole leggibilità e comprensione.
Non l'ho preso per via di particolari necessità legate a problemi di lettura ma mi sono imbattuta in lui per caso. Quando mi sono resa conto di ciò che avevo tra le mani mi sono lasciata incuriosire ed ho verificato, uno ad uno, la presenza degli ingredienti indicati.

Una bella storia: due bambini si ritrovano davanti ad una serie di coincidenze misteriose duranto la loro tradizionale vacanza estiva e... vestono ben volentieri i panni dei detective. Una storia semplice ma carina, adatta per i lettori più giovani, che ai avvicinano all'avventura e al giallo.
Illustrazioni fantastiche: bhè... chi si aspetta delle illustrazioni artistiche e molto ricercate andrà deluso ma lo stile di Sara Gavioli (sono sue le immagini) ben si addicono alla tipologia di libro proposto.
Un carattere tipografico più chiaro: su questo ci siamo al 100%. Il carattere utilizzato mi ha fatto tornare in mente la mia vecchia macchina da scrivere: lettere ben distaccate l'una dall'altra, carattere molto chiaro e facilmente leggibile il cui utilizzo salta subito all'occhio del lettore che si accorge di avere qualche cosa di particolare (e particolarmente chiaro) tra le mani.
Pause tra un paragrafo e l'altro: le spaziature sono adeguatamente misurate per permettere al lettore di fare della pause adeguate ai fini della comprensione del testo.
Carta color crema, perchè il bianco... spara: non avevo mai pensato a questa cosa... ed è proprio vera. Su una carta color crema e non bianca ci si affatica di meno durante la lettura.

Bhè... che altro dire? Si tratta di un volumetto ben curato e pensato in modo specifico per permettere a tutti di leggerlo, anche a chi avesse ad esempio problemi di dislessia o altro disturbo che riguarda la sfera della lettura. Ho dato un'occhiata al sito della casa editrice e posso dire che ci sono letture di diverso genere, per andare incontro ai gusti più vari.

Vi è mai capitato di leggere libri di questo tipo?
***
Detective al mare
M. Venturini
biancoenero edizioni
8.00 euro

martedì 25 febbraio 2014

La scuola delle sorprese (M. Vago)

I bambini hanno tanta fantasia.
Talmente tanta che spesso si fa fatica a credere ciò che dicono, farcito com'è di particolari alquanto singolari. 
A volte, però, la loro fantasia li porta ad aggiungere i particolari giusti e ad assumere le espressioni più adatte per rendersi credibili anche quando raccontano una bugia.
Insomma, non è semplice capire quanto ci sia di vero in ciò che dicono sia nell'uno che nell'altro caso, soprattutto quando hanno la favella particolarmente sciolta e sono svegli quanto basta!

Nel leggere La scuola delle sorprese (Il battello a vapore) ci siamo trovati davanti ad una situazione che ci ha fatto riflettere proprio in merito a ciò: alla modalità utilizzata dai più piccoli per raccontare, a modo loro, la realtà. Abbiamo riflettuto anche sull'uso a volte eccessivo della fantasia da parte loro ed al rischio di non essere creduti quando si prende l'abitudine di gonfiare un po' i racconti e le esperienze con particolari un po' troppo esagerati.

Alice è una bambina che inizia a frequentare la scuola primaria e si trova a vivere delle meravigliose avventure in classe. Quando, a casa, mamma, papà e nonni le chiedono conto di come sia andata la mattinata lei racconta di fantastiche avventure, talmente fantastiche che... si fa fatica a crederle. Lei è talmente entusiasta che verrebbe da pensare che sia tutto vero ma... un leone in classe? Un ranocchio che si trasforma in principe? Una strega sulla scopa? Un clown che insegna a contare? 
Quanto può esserci di vero in tutto ciò? Eppure lei è così entusiasta nei suo racconti... ma un leone in classe, com'è possibile?
Il racconto è molto carino, la bambina narra giorno per giorno ciò che le accade e sul finale c'è anche una bella sorpresa per mamma e papà... a noi è servito anche per chiacchierare degli argomenti di cui accennavo sopra.
Le illustrazioni sono della nostra amica Lucia Salemi!!! Il libro lo abbiamo letto nel momento della buonanotte, prima di andare a nanna. L'ho letto io a voce alta anche se potrebbe essere letto tranquillamente da giovani lettori in erba.
Ci siamo confrontati, abbiamo discusso e... spero che tutto ciò si stato utile... Vedremo!

