venerdì 28 aprile 2023

Ghiaccio nero (A. Stuart)

 

Una serie che non continuerò a leggere, questo è certo.

Quella che prende avvio con Ghiaccio nero è una di quelle serie che già in partenza si è dimostrata poco nelle mie corde per cui depennata dalle possibili letture in serie da fare.

Non ho moltissimo da dire in merito perché credo di poter esprimere in modo efficace, e in breve, il mio pensiero.

Prima un accenno di trama. 

Chloe Underwood non ha molte pretese: vive a Parigi con un'amica e vive traducendo libri per bambini. Ha un'esistenza più che tranquilla e quando la sua coinquilina le prospetta la possibilità di prendere il suo posto come traduttrice per un gruppo di uomini d'affari riuniti in un castello isolato nella campagna francese in cambio di una bella cifretta non ci pensa due volte e accetta. Che sarà mai? Traduco, riscuoto e torno.

Peccato che quel manipolo di uomini d'affari si dimostri subito per quello che è: un gruppo di persone strane, misteriose e minacciose che si occupa di affari piuttosto loschi dei quali nessuno dovrebbe sapere nulla.

Ed inizia la parte critica: ma che senso ha chiamare un'interprete (di cui a quanto pare non si ha nemmeno bisogno) se non si vogliono avere testimoni di ciò che si dice e si concorda? 

Da qui in avanti le situazioni assurde si ripetono, si rincorrono, si acchiappano e tornano nuovamente a rincorrersi. Lei, Chloe, mi è sembrata una ragazza stupida - non me ne voglia ma non trovo un altro termine adatto - che sembra finita in un mezzo ad un rodeo nelle vesti del toro, pronta per essere abbattuta senza pietà. Si imbatte, ovviamente, in un uomo pieno di fascino e più misterioso di tutti gli altri. Un uomo che usa il sesso per avere informazioni (ma che informazioni vorrai avere da una stupida di quella tinta? Non bastava fare due domande semplici e qualche ricerca per capire che si trattava di una smidollata arrivata per caso in quella baraonda?) e lei che mi ha fatto una gran pena e che mi ha fatta vergognare, ad un certo punto, di essere una donna.

La vita umana vale zero al cospetto di quegli uomini che uccidono - in nome della difesa del mondo ma non ho ben capito da cosa - senza pietà e senza la minima considerazione dell'altro... tutto freddo, freddissimo e senza senso. Una missione che non ho compreso, sacrifici umani in nome di non ho ben capito che cosa, un legame - quello tra Chloe e quel tipo che si fa chiamare Bastien - che ha una scontatissima evoluzione...

Vuole essere un dark romance? Mha... sul fronte dark tutto molto ridicolo. Sul fronte romance gli elementi ci stanno pure (scene di sesso comprese) ma, onestamente, non permettono alla storia di arrivare nemmeno lontanamente alla sufficienza.

Mi spiace. Per me è un no deciso. Strana io? Forse ma il tutto mi è sembrato piuttosto ridicolo. L'autrice scrive in modo scorrevole, non dico di no, ma è l'impianto della storia che fa pena, secondo me.
***
Ghiaccio nero
Anne Stuart
Leggereditore
pag. 281
9.90 copertina rigida, 6.99 Kindle

giovedì 27 aprile 2023

The skin I'm in. Il colore della mia pelle (S. G. Flake)

 

Maleeka ha 13 anni, una pelle molto scura e vive con sua madre e sua nonna.

Appena l'ho incontrata mi sono resa conto di avere davanti agli occhi una ragazzina rassegnata a subire le angherie altrui perché nulla e nessuno può cambiare questo stato di cose. Il fatto di essere nera, in primis. Il fatto di non vestire alla moda a seguire.

Ed in effetti è così: in una scuola (siamo negli Stati Uniti di fine anni novanta, credo... ma ho fatto fatica a trovare riferimenti temporali... unico riferimento l'anno di uscita del libro che è il 1998) in cui anche gli insegnanti subiscono i comportamenti inadeguati degli alunni e poco possono davanti ad atteggiamenti a dir poco irrispettosi, accettare tutto di buon grado - gesti di bullismo inclusi - senza fare una piega sembra essere l'unica strada per la sopravvivenza. Perché, di fatto, Maleeka sopravvive, non vive. Sopravvive alle prese in giro dei compagni che la additano per via del colore della sua pelle, sopravvive alle violenze (verbali e non solo) della leader del gruppo che però considera un'amica... Triste, tutto molto triste. Triste l'idea di dover subire continuamente i gesti, a volte violenti e comunque sempre offensivi, di qualcuno per poter restare nelle sue grazie...

Ancora più triste se si pensa che le vittime di bullismo sono molte e, soprattutto, fuori dalle pagine di un libro. 

Lo sono anche se non hanno una pelle scura. 

Lo sono anche se non sono orfane di padre come lei o se non indossano vestiti cuciti alla meno peggio dalla mamma, come lei. 

Lo sono tra noi, nella scuola dei nostri figli, nelle strade della nostra città, nei vicoli dei nostri quartieri. Non è necessario arrivare tanto lontano per evocare situazioni analoghe e quel senso di impotenza che pervade tutta la storia - questo è ciò che mi ha trasmesso la storia di Maleeka - dovrebbe essere più concreto che mai se solo ci guardassimo attorno.

