venerdì 26 febbraio 2016

Eva Luna (I. Allende)

Isabel Allende dimostra, anche in Eva Luna, le proprie doti di narratrice. Una lettura che vorrei segnalare per il Venerdì del libro di oggi.
Mi è sembrato di ritrovare nella protagonista del racconto molte caratteristiche dell'autrice, non dal punto di vista personale quanto nella sua abilità - sua di Eva - di inventare e raccontare storie.
Eva ha una dote naturale per inventare e raccontare storie che si intrecciano con la realtà del tempo. Che si intrecciano con il quadro socio-politico dell'epoca in cui il libro è ambientato.

La voce narrante è proprio quella di Eva: figlia di una coppia di diseredati, fin da piccola impara a cavarsela da sola con, sullo sfondo, un paese oppresso dalla dittatura e da tutto ciò che ne consegue.
Eva diventerà una donna forte, di carattere, che avrà molte prove da superare prime di arrivare alla maturità.

La presenza di una figura femminile forte (a dire il vero le figure femminili sono più d'una, che gravitano attorno ad Eva) non è una novità per chi conosce lo stile della Allende che sempre, almeno nei suoi libri che ho fino ad ora letto, riscatta le donne creando personaggi indimenticabili.

Così come non sono una novità i continui riferimenti storici che in questo libro, più che in altro, sono molto marcati e sono parte integrante delle avventure che vive la protagonista.

Eva Luna non si lascia mai andare, nemmeno quando le circostanze sono a lei poco favorevoli. Si lascia coinvolgere emotivamente in modo travolgente e non nasconde le sue fragilità così come i suoi punti di forza. 

Le capacità narrative della Allende non sono messe in dubbio, assolutamente. E' capace di raccontare storie con passione, con tanti particolari, caratterizzando al meglio i personaggi e senza annoiare. I suoi libri, parlo al plurale perchè è una caratteristica che ho trovato anche in precedenza, non hanno bisogno di grandi caratteri per arrivare ad avere tante pagine visto il ricco contenuto proposto. I caratteri usati nell'edizione che ho avuto io tra le mani - Universale Economica Feltrinelli - sono piccoli e le pagine piene zeppe di parole tanto che ho avuto l'impressione che leggere 266 pagine di questo libro equivalesse al doppio di pagine di tanti altri libri con caratteri più grandi, con tanti spazi tra una frase e l'altra.

Come narratrice la Allende non mi ha delusa ma mi ha delusa, in parte, la storia. Alla fine ho avuto la sensazione che alcune questioni restassero in sospeso, senza una fine e senza una evoluzione come, invece, mi sarei aspettata. 
So che il libro successivo a questo è Eva Luna racconta e può darsi - non l'ho ancora letto - che ciò che resta in sospeso questa volta trovi la sua naturale evoluzione più avanti ma se dovessi fermarmi a giudicare Eva Luna, cosa che ho intenzione di fare, non posso che restare con un po' di amarezza e di curiosità insoddisfatta.

Poste le mie osservazioni sopra espose, la Allende si legge comunque con piacere. Su questo non ho dubbi nemmeno stavolta ma mi sento anche di dire che non siamo ai livelli de La casa degli spiriti.

Questa lettura mi ha fatto compagnia nel periodo natalizio e con essa partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 2: un libro del mio autore preferito.

lunedì 22 febbraio 2016

Tiro contro tiro (L. Garlando)

I miei figli, anche se non sono più piccolissimi, non hanno perso l'abitudine della lettura della buona notte, di sera. Mentre qualche tempo fa chiedevano che la mamma leggesse qualche storia breve, con belle immagini, ora abbiamo fatto un salto in avanti: abbiamo letto un libro per ragazzini più grandi, un libro vero, con tante pagine (151) e senza illustrazioni.

