venerdì 27 dicembre 2013

Sotto il nostro albero....

Babbo Natale ci conosce molto bene...  Ecco cosa abbiamo trovato sotto al nostro albero. 
Avremo modo di parlarne in modo dettagliato.


 
E chissà che anche la Befana non voglia farci qualche sorpresina di questo tipo? Vedremo...
Io sto anche pensato di farmelo da sola qualche regalino di questo tipo, sempre per via della solita "malattia" che mi porta a comprare libri pur avendone diversi nuovi da leggere... Mi sono ripromessa di non esagerare ma almeno uno, uno solo, potrò concedermelo, no? Anzi... avete qualche interessante suggerimento?

A mia madre, poi, ho regalato:

Prima o poi lo leggerò anche io e saprò dirvi!
Buone Feste e buone letture a tutti.

martedì 24 dicembre 2013

Il piccolo albero di Natale (R. Karl - M. Anne) e AUGURI DI BUONE FESTE!!!

Bisogna essere necessariamente grandi e grossi per valere qualche cosa? Chi l'ha detto che i più piccini, i meno vistosi, i più discreti valgano meno degli altri? 
E' un discorso valido a livello universale, questo. Abeti compresi.
Eh si, perchè la storia de "Il piccolo albero di Natale" che abbiamo ascoltato ieri in biblioteca, in occasione dell'ultimo incontro in programma con l'iniziativa "A Natale fioccano libri in biblioteca" parla proprio di questo.

Un piccolo abete si sente inutile, insignificante. Non come quei grandi abeti maestosi che dominano il bosco... Eh no. Lui no. Lui è piccino, nessuno si accorge di lui se non qualche animale selvatico per fare la pipì sulle sue radici...

Ma arriva il giorno in cui tutto questo cambia ed anche per lui ci sarà un posto importante nel mondo: anche se più piccolo non vuol dire che sia meno importante degli altri.

La storia che abbiamo ascoltato ci è piaciuta molto e lancia un importante messaggio scritto a misura di bambino. Oltre a "Il piccolo albero di Natale", in biblioteca le due operatrici hanno letto anche "Il gatto nella Mangiatoia", libro altrettanto particolare ed altrettanto natalizio dove viene narrato il singolare punto di vista di un gatto che si trova a vivere una situaziona alquanto speciale.

La sala in cui sono state proposte le letture era gremita di bambini e famiglie: un ottimo modo per avvicinarsi al Natale con un pomeriggio fatto di letture, canti natalizi ed anche la realizzazione di un originale centrotavola da sfoggiare in occasione del cenone natalizio...


E con le nostre creazioni vi auguriamo un Sereno Natale.
Per gli auguri di Buon Anno c'è tempo, no? 

Ps. ci si aggiorna per un resoconto dei libri trovati sotto l'abero che (ho questa sensazione chissà come mai) non mancheranno!

venerdì 20 dicembre 2013

Ricette spaziali (M. Colli, G. Mauri, E. Verri)

Sono ancora in tempo per suggerire un libro da mettere sotto l'albero di Natale? Spero di si perchè il libro "Ricette Spaziali", Erickson Editore, merita proprio! E per questo Venerdì del libro pre-natalizio mi sembra proprio adatto.
E' un libro molto carino che aiuta i più piccoli a capire, in modo divertente, cosa fare per seguire un'alimentazione corretta e sana. 

Grazie all'arrivo di un piccolo esserino spaziale, un normale famigliola si trova alle prese con la necessità di nutrilo... E come fare? Non si può certo rimpinzare di schifezze di ogni genere perchè... suona un campanello d'allarme visto che cambia di colore ogni volta che prova malessere dovuto al mal di pancia... e non è un bello spettacolo!
Ecco, dunque, che bisogna nutrirlo con alimenti sani, nutrienti, golosi si ma non pesanti o poco salutari. E nel leggere la storia i bambini imparano quei comportamenti che poi possono adottare nella loro vita.

Il libro è stutturato in modo vario e divertente, con delle schede struttura come dei quiz a cui rispondere con una x sulla risposta che si ritiene giusta ma anche con dei giochi da ritagliare e da fare con gli amici o con mamma e papà. Il tutto aiuta i lettori più giovani ad imparare comportamenti positivi in fatto di alimentazione. E poi ci sono anche delle ricette semplici e gustose che gli stessi bambini - con l'aiuto di mamma o di papà - possono realizzare per la loro soddisfazione non solo dello stomaco ma anche dello spirito.

Ma l'alieno cosa fa? Si diverte? Gioca? E' contento? Molto dipende da come mangia, lo si capisce dalle prima pagine ed è questo il leit motiv dell'intero libro. Cresce... si si, cresce... ed è tutto da vedere grazie anche alle simpatiche immagini che completano la sotria.

E' un libro che suggerisco caldamente, che sono contenta di aver letto e che vorrei trasformare presto in qualche cosa di concreto non solo in termini di comportamenti a tavola ma anche di ricettine. Per il momento l'ho letto io ma lo proporrò presto (ora è alle prese con un'altra lettura) alla principessa di casa.... 

Con questo libro partecipo anche alla gara di lettura Io leggo italiano che, con il finire dell'anno, volge verso la fine. 

mercoledì 18 dicembre 2013

In nome della madre (E. De Luca)

Mi sono ritrovata con il libro di Erri De Luca "In nome della madre" tra le mani senza averlo cercato. L'ho avuto in prestito dalla biblioteca, su suggerimento della bibliotecaria, che me l'ha suggerito come libro da leggere in fretta e che avrebbe potuto lasciare un segno. Le avevo chiesto una lettura positiva, di quelle che non mettono addosso l'angoscia, che non chiedono un eccessivo impegno psicologico perchè in questo periodo sento di aver bisogno di letture così. Lei me l'ha messo in mano insieme ad un altro suggerendone la lettura in questo periodo.

Non avevo mai letto recensioni di questo libro (e non ho mai letto altro di De Luca perchè, soprattutto nel periodo in cui i suoi libri sono stati tanto pubblicizzati, non mi ha mai attirata più di tanto) per cui non sapevo cosa aspettarmi. Non sapevo cosa aspettarmi nemmeno in merito alla scrittura di De Luca essendo per me noto di "fama" ma non per aver letto suoi libri. 

