lunedì 25 febbraio 2013

Come (non) organizzare un laboratorio di lettura

Probabilmente oggi sono un tantino più acida del solito ma proprio non riesco a non condividere il mio pensiero.

Ho portato i miei bimbi ad un laboratorio di lettura in una libreria in zona, come di consueto facciamo ogni lunedì. Sono andati entrambi carichi di buona volontà, si sono seduti in silenzio ma ad un certo punto mi hanno rivolto entrambi uno sguardo interrogativo ed io so bene perchè.

Non siamo nuovi ad esperienze di questo tipo per cui abbiamo anche qualche termine di paragone... allo stesso tempo, però, non ho alcuna ambizione, non voglio certo fare la "maestrina", ma solo condividere alcune considerazioni da mamma e, magari, aprire un confronto in merito, grazie anche all'esperienza di chi tiene laboratori di lettura, di chi legge abitualmente ai bambini... a chi, insomma, può avere più cognizione di causa della sottoscritta.

Sapevo già che lo spazio a disposizione per i bambini, in quella libreria, non era certo ampio e, soprattutto, tra i libri (in una libreria non potrebbe essere altrimenti) per cui con il rischio di avere persone che sarebbero circolate per sbirciare tra gli scaffali.
Ci siamo stati altre volte per cui a questo eravamo abituati.

Oggi, però, mi sono trovata davanti ad una una decina (o forse più) di bambini e bambine letteralmente accalcati l'uno sull'altro, praticamente addosso ad una ragazza che tentava di leggere qualche cosa. Ben venga che ci siano tanti bimbi che amano partecipare ad iniziative di questo tipo ma erano in tanti concentrati in uno spazio piccolo e, secondo me, sistemati male. Qualcuno voltato di spalle a sfogliare un libro per conto suo, qualche altro in piedi per cercare il libro più adatto a se... Un laboratorio in cui ha dominato l'anarchia... Senza un minimo di regole, senza ... che ne so... senza ordine.

La lettrice ha fatto scegliere ad ogni bambino un libro: ognuno di loro se ne stava in attesa con un librino in mano chiedendo continuamente "io... io... io" oppure "il mio... il mio...." e creando una specie di mercato.
La lettrice, davanti alle tante richieste, ad un certo punto ha detto: "Che facciamo? Leggo veloce veloce? Che dite?".
Io mi sono dovuta allontanare dal gruppetto, tanta era la tentazione di dettare qualche regola.
Se aggiungiamo poi qualche nonna che era con il nipotino di un paio d'anni e lo chiamava a voce alta per farlo stare buono ed ogni tanto, sempre a voce alta, interveniva per dire "... non si preoccupi, a casa di libri ne ha tanti... ha anche quelli che sta leggendo lei... vede come gli piace? No.... fermo... no... non si tolgono i libri di mano alla signora... Ma no, amore, daiiiiii!!! Non disturbare i bambini, non tirare i capelli alla bimba, daiiiiiii... scusate ma sapete, è piccolino....".

Correggetemi se sbaglio.
Un minomo di spazio i bambini dovrebbero pur averlo, per non accalcarsi l'uno sull'altro e darsi fastidio a vicenda. Non dico che si dovesse ampliare la libreria per questo ma, se non altro, evitare che stessero letteralmente l'uno sull'altro. Dalla foto si vede bene la situazione... Magari un pochino più distanti, con uno spazio organizzato meglio, no?

E poi, come si può far scegliere un libro ad ogni bambino? Si crea una forte aspettativa in ognuno di loro poi magari non si riesce a leggerli tutti e qualcuno se ne va con il muso lungo per la delusione... i bambini hanno l'idea che solo quel libro viene letto per lui perchè l'ha scelto per cui si sente autorizzato a distrarsi mentre si legge il libro degli altri. E poi, avendo davanti più di dieci bambini, come si può pensare di accontentare tutti? Solo leggendo in fretta, anzi, in frettissima... Ma dov'è l'utilità di un laboratorio fatto così? Se si fanno scegliere libri ai bambini, poi, il lettore non è preparato nemmeno un po': non che ci voglia una laurea ma, almeno, un minimo di intonazione, di "anima" nel leggere una storia. Io credo che sia necessaria una certa preparazione altrimenti i bimbi capiscono l'improvvisazione di chi legge e prendono il sopravvento.

