venerdì 28 ottobre 2016

Agnes Grey (A. Brontë) - Venerdì del libro

La prima edizione originale del libro Agnes Grey, prima fatica di Anne Brontë, venne pubblicata nel 1847. Ed è arrivato tra le mie mani - ovviamente non si tratta della prima edizione - la scorsa settimana. O meglio, è arrivato nel mio Kindle, diciamola tutta!!!

 Il libro è scritto sotto forma di diario, un racconto in prima persona che l'autrice fa analizzando un'epoca: raccontando un periodo della sua vita, le sue vicende personali, racconta anche una società con diverse sfumature. La società che vuole le giovani donne date in sposa a uomini benestanti e capaci di garantire un futuro roseo. Una società che giudica chi si discosta da comportamenti standardizzati. Figli viziati, quelli di famiglie facoltose, che possono permettersi di trattare male la governante senza che nessuno dica o faccia qualche cosa per contraddirli. 
Agnes racconta la sua scelta, da ragazzina, di essere d'aiuto alla sua famiglia caduta in disgrazia andando a lavorare come istitutrice presso famiglie facoltose. Si allontana dalla sua amata famiglia ma è proprio per la sua famiglia che arriva ad una scelta di questo tipo.

Il suo è un racconto chiaro e diretto. Non dà vita ad un classico imperdibile. No, questo non lo si può dire, ma il libro si fa leggere e trasmette sensazioni profonde come quelle provate dalla giovane Agnes quando inizia a provare dei sentimenti per qualcuno.

Sa stare al suo posto, Agnes. Non manca mai di rispetto. Non ha amici. Non parla molto. E' una ragazza perbene che, però, ha sempre vissuto isolata dal mondo, per un motivo o per l'altro. Ora si trova ad affrontare giorni in cui può contare solo su se stessa e a tenere duro, senza l'appoggio di nessuno.
Ho letto questo libro in e-book e devo dire che la prefazione mi ha un pochino tolto il gusto della lettura visto che vengono anticipate vicende che, in un modo o nell'altro, mi hanno fatto arrivare un tantino prevenuta alla lettura. E poi mi sono imbattuta in diversi refusi che mi hanno un tantino innervosita anche se, devo dire, non si ho fatto caso più di tanto visto che la lettura era piuttosto coinvolgente.

Ho cordialmente odiato i ragazzini con cui Agnes ha avuto a che fare, per poi scoprire che una di essi - diventata donna - cerca Agnes come unica amica a cui aprire il cuore.

Lettura scorrevole, tenendo ovviamente conto che si tratta di un libro piuttosto risalente nel tempo. Io ho letto l'edizione digitale Newton e Compton editori anche se, lo ammetto, sarebbe stato più bello leggere il cartaceo. 
Questa lettura mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 1: un libro ambientato nel Regno Unito. 
Inoltre, mi permette di partecipae alla Challenge di Chiara del blog La lettrice sulle nuvole.
Lo propongo per il Venerdì del libro di oggi facendo però presente che non regge il confronto con Jane Eyre.

mercoledì 26 ottobre 2016

Donatello. Intrighi e sospetti tra le nuvole (V. Conti)

Siamo a Firenze nel 1421. Il geniale architetto Brunelleschi è alle prese con la costruzione della cupola del Duomo. Uno dei suoi collaboratori precipita rovinosamente perdendo la vita. Si tratta di un semplice incidente? Oppure c'è sotto qualche cosa di diverso?
Il giovane Donatello è convinto che non sia stata affatto la negligenza del suo maestro nel condurre il cantiere alla base di quanto accaduto e decide di fare un'indagine tutta sua, con i suoi metodi e aiutato dal suo buffo ma fedele cugino.

Ecco che Valeria Conti, nel libro Donatello. Intrighi e sospetti tra le nuvole della collana Sì, io sono della casa editrice Lapis edizioni, propone un'avventura d'altri tempi con dei personaggi importanti: 
il Brunelleschi è quello vero, colui che consegnerà a Firenze la splendida copertura della crociera del Duomo di Firenze;
Donatello, ragazzo calmo ma determinato dalle grandi doti: ha perso l'ispirazione e non riesce più a dare forma alle sculture che fino a quel momento è riuscito a creare. Sarà una carriera stroncata sul nascere, la sua? Da dove arriverà l'ispirazione per quel famoso David di Donatello che ancora oggi ammiriamo?
Lorenzo Ghiberti, grande orafo e scultore, un po' presuntuoso e con una storia alle spalle. 

Come ho già avuto modo di dire nel parlare di altri libri di questa collana, si tratta di storie che propongono ai giovani lettori personaggi realmente esistiti, personaggi importanti che, però, all'epoca del racconto ancora non erano così famosi, essendo dei ragazzini o poco più. Si tratta di racconti inventanti che, comunque, riportano delle situazioni realmente esistite: la costruzione della Cupola, l'impegno di Donatello nella realizzazione di opere arrivate fino a noi.