Il libro è breve. La storia è una delle più note in assoluto, quella di Maria che per grazia dello Spirito Santo aspetta un figlio. Una giovane vergine, promessa sposa, che si ritrova a vivere una gravidanza non voluta ne' cercata ma accettata ed accolta come solo la madre di Cristo poteva fare. Senza addentrarmi in valutazioni di carattere religioso in merito al prodigio compiuto dallo Spirito Santo e tutto il resto, mi limito a dire la mia sul testo che ho letto.
E' Maria che parla, che condivide i suoi pensieri. Sono pensieri di una madre che sa di non essere come tutte le altre. Una madre in attesa di un figlio che vorrebbe tanto fosse come tutti gli altri ma che sa già che non sarà così. Quella che parla è una donna che prova le stesse paure e gli stessi slanci d'animo di una qualsiasi donna in attesa del suo primo figlio ma che sa di aver accettato un compito di immensa grandezza: dare alla luce il Figlio di Dio.
Ho trovato il libro molto poetico in alcuni passi, un po' meno in altri. Non credo che possa essere definito un capolavoro con una storia di base che non è poi così originale. E' comunque una lettura piacevole, che mi ha fatto rivalutare la figura di Maria come donna soprattutto quando l'ho trovata davanti alle sue debolezze e alle sue paure piuttosto che nei momenti di cieca fiducia in Dio.
L'ho letto in breve tempo, non ha lasciato un segno indelebile così come, probabilmente, la bibliotecaria pensava, ma tutto sommato non mi è dispiaciuto.
Il momento in cui mi è stato proposto è stato, indubbiamente, azzeccato. Leggere un libro del genere nel periodo natalizio è più che a tema... anche se credo che la storia vada oltre ogni periodo ed ogni stagione.

Con questo libro partecipo alla gara di lettura Io leggo italiano.

venerdì 13 dicembre 2013

Non volare via (S. Rattaro) - Venerdì del libro

Non volare via è il secondo libro che leggo di Sara Rattaro, un'autrice a me sconosciuta fino a che la mia bibliotecaria di fiducia non mi ha consigliato di leggere qualcosa di suo. Ho iniziato con Un uso qualunque di te, recensito qui qualche giorno fa con l'aspettativa che la seconda lettura in programma fosse migliore. In effetti Non volare via mi è piaciuto di più anche se mi aspettavo qualche cosa di diverso. Per questo Venerdì del libro ve ne suggerisco la lettura e, magari, vi invito a lasciare un commento dopo che lo avrete letto o, meglio ancora, se l'avete letto già... mi piacerebbe confrontarmi con qualche altro lettore su questo romazo.


Il libro narra la storia di una famiglia. Matteo, il più piccolo di casa, è un bambino audioleso. Un dettaglio, questo, che all'inizio della storia mi ha molto toccato visto che mi trovo a vivere in famiglia un problema di questo tipo anche se a livelli molto meno seri. Matteo è un bambino che ha bisogno di più attenzioni di sua sorella per via del suo problema. Matto è il collante della famiglia. E questo, nello svolgimento della storia mi ha irritata un po' perchè credo che una famiglia non possa e non debba restare unita solo perchè c'è un bambino disabile.
L'ho vista come una discriminazione attuata dai genitori che sono loro stessi a considerare il loro figlio diverso dagli altri. Suo padre ha una storia fuori dal matrimonio. Viene scoperta e accettata da sua madre per quieto vivere. Anche lei, alla fine, avrà una storia fuori dal matrimonio. Accettata dal marito con conseguente vita da parte di tutti e due, alle spalle dei figli che nulla sanno, o che nulla dovrebbero sapere. Fino a che... succede qualcosa nella vita di questi genitori ed il treno cambia binario.

Non voglio giudicare niente e nessuno, mi sento l'ultima persona al mondo che possa giudicare. Parlo solo delle mie emozioni e delle mie reazioni nella lettura di un libro così.
Mi sono detta: un bambino audioleso deve essere preso in giro (perchè di fatto questo è quando si simula una famiglia felice nella consapevolezza, da parte di entrambi i genitori, che non è così) da suo padre e sua madre per essere protetto più di un bambino "normale"? Cosa vuol dire, poi, normale? Genitori che si ignorano e vivono vite parallele, davanti ai loro figli (al loro figlio perchè con la sorella è un discorso diverso) sono autorizzati ad essere falsi e a non affrontare le loro responsabilità? Può, la disabilità, essere un alibi? Oppure mentire al proprio figlio è un'estrema forma d'amore nei suoi confronti? Ammetto di averci pensato a lungo e di non essermi data una risposta.
Alla fine del libro trionfa l'amore, il legame familiare, e tutti i buoni propositi. Come avvenuto nel libro che ho letto in precedenza, di questa autrice, anche in questo caso alla fine mi è sembrato tutto un po' troppo artificioso...

Nonostante questo, ammetto di essere stata toccata da parecchi passaggi. Mi sono rivista molto nelle situazioni legate alla paura nell'affrontare i problemi di un figlio, nella forza che la mamma tira fuori per stargli accanto e fare di tutto per lui, nel terrore di non fare mai abbastanza ed anche nello spirito di sacrificio che ogni madre è capace di tirare fuori per i suoi figli. Ma... mi sono posta anche un sacco di interrogativi.

Fondamentalmente il libro parla di una situazione familiare travagliata e non è Matteo il fulcro della storia anche se ne è un elemento importante. Cosa che io, invece, mi aspettavo. Mi aspettavo un libro maggiormente incentrato su Matteo e non, come invece è, su storie d'amore incrociate che riguardano i genitori. Anche stavolta avevo aspettative diverse. Alla fine del libro mi sono anche detta che forse l'autrice ha dei problemi (non me ne voglia) con persone che hanno storie fuori dal matrimonio visto che ho letto due libri su due e su entrambi si parla di qualcuno che tradisce il proprio partner, per un motivo o per l'altro, con più o meno coinvolgimento emotivo.

Ogni tanto cambia il soggetto narrante e questo non rende monotona la storia, soprattutto fa emergere punti di vista diversi. Così come ogni volta l'autrice inserisce delle note, delle massime che sono toccanti e fanno pensare.