Leggere di fretta? Veloce veloce? Ma no, dai! Come si fa! I bambini vanno ammaliati con le parole, coccolati con la storia, per stimolare a dovere la loro fantasia altrimenti che senso ha?
Non sarebbe meglio proporre delle letture scelte prima, magari adeguatamente preparate, e trasmettere ai bambini che si tratta di storie lette per la gioia di tutti e non che ognuno debba limitarsi al suo libro? La mamma, di sera, potrà leggere ad ogni bambino un libro da lui scelto. Nel caso del laboratorio con così tanti bambini no, dai!
Forse sono io in errore ma, onestamente, sono stata tentata di portare via i miei figli dopo cinque minuti.

Eppure, non molto tempo fa, un labotatorio di lettura davvero ben concepito ha letteralmente rapito i miei figli e gran parte (dire tutti sarebbe un po' troppo, forse) coloro che erano in quella sala. 

Una lettura a due voci, in un contesto divero (non una libreria ma una biblioteca) con bambini messi comodamente seduti su dei cuscini, con uno spazio sufficiente per non disturbarsi l'un l'altro, con un bel testo scelto in precedenza e interpretato in modo molto coinvolgente... Insomma, certe cose non si possono fare tanto per fare. Mi sbaglio? Se tra quei bambini, oggi pomeriggio, ce ne fosse stato uno che partecipava per la prima volta, magari nemmeno troppo interessato, credete forse che tornerà per un'altra esperienza di lettura di questo tipo? Io ho i miei dubbi. 

venerdì 22 febbraio 2013

Entra nel castello - Il venerdì del libro

In una delle ultime tappe in biblioteca la principessa di casa si è lasciata attirare da un libro molto particolare. Entra nel castello: il titolo parla già da se. Si tratta di un invito ad entrare nel vero senso della parola visto che si tratta di un libro cartonato, gran formato, che per essere letto deve essere sistemato a mo' di muraglia di un vero castello.

Ed è proprio questo il nostro suggerimento per il Venerdì del libro di oggi.
Incuriosita al punto giusto, la principessa di casa si è messa subito al lavoro e, approfittando della sala dedicata ai bambini semivuota, si è presa tutto lo spazio di cui aveva bisogno.

Dopo aver sistemato per benino il suo libro, vi si è seduta al centro per mettersi a leggere la storia con la massima concentrazione.
Ha passato un bel po' di tempo all'interno del suo castello e questa particolare struttura del libro ha reso il tutto più divertente, una lettura senza dubbio particolare e fuori da canoni abituali del libro da sfogliare sulla scrivania o sul divano.

L'unico neo che segnalo, e che credo sia facilmente immaginabile, è il fatto che un libro così si sgualcisce facilmente per cui non va messo in mano a bambini troppo piccoli che potrebbero scambiarlo per gioco e trattarlo di conseguenza. 
Come ben si vede dalle immagini, i testi sono accompagnati da illustrazioni piuttosto grandi e colorate: il testo è scritto sul fondo della pagina in modo tale (credo) che i bambini possano trovare subito le parole da leggere senza doversi sforzare troppo a cercarli nel resto dello spazio coperto dalle illustrazioni. 

Edito da Fatatrac, ho provato a cercarlo in alcune librerie on line ma è risultato non disponibile. E' un'edizione del 1993, un po' vecchiotta... e fa parte della collana "Dentro il libro". Gli altri libri della collana sono "Entra nella foresta delle fiabe", "Entra nel circo", "Entra nella casa". Alla principessa di casa è piaciuto e vederla tutta concentrata, assorta nella lettura mi ha fatto un certo effetto.