L'argomento che abbiamo scelto per fare questo primo esperimento di letture ad alta voce "da grandi" è stato suggerito dall'ometto di casa: abbiamo letto una delle storie delle Cipolline, una squadra di calcio. Sua sorella ha accettato senza fare storie la proposta. Credo di aver seminato bene a tal proposito visto che i miei figli sono cresciuti sentendomi dire che non ci sono storie da maschi o storie da femmine. Ci sono storie e basta!

Mio figlio ha scelto il volume 41. Non sapevo se i vari volumi fossero collegati con le storie oppure no. Ora lo so. Sono collegati, sono l'uno il continuo dell'altro: la nostra storia, Tiro contro tiro, si è conclusa con un Ti racconterò questo e altro nella prossima storia.

La trama in soldoni.
L'allenatore deve fare delle selezioni per portare una rosa di calciatori alla Champions Kids che si svolgerà nei migliori campi sportivi d'Europa. Per arrivare alla rosa dei prescelti, tutti vengono messi alla prova per poi procedere alla scelta.

Di questo libro mi sono piaciuti diversi aspetti. Innanzitutto le Cipolline sono una squadra piuttosto eterogenea nella quale giocano ragazzi e ragazze, italiani e non. Il tutto all'insegna dell'armonia ma anche di una sana competizione.

Inoltre, dietro alla copertina e prima dell'ultima di copertina sono illustrati i ragazzi e le ragazze di cui si parla nel libro, con le loro posizioni in campo. Simpatico modo per presentare al lettore i protagonisti.
Prima di iniziare con la storia vera e propria, poi, le Cipolline vengono presentate: sono una squadra di calcio che ha vinto dei campionati ma che, soprattutto, il risultato per loro non è importante tanto quanto il divertimento e l'amicizia. Passa un sano messaggio a tutti gli sportivi: ok alla competizione, che quando si pratica sport ci deve pur stare, ma prima di tutto il rispetto reciproco, il divertimento e l'amicizia. Sempre!

La storia scivola via tra un termine tecnico, una sfida in campo e qualche problemino da risolvere al di fuori del rettangolo di gioco e... finite le 151 pagine mia figlia mi ha detto: "Il seguito, il volume 42, me lo leggo da sola, ok?". Ne ho dedotto che la storia l'abbia presa parecchio e ne sono stata contenta.

Non so dire per quante sere sia durata la lettura. Ne ho perso il contro soprattutto perchè per qualche sera abbiamo saltato l'appuntamento per via della troppa stanchezza. Posso dire, però, che è stato divertente leggere a voce alta per loro e gustarmi, allo stesso tempo, una storia che altrimenti non sarebbe mai finita tra le mani. Ovviamente è un libro per ragazzi ma resto dell'idea che ogni libro meriti di essere letto se ci appare stimolante e ci interessa. Anche se non si è più ragazzini da un bel po'!
Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
 
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 6: un libro ambientato in Italia. 

sabato 20 febbraio 2016

Dolce come il cioccolato (L. Esquivel)

Di Laura Esquivel ho letto, tempo fa Veloce come il desiderio e ricordo che mi piacque molto di più di quanto non mi sia piaciuto Dolce come il cioccolato.

Ho preso in prestito in biblioteca un'edizione piuttosto vecchiotta (vi è stampato il prezzo in lire) e devo dire che la copertina non solo non mi è piaciuta affatto ma l'ho trovata un tantino inopportunta. Probabilmente, anni fa, le copertine in stile "Harmony" andavano alla moda per attirare lettrici... Anche in copertina è stata stampata una dicitura in rosso con cui si specifica che si tratta di un romanzo pizzante in dodici puntate con ricette, amori e rimedi casalinghi.

Ricette - amori - rimedi casalinghi: ingredienti, questi, che probabilmente avevano il compito di attirare lettrici.
Io vi ho trovato ricette, quello è vero, una per ogni capitolo (ed i capitoli sono dodici).
Amori, questo anche è vero visto che si intrecciano diverse storie d'amore.
Rimedi casalinghi, vero anche questo.
Allora cos'è che non va?
Innanzitutto il titolo non è per niente rispondente alla storia: la traduzione italiana del titolo originale porta fuori pista.