Bhè, giusto per rendere l'idea, vorrei condividere quanto accaduto non molto tempo fa. Aveva nevicato e il piccoletto di casa, di poco più di sei anni, ha raccontato a mia madre che quando siamo usciti da casa, con gli scarponi, sciarpe e cappelli, sotto alla fermata dell'autobus c'era una signora tutta infreddolita che chiedeva la carità e noi siamo tornati in casa per portarle qualche cosa che le fosse di sollievo. Mia madre me l'ha raccontato convinta che fosse vero e, quando le ho detto che non era così ma che era tutta fantasia, mi ha detto che il piccoletto era stato talmente credibile, il suo racconto era talmente ricco di particolari e la sua espressione talmente dolce che... ci era caduta con tutte le scarpe. 

Per carità, sono più che contenta del lessico di mio figlio e della sua abilità di mettere insieme realtà e fantasia per farne qualche cosa di credibile ma... inizia ad avere un'età in cui i racconti troppo fantasiosi non sono poi così opportuni soprattutto quando racconta quel che succede a scuola, magari discolpandosi per aver fatto un dispettuccio ad un compagno ed incolpando altri. Ovviamente non lo fa con "cattiveria".... ma cerco comunque di fargli capire che non va bene....

Capita solo qui da noi?
*** 
La scuola delle sorprese 
Maria Vago
Piemme Junior - Il battello a vapore
6.90 euro.

domenica 23 febbraio 2014

Ultimi arrivi#1

In attesa del flash mob letterario del primo di marzo, ci sono dei nuovi arrivi in casa nostra... Alcuni li ho comprati dietro precisa richiesta di alcuni membri della mia famiglia ed uno... per sperimentare la lettura in e-book alla quale mi sono avvicinata da poco e, lo ammetto, non senza scetticismo.

Mia nonna (che ha 92 anni) mi ha chiesto di comprarle Braccialetti Rossi e un altro libro che aveva visto in tv, in occasione di una presentazione: Una lacrima mi ha salvato. Storie diverse tra loro ma comunque in qualche modo collegate: il primo è il libro da cui è stratta la serie tv che sta spopolando in questo periodo (e che io non sto seguendo... preferisco leggere il libro) mentre il secondo parla di una ragazza che si è risvegliata dal coma e per la quale i genitori erano sul punto di staccare la spina.

Insieme alle richiste della nonna è finita anche una specifica richiesta della principessa di casa che, però, probabilmente si aspettava qualche cosa di diverso. Mi ha chiesto il libro di Peter Pan sulla scia dell'entusiasmo alimentato dalla serie tv in cartoni animati  che sta guardando in questo periodo. Io le ho preso un classico nel vero senso della parola: si tratta del testo integrale e non di estratti riproposti in mini formati con immagini del cartone animato. Lei, però - me lo ha fatto capire chiaramente - era quello che si aspettava...
Ha otto anni e credo che sia ora di fare il salto verso libri più adatti alla sua età piuttosto che restare ancorati ai librini da bambini piccoli. Così, ho trovato un compromesso: se non se la sente di iniziare a leggere da sola un libro così, senza immagini ma solo testo, la aiuterò io e leggeremo insieme un capitolo ogni tanto alternandoci nella lettura ad alta voce. Più avanti saprò dire se l'esperimento porterà a dei risultati oppure no... Se proprio con lei andasse male... è sempre un piacere leggere un classico ed io non disdegno certo di farlo per cui... il libro non andrà di certo sprecato.

Su richiesta di mia madre mi sono, poi, procurata il libro Oggi a me, domani a chi? che narra l'esperienza diretta dell'autore e che non è stato facile trovare. Non è un libro in vendita nelle librerie ne' on line: ho dovuto contattare personalmente l'autore per farmene mandare una copia ed ora... mia mamma è stata accontentata. Anche in questo caso si tratta di un libro visto in tv, durante una presentazione in una trasmissione del mattino. 


