E' la storia (rigorosamente vera) narrata nel libro che mi è stato inviato nell'ambito dell'iniziativa Libri Vagabondi di Ely.
Ha dieci anni ma non è una bambina come tutte le altre. Nojoud è una bambina obbligata a diventare una donna contro la sua volontà. Data in sposa ad un uomo di venti anni più vecchio di lei si trova a dover affrontare tutto ciò che il matrimonio comporta, comprese le violenze - perché è di ciò che si tratta - perpetrate da quello che lei chiama "il mostro", suo marito, ogni volta che vuole.Lei, piccina, delicata, strappata alla scuola ed ai giochi spensierati che si fanno a dieci anni, trova però la forza di ribellarsi e di rivolgersi a qualcuno che possa aiutarla. Trova il coraggio di cercare un tribunale per chiedere di essere aiutata ad ottenere il divorzio. Purtroppo non si tratta di un romanzo ma di una storia tristemente vera e tristemente comune. Nojoud è una bambina dello Yemen dove la pratica delle "spose bambine" non è affatto una novità. Anzi, piuttosto è la regola. O quasi.
Una realtà inconcepibile, dal mio punto di vista. Una realtà che non solo permette agli uomini di decidere per le loro figlie come meglio credono, di disporre delle spose bambine come se fossero delle adulte, ma che - e questo è il mio personalissimo punto di vista - non ha il minimo rispetto per la donna che non viene affatto considerata un essere umano con la propria capacità di scelta, con dei propri diritti.
Nojoud è un esempio di coraggio ma anche di profonda sofferenza: non è facile per lei raccontarla sua storia, anche nei dettagli più intimi, e la sua voce amplificata dall'interessamento di avvocati e giornalisti, ancor più amplificata da articoli di stampa che hanno fatto il giro del mondo, ha permesso di far emergere con forza ciò che le bambini in determinate culture sono costrette a subire senza potersi minimamente opporre. Alle bambole vengono sostituiti i mestieri di casa, alla spensieratezza viene sostituita la sopportazione di continue violenze consumate tra le mura familiari, alla libertà di scelta viene sostituito l'obbligo di fare ciò che una "donna sposata" deve fare. Punto e basta. Anche se la donna sposata in oggetto ha dieci anni. A volte anche meno: Nojoud di anni ne ha dieci ma la realtà dice che spesso vengono date in sposa ad uomini maturi anche bambine di nove anni. E la promessa, che viene fatta dal "marito", di non toccare la bambina fino a che non sarà arrivata nell'età della pubertà, è una mera congettura visto che nella pratica non viene assolutamente rispettata. E se anche fosse - aggiungo io - come si può pensare che una ragazzina, giovanissima (anche se avesse 14 o 15 anni resta sempre molto giovane), senza aver minimamente possibilità di scelta, senza che i sentimenti contino nulla e senza la possibilità di ribellarsi venga ceduta ad un uomo proprio come merce di scambio? Un'assurdità secondo me. Un'abitudine consolidata nello Yemen come in altre parti del mondo.
Leggere questo libro - che è piuttosto breve ma intenso - ha provocato in me indignazione per una situazione che trovo inconcepibile. Ma anche la consapevolezza di essere fortunata ad essere nata in un parte del mondo in cui la cultura è ben altra.
La storia viene narrata con delicatezza, pur in tutta la sua tragicità, in modo semplice e scorrevole. Onestamente avrei preferito un maggiore approfondimento del dibattito in tribunale. Avrei voluto sentire le argomentazioni dell'una e dell'altra parte, il dibattito che se ne sarebbe alimentato ma probabilmente già il solo fatto che una vicenda del genere sia arrivata in un tribunale è già molto.L'epilogo, per lei, è positivo. Lo si capisce già dal titolo. E altre bambine hanno avuto la forza di ribellarsi dopo che la storia di Nojoud ha fatto il giro del mondo. Ma, mi chiedo, quante sono ancora le bambine costrette a subire un trattamento di questo tipo nel mondo? Credo che sia indispensabile una seria riflessione in merito. So che ci sono delle associazioni umanitarie che si battono per tentare di cambiare le cose ma gli ostacoli sono davvero molti. E' una lettura che sconvolge ma che consiglio di affrontare per prendere consapevolezza di un problema rispetto al quale, credo, troppo poco si è detto.