La scrittura è diretta, di semplice comprensione con una storia intrigante ed efficace per aiutare i lettori più giovani a prendere familiarità con i personaggi proposti. Come negli altri libri della stessa collana all'inizio della storia vengono proposti i personaggi con delle illustrazioni ed una breve spiegazione del loro ruolo nel racconto o delle loro caratteristiche. Alla fine del libro, invece, vengono riportante delle notizie biografiche che aiutano i lettori a capire chi sono stati, realmente, i personaggi citati. 
Nella bandella finale si può anche ritagliare un segnalibro in cui sono riportate, in scala, alcune illustrazioni proposte all'interno del libro.

Consiglio questa lettura per la scorrevolezza del racconto, per l'avventura proposta, per il giallo strutturato a misura dei lettori più giovani e, soprattutto, per conoscere in modo originale personaggi famosi. 
Visto  che siamo nella settimana di #ioleggoperchè, che prevede acquisti nelle librerie che hanno aderito al progetto per arricchire le biblioteche scolastiche, suggerisco caldamente questa collana che sarà senza dubbio gradita dai dieci anni in su. 

Questo libro mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 3: libro con un personaggio realmente esistito.

martedì 25 ottobre 2016

Central Park (G. Musso)

E' stato uno spasso leggere il libro Central Park, giunto a casa mia nell'ambito dell'iniziativa delle Lgs Libri Geograficamente Sparpagliati. Non perchè sia un libro divertente. No, non è per questo. O, almeno, non è stato concepito come un libro che dovesse far ridere... Ma le situazioni sono talmente assurde ed i commenti lasciati dalle lettrici che l'hanno avuto tra le mani prima di me talmente divertenti che l'ho letto con voracità divertendomi, macinando 295 pagine in due giorni con la voglia di capire dove l'autore potesse andare ancora a pescare.

La storia: Alice è una poliziotta che si trova ammanettata ad un uomo che non conosce, in un luogo che non le è familiare. Non ricorda nulla di ciò che le è accaduto e, una volta sveglio, nemmeno l'uomo che le è ammanettato sembra poterle essere d'aiuto visto che ne sa meno di lei. Sono a Central Park e... inizia l'avventura. Un'avventura che vede io invischiati in mille peripezie per cercare prima di liberarsi da quelle manette e, poi, per cercare di venire a capo di una situazione che ha i tratti dell'assurdo. E non solo al cospetto dei due protagonisti. E' una storia assurda anche per il lettore. Per chi, come me, in alcuni punti deve aver avuto un punto interrogativo stampato in faccia. 

Secondo Alice è vittima di un complotto messo in atto da un suo vecchio nemico, un serial killer che ha cercato di fare fuori anche lei anni prima. Ecco, dunque, che inizia una rocambolesca caccia al serial killer con tanto di telefonate a colleghi francesi, con indagini sul posto realizzate con i pochi mezzi a disposizione.... per arrivare ad un colpo di scena del tutto inaspettato che - però - secondo il mio parere ha reso tutto ancora più assurdo.

Devo ammettere che l'autore ha avuto una gran fantasia nel mettere a punto una storia di questo tipo, con continui ribaltamenti di fronte ed un finale del tutto inaspettato. Un finale che, anzi, mi è sembrato propri discordante rispetto a tutto il resto come se fosse il finale di un libro scritto da un'altra penna.
Lei ha una storia che l'ha segnata parecchio. Una storia terribile alle spalle, collegata al caso del killer che ha seriamente messo in pericolo la sua vita e si sente responsabile per tutto ciò che è accaduto (e ci mancherebbe che non si sentisse in colpa!). Anche lui ha una storia alle spalle, molto diversa da quella che si può immaginare....
Per più di duecento pagine l'autore riesce a far illudere il lettore di aver capito qualche cosa di una storia che, invece, è tutto il contrario di quel che sembra.

Se volessimo tenere da parte la storia e le assurdità che propone (che, comunque, mi ha incuriosita forse proprio per via dell'assurdità di alcune situazioni) devo dire che il libro è zeppo di errori... refusi insopportabili che, grazie anche a chi mi ha preceduto nella lettura, sono stati tutti puntualmente segnalati. E sono davvero tanti!!! 
E poi alcune descrizioni secondo il mio parere del tutto inutili. L'autore si dilunga a parlare di vie e quartieri, di cibi, menù, colazioni... fino ad annoiare, a volte!

Che dire di più? Il finale mi è sembrato troppo rosa per essere il finale di quel libro. Gli errori mi hanno distatta, i commenti di altre lettrici mi hanno divertita e, nel suo complesso, la storia mi ha incuriosita pur nella sua assurdità di fondo. Fate un po' voi... intanto domani il libro riparte verso la prossima destinataria...

