venerdì 30 giugno 2023

Madre d'ossa (I. Tuti)

Con questo ultimo libro della serie che ha per protagonista Teresa Battaglia ho fatto più fatica del previsto. La lettura è andata avanti a rilento ma non senza soddisfazione. 

 

Pagina dopo pagina mi sono resa conto di quanta carne al fuoco ci fosse ma anche che, probabilmente, avevo bisogno di metabolizzare ciò che stava accadendo ed ho anche cercato di accettare che ciò che veniva narrato potesse realmente concretizzarsi.

Non mi riferisco solo alla malattia di Teresa, che è l'aspetto più doloroso e toccante in ogni libro che l'ha come protagonista, ma anche a ciò attorno a cui si trova ad indagare o, per lo meno, a ciò di cui si sta occupando.

Il suicidio di un ragazzo apre uno scenario che nessuno avrebbe mai immagino: una storia, quella del  giovane suicida, che apre le porte ad altre storie che affondano le loro radici in un passato che, di fatto, passato non è. Sono storie legate a riti propiziatori, a credenze popolari, a scelte (più o meno volontarie) anche di sangue che non sono poi così remote nel tempo. O, per lo meno, pur essendole trovano il loro spazio anche a i tempi d'oggi in quelle zone di passaggio che si trovano tra il Friuli e la Slovenia. Luoghi misteriosi, luoghi di confine, luoghi di passaggio nei quali si concretizzavano (ma è quanto mai necessario dire si concretizzano) rituali dalla connotazione fortemente mistica ed intrisa anche di violenza. 

Teresa è sempre più lacerata tra la voglia di rendersi utile, di fare ciò che ha sempre fatto per arrivare alla verità e la necessità di fermarsi, vittima di una malattia che le corrode la memoria di giorno in giorno. Si vede vecchia allo specchio, stenta a riconoscersi ma mai, in nessuno momento - e l'ho detto in occasione del libro precedente dove si parla delle sue vicende personali - elemosina pietismo. Affronta la sua malattia con estrema dignità e l'autrice è abilissima in questo. Proporre come protagonista di una serie di romanzi una malata di Alzheimer è stata, a monte, una scelta coraggiosa. Secondo il mio punto di vista, almeno. Perché una persona malata, vittima di una malattia così terribile, avrebbe sicuramente finito di impietosire il lettore. Coraggiosa anche perché si ha la certezza che presto Teresa non sarebbe stata più in grado di svolgere il suo lavoro e la serie sarebbe stata destinata ad avvitarsi su sé stessa. Ilaria Tuti è brava in riferimento ad entrambi i rischi: parla di malattia con il massimo rispetto e propone un personaggio che si muove con dignità nel presente e offre una storia comunque ricca di pathos anche se la protagonista principale rischia di eclissarsi da un momento all'altro.

Alla fine della storia - struggente... ma non posso dire perchè - mi sono anche chiesta se ci potrà essere un futuro per un personaggio così. In caso negativo non mi vergogno a dire che mi mancherà. In caso positivo non so cosa aspettarmi, a dire il vero... 

Non sono abituata ad assegnare stelline alle mie letture o dare valutazioni numeriche però stavolta mi sento di dire che è stata una bella lettura che, però, per i miei gusti è gradino al di sotto di Figlia della cenere che pure ho letto di recente.
***
Madre d'ossa
Iliara Tuti
Longanesi editore
368 pag.
22.00 euro copertina rigida, 11.99 Kindle

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