La mamma passa come il personaggio più forte ma, a ben vedere, ha anche lei le sue debolezze. Il papà di Matteo viene descritto come un uomo di secondo piano, con poco carattere... poi però qualche cosa cambia. La sorella di Matteo ha un ruolo determinante nello svolgimento della storia ma se dicessi quale toglierei il gusto della lettura.

Tutto sommato il libro mi è piaciuto ma mi aspettavo qualche cosa di meglio.
Anche stavolta ho scritto di getto e non so se sono riuscita ad esprimere appieno il mio pensiero. 

Propongo alcuni dei pensieri lasciati dall'autrice tra un capitolo e l'altro.

La verità fa male. E' per questo che inventiamo bugie. Se non siamo abbastanza pronti allora neghiamo, anche l'evidenza se necessario. Neghiamo le nostre paure e la voglia di avere successo, le nostre avidità, qualunque esse siano, e il timore di non farcela. Non lo facciamo per ottenere  di più ma solo perchè le cose restino come prima, per mantenere l'illusione che nulla sia cambiato. 
Mentiamo così spesso che non riusciamo più a riconoscere il vero anche quando tutto crolla e la realtà è lì, sotto ai nostri occhi. Fingere ci imprigiona.

Diventare amanti senza sentirsi ipocriti è praticamente impossibile. Ma non esiste soluzione, e fare molta attenzione è l'unica legge da seguire alla letter, per rispetto. Già, ipocriti.

domenica 8 dicembre 2013

Polar Express (Chris Van Allsburg)

I due libri proposti
Sabato scorso abbiamo partecipato al primo di tre incontri, organizzati nei sabato pomeriggio di dicembre, nella biblioteca del mio Comune per delle letture e dei laboratori a tema natalizio."A Natale fioccano storie in biblioteca", così è stata denominata un'iniziativa che apprezzo particolarmente visto che ci permette (parlo al plurale visto che si tratta di incontri per bambini e famiglie) di trascorrere un pomeriggio assieme ai nostri figli in modo coinvolgente, educativo e creativo.
Le storie
Ormai credo che sia chiaro che a noi piace frequentare biblioteche. Ci piaccioni i libri, le storie ed anche i lavori manuale. Per questo cerco sempre di prendere al volo ogni occasione per partecipare ad iniziative che rientrano nell'ambito di questo nostro interesse. Sabato scorso di bambini ce n'erano davvero tanti e le storie proposte sono state "Polar Express" e "Il piccolo Babbo Natale".

"Polar Express" è stata la storia che è piaciuta di più sia a me che a mia figlia. Il piccoletto non c'era per via di un compleanno così, questa volta, l'esperienza è stata riservata alle due donne di casa.
L'edizione che hanno portato le due lettrici che hanno tenuto l'incontro è molto bella: un bel libro cartonato con delle bellissime illustrazioni, belle grandi e suggestive. Mentre leggevano il libro era poggiato su di un leggio in modo che i bambini potessero ammirare le illustrazioni: ne ho visti alcuni letteralmente con la bocca spalancata e gli occhi sgranati nel seguire la storia grazie anche alle illustrazioni ed è stato davvero bello.
La storia narrata probabilmente è nota a tutti: un bambino chiede un dono speciale a Babbo Natale, un campanellino di una sua renna. Un campanellino molto speciale, che viene udito solo da chi sogna, da chi crede nello spirito del Natale, a prescindere dalla sua età. 
La principessa di casa mi ha anche chiesto di prenderlo in prestito o di cercarlo in libreria, segno che le è piaciuto molto.

Terminata la lettura, si è passati al laboratorio creativo e, grazie alle indicazioni delle due operatrici, abbiamo (io ho fatto ben poco, a dire il vero) realizzato un simpatico biglietto di auguri con il faccione di un dolcissimo Babbo Natale!
Appuntamento a sabato prossimo con nuove storie che fioccheranno, per bambini dai 5 anni in su, in biblioteca.


lunedì 2 dicembre 2013

Un uso qualunque di te (S. Rattaro)

Raramente leggo due libri dello stesso autore uno dietro l'altro. Mi capita se sono dei sequel (anche se spesso lascio passare del tempo tra l'uno e l'altro intercalando le due letture con un autore diverso) oppure nel caso in cui il primo mi sia piaciuto talmente tanto da avermi lasciata addosso una certa... fame... di qualcos'altro scritto altrettanto bene.
Non è questo il caso. L'altro giorno sono stata in biblioteca e me ne sono tornata a casa con due libri della stessa autrice: "Un uso qualunque di te" e "Non volare via".

Nel parlare con la mia amica bibliotecaria avevo capito che uno dei due mi avrebbe toccata particolarmente ma ero certa che dei due fosse questo. Invece ho capito tutto il contrario... Per non togliermi il gusto della lettura non ho letto la trama ne' dell'uno ne dell'altro e mi sono messa subito a leggere. Ora che ho terminato "Un uso qualunque di te" so che mi aspetta qualche cosa di meglio con il secondo (appena iniziato) e, lo ammetto, ne sono contenta.
Ne sono contenta perchè il libro appena letto non mi è piaciuto più di tanto. L'ho trovato ben scritto ma molto scontato, dal finale facilmente prevedibile ed anche un po' troppo assurdo.

Viola è una donna sposata da anni con un uomo che è suo marito solo di facciata visto che lo tradisce e lo ha sempre tradito. Lui l'ama ed è la sua roccia. Lei vive una vita che non sente sua ma le va bene così. Lei ha una personalità molto particolare... insicura, instabile, piuttosto strana. Suo marito è la sua certezza, colui che risolve i problemi, che scioglie i nodi, che raffredda le acque troppo bollenti. Viola e Carlo hanno una figlia: Luce. Una ragazza che è ha un feeling speciale con suo padre e che si trova, senza preavviso, tra la vita e la morte.

Tra una telefonata ed un lettino d'ospedale, l'autre narra la storia di Viola, di Carlo, di Luce passando da un capitolo di racconto al presente ad uno che rimanda ad anni prima, da un racconto diretto per mano di Viola che si rivolge direttamente a sua figlia a spezzoni di una vita che sembra lontana anni luce.
Si va avanti e indietro nel tempo per comporre un puzzle che delinea i tratti di una famiglia apparentemente unita ma fondamentalmente instabile.