Con questo libro partecipo alla Challenge di Chiara del blog La lettrice sulle nuvole.

lunedì 24 ottobre 2016

In biblioteca #31 e nuovi arrivi #31

Ottobre ricco. Ricco di nuovi arrivi.
Attualmente in lettura Central Park (e ne vedremo delle belle!!) arrivato a casa mia per aver aderito al libro geograficamente sparpagliato, iniziativa lanciata dalla Lgs.
Purtroppo non mi sarà valido per la Challenge in corso ma andrà più che bene per la Challenge di Chiara a cui (pure!) sto partecipando.
Per ora è meglio che non dica niente in merito. Attendiamo la recensione che arriverà molto presto visto che conto di terminare la lettura stasera. Sono ad una ventina di pagine dalla fine.
Dall'odierno giretto in biblioteca ho portato a casa un paio di letture per ragazzi: Come due gocce d'acqua e Buon Natale, Valentina! Entrambi i libri mi potrebbero essere utili per la challenge. Poi ho preso Festa di Natale: un librettino piccino piccino che mi intriga parecchio.
Gentilmente messo a disposizione dalla casa editrice Graphe.it è arrivato anche Riccardo Cuor di Leone, anch'esso utile per la challenge come personaggio realmente esistito. 

Non male, no?
Ora mi butto su Central Park... non vedo l'ora di recensirlo e chi mi seguirà capirà perchè!!!

domenica 23 ottobre 2016

Tutte le donne di (C. Bonvicini)

La prima cosa che mi viene in mente nel parlare di questo libro è un interrogativo che mi ha posto mia figlia. "Tutte le donne di. Ma che titolo è?". Per lei, magari, è un titolo strano ma a me è sembrato fin da subito piuttosto significativo. Era chiaro che si sarebbe parlato di tutte le donne di qualcuno... e quel qualcuno risponde al nome di Vittorio.

Un uomo che di donne ne ha avute parecchie attorno: la prima moglie Ada e la loro figlia Paoletta, la seconda ed attuale moglie Cristina e la loro figlia Giulia, la sua amante Camilla, sua madre Lucrezia e sua sorella Francesca. Ognuna ha un motivo per prendersela con qualcuna delle altre donne: sono donne tradite, donne trascurate, donne che avrebbero voluto molto di più da quell'uomo... Eppure, improvvisamente, si trovano davanti ad una situazione che nessuna avrebbe mai immaginato. 
Vittorio è scomparso. 
E loro, tutte riunite attorno al tavolo apparecchiato per consumare la cena della vigilia di Natale, si trovano a fare i conti con loro stesse e con quello che è stato il rispettivo rapporto con Vittorio.
Ben presto sarà proprio l'assenza di quell'uomo a creare un collante tra tutte loro, a ripristinare degli equilibri che fino a quel momento si erano mostrati alquanto precari. E l'attesa del suo ritorno passa quasi in secondo piano. 

Il libro è ben scritto e ben strutturato. L'autrice dà voce a tutte queste donne che si trovano a riflettere, ognuna in un diverso capitolo, sulla loro vita e sul loro rapporto con gli altri, in particolare con Vittorie e con le altre sue donne.
Emergono fragilità, ambizioni, convinzioni, paure che ognuna ha sempre celato agli altri ma anche a se stessa, a ben guardare. L'assenza di Vittorio impone un'analisi approfondita ma anche divertente delle varie situazioni che lui stesso ha lasciato in sospeso con la sua assenza.

Inizialmente si teme per la sua vita ma solo di passaggio. Ben presto ci si renderà conto che Vittorio se n'è andato volontariamente. 
Ma dove è finito? Perchè è scappato? 

Sarà il caso di dare voce proprio a lui, a Vittorio, per capire cosa l'ha motivato ad abbandonare tutte le sue donne.
Mi sono sempre sentito controllato da tutte - madri mogli figlie sorelle o amanti che fossero - responsabile per tutte - sempre in dovere di dare o non dare spiegazioni al plurale. Non potevo che abbandonarle in gruppo, in un colpo solo!
Una piccola curiosità. L'autrice ad un certo punto, nel descrivere il commissario che svolge le indagini per la scomparsa di Vittorio, fa riferimento ad un personaggio a me caro.
Non ha il fascino di un commissario norvegese alcolizzato, per esempio.
Mi sembra proprio di conoscerlo, un tipo così!

Concludendo, è un libro che consiglio. Farà divertire ma anche riflettere. A tratti divertente, è vero, ma non di certo banale.