Trovo che sia adatto per bimbi che sappiano leggere da soli in modo tale che si possano gustare il libro in tutto e per tutto. Letto da un adulto non farebbe di sicuro lo stesso effetto.
Consigliato, capace di incuriosire, stimolare, catturare i piccoli lettori. Almeno secondo noi.

venerdì 15 febbraio 2013

La biblioteca dei morti (G. Cooper) - Venerdì del libro

E' il 782 quando un bambino molto particolare, Octavus, ospite in un convento di monaci, inizia a scrivere strani segni su una pergamena. Sono nomi e date. Ben presto i monaci capiscono cosa vogliano dire quei segni.
E' il 1947 quando viene scoperto un segreto che verrà nascosto ai più. Un segreto che arriva da lontano e che, se scoperto dai più, potrebbe portare il mondo nel caos. Un segreto che, però, non viene serbato del tutto visto che qualche cosa trapela e crea scompiglio.
E' il 2009 quando sei persone ricevono, seppur in momenti diversi, una cartolina con su disegnata una bara ed indicata una data. Nel giorno indicato ognuno di essi muore. Si apre un'inchiesta, si cerca un serial killer, si studiano dettagli e similitudini ma nessun killer viene mai individuato.


Il libro La biblioteca dei morti si snoda in tre epoche tra loro distanti ma collegate a doppio filo per via degli eventi che si svolsero. 
E' un libro che ho letto in breve tempo e che mi è piaciuto. Intrigante, fantasioso al punto giusto, capace di attirare l'attenzione. 
La narrazione si struttura in tre diversi periodi storici e la tecnica utilizzata non mi è affatto dispiaciuta. Si è creata la giusta suspance, tale da tenere alta l'attenzione alternando i tre periodi che, a ben guardare, sono complementari.
Non avevo mai letto altro di Glenn Cooper e ammetto che di questo libri mi ha attirato la copertina ma anche il titolo. Un tomo di 439 pagine, piuttosto corposo ma scorrevole perchè ben scritto e strutturato in modo da interessare il lettore. Ovviamente bisogna essere amanti del genere - come per qualsiasi altro genere narrativo - e non lasciarsi spaventare da un libro piuttosto pesante nel senso fisico del termine.
L'ho preso tra le mani senza conoscere la trama, volutamente mi sono tenuta alla larga di recensioni di ogni genere per non togliere il gusto della lettura così come mi sono resa conto solo più tardi, a lettura conclusa, che c'è un sequel... e poi un altro. Credo proprio che li leggerò.
Lo so, il titolo di questo libro è un po' inquietante e nemmeno tanto allegro... a dire il vero anche il romanzo è piuttosto inquietante ma non per questo mette paura o sconvolge... Lo si legge senza problema.
Comunque, giusto per completare il mio gidizio in merito al libro, seppur amante delle biblioteche non credo che mi piacerebbe avere tra le mani uno dei libri della biblioteca descritta da Cooper... tantomeno mi andrebbe di andare a cercare il mio nome. O forse si? Non so decidermi a dire il vero!

Le varie personalità dei personaggi che compaiono nel libro vengono descritte in modo efficace anche se ad un certo punto, all'inizio, ammetto di aver fatto una certa confusione con i nomi visto che vengono nominati parecchi personaggi e ci ho messo un po' a metterli a fuoco e collegarli alla storia.
Questa è la mia proposta per il Venerdì del libro di oggi. 
***
La biblioteca dei morti
Glenn Cooper
10.00 euro 
Editrice Nord

lunedì 11 febbraio 2013

Tre atti e due tempi (G. Faletti)

Da Giorgio Faletti mi aspettavo qualche cosa di diverso. O, meglio, mi ha abituata a qualche cosa di diverso con la lettura di tutti gli altri suoi libri precedenti: da Io uccido a Niente di vero tranne gli occhi arrivando poi a Fuori da un evidente destino passando per Appunti di un venditore di donne ed Io sono Dio

Quando ho iniziato a leggere Tre atti e due tempi ho atteso la svolta una pagina dopo l'altra e, quando è arrivata, era qualche cosa di diverso da ciò che mi aspettavo. Quella suspance alla quale mi ero abituata non l'ho trovata. Qualche cosa c'è, non dico di no. Ma è qualche cosa di diverso.