Como agua para chocolate: questo è il titolo originale e la dice lunga. Eh si... perchè nel libro, tra le varie ricette, si propone anche il metodo migliore per far sciogliere la cioccolata (al capitolo nove) nel modo giusto e senza inconvenienti. 
...si mette a cuocere una tavoletta di cioccolato nell'acqua (...) quando inizia a prendere bollore, si toglie dalla fiamma, si fa sciogliere perfettamente la tavoletta e si sbatte con il frullino finché si amalgama bene con l'acqua. 
Un passaggio carico di simbologia se lo si mette in collegamento con quanto accade tra due persone che si amano, che si desiderano... ciò che accade quando l'uno entra in contatto con l'altro. L'acqua che bolle e quel bollore che porta  sciogliere completamente la cioccolata fino a diventare un tutt'uno. Ecco, in questo contesto il titolo ha un senso. Ma Dolce come il cioccolato proprio non c'entra.

E poi la storia in se mi è piaciuta poco. 
La figura di Tita, la protagonista, è quella di una donna carismatica, forte e caparbia. Ama Pedro ma non può sposarlo per un'assurda tradizione di famiglia secondo cui l'ultima figlia non può convolare a giuste nozze perché deve accudire la madre fino alla sua morte. Ecco, dunque, che quando Pedro si presenta a chiedere la mano della sua innamorata il consenso da parte della madre di lei viene dato per un matrimonio, ma non per il suo!

Tutto ha inizio da qui. Un amore tormentato con personaggi che, secondo me, non sono molto approfonditi. La passione che mette Tita nella cucina è ammirevole e si tramuta in pietanze che non sono solo buone per il palato ma che hanno effetti anche per l'anima. A tutto ciò si mischia anche una certa aurea magica, misteriosa che, secondo mio parere, rende le situazioni assurde.
La storia non mi ha catturata. Non posso dire altro perché rischierei di svelare troppo ma - pur nella consapevolezza che all'epoca (siamo nel Messico dei primi del Novecento) si avessero abitudini particolari soprattutto in fatto di rapporti familiari, quanto accade mi è sembrato davvero assurdo e poco realistico. 

Il finale? Non me lo aspettavo proprio ma questa sorpresa non è stata sufficiente a farmi amare questo libro.

Da ultimo. Romanzo piccante proprio no. Su. Non ci ho trovato proprio niente di piccante. Magari in qualche momento si descrivono situazioni sensuali, di tensione amorosa tra i personaggi ma di piccante non c'è niente, fuorchè il peperoncino che magari Tita aveva in cucina!

Con questa lettura partecipo  alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 1: un libro con un alimento nel titolo. In questo caso, CIOCCOLATO.

venerdì 19 febbraio 2016

Cocco e Lina (Van Hout Mies, Van Lieshout Elle, Van Os Erik) - Venerdì del libro

Ah! L'amour!

E' quel che ho pensato, con simpatia, nel leggere questo libro ad alcuni bimbi ricoverato all'ospedale Murri di Fermo nell'ambito del progetto Favole in corsia.

Cocco e Lina sono due innamorati. Avevano rubato l'uno il cuore dell'altra ed anche qualche paio di calze in un piccolo negozio. Per questo erano fini in cella. 
Le sbarre non hanno però impedito al loro amore di crescere tanto che Cocco corteggia la sua amata ogni giorno con dolcezza e tanti doni che riesce a trafugare per lei: le porta il sole, la luna, le stelle... 
La loro cella diventa un ambiente fantastico tanto che, quando è il momento di andarsene, i due innamorati sono davvero tanto tristi.
Riusciranno a riconquistare la serenità perduta? Cosa potranno escogitare?