Questo libro mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori.

mercoledì 19 ottobre 2016

Di vento e di fuoco (G. Pressburger)

Poco più di centoventi pagine mi sono sembrate un'infinità. Sono andata avanti molto lentamente con la lettura del libro Di vento e di fuoco di Giorgio Pressburger. Un libro piuttosto datato (edito nel 2000) ma presente in ottime condizioni in biblioteca che, però, non vedo l'ora di restituire e che - ahimè - non mi sento di consigliare.
 Sara stava per partorire. Mancavano sette giorni. Sua madre le scrisse una lettera.
Inizia così uno scambio epistolare unilaterale: Sara riceve lettere, email, fax non solo da sua madre ma da quattro donne, tutte e quattro amanti - in un modo o nell'altro - di suo padre. Lei non risponde mai. O meglio, le sue risposte non vengono rese note al lettore ma si capisce che a qualcuno di loro risponde chiedendo anche qualche cosa a cui, poi, viene data risposta.

Non sono riuscita proprio a capire il senso del libro. Lia, Rivcà e Rachele (le amanti) chiedono notizie di suo padre. Sua madre le parla di lui e si rivolge a lei - com'è normale che sia - con l'affetto di una donna che sta per diventare nonna. Le affida ricordi familiari che fino a quel momento erano rimasi sepolti nei meandri della mente. 
Suo padre: un uomo di cui nessuno sa nulla da tempo. Sua madre le parla di lui. Sara si trova lì in mezzo in modo del tutto anonimo. Non traspaiono le sue sensazione, i suoi pensieri, le sue aspettative. E' un personaggio passivo. Riceve queste comunicazioni con cui queste donne le parlano di suo padre e proprio non ho capito il perchè di una scelta narrativa di questo tipo. Emerge un profilo che non conosceva di quest'uomo. E si arriva al punto di conosce un aspetto della sua personalità, del suo essere uomo, che proprio non sono riuscita a comprendere.

In sette giorni a quella povera Sara, che dovrebbe vivere un periodo di serenità assoluta vista l'imminenza del parto, arrivano addosso storie di vita non sempre semplici e felici e di cui, secondo me, potrebbe fare a meno. 

Ho sprecato tempo nel leggere un libro che non ho proprio apprezzato e che non consiglio affatto.
Non è un libro per me, probabilmente. 

Con questa lettura partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 5: libro con uno dei quattro elementi nel titolo.

martedì 18 ottobre 2016

In biblioteca #30 e nuovi arrivi #30

Nuovi arrivi in casa nostra, frutto di un recente acquisto e del giretto odierno in biblioteca. 
Ho portato a casa un bel bottino di libri per ragazzi: Percy Jackson & gli Dei dell'Olimpo non è una novità per me visto che ho già letto il primo volume - Il ladro di fulmini - ma lo è per mia figlia che si è innamorata di questo personaggio e delle fantastiche storie che propone guardando la trasposizione cinematografica in tv.
L'ho assecondata senza fatica quando mi ha chiesto di poter leggere i libri di questa saga. Non volendo essere vincolata dai tempi della biblioteca (sono pur sempre più di 360 pagine e con gli impegni della scuola di tempo libero ne ha poco) abbiamo pensato bene di comprare tutta la serie. Visto mai che non possa appassionare, più avanti, anche l'ometto di casa? Io approfitterò per leggere il secondo volume, poi vedremo.

Sempre per ragazzi ma scelti pensando alla mia soddisfazione personale ho preso  in prestito in biblioteca due libri della collana Sì, io sono, che ho imparato ad apprezzare negli ultimi tempi. Stavolta i personaggi che ho scelto sono Imhotep e Donatello e non vedo l'ora di leggerli

Sempre nel giretto odierno in biblioteca ho preso in prestito Alta fedeltà, di Hornby che mi ha attirato principalmente per la copertina blu che mi sarà utile per la challenge a cui sto partecipando.

Frutto di un acquisto (è da parecchio che non compro qualcosina per me... ultimamente ho sempre setacciato le biblioteche della zona), è il libro di Caterina Bonvicini Tutte le donne di.
Mia figlia mi ha subito detto "....ma che titolo è?". E mi ha strappato un sorriso.

Chiudo con il libro che mi sta tenendo impegnata in questi giorni e che, purtroppo, non sto apprezzando per niente: Di vento e di fuoco, di Giorgio Pressburger. Sono poco più di 120 pagine ma la lettura procede con lentezza. Non riesco a capirne il senso... ma non mollo. Non è mia abitudine lasciare i libri a metà ma ammetto che sto facendo una gran fatica. 
Saprò dire qualche cosa di più nei prossimi giorni.

Bene, per ora è tutto anche se ho in programma un giretto in un'altra biblioteca della zona per restituire libri che ho letto e il cui prestito è in scadenza il 23 ottobre prossimo. Settimana prossima porterò di certo a casa qualcosina di nuovo. Non si può mica andare in biblioteca a restituire un libro e tornare a casa a mani vuote?

venerdì 14 ottobre 2016

Fuga dal Natale (J. Grisham) . Venerdì del libro

Lo stile di John Grisham è un altro. O meglio, per chi conosce Il cliente o Il re dei torti, tanto per citare due esempi con cognizione di causa (visto che li ho letti), non è questo lo stile che ha consegnato Grisham al grande pubblico di lettori. 