Ben presto, a seguito del malore della ragazza, la vita di Viola e di Carlo cambia inesorabilmente. Non si può più tornare indietro dal punto in cui si è arrivati, un vero punto di non ritorno...
Non voglio svelare troppo la trama ma mi limito a dire cosa mi ha lasciato l'amaro in bocca... Ebbene, Viola tradisce da sempre suo marito e, da un certo momento in poi del racconto, diventa un'eroina. E' come se con un gesto estremo voglia redimere la sua intera vita di menzogne, di falsità, di doppia vita. 

Anche io farei di tutto per salvare la vita dei miei figli, non dico di no. 
Ognuno può commettere degli errori e non sto certo qui a giudicare.
Però non mi è piaciuciuta la velocità con la quale si è voluti arrivare al finale e, soprattutto, ho trovato il tutto un po' troppo fantastico con una donna che cancella tutto il male che ha fatto alla sua famiglia in un attimo... Mi è sembrato troppo... semplice. Poi c'è il risvolto sentimentale, una figlia da salvare.... mha...

A metà libro si capisce come andrà a finire la storia. E onestamente sono rimasta un tantino delusa.
Non posso dire di più, rischierei di svelare troppi dettagli e rovinare la lettura... mi limito a dire che il secondo libro preso in biblioteca, e che ora sto leggendo, si propone come migliore.

Con questa lettura partecipo alla gara in corso Io leggo italiano.

venerdì 29 novembre 2013

Smettila di reprimere tuo figlio (R. Cavallo - A. Panarese) - Il Venerdì del libro

Per questo Venerdì del libro propongo una lettura che mi auguro possa alimentare una interessante discussione. Si tratta di "Smettila di reprimere tuo figlio", libro scritto a quattro mani da Roberta Cavallo ed Antonio Panarese, edito da Uno Editori e sottotitolato "Come la semplice formula di Madre Natura garantisce la crescita felice del tuo bambino da 0 a 21 anni".
Ammetto che il titolo, sulle prime, mi ha irritata. Come credo ogni genitore ho avuto la reazione immediata di pensare che io non reprimo affatto mio figlio per cui quel titolo così... pronto a giudicare mi ha un momentino irritata.
Nonostante ciò l'ho letto. E pure con interesse. Sul retro copertina ho trovato scritto che si tratta di un libro "...capace di trasformare genitori qualsiasi e a volte casuali in genitori consapevole e in grado di permettere alla loro creatura di crescere ed evolversi in modo sano e felice".
Inoltre, leggo (sempre sul retro copertina) che "...per saper educare i bambini e fare le scelte giuste non bisogna leggere troppi libri, bisogna imparare a leggere loro. Lì è scritto tutto". E' questo l'assunto fondamentale, il perno attorno a cui si snoda l'intero libro. Le leggi di Madre Natura non sono le stesse che ci sono state inculcate, quelle con le quali magari siamo stati cresciuti noi stessi ed i nostri genitori prima di noi.
Il libro propone i principi di Madre Natura che vanno prima di tutto capiti, poi fatti propri e applicati nella vita accanto ai nostri cuccioli. Basta questo, così si dice, per far crescere i nostri figli sereni e felici.
Devo ammettere che ho trovato degli interessanti spunti di riflessione, soprattutto quando il genitore viene invitato a guardare dentro se stesso per leggersi dentro e mettersi in discussione. Ho trovato anche alcuni assunti che non riesco a condividere o che, comunque, mi sembrano un po' troppo teorici.
Qualche esempio? Concordo sul fatto che ai nostri figli debba essere donato amore incondizionato, che vadano ascoltati, capiti, amati sempre e comunque, accettati per quello che sono, valorizzati in ogni momento della loro vita. Concordo sul fatto che i bambini sono lo specchio di noi stessi perchè ci imitano e ci hanno come modello per cui i genitori dovrebbero comportarsi sempre come vorrebbero che il loro figlio si comportasse "...con trasparenza, sincerità e rispetto".
Molti spunti di riflessione, lo ammetto.
Mi sono trovata un po' in difficoltà nel "digerire" quanto detto in merito alle condizioni di salute dei nostri figli.... Sono d'accordo sull'uso eccessivo di medicinali, cosa che non piace nemmeno a me e che non condivido... Non riesco però a pensare che lo stato di salute di un bambino possa migliorare solo se i genitori sono in grado di comprendere appieno i messaggi che manda il loro corpo e se il genitore si pone "in positivo" nei suoi confronti e nei confronti della sua malattia. 

Con i bambini sono l'atteggiamento, i pensieri e i sentimenti del genitore ad avere una grande influenza, molto più incisiva delle famiglie. 
Sono d'accordo, ma non sono d'accordo sul fatto che si tratti di un assunto valido in assoluto e non credo che si possa generalizzare così. E' un po' come colpevolizzare i genitori per le malattie dei loro figli... questo ho pensato nel leggere alcuni passaggi....

Ogni tanto, poi, vengono portate delle testimonianze di casi concreti tra cui quello di Sara, affetta da dermatite atopica: il problema, viene raccontato, è stato risolto con un percorso di accompagnamento nei confronti della mamma, invitata a fare un percorso interiore seguendo colloqui verbali, esercizi da svolgere a casa, usare rimedi naturali, trattamenti corporei bioenergetici e tecniche di visualizzazione. L'atteggiamento della mamma nei confronti della bambina, al termine del percorso, è cambiato, e le azioni quotidiane nei confronti della bambina sono cambiati. Così il problema è stato risolto... Ammetto di essere rimasta un po' perplessa...

Che dire? Credo che comunque il libro meriti di essere letto anche perchè invita ad atteggiamenti atti a mettere in pratica regole dettate da Madre Natura. Come è capitato a me, sono certa che ogni lettore troverà sia degli spunti di interessante riflessione (e che possono portare a positivi cambiamenti) che passaggi che si fa più fatica a condividere o a mettere in pratica. Ammetto che a me è servito anche se non lo considero una "bacchetta magica" capace di risolvere la vita ad ogni genitore. Però può aiutare. Parere mio, ovviamente.

Con questo libro partecipo alla gara di lettura "Io leggo italiano". 