E' una storia romantica che dimostra come non ci siano sbarre che possano mettere limiti all'amore. 
Il libro è di un bel formato, con immagini molto graziose e colorate. I personaggi sono davvero simpatici e ci si affeziona subito a loro.
Lui con quelle gambe lunghe e magre... Lei con quei capelli rossi e quel suo modo di arrossire ogni volta che riceve un dono. Davvero graziosi!

Ai bimbi la storia è piaciuta e le belle immagini contribuiscono a stimolare la fantasia grazie non solo al gran formato ma anche ai bei colori brillanti proposti.
E' una lettura che mi sento di consigliare per questo Venerdì del libro. E' pensato per bambini dai sei anni in su ma la storia può far sognare anche lettori e lettrici più avanti con l'età.

mercoledì 17 febbraio 2016

La ragazza senza volto (Jo Nesbø)

Adoro quest'uomo!
Harry Hole si conferma come il personaggio che più mi resta addosso, una volta terminata la lettura dei libri che l'hanno come protagonista.

Ogni volta le sue avventure mi appassionano e lui mi piace sempre di più! 

Jo Nesbø continua a dimostrare la sua capacità di proporre storie interessanti, intricate ma non confuse, proponendo personaggi che hanno qualche cosa da dire anche al di là di ciò che accade loro.
Le 524 pagine del libro La ragazza senza volto non mi sono pesate affatto. Anzi! Sono arrivata alla fine in un batter d'occhio, tanta era la voglia di arrivare a scoprire completamente le carte.

Ed è stato proprio il detective Harry Hole a portarmi per mano, pagina dopo pagina, verso la comprensione di una vicenda piuttosto intricata. Intricata, non confusa. Questo vorrei che fosse chiaro. A volte mi capita di non riuscire a seguire certi ragionamenti che portano a risolvere dei casi di omicidio. Arrivo alla fina ma non riesco a capire appieno la logica seguita. Harry Hole non mi lascia mai così e aiuta il lettore a capire, con chiarezza, chi, cosa, come, dove e perchè.
Bhè... ora che ci penso, forse sul perchè resta qualche sospeso ma è giusto che sia così visto che non si può dare un comportamento criminale spesso non ha un perchè vero e proprio.
L'autore non ha paura di mostrare le debolezze del suo personaggio di punta. E credo che sia proprio questa la carta vincente. 

La storia in soldoni.
Siamo sempre ad Oslo. Harry Hole viene chiamato ad indagare sull'uccisione di un soldato dell'Esercito della Salvezza. Un delitto a cui seguiranno altre morti tutte legate, in un modo o nell'altro, tra loro.
Harry ha molto intuito, ha il coraggio di portare avanti le indagini secondi i suoi metodi anche se questo vuole dire, a volte, mettersi contro chi è più in alto di grado ed anche se vuol dire correre dei rischi. Lui ne corre, spesso!
Questo è Hole e non si smentisce nemmeno questa volta.

Nesbø racconta storie differenti che si intrecciano dando vita ad un'unica trama. Una matassa che si srotola piano piano, catturando il lettore.

Questa volta, però, ho una perplessità da segnalare. Il titolo italiano non c'entra niente con il racconto. Non c'è alcun riferimento a ragazze senza volto come, invece, il titolo lascia pensare.
Il titolo originale, quello sì, era fedele alla storia: The Redeemer.
Non sto qui a spiegare il perchè. Ciò vorrebbe dire svelare troppo la trama. Ma la ragazza senza volto proprio non c'entra niente.  

E poi, ma questa è colpa mia, ho sbagliato l'ordine di lettura: ho letto Il pipistrello, Scarafaggi, Il Pettirosso. Poi sono passata a questo libro saltando, invece, La stella del diavolo... Mi sono letteralmente sbagliata nel prendere in mano il volume dalla libreria di casa visto che li ho comprati insieme, questi due libri. Ora dovrò rimediare al più presto visto che, trattandosi di una serie, ci sono alcune tessere mancanti, che sicuramente troverò ne La stella del diavolo. Mi riferisco, in particolare, alla storia personale di Hole. Perchè se è vero come è vero che ogni libro propone un'indagine differente, è anche vero che la storia di Hole si evolve (com'è naturale che sia quando si propone una serie) e ci sono delle vicende che vanno necessariamente apprese in ordine.
Rimedierò in fretta.