Eppure l'esperimento è ben riuscito. Almeno secondo me.

Nel libro Fuga dal Natale l'autore propone una storia natalizia divertente ed anche commovente, alla fin fine, perfettamente in tema con il periodo dell'anno da cui prende il titolo. Ora è un po' presto, è vero, ma visto che il tempo vola, ho letto con piacere la storia di Luther e Nora che mi hanno fatto divertire un po'.
So che è stato proposto anche un film tratto da questo libro ma io non l'ho visto, per cui posso dire di aver affrontato la lettura senza alcun pregiudizio.
Ebbene, mi sono divertita ad immaginare le varie situazioni e, alla fine, ho chiuso il libro arrivata all'ultima pagina con pensieri positivi addosso. 

Una favola moderna ma dal retrogusto classico. 

Luther e Nora, assieme alla loro unica figlia Blair, sono abituati a festeggiare in modo piuttosto pomposo il Natale, in linea con tutte le famiglie della via in cui abitano. Luci, decorazioni, feste, inviti, biglietti d'auguri e chi più ne ha più ne metta. Quella del Natale è una tradizione a cui non si può sfuggire. 
Ma è davvero così?

Nel momento in cui Blair comunica ai suoi genitori che quest'anno non ci sarà per Natale, impegnata in una missione umanitaria in Perù, i due genitori decidono che, per un volta, si possa saltare il Natale. Niente di niente. Niente calendari natalizi, niente renne, niente doni, niente compere dell'ultim'ora, niente. Niente! E non serve andare a suonare al campanello per la solita vendita di solidarietà. Non serve chiamare a casa per chiedere come mai non si siano ancora prenotati i cartoncini natalizi. Non serve suonare alla porta con un abete pronto ad essere infilato in casa, come tutti gli anni. 
Luther e Nora sono fermi sulle loro posizioni, anche a costo di non far vincere alla loro via la tradizionale gara per la zona meglio illuminata. Anche a costo di non scambiarsi nemmeno un piccolissimo dono.
In compenso, tutto ciò che non sarà speso per le feste di Natale verrà investito in una crociera. Ecco, questa è la scelta. E i due si preparano a partire proprio il giorno di Natale.
Una scelta, questa, che non piace a nessuno nel quartiere, considerato un gesto egoistico e sconsiderato. I vicini tentano di far cambiare idea a Luther e Nora in ogni modo ma... niente.

Per questo Venerdì del libro suggerisco di leggere questo libro e verificare di persona se i due coniugi riusciranno davvero a restare fermi nella loro decisione o se possa qualche cosa possa cambiare le carte in tavola.

Mi sono davvero divertita! Ho cercato anche di mettermi nei panni dei due coniugi e davvero è stato divertente. Alla fine la storia si chiude con un positivo messaggio, in perfetto stile natalizio ma non dico altro perchè le vicissitudini di Luther e Nora meritano di essere gustate fino alla fine.

E' una lettura leggera, non impegnativa e scivola via tra un sorriso e l'altro. 
Con questa storia che si svolge in un periodo natalizio partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n.6.

martedì 11 ottobre 2016

Finchè sarò tua figlia (E. Little)

Trama interessante, protagonista che cattura il lettore ma struttura un tantino intricata. Almeno per me.

Faccio fatica ad organizzare le idee per recensire il libro Finchè sarò tua figlia, esordio di Elizabeth Little e, a quanto pare, fenomeno letterario di un certo livello.
Così, almeno, ho letto nella bandella finale del libro e da alcuni articoli pubblicati on line.

Faccio fatica perchè ho provato sensazioni contrastanti durante la lettura. Quella predominante è stata la confusione. La narrazione, serrata e diretta, in diversi punti mi è sembrata un tantino confusa tanto da farmi perdere anche, per esempio, chi stesse parlando e con chi si trovasse, o dove e perchè. Non ho letto con attenzione? Può darsi. Magari avrei dovuto concentrarmi maggiormente. Fatto sta che la sensazione predominante è stata questa.
Nonostante ciò, il libro mi è piaciuto. Una protagonista particolare, a suo modo attraente e di carattere della quale avrei voluto sapere qualcosina in più. 

Janie è il suo nome ma, uscita di prigione dopo dieci anni di reclusione perchè considerata colpevole della morte di sua madre, si fa chiamare Rebecca durante la sua particolarissima missione: trovare chi ha ucciso sua madre. Perchè lei, pur non ricordando niente di quella notte (e pur avendo avuto più di un motivo per volere morta sua madre) è convinta di non essere colpevole.
Parte da qui una duplice caccia all'uomo: caccia all'assassino, portata avanti con i suoi metodi da Janie/Rebecca e, allo stesso tempo, la caccia a lei stessa, alla ragazza che - seppur scagionata dopo dieci anni - l'opinione pubblica vuole ancora come colpevole.