Il romanzo è ambientato nel mondo del calcio (tra i ringraziamenti dell'autore trovo citati Alex Del Piero ed Alberto Zaccheroni) e la storia si consuma in fretta, con poco approfondimento dei personaggi. Almeno secondo il mio punto di vista. 

Avrei voluto conoscere un po' di più il suo personaggio, quel Silver che vanta un passato molto particolare, che è finito in galera per avere venduto un incontro di boxe, che ora si trova ad affrontare una situazione che non avrebbe mai immaginato.

Avrei voluto sapere qualche cosa di più di quel Grinta, quel Roberto Masoero (figlio di Silver) che arriva sul punto di compiere lo stesso errore del padre ma non in un ring piuttosto in un campo da calcio.

Il libro si legge in fretta, l'ho letto in tre o quattro giorni, ma quando ho letto l'ultima riga sono rimasta con un po' d'amaro in bocca. Come quando si accende tra le dita un cerino che ci consuma in fretta e lascia solo odore di fumo, senza accendere nessun fuoco.. E' stato bello vedere la sua fiamma ma è durato poco e poco ha lasciato.
Questa è l'impressione che ho avuto io di Tre atti e due tempi.
L'ho preso in prestito in biblioteca con una certa aspettativa ed ho commesso l'errore di cercare un libro nella certezza di trovare qualche cosa si simile a libri precedenti dello stesso autore. Errore che non va commesso. Ogni libro è un libro a se anche se la mano che lo scrive è la stessa. 
Non mi dispiace averlo letto, non è uno di quei libri che mi sento di sconsigliare ma che, comunque, va fuori dalle righe dal genere che Faletti ha proposto in precedenza.
Ben scritto, scorrevole, con qualche parolaccia ogni tanto (ma per rendere verosimile l'ambiente calcistico ci può anche stare) e con un diverso editore rispetto al passato.

Aggiungo questa lettura a quelle con cui partecipo alla gara di lettura Io leggo italiano.

***
Giorgio Faletti
Tre atti e due tempi
Einaudi Stile Libero Big 
12.00 euro

venerdì 8 febbraio 2013

Io, Titanic (F. Degl'Innocenti, S.M.L. Possentini) - Venerdì del libro

Per questo Venerdì del Libro avevo in mente qualche cosa di diverso ma ieri pomeriggio, in una delle nostre tappe in biblioteca, ho scoperto un libro che mi è piaciuto molto e credo meriti di essere segnalato. 

Si tratta di Io, Titanic. Un libro scritto da Fulvia Degl'Innocenti ed illustrato, ottimamente, da Sonia Maria Luce Possentini. Edito da Il gioco di leggere, è stato proposto in occasione dei cento anni dalla tragedia del Titanic.
 
A dare voce ai suoi pensieri è la nave. Lei che si sente invincibile, che sa di essere inaffondabile e di essere il mezzo che permetterà a molti di realizzare un sogno.
E' la nave che racconta di acque tranquille e di una notte stellata. Lei che racconta della musica, dei passi dei tanti passeggeri sul legno dei suoi pavimenti. E' lei che racconta un improvviso colpo secco verso qualche cosa di nero ed enorme.
E' la nave che cerca di tranquillizzare i passeggeri anche dopo l'incidente senza rendersi conto, sulle prime, di ciò che sta accadendo.
Pian piano realizza quanto accaduto e dà voce alla su paura, alla consapevolezza di non essere inaffondabile, alla consapevolezza di non essere più il mezzo per realizzare un sogno ma un mezzo di morte per tantissima gente. Per i più poveri, i meno fortunati, per coloro che con più ardore l'avevano ammirata al momento dell'imbraco, con quegli occhi carichi di emozione per futuro migliore.