In ogni caso, con Hole sono abituata a questo e ad altro visto che ho letto - senza rendermene conto - uno degli ultimi (Lo spettro, il penultimo) saltando quelli che ho elencato sopra e che ho recuperato poi a posteriori.

Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 4: un libro che faccia parte di una serie.
***
La ragazza senza volto
Jo Nesbø
Piemme (collana Pickwick)
11.90 euro

sabato 13 febbraio 2016

La gemella silenziosa (S. K. Tremayne)

Mi capita spesso di leggere di sera, prima di andare a letto. Quando tutti dormono, la casa è silenziosa e posso godermi qualche minuto di tranquillità. 
Devo ammettere che nel leggere La gemella silenziosa quella tranquillità mi è sembrata fin troppa, quasi opprimente.
Colpa (o merito?) del libro.
E' un libro che racconta una storia angosciante, a tratti pesante per me. 
Pesante per via dell'ambientazione, per via della storia, per via dell'angoscia che mi ha lasciato addosso una pagina dopo l'altra.
Probabilmente era proprio questo l'obiettivo dell'autore: provocare sensazioni forti. Devo dire che ci è riuscito anche se non posso dire che il libro mi sia piaciuto al 100%.

Sarah e Angus sono genitori di due gemelle: Lydia e Kristie. Due bambine identiche, anche se con carattere diverso. Identiche dal punto di vista fisico ed anche nei modi di fare quando decidevano di comportarsi l'una allo stesso modo dell'altra. Giocavano a scambiarsi le identità, per confondere i loro cari. Ma era un gioco.
Dopo la morte di una delle due sorelline, però, il ricordo di quel gioco - quello scambio di identità tra le due sorelle - lascia in bocca un sapore dal retrogusto amaro.
Ora Sarah ed Angus sono i genitori di una bambina. Kristie. Lydia è caduta dal terrazzo ed è morta. 
Una tragedia che ha lasciato il segno in tutta la famiglia, con degli strascichi psicologici molto profondi.

Quando Kristie inizia a comportarsi in modo strano, la situazione precipita e si insinua nei genitori il dubbio che non sia stata proprio Lydia a cadere dal terrazzo e che Kristie non sia proprio lei.
Verità? Illusione? Suggestione?

Nella prima parte del libro ho rilevato parecchie ripetizioni e troppi interrogativi lasciati liberi di vagare nella mente dei protagonisti (e, di riflesso, del lettore). Si insinuano dei dubbi, ok... ma non credo che servisse proporre continuamente tutti quegli interrogativi che, se da una parte hanno ben reso la confusione in cui si è trovata Sarah davanti a dubbi terribili, dall'altra mi sono risuonati nella testa come ripetizioni di troppo.
Pignola? 
Forse si... 

Per il resto il romanzo è senza dubbio originale nella trama. Almeno lo è stato per me visto che non ho mai letto nulla di simile. Onestamente, libri che parlano di morti che tornano (o che sembrano tornare), di presenze strane, di rumori sospetti, ombre non meglio identificate non mi piacciano proprio per cui credo di non avere grossi termini di paragone. 
Ho trovato alcuni comportamenti molto, troppo strani ed avventati ma arrivata alla fine mi sono resa conto che l'intera costruzione del romanzo è molto, troppo strana ma, probabilmente per questo, efficace.
Per chi ama le storie capaci di inquietare, carico di tensione, di intrecci e risvolti inaspettati questo è il libro giusto.