Ps. ho scritto di getto... magari tra qualche ora rileggo tutto con calma e cerco di aggiustare il tiro laddove dovessi essere stata poco chiara ;-)

venerdì 22 novembre 2013

Lo spazio da toccare (Venerdì del libro)

I libri tattili, quelli che oltre a farsi leggere si fanno anche toccare, piacciono molto ai più piccoli. Ma non solo a loro. Ne ho avuta prova quando mia figlia, che ha otto anni, in biblioteca ha fatto una selezione molto attenta prima di decidere quale libro  volesse portare a casa... Ha scelto "Lo spazio da toccare", un libro cartonato edito da Franco Cosimo Panini Editore e fa parte della collana "Il mondo da toccare".
Onestamente credevo che un libro così piacesse più al piccoletto di casa dando per scontato che lei, più cresciutella, si sarebbe lasciata attirare da altro. Mi sbagliavo.
Il poter toccare il sole che ha il nucleo dorato, la sensazione che prova quando segue l'orbita dei pianeti che è realizzata in stoffa o il poter aprire finestrelle che mostrano gli astronauti all'interno delle navicelle l'hanno catturata tanto che al posto della favola della buonanotte ha subito preferito, appena tornati dalla biblioteca, andare alla scoperta del sistema solare.

L'ho vista molto interessata non solo per via di illustrazioni e materiali utilizzati, ma anche per le spiegazioni semplici che vengono fornite ricorrendo anche alla tecnica di fare domande a cui si danno immediatamente risposte oppure nell'inserire didascalie e semplici spiegazioni accanto alle immagini.
E' un libro che ci è piaciuto molto: la principessa di casa ne ha anche tratto spunto per raccontare i misteri dell'universo al piccoletto.
Le pagine sono cartonate e più pesanti di quelle di normali libri di favole: il formato permette anche alle manine più piccole e curiose di muoversi tra pianeti e stelle, ci sono anche delle pagine doppie che permettono di ingrandire l'illustrazione rendendo, così, uno spaccato più ampio di un'ipotetica vita su Marte. 
Lo consiglio e lo suggerisco per questo Venerdì del libro
***
Lo spazio da toccare
illustrato da Benjamin Bècue
Franco Cosimo Panini Editore
euro 13.00

venerdì 15 novembre 2013

La Pimpa e la mela volante (Altan) - Venerdì del libro

Anche il piccoletto ha iniziato a leggere. Ha sei anni ed è andato a scuola che già sapeva leggere un pochino grazie a sua sorella che, durante l'estate, giocava con lui alla maestra. Io li ho lasciati fare, non ho mai interferito e non ho mai "pilotato" in nessun modo il loro gioco. Il risultato? E' stata mia figlia a trasmettere al piccoletto la passione per la lettura anche se, va detto, avendo portato spesso (e portando tutt'ora) i bambini a laboratori di lettura nel corso dei quali vengono letti libri ad alta voce anche il piccoletto è abituato ad avere una certa familiarità con i libri. 
Ebbene, nel corso di una recente trasferta a casa di parenti, mi ha emozionato vedere che i miei bimbi avevano messo in valigia anche dei libri e mi ha emozionato ancora di più quando mio figlio mi ha chiesto se poteva stare sul lettone insieme a me a leggere un po'.
Potevo forse dire di no?
Detto fatto.
Io avevo portato, come sempre, il libro che stavo leggendo in quel periodo e lui si è infilato nel lettone per leggere in mia compagnia. 
Questa volta non sono stata io a leggere a voce alta per lui (per loro... di solito la sera ci addormentiamo dopo che io ho letto per loro una storia) ma ha letto da solo...

Il libro che ha portato con se ben si presta per bambini alle prese con le prime letture.
"Pimpa e la mela volante" fa parte della collana "Piccole Storie", edita da Franco Cosimo Panini: complessivamene i titoli di questa collana sono otto: è un po' più grande delle storie, dello stesso editore e con lo stesso protagonista, della collana "Cubetti" ed è un formato molto comodo per le manine dei giovani lettori.
Dopo aver apprezzato le figure di altri libri di questo tipo ed aver ascoltato la mamma leggere, grazie ai caratteri in STAMPATO, intervallati da piccole immagini e da illustrazioni in perfetto stile Altan sulle pagine di sinistra (la storia è sempre scritta sulle pagine di destra), il piccoletto è riuscito ad arrivare fino alla fine della storia per poi mettersi a dormire con la soddisfazione di aver fatto da solo. Le pagine sono cartonate ed il prezzo è più che accessibile: 4.50 euro è il prezzo di copertina ma in rete lo si trova anche a meno.
E' un libro che consiglio per le prime letture: é molto simpatico anche grazie alla storia che ha per protagonista un personaggio, la Pimpa, che non avrei mai pensato potesse piacere ai miei figli. E' un personaggio nato nel 1975 dalla fantasia e dalla penna di Altan ed è stato uno dei personaggi che hanno colorato la mia infanzia: pensare che ora i miei figli lo apprezzano come facevo io all'epoca (anche se non c'erano tutti questi libri che si hanno oggi a disposizione, non c'erano i cartoni animati che avevano la Pimpa e l'Armando come protagonisti) è un'ulteriore motivo di emozione.
Suggeristo le piccole storie della Pimpa per questo venerdì del libro.

martedì 12 novembre 2013

La vita accanto (Mariapia Veladiano)

Breve ma intenso. E non lo dico tanto per dire ma perchè è così. Il libro La vita accanto di Mariapia Veladiano conta poco più di 160 pagine e si legge in fretta. Non perchè superficiale. Tutt'altro. Lo si legge in fretta perchè tanta è la voglia di andare avanti di una pagina e poi di un'altra per scoprire qualche cosa di più della storia. 
Quando un libro mi piace tra noi è così: faccio fatica a lasciarlo andare, mi spiace chiuderlo e riporlo sul comodino nell'attesa di un momento da dedicargli ed ogni volta che arrivo alla fine di un capitolo non riesco a resistere alla tentazione di iniziarne un altro pur sapendo di avere un impegno e non potermi trattenere con lui.
Tra noi è stato così. 
Mi è stato proposto dalla mia amica bibliotecaria alla quale avevo chiesto una storia serena e tranquilla, che non mi facesse avere gli incubi la notte (perchè a furia di leggere gialli, thriller e roba del genere a volte mi è capitato di sognare le ultime scene di cui avevo letto poco prima di addormentarmi).
Non c'è da immaginarsi un romanzo rosa. No, non è questo il caso. Assolutamente.
E' un romanzo profondo, intenso, delicato e... poetico. Eh si, proprio così, nonostante l'argomento.