Gli ultimi arrivi si concludono con il mio primo romanzo in e-book. Si tratta di La libreria degli amori inattesi che sto leggendo in questo periodo. 
Ho scaricato un'app Amazon sul mio tablet ed ho iniziato a prendere confidenza con questo modo moderno di leggere libri... Devo dire che.. pensavo peggio. Ero partita molto prevenuta visto il mio amore per i libri cartacei... Avrò modo di parlare anche di questo a lettura finita. Sono al 37% del libro... è scritto sullo schermo, in basso... ;-)

Ps. per me è sempre un piacere comprare libri per i miei cari (oltre che per me, ovviamente)... puntualmente finiscono tutti tra le mie mani per cui si tratta di doni in condivisione...

venerdì 21 febbraio 2014

La barca dei sogni (E. Moser) - Venerdì del libro

All'interno del "La barca dei sogni" sono custodite tante storie sono indirizzate ai più piccoli ma non solo ad essi. Sono storie che hanno per protagonisti animali, nella maggior parte dei casi sono presenti topolini e, con loro, altre specie nei ruoli più svariati.
E' proprio di questo libro che vorrei parlare oggi, in occasione del consueto appuntamento con Il Venerdì del libro.
Non sono storie classiche ma racconti che, a volte, sembrano voler lasciare spazio anche a finali diversi, affidati alla fantasia di chi legge o di chi ascolta. E' questa l'impressione che ho avuto nel leggere più di una delle oltre trenta storie proposte: come se fossero dei racconti senza un vero finale ma con la possibilità di un epilogo diverso a seconda di ciò che la storia stessa ha alimentato durante la lettura. Mi sono anche divertita, in più occasioni, a chiedere ai bimbi di inventare il prosieguo ed ammetto che è stato molto stimolante per loro... tranne che nelle sere in cui erano particolarmente stanchi... in quei casi mi sono limitata a leggere e basta.

I protagonisti delle storie sono sempre animali. Alcuni, in particolare, sono personaggi che compaiono in quasi tutti i racconti: i topolini. Sono sempre descritti in positivo e vengono chiamati in causa singolarmente, in coppia o in intere famiglie.

Ho preso in prestito il libro in biblioteca ed abbiamo letto un paio di racconti a sera (a volte anche di più) ma non nascondo di averne letti diversi anche senza i miei bimbi: ho letto per loro, con loro ma anche per me stessa. Sono storielle brevi, simpatiche e non credo di dovermi vergognare nel dire che le ho lette volentieri per qualche momento di relax senza troppi pensieri. 

E' un libro carino anche a vedersi: all'interno sono presenti delle illustrazioni in cui si trovano tanti dei dettagli descritti nelle relative storie. Sono illustrazioni che catturano l'attenzione dei più piccoli: i miei bimbi, soprattutto la principessa di casa, sono andati alla ricerca del minimo dettaglio ed hanno sempre vista soddisfatta la loro curiosità.
E' un libro che consiglio per le letture della buona notte ai più piccoli - sono storie corte per cui non c'è il rischio che si addormentino perdendosi la fine - ma anche per un momento di relax per chi, come me, ogni tanto sceglie di disimpegnarsi un po' in fatto di letture. 
***
La barca dei sogni. Storie della buonanotte
Erwin Moser
Einaudi Ragazzi
8.50 euro

mercoledì 19 febbraio 2014

Avevo 12 anni, ho preso la bici e sono partita per andare a scuola... "S. Dardenne"


Sabine è una ragazza come tante. Una ragazza che ha dei sogni, dei progetti, una famiglia, un compagno e dei ricordi. Terribili ricordi di un'esperienza vissuta, suo malgrado, da bambina. Lei è una delle vittime di colui che è stato definito "il mostro di Marcinelle". Lei è sopravvissuta così come Laetitia. Altre bambine, invece, no.

Racconta la sua storia nel libro "Avevo 12 anni, ho preso la mia bici e sono partita per andare a scuola...". Ora Sabine di anni ne ha  31, li compirà ad ottobre: il libro lo ha scritto dieci anni fa (è stato finito di stampare nel novembre del 2004).