Ps. ho odiato Sarah quando ha pensato che per la sua unica figlia rimasta andare a vivere su un'isola fuori dal mondo potesse essere la soluzione per superare il trauma della perdita della gemella. L'ho sinceramente odiata e l'ho considerata madre incosciente... ed egoista! Ecco. Questo ho pensato! 
 
Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa si tratta di uno dei libri bonus che sono stati segnalati nel corso della gara.

venerdì 12 febbraio 2016

Luna e la camera blu (M.Guirao Jullien) - Venerdì del libro

Luna è una bambina tranquilla. Fin troppo. Alla confusione preferisce la tranquillità. Ai giochi rumorosi preferisce l'osservazione. A scuola si preoccupano per lei, la vedono sempre così isolata, solitaria e silenziosa. Sua nonna, però, che la conosce bene, e dalla quale Luna passa ogni giorno per passare del tempo insieme, sa che non c'è niente di cui preoccuparsi. 
Luna ama volare con la fantasia e con lei è molto eloquente ed affettuosa. Le racconta storie, parla, ride, scherza e... immagina. Immagina tante storie diverse ogni giorno, quando entra in quella camera blu in cui la tappezzeria la aiuta nei suoi viaggi fantastici.

Luna e la camera blu è un libro che ho conosciuto nell'ambito del progetto Favole in corsia e che ho proposto ad una ragazzina di 12 anni per la quale mi è sembrato adatto. Poco testo ma bellissime immagini che stimolano l'osservazione e l'immaginazione. E la ragazzina sembra aver apprezzato.

Le illustrazioni, di Christine Davenier, sono molto belle e particolari. Luna viaggia con la fantasia aiutata dalle immagini che vede nella camera blu: la tappezzeria di altri tempi, con scene di vita fantastiche, sono l'ambiente più adatto per favorire storie di ogni tipo!

Il libro è un vero e proprio omaggio alla fantasia con immagini delicate e poetiche, colori che fanno spiccare la bambina nell'insieme anche quando se ne sta nella sua cameretta ad osservare tutti gli altri che giocano, ridono e scherzano.

Mi spiace non aver fatto foto all'interno delle pagine perchè le immagini sono davvero particolari: la tappezzeria blu che prende vita grazie alla fantasia di Luna è davvero originale come idea. 
Vorrei suggerire questa lettura per il Venerdì del libro di oggi.

Di bel formato, cartonano, non troppo pesante, con pagine grandi e gradevoli al tatto. Lo suggerisco, soprattutto a chi ama viaggiare con la fantasia: si rivedrà molto in Luna.

lunedì 8 febbraio 2016

Gli uomini sono come il cioccolato (T. Grube)

Già dalla copertina avrei dovuto capire molto di questo libro. Orrenda, davvero orrenda!
Ho preso Gli uomini sono come il cioccolato in prestito in biblioteca, praticamente a scatola chiusa: ero alla ricerca di un titolo adatto per la challenge, mi serviva un libro che avesse un alimento nel titolo ed il primo che mi è capitato ho preso, senza pensarci troppo. 
Non è stata una bella scelta, però.
La storia è del tutto insulsa. La protagonista non mi è piaciuta affatto, non mi ha dato nessun motivo per potermi sentire in sintonia con lei a partire dal fatto che è una patita della linea ma si strafoga di patatine e schifezze varie senza ritegno.
E' una donna in carriera che è alla ricerca del suo uomo ideale. Alla fine lo trova? Mha, non si capisce visto che il libro si chiude con un eloquente interrogativo: E vissero felici e contenti? 
Vorrebbe essere un invito a cercare il seguito della storia ma io di certo non lo farò.
Se Linda, questo è il suo nome, trova la sua anima gemella oppure no non mi interessa affatto!

La storia viene presentata come ricca di situazioni comiche. Mha, più che comiche io le ho trovate patetiche in diversi punti. Troppo severa? Forse, ma questa storia non mi ha lasciato niente di niente. 
Nemmeno antipatia per la protagonista. No, nemmeno quello.

