venerdì 2 giugno 2023

Non chiamatelo revenge porn. Storie di vittime presunte colpevoli (F. Florio)

Con il dilagare dell'uso di internet è diventato un fenomeno fin troppo comune, spesso sottovalutato e dai risvolti piuttosto complessi. Si tratta della diffusione non consensuale di immagini o video a contenuto sessuale per vendetta. Un fenomeno che non riguarda solo i più giovani (minorenni e non) ma non per questo meno grave.

Il termine revenge porn (porno per vendetta) non è, però, del tutto adeguato a rendere l'idea delle tante sfaccettature che il fenomeno assume.

Francesca Florio propone alcune storie di donne, più o meno giovani, che si sono viste loro malgrado protagoniste di situazioni di questo tipo. Donne ritratte non nel compiere crimini o gesti abominevoli ma in momenti di intimità che sono del tutto naturali. Perchè spesso si tratta di immagini destinate a persone di cui si credeva di potersi fidare ma diventate, poi dominio pubblico.

L'autrice, esperta in materia di diritto, accanto alle storie narrate propone anche un interessante approfondimento sulle varie forme di violenza che si attuano quotidianamente, purtroppo, e fornisce anche suggerimenti su come si possono prevenire situazioni di questo tipo o cosa fare nel caso in cui ci si trovi ad essere vittime di atteggiamenti di questo tipo.

Ciò che emerge con chiarezza è una discriminazione di genere anche nelle conseguenze di uno stesso reato perché se un uomo viene ritratto in momenti intimi, in foto o video a contenuto sessuale ciò viene considerato come un punto in più sulla scala della sua virilità, se invece la vittima è una donna ne va della sua reputazione, viene additata come poco di buono, come svergognata. Stesso atteggiamento, immagini dello stesso contenuto ma conseguenze - dal punto di vista del riscontro sociale - diverse. Perché, a ben guardare, la discriminazione non avviene davanti alla legge ma sul piano sociale.

Ecco, dunque, che le storie di Angela, Rebecca, Martina e delle altre diventano non una denuncia di comportamenti riprovevoli usciti dalla sfera privata quanto della "gogna pubblica" derivante da ciò, per le donne però, non per gli uomini.

La formazione giuridica dell'autrice si legge tra le righe, i termini specifici, i riferimenti di legge, le considerazioni giuridiche rendono tutto molto più concreto di quanto non si potrebbe pensare leggendo le singole storie prese in quanto tali. Perché sono situazioni piuttosto comuni, purtroppo, non mera fantasia. 

Sono storie di violenza. Violenza che nessuno merita. Mai. In nessun caso. Nemmeno quando non si concretizza con pugni o calci ma con diffusione di ciò che dovrebbe restare esclusivamente privato.

Sono certa che una lettura di questo tipo possa alimentare discussioni varie, soprattutto legato a ciò che si deve o non si deve fare nella propria intimità, cosa si può o non si può fare. Come giustamente ricorda l'autrice si tratta di momenti di intimità violati, espressione di una serena e libera sessualità che viene però associata a qualcosa di abietto e disgustoso solo perché vissuto da una donna

E sono certa che attorno a tale considerazione i punti di vista siano differenti perché è la società (che poi è la somma di tanti punti di vista differenti) che purtroppo discrimina le donne, anche nel momento più bello della vita di una coppia.

Ps: ho messo questo libro sul comodino di mia figlia, diciassette anni.
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Non chiamatelo revenge porn. Storie di vittime presunte colpevoli
Francesca Florio
Mondadori editore
192 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

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