Non può far nulla, lei. Non può aiutare nessuno. Non può chiedere aiuto. Cerca di trattenere a se il più possibile quelle mani che la cercano, quelle unghie che cercano di conficcarsi nel legno del mobili, ai lampadari penzolanti... E la musica continua, senza sosta, in una nenia che diventa di morte.

Ho trovato il racconto molto efficace. L'ho divorato ma al tempo stesso letto con attenzione e fatto mio. Non è solo Leonardo Di Caprio dal grande schermo che riesce a trasmettere emozioni. Anche quelle immagini lo fanno in modo molto efficace. Anche quelle parole che sembrano una poesia ma che poesia non sono. 
Gran bel libro. L'ho trovato nella sezione storica di libri per ragazzi, non certo destinato a bambini piccoli ma adattissimo anche a lettori adulti. Non è un romanzo, non è un libro di poesie ma è una testimonianza proposta da un punto di vista inedito ed originale.

Aggiungo questo libro alle letture che mi permettono di partecipare alla gara di lettura Io leggo italiano.
So bene che si tratta di un libro particolare, non di un "tomo" di tante pagine o un romanzo ma è pur sempre un libro di un'autrice italiana che credo possa ben partecipare alla gara. Qualora non fosse così nessun problema: è e resta un bel libro.
***
Io, Titanic
Fulvia Degl'Innocenti - Sonia Maria Luce Possentini
Il gioco di leggere
16.60 euro

mercoledì 6 febbraio 2013

Sola come un gambo di sedano (Luciana Littizzetto)

Devo ammetterlo in partenza: non sono una grande fan di Luciana Littizzetto. Se mi capita di incrociarla nel fare zapping in tv, le poche volte in cui accendo la tv, non cambio canale, sia chiaro. Però non la vado a cercare... 
Non che mi sia antipatica ma non sempre mi fa ridere, a volte trovo che alcune sue battute siano un po' forzate. Probabilmente si tratta di un mio limite, non dico il contrario. Probabilmente non so apprezzare appieno l'ironia e la sua comicità. Questo per introdurre alcune considerazioni sul libro Sola come un gambo di sedano che ho appena concluso. Non lo sono andata a cercare ma mi è piombato in casa assieme ad altri libri di cui si è liberata una mia amica in occasione di un recente trasloco. Sapendo quanto io ami leggere mi ha proposto di ospitare i suoi libri in un'adozione definitiva perchè le dispiaceva buttarli via. Tra i tanti c'era anche lei, la Littizzetto. L'ho lasciato sedimentare per un po' tra gli altri libri in attesa di essere letti poi mi sono decisa ed ho iniziato a leggerlo. Probabilmente era arrivato il momento giusto...
Che dire?
Non mi aspettavo nulla di diverso dall'autrice. Non, con questo, che voglia sminuire il lavoro fatto, ci mancherebba. Voglio solo sottolineare che ho trovato tra le pagine di questo libro... Luciana Littizzetto, così come la si vede e la si sente in tv. Ironica, dalla parlantina sciolta (lo si capisce da come racconta le varie situazioni) con quel suo modo di fare un po' folkloristico. Mi è sembrano di sentire la sua vocina stridula tra una pagina e l'altra.
Ho riso? Sorriso? Si e no. Si in alcune circostanze nelle quali, a dire il vero, mi sono ritrovata anche io. In altre invece no. Ma ci può stare.
Non è un capolavoro della letteratura - e non era certo questo che mi aspettavo - ma può essere piacevole fare una pausa tra una lettura e l'altra con qualche cosa di leggero e che vorrebbe strappare (a volte lo fa, a volte no) un sorriso.
Sono certa che chi ama la Littizzetto e ride ad ogni sua battuta sarà poco d'accordo con queste mie considerazioni ma io parlo di me. E così è.
Di che parla il libro? 
L'autrice propone una serie di episodi, situazioni, considerazioni che riguardano la sua vita ma non solo.

