E con questo posso dire di aver letto tutti i libri di
Giorgio Faletti. Tutti quelli che ha scritto fino ad ora. Il suo è un genere che mi piace, che ci posso fare? C'è chi proprio non lo regge, chi trova che sia stato sopravvalutato. Io devo dire che ogni volta che ho un suo libro tra le mani lo divoro in pochi giorni. A partire da "
Io uccido" in avanti, i romanzi di Giorgio Faletti mi sono sempre piaciuti e li ho letti con quella curiosità che mi porta, a volte, a scorrere qualche riga più avanti con gli occhi per cercare un indizio di come andrà a finire.
"Appunti di un venditore di donne" non fa eccezione. Almeno secondo il mio parere si tratta di un buon romanzo in cui non mancano intrighi, sorprese, una buona dose di sangue, di potere, di fama e di affari sporchi.
Il protagonista si presenta in modo secco, crudo. E devo dire che, se in altri romanzi l'uso di un linguaggio forte, a tratti, l'ho criticato aspramente, questa volta ci sta proprio bene. Il contesto è quello giusto per calcare la mano con termini un po' pesanti e perfettamente tagliati per la situazione che viene narrata.
Il protagonista è Bravo: un uomo che vive in una situazione di invalidità provocata anni prima e che lo ha segnato per tutta la vita. Una invalidità che lo porta a prendere le distanze dal resto del mondo: dagli uomini ma anche dalle donne che diventano mera merce di scambio nel suo quotidiano. Lui le donne le vende. Non le ama, non le possiede. Le conquista per venderle. Niente di forzato: ogni donna che passa per le sue mani lo fa di sua volontà ed entra in un giro di cifre da capogiro per lo più con pezzi grossi anche se qualche sfigato di turno non manca.
Bravo non ha problemi di soldi, non ha problemi di coscienza ne' problemi di cuore. Il suo cuore è abituato da tempo all'indifferenza e lui sta bene così. La sua vita è fatta di affari, di soldi, di scambi dare-avere. Lo conoscono in tanti, molti lo contattano dai ranghi più alti della società per poter usufruire dei servizi che è in grado di procurare. Nessuno, però, può dire di conoscerlo. Forse nemmeno lui conosce se stesso o, per lo meno, quello che lascia trasparire della sua persona non è ciò che realmente è... o è stato... o sarà.
La vita di Bravo subisce una svolta nell'arco di pochi giorni: una donna scompare, una che crede essere una donna del suo giro. Inizia a scorrere sangue a fiumi. E viene magistralmente incastrato tanto da vedere, come lui stesso dice in un efficace passaggio, tanti cadaveri che puntano il dito contro di lui. Ma è innocente e vuole provarlo. Ha sempre vissuto sul filo di lana, sa bene di aver giocato più volte con il fuoco così come sa bene di non aver mai ucciso nessuno, di non aver mai tenuto un'arma tra le mani e, di consegenza, di non averla mai usata. Le circostanze, però, sono tutte contro di lui e ben presto si trova ad essere braccato in una città in cui, fino a quel momento, ha vissuto come un'ombra. Un'ombra che si allunga di notte e che non lascia traccia di se il giorno successivo.
Il romanzo riserva parecchie sorprese. Viene offerto al lettore un ritmo piuttosto alto con la giusta dose di intrighi, di riferimenti storici, di sesso, di potere e di violenza. Una violenza che non gli appartiene ma con la quale si trova a dover fare inevitabilmente i conti.
Non mancano qualche colpo di scena che permette di rimescolare le carte prima della partita finale. Lo stile utilizzato è ruvido, diretto, efficace. Bravo parla in prima persona. Parla della sua vita presente facendo ogni tanto qualche tuffo nel passato per meglio far capire il suo personaggio e le vicissitudini che lo hanno caratterizzato.
Ho letto il libro in pochissimi giorni: reduce com'ero da una lettura più pesante e meno scorrevole, mi sono resa conto che pur non essendo un capolavoro della letteratura "Appunti di un venditore di donne" mi è capitato tra le mani nel momento giusto. Trovo che sia un bel romanzo, per chi ama il genere. Un pizzico di romanticismo fa capolino tra le righe senza arrivare mai ad essere uno stucchevole ospite indesiderato in una trama che non richiede, necessariamente, affondi sdolcinati. In qualche punto mi è sembrato di leggere qualche esagerazione, soprattutto quando si parla dei tanti soldi e dei tanti giri sporchi che si hanno sotto le ombre della notte della Milano bene. Probabilmente le ho considerate esagerazioni perché non conosco ambienti di questo tipo ma mi rendo conto che, anche se l'autore deve aver calcato un po' troppo la mano da tale punto di vista, la realtà non deve essere molto lontana - in alcuni casi - da quanto narrato.
Ho preso il libro in prestito in biblioteca per cui non ho speso i 20 euro del prezzo che ho trovato stampato sulla bandella dell'ultima di copertina. E' edito dallo stesso editore degli altri libri di Faletti - Baldini Castoldi Dalai Editore - ed il prezzo, lievitato rispetto ai primi libri (si aggirava allora attorno ai nove euro) fa ben capire come la fama abbia inciso sulla diffusione dei libri di Faletti successivi ai primi successi.
Le 397 pagine in cui si struttura il libro scorrono veloci e lasciano addosso al lettore la voglia di andare avanti. Questo, per me, è segno di gradimento di ciò che sto leggendo.
Un dettaglio: in una delle ultime pagine, dopo i ringraziamenti finali, vengono forniti dettagli in merito alla carta utilizzata per la stampa. Fino ad ora non mi era mai capitato di notare una cosa simile in altri libri.
E, da ultimo, un plauso per la scelta della copertina che mi è molto piaciuta. Anche questo, ovviamente, è un parere personale. Come tutto il resto, d'altronde!
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Appunti di un venditore di donne
Giorgio Faletti
Baldini Castoldi Dalai Editore
20.00 euro