E pensare che era una ragazza per bene, di quelle a cui sono state insegnate le buone maniere, il bon ton e la vita di un certo livello, gli impegni in società, gli abiti firmati e tutto il resto. Ora si ritrova a scappare da un passato che non ricorda bene, dopo dieci anni di galera che l'hanno forgiata nel carattere e ne hanno cambiato i tratti, ne hanno cambiato l'anima più che il fisico. Al fisico ha pensato lei, cercando di cambiare il suo aspetto con alcuni semplici accorgimenti. 

Queste sono le premesse per andare a cercare nel torbido, nel passato di una donna - sua madre - che non è proprio colei che ha sempre fatto credere di essere. Janie si troverà a mettere le mani sulla storia di una famiglia ma anche di quelle che le sono gravitate a torno andando a toccare dei nervi che sono scoperti sotto un primo strato di polvere.

Janie non è la protagonista buona. O meglio, ha un carattere ruvido, reso tale anche dal suo rapporto con la madre: questo è ciò che ci fa capire ma, a questo mi riferivo sopra, mi sarebbe piaciuto che il rapporto con sua madre venisse approfondito un po' di più. All'inizio del libro ce se ne fa un'idea che poi, strada facendo, si modifica fino alla svolta finale.

Ritmo sostenuto soprattutto nella parte finale del libro per una storia che mi è comunque piaciuta anche se non sono riuscita a dissipare quella sensazione di confusione a cui facevo accenno all'inizio. Tutto sommato, non male, ma ho rischiato il mal di testa in diversi punti.

Questo libro è uno dei bonus assegnati nell'ambito della quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori.

venerdì 7 ottobre 2016

Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde (R. L. Stevenson) - Venerdì del libro

Stevenson scrisse la storia del Dr. Jekyll e del misterioso Signor Hyde nell'autunno del 1885, spinto da necessità economiche e spinto dall'editore Longman che gli chiedeva uno shocker, l'attuale thriller, con l'idea di pubblicarlo a puntate. La pubblicazione a puntate saltò ma arrivò nelle librerie un vero e proprio libro, nel gennaio dell'anno dopo.
Io sono arrivata a leggerlo 130 anni dopo la sua pubblicazione! Meglio tardi che mai, no?

L'ho scovato in biblioteca: Lo stano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde nella traduzione di Fruttero e Lucentini.

Siamo a Londra, in un'epoca non ben identificata ma sempre nel 1800 visto che l'autore sostituisce alle due cifre finali della data dei puntini. Siamo, dunque, nel 18.. .
Il Dr. Jekyll è un medico stimato, di ottima fama e reputazione, discreta compagnia. Nasconde un segreto, però, i cui tratti emergeranno pian piano e che saranno del tutto svelati da lui stesso, con una missiva scritta di suo pugno e proposta alla fine del racconto.

Un racconto breve ma intenso, quello di Stevenson, che lascia emergere il contrasto tra il bene e il male che è insito nell'essere umano. Chi può dire di essere esclusivamente una persona buona ed atta a fare del bene senza cedimento alcuno? Chi, dall'altra parte, può dire di essere una persona del tutto spregevole e dedita esclusivamente al male?
Possono convivere due diverse personalità in un unico essere umano?
E fino a che punto può spingersi la scienza per dare delle risposte ad interrogativi esistenziali come questi?  

Stevenson, 130 anni fa, in questo racconto di fantasia pone all'attenzione la perenne lotta tra il bene ed il male che si consuma, in questo caso, in un unico animo umano. Il Dr. Jekyll reprime quotidianamente il suo essere cattivo, il suo essere violento. Ed è insoddisfatto della sua vita. Il Signor Hyde, da parte sua, non è consapevole del suo essere: è un egoista che a nulla pensa se non alla soddisfazione dei propri appetiti e della propria lascivia. 
E' possibile che possano convivere due personalità di questo tipo? Quale equilibrio - ammesso che di equilibrio si possa parlare - potrebbe mai instaurarsi in una situazione di questo tipo?
Jekyll è consapevole di quanto la situazione gli stia sfuggendo di mano ma, pur tentando, non riesce a sottrarsi a quella voglia di dare sfogo al suo io nascosto. Nel momento in cui scopre di essere in grado di farlo, di dare spazio a quel suo essere nascosto, non riesce più a fermarsi. 

Io ho avuto tra le mani un'edizione del 1983, la prima edizione della collana "Scrittori tradotti da scrittori". La traduzione non snatura l'eleganza della narrazione anche se rende un po' più moderno il racconto di quanto non lo sarebbe stata un mera traduzione letterale.

Vincerà il bene? O vincerà il male?
Il Dot. Jekyll mi ha fatto molta tenerezza, devo ammetterlo. 
Mostra tutta l'insoddisfazione che si può provare nel vivere una vita che non rappresenta il proprio io ma, allo stesso tempo, si dispiace di quello che il suo vero io lo guida a fare, nel momento in cui ha la possibilità di emergere ed avere il suo spazio.