Rebecca è una bambina brutta. Nata brutta da una coppia di bellissimi genitori. Questo la porta a vivere ai margini della società fin da piccina, a vivere nascosta, reclusa fino ad arrivare a svolgere un lavoro nell'ombra. E' brutta ma speciale: ha un gran talento che le permette di esprimere tutta se stessa nella consapevolezza che il suo posto, nel mondo, non sarà mai un posto di primo piano piano.
Anche negli affetti si trova a vivere ai margini, in particolare per quanto riguarda sua madre. Una mamma che si ammala dopo la sua nascita...
Non dico altro della trama perchè merita di essere letto senza che sia svelato altro.

Lasciatemi dire che non è solo la sua storia quella che viene raccontata ma anche la storia di un profondo dolore che segnerà, anche se in modo indiretto, anche lei.

La narrazione è attenta, puntuale, delicata ma forte allo stesso tempo. Il racconto si dipana su diversi piani temporali e questo tiene il lettore attento su più fronti tanto da alimentare in lui l'ingordigia per il prosiego. L'autrice - che mi era del tutto sconosciuta - mi ha catturata. Ha saputo alimentare la mia curiosità, ha saputo toccare le corde della mia sensibilità di donna, di figlia e di madre. 
Ha saputo anche invitarmi alla riflessione in più punti...
Propongo qualche passo per rendere l'idea.

Da piccole le bambine pensano di poter diventare qualsiasi cosa: principesse, dottoresse, maestre, attrici. Una bambina brutta sa di essere sempre e solo brutta.
Una bambina brutta non ha progetti per il proprio futuro. Lo teme e non lo desidera perchè non lo sa immaginare migliore del presente. Ascolta i progetti delle altre bambinee sa da sempre che non la riguardano. Così pensa di non sentire dolore se le capita di intuire il desiderio di chi descrive il so futuro di modella, cantante, hostess, ballerina, avvocato, medico, impiegata, insegnante. Quello è il mondo delle altre. Lei a volte si scopre a pensareche forse esiste un lavoro che si possa fare restando nascosti, in casa, nel buio. Ma non lo conosce e ha paura di chiedere.
***
Una bambina brutta non ama nemmeno il passato dal momento che non porta niente di bello da ricordare. Vorrebbe invece con tutta se stessa cancellare i ricordi cattivi ma non può, perchè anche il dolore di un'offesa è vita, preferibile al niente dell'indifferenza.
***
Dio? dice lei con ironia nella voce. Se esistesse andrebbe licenziato per giusta causa, incapacità, assenteismo, e poi giustiziato per crudeltà, bruciato per eresia contro le verità che lui stesso ha proclamato. Già fatto, dico io. Già frustato, crocifisso, ucciso e sepolto.

Ringrazio Simonetta per avermelo consigliato. Grazie davvero. Così come ringrazio l'autrice per quanto è stata capace di trasmettermi.
Con questo libro partecipo alla gara di lettura Io leggo italiano.

venerdì 8 novembre 2013

Ternitti (Mario Desiati) - Venerdì del libro

Per questo venerdì del libro propongo un libro di un autore italiano che ho preso in prestito aderendo all’iniziativa Libri Sempre in Giro attiva nella biblioteca comunale “A. Santori”, nel mio Comune di residenza.

Quando l’ho scelto non sono stata mossa da nulla in particolare: volevo leggere qualche cosa di diverso dagli ultimi libri letti e che non fosse un thriller (genere che leggo spesso).
Ternitti mi ha incuriosita.

Ternitti, di Mario Desiati, è un romanzo che narra vicende vere, seppur romanzate – così dice l’autore – che non sono, dunque, una pura invenzione. Ed è stato questo il lato peggiore della faccenda nel senso che mi è capitato più volte di pensare a quelle situazioni e di avvertire un senso d’angoscia. A parte il coinvolgimento emotivo, la lettura scorre che è un piacere anche se ho trovato un po’ troppo sdolcinato il finale. Mi sarei aspettata qualche cosa di diverso, un tocco rosa un po’ troppo accentuato.

Spesso vengono riportati dialoghi nel dialetto salentino e, pur essendo riuscita a capire quasi tutto, la cosa all’inizio mi disturbava un po’. Poi ho capito, o almeno ho creduto che fosse così, che si sia trattato di una tecnica usata dall’autore per far immedesimare maggiormente il lettore nei personaggi.
Questo nulla toglie, secondo me, ad una lettura piacevole nella quale il racconto, in prima persona, di Mimì Orlando (la protagonista) inizia nel 1975 quando viene narrata una storia di emigrazione di altri tempi ma molto comune a storie moderne. Mimì e la sua famiglia se ne vanno dalla Puglia per approdare in Svizzera dove suo padre diventerà un operaio di una grande fabbrica in cui si produce l’eternit. 
Lu ternitti”, così è chiamato: un miraggio di benessere e ricchezza che porterà, invece, solo sofferenza e morte.
Alla storia di fondo collegata all’emigrazione ed al lavoro si somma la storia personale di Mimì, una storia fatta di emozioni autentiche e di scelte coraggiose, fatta di determinazione e di coraggio, di delusioni e di conquiste.
Mimì continua il suo racconto anno dopo anno, arrivando ad essere una donna matura e a vedere morire tante delle persone che erano con lei e la sua famiglia in quella maledetta fabbrica.
Non vado oltre con la trama: ho letto anche qualche recensione negativa su questo libro (lette dopo averlo finito, non mi sono voluta fare influenzare in nessun modo prima)… ovviamente sono tutte opinioni personali e non tutto può piacere a tutti.
A me non è dispiaciuto affatto seppur con un finale che mi ha delusa un po’.
Con questa lettura partecipo anche alla gara in corso Io leggo italiano.

venerdì 1 novembre 2013

Il teatro della luna (J. Prévert) - Venerdì del libro

"Il teatro della luna" è un libro che mia figlia ha scelto in biblioteca dopo averne visionati diversi. Probabilmente è stata l'immagine di copertina ad attirarla, non so.