Con questo libro partecipo alla sfida di lettura Io leggo italiano ma con una precisazione: non lo faccio "per forza", nel senso di dover leggere per forza libri italiani pur di arrivare in cima ad una classifica. 
La lettura deve essere sempre un piacere altrimenti diventa una perdita di tempo. 
Sfida si, ma con piacere. E non mi interessa certo dire di aver letto una miriade di libri al mese tanto per fare mucchio. Insomma, non partecipo alla corsa alla palma d'oro a tutti i costi. Mi piace leggere, se provo interesse per un libro di autori italiani e ciò mi permette di partecipare ad una gara perchè non farlo?
*** 
Sola come un gambo di sedano
Luciana Littizzetto
Oscar Mondadori
8,40 euro

lunedì 4 febbraio 2013

Ciccio Porcello domani si sposa (Helme Heine)


E' tornato a casa con un gran sorriso sulle labbra.

Il piccoletto di casa, dal mese di gennaio, il venerdì porta a casa da scuola un libro da leggere con mamma o con papà per poi compilare una scheda disegnando un'immagine che rappresenti la storia.
Quando era la sua sorellina a fare questo lavoro nel week end lui ascoltava e partecipava da uditore. Poi, lo scorso anno, è arrivato anche il suo turno e si è sentito protagonista. Ora è il protagonista assoluto visto che, iniziando anche a leggere da solo, ha l'ambizione di leggere da solo i librettini che arrivano in casa da scuola.
Con Ciccio Porcello domani si sposa non ce l'ha fatta perchè conosce per il momento solo lo STAMPATO e con il resto è solo agli inizi. I testi, infatti, non sono scritti in stampato e sono più strutturati, con frasi più complete di quelle che di solito vengono utilizzate per i bambini più piccoli. Ma anche se lui non riesce a leggere da solo va bene comunque: il sorriso con cui ha varcato la soglia venerdì era dovuta al titolo del libro ed ai suoi protagonisti: Ciccio Porcello ed i suoi amici.

La sua fidanzata, in primis, Codina Ricciolina, con la quale nel corso della storia si sposa. Ma non è un matrimonio come tutti gli altri. No no... Gli invitati sono puzzolenti e... nudi. Così bisogna trovare un rimedio ad entrambe le questioni. Nessun problema, Ciccio Porcello non è certo a corto di idee anche se, in particolare per quanto riguarda gli abiti, si crea un piccolo problemino... 

La lettura è simpatica e scorrevole, ai miei bimbi è piaciuta tantissimo (come mi suggerisce la principessa di casa che è qui vicino a me e legge ciò che sto scrivendo in tempo reale) e devo dire che il libro è piaciuto anche a me.

Oltre alla simpatica storia ho gradito il fatto che, in coda, sia stato inserito un glossario per spiegare ai giovani lettori il significato di alcune paroline un po' più difficile del solito e un tantino inusuali per loro. Cosa che ho molto gradito io ed anche loro che si erano trovati spiazzati non capendo il significato di alcuni termini. Per me è stato un ottimo ausilio visto che a volte non è così semplice trovare i termini più esatti per spiegare il significato di determinate parole e spiegarsi in modo da essere compresi da lettori in erba. 
Le illustrazioni non ci sono nuove: abbiamo avuto modo di leggere tempo fa Amici Amici, dello stesso autore, ed il porcello era uno dei protagonisti assieme ad altri simpatici amici che, tra l'altro, non potevano certo mancare nel giorno del suo matrimonio.
***
Ciccio Porcello domani si sposa
Helme Heine 
Collana Un libro in tasca - Edizioni EL
6.90 euro

venerdì 1 febbraio 2013

Il volo del silenzio (Jorge Real) - Venerdì del libro

Ho comprato Il volo del silenzio tempo fa, assieme ad un altro libro che aveva sempre a che fare con il silenzio (Figlia del silenzio). Mi aveva attirato la copertina e non mi ero lasciata spaventare dalle tante pagine (514).