Come lei stessa dice in coda al libro, è una ragazza che ha deciso di raccontare la sua esperienza non certo per cavalcare l'onda dell'eco che la sua vicenda ha avuto, quanto per fare in modo che la gente la smetta di guardarla in modo strano, come se fosse un fenomeno da baraccone... affinchè più nessuno le faccia più domande e, soprattutto, affinchè la giustizia non lasci mai più in libertà un pedofilo per "buona condotta".

Ecco cos' è stato Marc Dutroux: uno psicopatico, un pedofilo, condannato come tale, ma rilasciato per buona condotta. Una condotta talmente buona che è tornato a dedicarsi alla sua occupazione preferita: sequestrare, torturare e seviziare ragazzine... alcune delle quali hanno sono finite sotterrate vive su un campo... Una storia terribile, quella raccontata da Sabine: lei, sopravvissuta al mostro di Marcinelle e tornata dalla sua famiglia dopo ottanta giorni di prigionia... lei che credeva di essere tra le mani di qualcuno che la stesse "salvando" da qualche cosa di peggiore... lei che era stata indotta a credere di avere delle colpe per meritarsi tutto ciò.
Eh si, perchè dal racconto di Sabine emergono violenze psicologiche continue, sottili e capaci di insinuarsi così in profondità nella mente di una bambina dodicenne tali da fare male tanto quanto quelle fisiche, altrettanto terribili ed inaudite.

Chi si aspetta delle descrizioni precise soprattutto delle violenze fisiche andrà deluso. Lo scopo di Sabine - questo è quel che ho capito io - non è stato quello di voler sconvolgere con dettagli troppo forti... non che il suo racconto non sia forte, intendiamoci... è che in lei ho visto quella delicatezza nel voler evitare le descrizioni più terribili che, comunque, sono finite agli atti del processo perchè messe nere su bianco su delle lettere che credeva fossero state inviate a sua madre ma che, dopo la cattura del mostro, sono state ritrovate nel covo. 

Come ben sanno quanti hanno seguito la cronaca di quei tempi - era il 28 maggio del 1996 - Sabine venne rapita mentre era in bici e si stava dirigendo a scuola. Di lei non si seppe nulla per 80 giorni. Ottanta lunghi giorni di prigionia, di violenze e di sevizie, costretta a vivere in un buco nascosto in cui mancava l'aria ed in cui mancava tutto... In primis, la libertà.
Nella prima parte del libro, quando Sabine racconta della sua prigionia, emerge con chiarezza la pressione psicologica subita dalla bambina tanto che il racconto, a volte ripetitivo ed anche poco lineare, mi ha dato l'impressione di riflettere appieno la sofferenza che tali ricordi evocano, anche a distanza di anni. Per non parlare delle violenze fisiche: non è mai stata picchiata, ma legata al letto sì, così come violentata fisicamente, ripetutamente da un uomo che si faceva passare come il suo salvatore... 
Ad un certo punto subentra un terzo elemento. Sabine chiede al suo aguzzino di avere compagnia e lui... le porta un'altra ragazzina. Una circostanza, questa, che rappresenterà la vera svolta per lei visto che è proprio a seguito dell'arrivo di Laetitia che si arriverà all'arresto del mostro e alla liberazione delle due ragazzine. Ma rappresenta una svolta anche perchè in Sabine sale il senso di colpa per aver desiderato una compagnia senza pensare che, questo, avrebbe voluto dire che un'altra bambina sarebbe stata privata della sua libertà e sarebbe stata soggetta alle stesse "attenzioni" riservate a lei.
Nella seconda parte del libro, dalla liberazione delle ragazzine in avanti, la narrazione è più lineare, meno compulsiva... Sabine racconta della sua famiglia ma anche delle vicende collegate al processo, fino alla condanna. Parla anche della sua vita privata, del suo lavoro... Ma quel che resta in primo piano è la sua voglia di isolamento "...per mettere insieme i pezzi di questo gigantesco e spaventoso puzzle, in mezzo al quale ero sopravvissuta - dice nelle ultime righe del libro - Voglio classificarlo nella mia memoria a modo mio, in un modo che spero definitivo. Solo un libro sullo scaffale. E poterlo dimenticare molto presto".

Ammiro Sabine per la sua forza... per il suo coraggio...