Questo libro - che propongo per il Venerdì del libro di oggi - mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 1: un libro ambientato nel Regno Unito. A ben guardare potrebbe anche essere utile per la tappa che prevede un libro con la copertina blu.

mercoledì 5 ottobre 2016

La ragazza che guardava l'acqua (G. Faletti)

Di Giorgio Faletti ho letto tutti i romanzi. Ho amato Io uccido, scoprendo - con mia somma sorpresa - in quell'uomo che ero abituata a vedere in tv nei panni del paninaro un ottimo scrittore. Ed è proprio quello di Io uccido il Faletti che mi è rimasto nel cuore. Nel tempo, leggendo alcuni dei romanzi successivi, mi sono imbattuta anche in quale delusione soprattutto quando ha cambiato stile, affrontando generi narrativi differenti.

Il racconto La ragazza che guardava l'acqua, edito da RCS Quotidiani nell'ambito della collana Corti di Carta è un genere narrativo differente. Differente da quel Faletti che piace a me.

La trama è piuttosto semplice e, a dire il vero, ci si imbatte in alcune incongruenze di fondo.

Il protagonista è un essere fantastico che vive sul fondo del lago. E' un essere pensante che ha la capacità di respirare sott'acqua ma anche di emergere e respirare aria. Osserva il mondo che lo circonda da sotto il pelo dell'acqua anche se ogni tanto, quando nessuno può vederlo, riesce ad osservare anche da sopra. 
Prima di vederli, sente gli esseri viventi che passano da quelle parti. Ne avverte le vibrazioni ed è capace di capire quando sono vibrazioni positive, negative, di gioia o di sofferenza. 
Osserva e non invade il campo. Osserva e non disturba nessuno. Non ha alcuna intenzione di spaventare gli esseri umani, nemmeno quegli esseri a quattro zampe che accompagnano gli umani ed abbaiano. 
Ad attirare la sua attenzione, in particolare, è una ragazza. Una ragazza triste che nasconde un segreto. 

Non dico di più. altrimenti non c'è motivo di leggerlo perchè dico tutto io!!!
Mi limito ad aggiungere che le incongruenze a cui faccio riferimento sono delle considerazioni che fa quell'essere circa situazioni che, per la sua natura, non potrebbe proprio conoscere. Invece no, fa dei ragionamenti che, secondo me, essendo un essere fantastico non umano e non abituato a vivere situazioni umane, non dovrebbe nemmeno immaginare.
Ma nei racconti di fantasia tutto è permesso, giusto?

Certo è che il racconto si legge in fretta ma non lascia molto. Scorre veloce, scritto in modo semplice e diretto, con questo essere fantastico che fa da voce narrante e che conduce il lettore nei meandri della storia. 
Più che un racconto completo mi è sembrata una buona traccia su cui sviluppare qualcos'altro ma gli sviluppi, a quanto pare, non sono mai arrivati.

Continuo a preferire il Faletti di Io uccido.
Questo libro mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 5: libro con uno dei quattro elementi nel titolo.

lunedì 3 ottobre 2016

Tutto in otto giorni (S. J. Baldwin)

Appena terminato di leggere, il libro Tutto in otto giorni non resterà molto nella mia memoria. Ho avuto la sensazione che fosse scritto in modo frettoloso, forse anche per via di una traduzione che in qualche frase ha lasciato molto a desiderare (non sono in grado di dire se le frasi fossero così nella lingua originale) per via di verbi a volte poco appropriati o una punteggiatura poco adatta. 
Chi mi segue, lo sa, sono un tantino pignola sulla grammatica e sono anche convinta che se, da una parte, i virtuosismi lessicali possono rendere ostico un romanzo ad un lettore medio, dall'altra un minimo di ricercatezza grammaticale sia indispensabile per rendere accattivante e gradevole il racconto. Traduzione? O problemi di base già nella lingua originale? Non saprei. Fatto sta che in alcuni punti ho avuto la tentazione di prendere il pennarello rosso e correggere qualcosina, non fosse stato per il fatto che ho letto il libro in e-book e che non avrei potuto farlo.