Mentre l'altro libro l'ho letto nell'arco di qualche settimana dall'acquisto, Il volo del silenzio è rimasto lì, in attesa assieme ad altri mentre gli sono passati avanti, nella mia scala di libri in attesa di lettura, altri titoli anche acquistati successivamente.
Forse non era ancora arrivato il momento di leggerlo. L'ho preso tra le mani qualche settimana fa dopo aver letto un libro che aveva a che fare con un bambino (Il bambino invisibile). Anche Il volo del silenzio aveva a che fare con un bambino, così avevo letto sul sunto che compare nella bandella interna del libro... e mi sono decisa a prenderlo tra le mani.

Vorrei notare un dettaglio, prima di andare avanti. In presentazione, secondo me, si rovina il gusto della lettura. Trovo scritto, in neretto: "Un giorno una delle sue figlie vide una sua foto da giovane e gli disse: non ci hai mai raccontato niente della tua vita. Quel giorno, l'uomo in prigione iniziò a scrivere".

Ebbene, dopo aver iniziato la lettura ho rammentato tale presentazione e mi sono resa conto che già veniva svelato qualche cosa di importante: che l'uomo era finito in prigione e che aveva avuto figlio.
Arrivata alla fine del libro, però, non ho trovato cenno al fatto che fosse finito in carcere ne' ad eventuali figli. E ciò mi ha un po' amareggiata.
Poi segnato un altro dettaglio: viene precisato, nella presentazione dell'autore, che non è noto quanta parte sia autobiografica e quanta parte sia un'invenzione... Forse per questo l'autore ha preferito non arrivare a raccontare del suo arresto e dell'epilogo della sua vita privata. 
Il protagonista è David, un ragazzino che ha un'adolescenza molto particolare, si allontana da casa e va incontro al suo destino fino ad arrivare a Caracas. Da qui prenderà il via una nuova vita e svilupperà una passione, quella per il volo. Per lui diventerà un motivo di vita, un mestiere che lo vedrà prendere contatti con ambienti tutt'altro che tranquilli, con gente molto facoltosa ma dalla fedina penale un bel po' sporca.
Senza raccontare più di tanto, posso dire che il libro fa una panoramica piuttosto dettagliata del mondo dell'aviazione, con descrizioni minuziose ed a volte l'autore si dilunga un bel po' su questioni inerenti voli ed aerei. Vengono riportati moltissimi nomi, riferimenti, persone, circostanze che fanno pensare ad una precisa conoscenza delle ambientazioni che vengono descritte ed anche delle vicende storiche narrate. Si parla di guerra, di morti, di approvvigionamenti, di attentati, di soldi, tanti soldi. 
Si parla di traffico di droga, di armi, di tragedie realmente accadute. Viene descritta la realtà di un'America Latina affascinante ma piena di ombre. 
La narrazione è molto efficace. Seppur presentato come romanzo e non come biografia, il racconto è ricco di dettagli che lasciano intendere che si tratti di frammenti di vita vera, tanto sono intensi e capaci di trasmettere emozioni. 

Nella sua dedica finale - In memoria di James Francis Carney (padre Guadalupe), di Ana Sierra e delle migliaia di desaparecidos in Honduras, Nicaragua, Salvador e in tutto il mondo -  svela l'inteso legame che la narrazione ha avuto con la realtà. Padre Guadalupe, tanto per fare un esempio, è uno dei personaggi di cui si parla nel romanzo. E non si tratta di un personaggio inventato. Così come non lo sono i desaparecidos a cui l'autore fa riferimento. 

E' un libro che mi sento di consigliare e che propongo per il Venerdì del libro di questa settimana.
*** 
Il volo del silenzio
Jorge Real
Longanesi editore
19.60 euro