Da madre, poi, affiora in me una gran rabbia al pensiero che possano esserci in circolazione persone così schifosamente meschine da ridurre in schiavitù una bambina, che possano strapparle la fanciullezza dal punto di vista psicologico così come fisico. Ed è terrificante il pensiero che un uomo, condannato per aver fatto tutto questo, pedofilo conclamato, possa essere rilasciato per buona condotta... Terrificante....

Ps. in copertina, sotto al titolo, c'è scritto "Il diario degli 80 giorni con il mostro di Marcinelle". Ebbene, chi si aspetta un diario canonico, con il racconto di ogni giorno in modo sistematico ed organico... si sbaglia. Sabine racconta la sua storia... quel che ricorda, quel che è stato... ed è davvero terribile. Lei, però, è una ragazzina forte, testarda, caparbia... ed ha trovato la forza per reagire.
***
Avevo 12 anni, ho preso la mia bici e sono partita per andare a scuola....
Sabine Dardenne
Bompiani Overlook
14.00 euro 

sabato 15 febbraio 2014

La ragazza dietro la maschera (S. Knightley)

Sono in un luogo a me sconosciuto. E' un posto moderno, dominato dal bianco e da vetrate trasparenti. Non so come sono finita qui ma davanti ad una di quelle vetrate c'è un uomo dal fisico asciutto, slanciato... una fisionomia che non mi è nuova così come non mi è nuovo quel sorriso. Eh si, un sorriso molto familiare di qualcuno che non vedo da tempo ma la cui presenza fa accelerare i battiti del mio cuore. Si avvicina ma la luce che entra dalla finestra rende indistinti i suoi tratti: vedo con chiarezza che indossa una maschera sul volto, una di quelle semplici, bianche e lineari che però non riescono a nascondere quegli occhi e quel sorriso. "Eccoti finalmente", gli dico! Si avvicina, mi tende la mano e mentre le sue dita sfiorano il mio mento... drrrrriiiiinnnnn.... suona la sveglia ed è il momento di dare il consueto calcio a mio marito per farlo svegliare....

Insomma era un sogno. 

E' quello che accade (o che può accadere... a me è accaduto) dopo aver letto, la sera prima, un libro come "La ragazza dietro la maschera" che ho appena terminato di leggere. Eh si... è questo l'effetto! Meglio svegliarsi con il pensiero di un misterioso uomo mascherato piuttosto che con un vampiro (lungi da me il pensiero di leggere qualche cosa del genere) o con un morto suicida spiaccicato per terra!

Nel periodo a cavallo di San Valentino mi sono lasciata andare a quello che è stato definito (copio dall'ultima di copertina) ...un libro unico, emozionante, seducente, intenso. Il libro più scandaloso dell'anno.

Quando l'ho comprato non avevo notato che si trattasse del primo di una trilogia, della serie "Le città della perversione": mi era piaciuta la copertina, mi era piaciuta l'idea di leggere un libro un po'... così. E quando mi sono resa conto che si trattava del primo di una serie mi aspettavo anche un finale che rendesse indispensabile leggere anche il seguito invece... ma meglio partire dall'inizio piuttosto che dalla fine.

Chi è la ragazza dietro la maschera?
E' Luciana, una adolescente vissuta nella seconda metà del '700 in una Venezia in cui basta indossare una maschera per celare, con naturalezza, la propria identità e vivere mille vite parallele. E' una ragazza di ricco lignaggio che vive reclusa in casa per una serie di motivi che vanno scoperti leggendo ma che, ben presto, trova il modo per vivere appieno la sua libertà. 

Ma la ragazza dietro la maschera è anche Sarah, una ricercatrice dei nostri tempi che usa internet, google e wikipedia che si reca a Venezia per una ricerca: vuole conoscere il personaggio di Luciana attraverso alcune lettere conservate in una biblioteca che sembra irraggiungibile, ma non per lei.

Nel libro la storia delle due donne si intreccia a tal punto da far vivere a Sarah situazioni che la avvicinano molto a Luciana, seppur vissuta molto tempo prima di lei.