 
L'ha portato dalla bibliotecaria per farlo registrare e, appena arrivati a casa, si è messa a leggerlo quasi a lume di candela: è andata in camera, ha acceso un lume e si è appoggiata sul comodino chiedendo di non essere disturbata. Io l'ho ovviamente lasciata fare. Quando è arrivata quasi a tre quarti del libro è venuta da me e mi ha detto che non aveva capito molto di quanto letto e che, se ci pensava bene, quel libro non le piaceva poi così tanto....
 
Così ho pensato bene di prenderlo tra le mani anche io e di leggerlo. Prima tra me e me... poi ho seguito il suggerimento indicato sull'ultima di copertina e le ho proposto di leggerlo a voce alta, io l'avrei letto per lei.

 
Si tratta di una storia di fantasia, di un viaggio fantastico di un bambino che trova la sua dimensione proprio nel mettere in moto la sua fantasia che non ha confini. Si trova, così, a vivere situazioni stranissime, apparentemente l'una scollegata dall'altra... Mi sono resa conto che rende molto di più se letta da un adulto. La mia bimba legge bene già da qualche anno per cui il discorso della comprensione non credo che fosse legato ad una sua difficoltà quanto al tipo di narrazione. 
Quando l'ho letto io è andata un po' meglio ma ammetto di aver visto comunque mia figlia molto perplessa. Ho pensato che ciò fosse dovuto al fatto che aveva iniziato a leggere questo libro da sola e che non ne era stata convinta... Non so.
Lo proponiamo in questo Venerdì del libro con la speranza che qualcuno di voi l'abbia letto e ci sappia dare anche un suo parere in merito. Non l'abbiamo ancora riportato in biblioteca, abbiamo ancora una quindicina di giorni a disposizione per rileggerlo ma per il momento la piccina mi ha fatto chiaramente capire di preferire altro.
*** 
Il teatro della luna
Jacques Prévert
Mondadori
6.00 euro

venerdì 25 ottobre 2013

Nonni (C. Heras - R. Osuna) - Venerdì del libro



Era da un po’ che non andavamo in biblioteca. Così, quando l’altro giorno siamo tornati, ho letto la meraviglia negli occhi dei miei bimbi. Non che avessero dimenticato quell’ambiente, non era per questo. Nel trovare tanti nuovi arrivi si è scatenata la meraviglia.
Il piccoletto di casa è tornato, rispetto all’ultima volta, con una capacità in più: ora sa leggere e si è scelto non librini che io avrei dovuto leggergli ma che lui avrebbe potuto leggere da solo. Così, ha scelto libri con testi scritti a sua misura, usando lo STAMPATO in caratteri chiari e semplici. Lui avrebbe potuto leggere la storia da solo ed io avrei potuto tranquillamente leggerla come nostra abitudine. Ed è stato bello vederlo selezionare, da solo, ciò che gli piaceva da ciò che non gli piaceva. Aveva l’imbarazzo della scelta.

La principessina prima di scegliere qualche libro da portare a casa ha preferito leggere qualche cosa nella sala lettura, in tutta tranquillità. Anche lei ha avuto l’imbarazzo della scelta ma quando Simonetta, la nostra amica responsabile della biblioteca, ci ha proposto alcuni libri sui nonni, lei non ha avuto dubbi. Ha scelto "Nonni", un libro cartonato che si fa amare a prima vista e quando siamo tornati a casa lo ha letto immediatamente.

Subito non ha fatto commenti ma, giunta l'ora di andare a dormire, mi ha detto: "Mamma, leggimi questo libro. E' molto bello. Io l'ho letto già ma leggimelo tu!". Simonetta, nel proporci questa lettura, aveva detto di essersi emozionata nel leggerlo ed ammetto di essermi emozionata anche io.
E' un libro dolce e toccante: racconta di due nonni che hanno voglia di andare a ballare ad una festa di paese. La nonna, però, si vede brutta, vecchia e cerca di migliorare il suo aspetto. Saranno le dolci parole del nonno a farle cambiare idea... così come, poi, saranno gli occhi della nonna a vedere che anche il nonno è come lei - con le sue stesse rughe, i suoi stessi capelli radi, le sue stesse labbra secche - ma entrambi vedono nell'altro la bellezza di sempre.
Un libro che consiglio senza riserve: emozionante e allo stesso tempo positivo. Aiuta a scoprire che la bellezza delle cose e della vita, in primis, non si misurano con l'età, in proporzione alla giovinezza. Bello. Molto.

  
Molto ben fatte anche le illustrazioni. I miei bimbi di solito (in particolare la principessa di casa) si soffermano a guardare la copertina e le immagini prima di scegliere un libro. In questo caso la scelta è stata immediata segno che anche le illustrazioni hanno trasmesso qualche cosa di positivo.
 In effetti devo dire che anche solamente guardando le immagini ci si emoziona. 
Per questo Venerdì del libro ci sentiamo di consigliare questa lettura che ha due nonni per protagonisti. E cogliamo l'occasione anche per dire grazie ai nostri, di nonni, per quanto hanno fatto e continuano a fare per noi.
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Nonni
Chema Heras - Rosa Osuna
Kalandraka Editore
14.00 euro

domenica 20 ottobre 2013

Faòri (Rossana Cifola)

In occasione dell'ultimo Venerdì del libro ho suggerito una lettura per bambini che viene proposta nell'ambito di un laboratorio di lettura messo a punto dall'Assessorato alla Cultura del mio Comune e del quale sono protagonista come lettrice volontaria assieme ad un'altra ragazza. Lei, Cinzia, legge Berta e Girolamo mentre io introduco l'incontro leggendo alcuni passi del libro "Faòri" di Rossana Cifola. Si tratta di un libro scritto da una mia concittadina, ora una signora anziana, ex insegnante di scuola elementare, che racconta la vita nella nostra zona ma trasposta a quando era piccola. Usi, abitudini, tradizioni di tempi passati vengono narrati a distanza di anni ma alla luce di ricordi vivi e chiari.