L'autrice propone la storia di una ragazza - Eva - che ha avuto la vita difficile: stuprata all'età di quattordici anni da uno sconosciuto che ha anche ucciso, la stessa notte, i suoi genitori facendone sparire i corpi, ha ritrovato un minimo di serenità con una nuova famiglia, quella di Frank, che se n'è presa cura. Lui era un amico di sua madre e mai e poi mai l'avrebbe abbandonata. Ora, a distanza di dieci anni, è ancora intento a proteggerla. Lei, bellissima ed intelligente, non ha mai avuto un uomo dopo quella terribile esperienza ed è diffidente - a motivo - nei confronti del sesso maschile.
Fino a che non arriva Mattew con il quale si crea subito un feeling che si tramuta in breve in una passione travolgente. Velocemente, molto velocemente, seppur dopo un iniziale rifiuto. Troppo velocemente, mi viene da dire, per una ragazza che dal giorno in cui è stata stuprata ha rifiutato ogni contatto con l'altro sesso, negando un abbraccio anche al suo padre adottivo.
Se, da una parte, viene narrata l'attrazione tra i due, con particolare attenzione alle reazioni fisiche di lui (con fin troppa insistenza, a dire il vero), dall'altra si riapre una ferita: torna attuale la minaccia che le si era allontata dieci anni prima quando era riuscita a scappare al suo aguzzino.
Ecco, dunque, che alla storia rosa si somma anche un thriller sviluppato anch'esso in modo frettoloso e con troppa semplicità. Io amo il genere, mi piacciono le indagini, le ricerche dei colpevoli e sono abituata a storie ben strutturate e capaci di incuriosire e tenere il lettore incollato fino all'ultima pagine: in questo caso trovo che il mix tra la storia d'amore e il thriller sia riuscito solo in parte. Qualche piccolo colpo di scena si somma a parecchie situazioni prevedibili, tanto la rendere la lettura scorrevole - questo va detto - ma non eccessivamente intrigante.

Ovviamente si tratta di un'opinione personale. E' un libro che mi ha intrattenuta senza troppe pretese ed anche io, a dire il vero, non avevo grosse aspettative. Già nel guardare la copertina mi ero detta che, probabilmente, non sarebbe stato un libro nelle mie corde ma ho anche avuto delle belle sorprese, altre volte, con copertine che non mi ispiravano più di tanto per cui ho voluto provare.

Se suggerisco questo libro? Mha... A chi ama il thriller ben strutturati sicuramente no. Magari lo suggerirei a chi ama romanzi in cui le storie d'amore sono farcite di dettagli erotici...

Questa lettura mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 1 visto che la storia si sviluppa interamente a Londra tranne che per la parte finale, nella quale ci si sposta di qualche centinaio di chilometri ma si resta sempre nella stessa nazione.

domenica 2 ottobre 2016

Diario di una schiappa (J. Kinney)

Quando mio figlio (nove anni) ha chiesto in libreria Diario di una schiappa, la nostra bibliotecaria di fiducia gli ha detto che probabilmente era ancora troppo piccolo visto che si narrano le avventure di ragazzini delle medie e lui ancora era lontano.
Lui, però, ha insistito. "Un mio compagno di classe li ha letti tutti e dice che sono divertenti. Non vedo perchè non dovrei leggerli io!". Discorso che non fa una piega. Abbiamo preso i primi due della serie e, a stretto giro, anche il terzo.

Nel momento in cui per la terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori è stato fissato un obiettivo che prevedeva la lettura di un libro per ragazzi non ho avuto dubbi: l'avrei letto anche io.

Detto fatto.

Così ho conosciuto Greg: un ragazzino illustrato con linee semplici, volto tondeggiante ed un bel nasino a patata. Un ragazzino che si trova alle prese con un diario molto particolare: non un caro diario come tanti altri ma un vero e proprio giornale di bordo nel quale raccontare le proprie avventure con tanto di riferimenti temporali ben precisi.

Il suo racconto inizia nel mese di settembre con l'avvio dell'anno scolastico e termina con la sua fine. Nove mesi di avventure, di alti e bassi, di successi ed insuccessi raccontati da una adolescente che strappa qualche risata. 

Carina l'idea delle illustrazioni che accompagnano la narrazione. Gli amici di Greg sono disegnati con espressioni curiose, con volti tutt'altro che graziosi mentre lui, con quel suo faccino rotondo ed il suo fisico da spaghetto, ispira simpatia.
E' un po' birichino: fa qualche dispetto, inventa qualche frottola e cerca sempre le vie più corte per risolvere i problemi che gli si presentano davanti. E quando si trova ad archiviare nove mesi di scuola bhè... di cose da raccontare ne ha avute parecchie ed anche da far vedere ai lettori proprio grazie alle illustrazioni che competano il racconto.

E' strutturato come un vero diario di bordo, con indicazione dei mesi e dei giorni in cui si svolgono le varie situazioni narrate.  

Non c'è da aspettarsi grandi avventure: è il racconto della vita di tutti i giorni di un adolescente ma qualche situazione piuttosto curiosa la si trova comunque. 
Ho letto libri per ragazzi molto più avventurosi ed interessanti ma in questo caso la struttura è particolare, il modo in cui il racconto è stato concepito (il diario di bordo) è altrettanto particolare. Non ho trovato niente di diverso da quello che mi aspettavo. 

Non sono d'accordo con la nostra libraia: credo che sia adatto ad un novenne... per ragazzini più grandi proporrei qualche cosa di più impegnato...