La Venezia di allora si riscopre nella Venezia di oggi mostrando ancora misteri e suggestioni in un racconto che procede con passo spedito creando aspettative ed attese nel lettore. La storia non è piatta ma ben articolata, strutturata in un doppio racconto che alterna le vicende di Sarah a quelle di Luciana e rende il lettore impazienti di capire come va a finire l'una e l'altra situazione.

Ma possono, in un racconto del genere, mancare dei bei giovanotti? 
Luciana incontra tal Giacomo... il suo maestro. Un maestro che la guiderà verso la conoscenza della filosofia, della scienza, della storia ma soprattutto del sesso e della consapevolezza di se stessa. Non è un Giacomo qualunque, quel ragazzo... lo si scoprirà a lettura inoltrata.
Sarah è reduce da una storia finita ed incontra, anche se solo virtualmente, Marco. E' il proprietario della biblioteca e con lui si creerà uno strano rapporto.

Tranquilli... la trama non è affatto svelata... ne è solo un timido accenno.
L'accenno non è affatto timido, invece, agli incontri hot di Luciana con Giacomo così come quelli che rammenta Sarah in sogno nel pensare al suo amore perduto. Eh no... non sono affatto timidi. 
Onestamente un libro così, se un limite tale esistesse, io lo vieterei ai minori di diciotto anni anche se, a ben pensare, Luciana era di qualche anno più giovane quando è uscita dal suo stato di reclusa.
E' vero, si tratta di un romanzo intenso, seducente ed emozionante e l'ho preferito alle Cinquanta sfumature di cui ho parlato tempo fa.

Sarah è un personaggio moderno tanto quanto Luciana è la perfetta incarnazione delle dame di quell'epoca. Giacomo... bhè... meriterebbe un discorso a parte ma non lo inizio nemmeno... toglierei il gusto della lettura. 

Un aspetto mi è sembrato un po' assurdo. Marco è un personaggio fin troppo sfuggente e mi è suonato strano che, fino all'ultimo, Sarah non possa aver nemmeno immaginato il perchè... io ci ho pensato ancor prima della metà del libro mentre lei continua ad essere un tantino con il paraocchi a tal proposito. Ma, forse, se la sua consapevolezza fosse affiorata prima della fine la storia si sarebbe esaurita troppo in fretta... Così come troppo in fretta, secondo me, si esaurisce la storia di Luciana (qualche centinaio di pagine in più, su di lei, l'avrei letto volentieri) che, tra l'altro, riserva un finale davvero inaspettato per una delle due ragazze.

Non avrei immaginato ma... promuovo questo libro e non vedo l'ora di leggere anche gli altri due visto che, appunto, si tratta di una trilogia. Non sono usciti, e bisognerà attendere la fine di febbraio per il secondo e la fine di marzo per il terzo.

Ps. molto bella la ragazza in copertina...  Immagino che Luciana potesse somigliarle, più che Sarah... anche se Luciana all'epoca dei fatti era piuttosto giovane.
***
La ragazza dietro la maschera
Stella Dnightley
Newton Compton Editori
9.90 euro


venerdì 14 febbraio 2014

L'enciclopedia dei bambini 7/9 - Venerdì del libro e... il nostro San Valentino

Per questo Venerdì del libro torno a proporre una enciclopedia un po' datata ed anche fuori moda, alla quale avevo accennato nel parlare della versione per i bambini più piccoli. Si tratta de L'enciclopedia dei bambini per l'età 7/9 anni. Ho già parlato del volume precedente, 4/7 anni.

Torno a parlarne perchè questa volta l'approccio che ha avuto mia figlia con questo volume è stato particolare. Purtroppo siamo sempre meno abituati ad usare un dizionario, un'enciclopedia se in formato cartaceo. I vecchi volumi restano a prendere la polvere in libreria visto che, grazie ad internet, è tutto più semplice e veloce.
Mia figlia, però, si è dimostrata molto incuriosita dall'enciclopedia soprattutto quando, sfogliandola, ha capito che ci sono parecchi approfondimenti su argomenti che sta studiando a scuola. Le origini della terra, i dinosauri, gli animali, le loro caratteristiche... è rimasta letteralmente a bocca aperta davanti alle immagini e ai testi che ha letto con piacere, pur essendo reduce da un impegnativo pomeriggio di compiti. Spiegazioni semplici ma non superficiali, immagini che aiutano la comprensione del testo... molto interessante. E se a dirlo è lei, vuol dire che è vero!