Nel proporre il laboratorio di lettura "Una biblioteca per ogni età" si è pensato di portare la lettura, e dunque promuovere la biblioteca, nei Centri Anziani del territorio: io leggo passi dal libro "Faòri" che non è propriamente adatto ai più piccoli ma è pensato per gli anziani o, comunque, gli adulti. Poi il momento dedicato ai bambini è curato da Cinzia. Ebbene, nel corso dei vari appuntamenti si è anche voluto favorire un contatto tra generazioni, offrendo un pomeriggio diverso a grandi e piccini. Onestamente trovo che sia un modo intelligente di offrire un'occasione di contatto tra giovanissimi e meno giovani che non sia il mero rapporto tra nonno e nipote. Un momento di condivisione, di crescita reciproca. Uno dei momenti più toccanti è stato quello vissuto nella Residenza Protetta per Anziani del nostro Comune: in questo caso l'incontro è stato riservato esclusivamente agli ospiti e alle loro famiglie, senza bambini vista la particolarità dell'ambiente. 

Per me è stata un'esperienza molto profonda. Nel leggere quei passi, ogni volta, penso a mia nonna e a quello che lei ci racconta della sua infanzia, alla preziosità dei suoi racconti, al volto incantato dei miei figli ogni volta che le chiedono di parlare di se e della sua vita da bambina e trovarmi in quell'ambiente mi ha fatto pensare ancora di più a lei. Lei che a 92 anni vive ancora da sola, che se potesse non chiederebbe mai aiuto, che inizia a sentirsi un peso. Ho pensao anche a mio figlio che, dall'alto dei suoi sei anni mi ha detto qualche tempo fa: "Mamma, io sono dispiaciuto... Sono dispiaciuto perchè penso che nonna è vecchietta e tra un po' non ci sarà più!".

Insomma, se le altre volte è stata un'emozione, in quell'ambiente lo è stato ancora di più incontrando gli sguardi di quegli anziani  che, seppur ben trattati, puliti e serviti, si trovano comunque in una situazione di lontananza dalla loro famiglia... qualcuno neanche ce l'ha più una famiglia.... insomma, è stata una tappa importante del progetto anche se, è evidente, quello che è rimasto a loro sarà più che altro legato alla nostra presenza che non ai contenuti di quanto proposto.

Il libro. La storia narrata racconta di luoghi a me familiari, perchè si tratta della mia città. Sono, però, luoghi diversi da quelli che vedo e che vivo oggi: al posto di grandi spazi verdi oggi ci sono case, nel luogo in cui si faceva la fiera degli animali oggi c'è un campo sportivo, quei volti pieni di aspettative a quell'epoca oggi non ci sono più... 
Il tutto è stato reso ancora più emozionante grazie alla proiezione di immagini tratte da un altro libro "Le immagini e la memoria" del Prof. Malvestiti, marito della signora Cifola. Il racconto e quelle immagini risalgono ad epoche diverse ma il loro abbinamento è stato più che felice. 

Ora mancano due appuntamenti alle fine di questa esperienza: ho investito il mio tempo libero, sottratto alla mia famiglia, per leggere in questo contesto e sono contenta di averlo fatto. Spero che l'iniziativa possa essere ripetuta anche in futuro.

Ps: nella foto in cui mostro il libro, in apertura di uno degli incontri svolti, non siamo in un cantiere ma all'interno di una Chiesa che, in un lato, ha problemi di stabilità... è comunque possibile entrarci, non c'erano pericoli.
Le due foto in bianco e nero sono tratte dal libro "Le immagini e la memoria" di cui sopra.

venerdì 18 ottobre 2013

Berta e Girolamo (G. Bernasconi) - Venerdì del libro



Sto partecipando come lettrice volontaria ad una iniziativa proposta nel mio Comune e denominata “Una biblioteca per ogni età”: un ciclo di letture proposto nei Centri Anziani del territorio e rivolte nella prima parte agli anziani e agli adulti, nella seconda ai bambini. Io mi occupo della prima parte, leggendo passi tratti da un libro scritto da una mia concittadina che racconta epoche passate, come si viveva in città quando era bambina. La parte rivolta ai bambini è invece affidata ad un’altra lettrice volontaria, alla bravissima Cinzia, che propone una storia simpatica ed istruttiva.

Si tratta di “Berta e Girolamo” di Gionata Bernasconi.

Il libro ben si presta ad essere letto in pubblico (la scelta di questo testo va attribuita alla responsabile della nostra biblioteca comunale, Dott.ssa Simonetta Serrani che ha curato l'intero ciclo di incontri) e Cinzia è davvero brava ad interpretare le varie parti, a cambiare le voci, a dare spessore ai personaggi, a rendere le emozioni con i gesti, la voce, i movimenti. 

Berta e Girolamo sono due amici: una giraffa ed un ippopotamo. Non sono molto contenti del loro aspetto e cercano di vestire l’uno i panni dell’altro. Fanno di tutto, ma proprio di tutto per somigliare all’altro ma… bhè, la storia si evolve, arriva un cacciatore ed anche un pericoloso predatore che…
Non dico altro per non togliere il piacere della lettura. Mi limito a dire che la lettura è molto simpatica, accompagnata da accattivanti immagini e che ha anche una morale. Insegna ad accettarsi per quel che si è e a non desiderare, a tutti i costi, di essere come qualcun altro.
Si tratta di un libro della collana Prime Letture Emme Edizioni ed i bambini hanno molto apprezzato. 

La lettura è stata davvero appassionata da parte di Cinzia che ci ha messo tutta se stessa: ha ottenuto un gran risultato perché i bambini la ascoltavano letteralmente a bocca aperta, in sospeso per cercare di capire cosa sarebbe successo andando avanti e… alla fine della lettura hanno anche chiesto se era possibile leggere qualcos’altro. Bello, davvero. Segno che il laboratorio di lettura ha colto nel segno e che si è scelto il modo giusto per arrivare a stimolare i giovani uditori.

E’ un librino che consiglio e che mi sento di segnalare per questo Venerdì del libro: i caratteri usati per la narrazione sono piuttosto grandi ed i bambini che iniziano a leggere non avranno problemi. Come detto sopra, la storia ben si presta anche ad essere letta per cui ogni papà ed ogni mamma è invitato a prendere tra le mani un libro così, ad accoccolarsi vicino al proprio bambino per diventare, anche se solo per pochi attimo, Berta o Girolamo… 

E’ facile e ai bambini piacerà ma piacerà anche a mamma e papà!