Il titolo non rappresenta affatto la storia se non fosse perchè ad un certo punto Linda pensa che gli uomini sono come il cioccolato e fa alcune considerazioni su diversi tipi che ha frequentato. 
Fine. Niente più.
Insomma, pur avendolo letto in fretta, credo di poter dire che sia stata una perdita di tempo e che non consiglierò affatto a chi mi dovesse chiedere un parere in merito.

La trovo superficiale, priva di personalità. Una che assieme alle sue amiche vuole fare la dura - e spaccare il mondo - ma poi... Lavora tra tanti uomini ai quali tiene testa senza fatica ma non riesco proprio ad ammirarla, come donna. Dopo aver letto storie importanti, di donne che hanno davvero lasciato il segno /(tutt'altra storia, tutt'altro libro) con questa Linda proprio non mi sono trovata in sintonia.
Pazienza!

Con questa lettura partecipo  alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 1: un libro con un alimento nel titolo. In questo caso, CIOCCOLATO.

domenica 7 febbraio 2016

Voli acrobatici e pattini a rotelle (F. Flagg)


Non leggevo libri della Flagg da un bel po' di tempo. Dall'epoca dei Libri vagabondi che mi arrivarono per posta e che, lo ricordo bene, lessi in pochi giorni. Storie leggere, divertenti, gradevoli.
Ho ritrovato il suo stile, il suo modo di scrivere introducendo tanti personaggi che interagiscono l'uno con l'altro creando legami che arricchiscono la storia ma che - almeno questa volta - in alcuni momenti mi sono sembrati davvero tanti da mettere a fuoco.

Devo ammettere che non ho perso molto tempo a capire bene chi fossero i personaggi secondari e mi sono concentrata sui principali, anch'essi parecchi.
Le protagoniste di Voli acrobatici e pattini a rotelle sono le donne. In assoluto. Donne forti, di carattere e capaci di tirare fuori una personalità inimmaginabile. 
Il personaggio principale è un'eccezione: la cara Sookie è piuttosto anomala rispetto a tutte le altre donne di cui narra la Flagg anche se, alle fine, scoprirà di avere anche lei una personalità che non credeva di avere.
Sookie è un personaggio che mi ha anche fatto sorridere: è succube della madre, una donna forte e piena di se che, ad ottant'anni suonati, ancora impartisce ordini a destra e a manca senza che nessuno osi contraddirla. Anche rispetto alla vicenda principale che sconvolgerà la vita di Sookie, la Vittoria Alata - questo l'appellativo dato alla madre, per via dell'imponenza del simbolo apposto sul cofano di importanti auto - viene lasciata fuori dai giochi, per non urtare la sua sensibilità, per non contraddirla, per non costringerla a fare i conti con la realtà.
Sookie fa una scoperta che le cambia la vita e che la getta nel dubbio circa la sua reale identità. Parte, allora, alla ricerca di informazioni che l'aiuteranno a capire e questa ricerca le fa conoscere personaggi che erano a lei sconosciuti e che, anche se lei non l'ha mai saputo, sono stati fondamentali nella sua vita.
Il libro è stato scritto dall'autrice - come lei stessa ammette nelle note dell'autore - come omaggio alle prime donne aviatrici, al loro coraggio, alla loro dedizione. 

Mi è piaciuta la narrazione su due livelli temporali che poneva, da una parte, in evidenza i tanti dubbi di Sookie e, dall'altra, la realtà di un passato a lei sconosciuto. I capitoli non troppo lunghi hanno reso ancora più agevole la lettura: sarà per un mio limite psicologico ma, a volte, quando mi trovo davanti ad un libro con capitoli lunghissimi mi spavento. Quando, invece, non sono troppo lunghi li divoro. Mha! 

Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa si tratta di uno dei libri bonus che sono stati segnalati nel corso della gara.