Quando ha finito di leggere le parti che le interessavano mi ha detto che avrebbe voluto donare il libro alla scuola, per arricchire la biblioteca e perchè riteneva che quelle informazioni potessero essere utili anche per gli altri bambini. Non un libro di lettura puro e semplice, non una storia di fatine o folletti, ma un testo utile per approfondire argomenti che tutta la classe sta studiando.

I due volumi - questo e quello indirizzato a bambini più piccoli - sono strutturati in modo simile ma i contenuti sono diversi, adatti alle diverse età per cui sono pensati. 
Non so dire il prezzo visto che è stato cancellato dall'ultima di copertina. Si tratta di volumi che costituiscono la collana "La prima enciclopedia" e sono editi da Laurus Editore.
Così, raccogliendo il suo desiderio, abbiamo deciso di partecipare con questo libro all'International Book Giving Day di cui sono venuta a conoscenza grazie ad un'amica della rete (grazie Fede!) che consiste nel donare un libro ad un bambino, ad una biblioteca o ad un luogo in cui i bambini si trovano a passare del tempo come in un ambulatorio medico. 
La principessa di casa pronta a donare il libro alla scuola
Visto che la principessa di casa aveva espresso il desiderio di condividere il suo tesoro con la sua classe, abbiamo deciso di aderire all'iniziativa proprio con la nostra enciclopedia. Non è anche questo un modo di festeggiare l'amore, nel giorno di San Valentino? L'amore per i libri, per la lettura, per la condivisione...

A proposito di San Valentino, visto che non propongo una lettura a tema (sto leggendo un libro che si adatterebbe ma ne parlerò a lettura ultimata) mi permettete di aggiungere al VdL un piccolo spazio per la nostra festa degli innamorati?
Ieri pomeriggio ci siamo dati da fare con materiali che avevamo in casa ed abbiamo pensato di preparare un dolce risveglio al nostro papy. Sarà mica solo la festa di mamma e papà? Anche i bimbi ci amano, si amano... per cui la festa è di tutta la famiglia.



Abbiamo realizzato delle decorazioni molto semplici ma d'effetto e il risultato, questa mattina, è stato il seguente..... Carino, no?

 
Mi sono alzata alle quattro e mezza di questa mattina per sistemare il tutto e far trovare la tavola apparecchiata e la cucina adeguatamente decorata al risveglio di mio marito e dei miei bimbi...
Hanno sgranato gli occhi quando hanno visto il risultato: come previsto ci siamo svegliati prima di papy e ci siamo preparati a puntino in modo da fare colazione tutti insieme senza occhioni insonnoliti o umore sotto le scarpe. Peccato solo che ieri sera avevamo anche impastato un dolcetto messo in forno in una lastra a forma di cuore ma... la ricetta evidentemente aveva qualche cosa di sbagliato visto che era durissimo ed orrendo a vedersi... lo abbiamo cestinato in partenza. Questo mi ha insegnato che... chi lascia la strada vecchia per la nuova è vero che sa quel che lascia ma non sa quel che trova....
Era una ricetta trovata in rete ma mai provata... e mai più la proverò!

Per fortuna i Batticuori - che erano di riserva - sono corsi in nostro aiuto...
E la giornata è iniziata con un po' di dolcezza in più anche senza l'agognato dolce!

domenica 9 febbraio 2014

Caduto fuori dal tempo (D. Grossman)



Il libro di David Grossman dal titolo Caduto fuori dal tempo è stata una delle ultime scoperte fatte in biblioteca nell’andare alla ricerca di libri adatti per la gara di lettura a cui sto partecipando. Quando ho visto la copertina e letto il titolo non mi sono nemmeno soffermata a leggere un abstract o una presentazione del libro.
L’ho preso e basta.
Appena l’ho avuto tra le mani ho apprezzato la bella copertina ma, sfogliandolo in modo distratto, mi sono subito sentita smarrita.
Poesie? Erano poesie quelle che vedevo stampate sulle pagine? Io non vado forte con la poesia e preferisco romanzi lineari e semplici da capire… Non sono una lettrice dalle grosse pretese e non mi sento a mio agio con prodotti letterari “di nicchia”. Anche questa volta, come avvenuto più volte negli ultimi tempi, mi sono dovuta ricredere.

