Onestamente non sapevo cosa aspettarmi dall'ultimo libro di Michela Murgia. Quando uscì non lo presi in considerazione perché non ho voluto lasciarmi prendere dalle emozioni... aveva appena annunciato la sua malattia, Michela... e non volevo che questa cosa potesse in qualche modo influenzare il mio giudizio.
L'ho ascoltato - purtroppo per via di una infiammazione agli occhi ultimamente sto ascoltando molto, leggendo poco - dopo la sua morte ed ammetto che non è stato facile vedere lei, sentire le sue parole come se uscissero davvero dalla sua bocca soprattutto nella prima storia.
Storie. Sono storie singole, storie di vite che si intrecciano, si intersecano forse senza che i protagonisti se ne rendano conto. Il lettore è un osservatore privilegiato ed ha la possibilità di unire i puntini e comprendere quei legami che loro stessi probabilmente ignorano. Sono esistenze che si sfiorano, a volte.
Per tutti i protagonisti la vita ha in serbo un cambiamento, una prova, una scelta. Uno scossone, in un modo o nell'altro, a vite tranquilli e sempre uguali a loro stesse. Fino ad un certo momento.
Nel primo racconto ho immaginato proprio lei: in quella donna che si trova ad affrontare una terribile malattia, nei suoi rituali, nelle sue scelte ho visto lei. La malattia è la sua. Anche il coraggio, il carattere, cedo. Però Michela ha messo su carta più voci, più personaggi ai quali non ha dato un nome ma una identità fatta di scelte, di situazioni, di sensibilità.
Della Murgia ho letto poco, lo ammetto. Ho letto solo Accabadora (che tra l'altro mi è piaciuto molto) e il suo stile mi ha confermato che probabilmente dovrei recuperare tutto il resto.
Forse, ora che ci penso, a tenermi lontana da lei e dai suoi libri è stata la sovraesposizione mediatica che in alcuni momenti della sua vita l'hanno avuta per protagonista. E' stato un po' come mi capita con le ultime uscite di cui poco prima o a ridosso dell'uscita si parla in ogni dove... e questa cosa mi allontana.
Ora probabilmente era il momento giusto.
Ogni storia mi ha fatto riflettere. Dal modo di affrontare la malattia alla maternità, dal covid ad uno degli ultimi racconti che mi ha decisamente spiazzata: un racconto intimo, sensuale, eccitante anche, scritto in punta di penna raccontando un rapporto intimo in maniera estremamente delicata ma efficace. In questo la Murgia mi ha spiazzata, piacevolmente spiazzata.
Non sono molte pagine e, come spesso mi capita di dire quando leggo racconti, ogni storia avrebbe meritato di essere sviluppata in un libro a sé... è una mia idea, questa, dovuta al fatto che non amo i racconti. In questo caso, in particolare, ho avuto a che fare con storie intense che avrei volentieri letto in tanti singoli libri.
Lei, però, non potrà mai più dare seguito a questo mio desiderio. Purtroppo.***
Tre ciotole
Michela Murgia
Mondadori editore
144 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 10.99 Kindle, Audiolibro