Caduto fuori dal tempo è un libro che usa la poesia per dare voce al dolore e all’amore allo stesso tempo. L’amore che i personaggi provano per la perdita di un figlio o di una figlia ed il profondo dolore che a ciò consegue.
Grossman non inventa un romanzo come tanti, non struttura personaggi a caso. 
No. Grossmann racconta dell’amore e del dolore di diversi personaggi dando loro voce attraverso la poesia.
Grossman è egli stesso protagonista in prima persona di questo libro: lui, che prese un figlio – il suo secondogenito Uri – ucciso in missione da un missile anticarro sul fronte libanese nel 2006. L’autore non compare in prima persona ma la sua figura si ritrova in un personaggio molto singolare: un Centauro, dal corpo di uomo trasformatosi in scrivania nei suoi arti inferiori… un personaggio che simboleggia l’incapacità dell’autore di tornare a scrivere come un tempo, come prima che avvenisse la tragedia. Lui che non ha più la forza di alzarsi dalla sua scrivania, divenuta quasi una parte di se, del suo corpo, del suo essere.
Ebbene, il Centauro è una delle figure che compaiono nel libro assieme all’uomo che cammina, al Duca, alla levatrice, alla donna delle reti, al maestro di matematica e allo scriba delle cronache cittadine. Sono tutti personaggi accomunati dalla perdita di un figlio, tutti incapaci di rassegnarsi ad una perdita così profonda, tutti sul punto di perdere la ragione a prescindere dal tempo trascorso dalla morte del loro congiunto.
Il libro prende avvio da un uomo che, improvvisamente, decide di mettersi in cammino verso “laggiù”. Un luogo non meglio identificato dove crede di poter trovare la pace, ritrovando suo figlio morto cinque anni prima. Inizia a camminare attorno alla città… cammina e cammina in balìa di una disperazione che non gli permette di fermarsi. Ben presto il suo diventerà un cammino di gruppo visto che altri personaggi si uniscono a lui alla ricerca dei confini del mondo dove sperano di trovare quelle risposte che nessuno può dare loro. 

Dall’iniziale scetticismo (o forse paura?) nel dovermi misurare con un testo poetico, sono passata all’emozione allo stato puro, fin dalle prime pagine. L’autore riesce a trasmettere emozioni profonde, a coinvolgere il lettore in quel dolore lancinante che è alla base dei comportamenti dei suoi personaggi. E’ una storia… o, meglio, un insieme di storie profondamente dolorose che rendono appieno ciò che può provare un uomo o una donna che si trovano ad essere impotenti davanti alla morte di un figlio o di una figlia.

Mi sono talmente emozionata nel leggere il libro che il pensiero è andato a tutti coloro che conosco e che hanno vissuto una situazione analoga. In primis a mia nonna, che ha perso una figlia adolescente e della quale non parla mai. Quante volte mi sono chiesta come avesse potuto affrontare quel dolore, dove abbia trovato la forza di andare avanti, quale ricordo serbasse di lei, quali progetti avesse fatto per la sua primogenita morta ormai da più di sessant'anni. Non l’ho mai sentita parlare di lei, della zia Nadia morta poco più che bambina ma molte volte sono stata sul punto di chiederle qualche cosa… Non l’ho mai fatto ma nei suoi occhi oramai appannati dall’età (ha 92 anni) vedo ancora la tristezza per quella figlia tanto amata e perduta adolescente. E soffro anche io… per lei e con lei…
Mi chiedo se avrà voglia di parlarne… se ne avrà mai parlato con qualcuno in tutti questi anni e nonostante sia passato tanto tempo... se parlare di lei possa aiutarla ad accettare la sua perdita che - questo è un mio pensiero - credo non si accetti mai fino in fondo, anche dopo sessant'anni e più.

L'autore lascia intendere di essere lui il Centauro quando conclude con una delle frasi più belle e toccanti del libro:

È solo che il cuore
mi si spezza, 
tesoro mio,
al pensiero 
che io...
che abbia potuto...
trovare
per tutto questo
parole.