L'arrivo di una nuoa insegnante nella scuola di Maleeka è un momento di svolta: anche lei, però, viene presa in giro per via di un difetto fisico che le sta scritto in faccia e anche nei suoi confronti la violenza di alcuni ragazzini mi è sembrata davvero intollerabile. Impossibile poter tollerare quanto viene raccontato, impensabile che un adulto possa essere apostrofato in quel modo, inaccettabile. Sotto questo punto di vista devo ammettere di aver storto un po' il naso, come se niente e nessuno potesse fare qualche cosa per cambiare la situazione anche davanti a comportamenti evidenti, palesi e inaccettabili.

Ragazzini che vengono pestati per strada senza che qualcuno alzi un dito, familiari che sbattono i pugni sulla cattedra del preside pretendendo che la propria congiunta venga a tutti i costi promossa...

L'arrivo della nuova insegnante in qualche modo scompiglia le carte ma io ho faticato a mettere a fuoco il suo personaggio, il suo ruolo nella storia...

Razzismo e bullismo sono i temi dominanti e le situazioni prospettate, a dispetto della copertina disegnata che fa pensare a qualche cosa di più leggero, sono importanti. Forti. 

Anche il focus che viene proposto sull'ambiente scolastico, sulle sue regole (se così le possiamo chiamare) è piuttosto triste. Compresi i rapporti tra insegnanti, a dire il vero.

Ammetto che avrei preferito che alcune parti fossero più approfondite soprattutto della personalità della ragazzina, della sua situazione familiare ma anche la personalità della bulla di turno non sarebbe stata male se maggiormente approfondita. Poi mi sono detta che le mie sono considerazioni da adulta ed essendo questo un libro per ragazzi probabilmente va bene così.

Io ho chiuso l'ultima pagina con l'amaro in bocca, però. Troppo semplice affrontare tematiche così importanti e poste  con tanta irruenza nella prima parte per poi veder capitolare il tutto così in fretta come viene proposto.

Non è una lettura leggera. Per niente. Stimola parecchie riflessioni ma, personalmente, mi ha lasciata una certa amarezza addosso.
***
The skin I'm in. Il colore della mia pelle
Sharon G. Flake
Giunti editore
156 pagine
14.00 euro copertina flessibile, 8.99 kindle

mercoledì 26 aprile 2023

La principessa di ghiaccio. I delitti di Fjällbacka vol. 1 (C. Läckberg)

 
Ci ho messo un bel po' ad avvicinarmi alla Läckberg ma alla fine sono arrivata anche io ad immergermi ne I delitti di Fjällbacka.

E' uno di quei libri di cui ho sentito tanto parlare nel corso del tempo ma da cui mi sono sempre tenuta alla larga. Un po’ troppo sovraesposto a ridosso dell’uscita, l’ho lasciato sedimentare per un po’ prima di prenderlo in considerazione.

Solo ora è arrivato il suo momento e mi sono immersa, con piacere, in un mondo a me lontano ma dal grande fascino. Tanti i personaggi che non sono stati semplici da memorizzare soprattutto perché anch'essi poco familiari. Ho aggirato l'ostacolo senza farmi troppe domande e concentrandomi con calma su ognuno senza avere fretta di avere collegamenti immediatamente a portata di mano.

In breve: siamo in Svezia, nella cittadina di Fjällbacka. Erika di mestiere fa la scrittrice e si trova, suo malgrado, a vivere un’esperienza degna dei migliori romanzi gialli. Quando a Fjällbacka viene ritrovato il cadavere di una giovane donna apparentemente suicidatasi nella vasca da bagno di casa Erika verrà travolta agli eventi: la vittima era una sua amica e lei si sente coinvolta pur avendola persa di vista da tempo. Erika inizia ad indagare ed i tasselli che metterà insieme la porteranno piuttosto lontano, al di là di dove lei stessa avrebbe mai immaginato di poter arrivare.
Se, sul campo, si trova impegnata davanti a quello che appare sempre meno con i contorni di un suicidio, dal lato più strettamente personale la situazione con sua sorella inizia ad incrinarsi per via dell'influenza di suo cognato... e non è una situazione affatto facile da gestire.

Sul fronte delle indagini Erika ritrova un vecchio amico, Patrik Hedstrom, accanto al quale si troverà a riportare alla luce una serie di misteri legati ad un passato che sembra voler tornare a chiedere il conto
 
I toni si mantengono sempre piuttosto alti e malgrado una parentesi rosa, che vede coinvolti Erika e Patrik, l'autrice offre ai lettori un thriller ben strutturato, incalzante, godibile e che induce ad andare avanti con la serie. E' davvero un suicidio? O c'è un assassino in circolazione? Bhè... questo non posso dirlo, sarebbe un antipatico spoiler!
 
Di autori nordici non ne conosco molti, autrici ancora meno. E sono contenta di aver finalmente fatto la sconoscenza di Camilla che, devo ammetterlo, ho snobbato a lungo. Troppo, probabilmente!

Lettura che consiglio a chi ama poi seguire i protagonisti seriali e non si lascia spaventare da quella che sembra una schiera infinita di personaggi.
***
La principessa di ghiaccio
Camilla Läckberg
Marsilio editore
pag. 458
13.00 euro copertina flessibile, 7.99 Kindle

sabato 22 aprile 2023

Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo (R. Saviano)

 

Un romanzo che non è un romanzo. Purtroppo.

Un romanzo che è una storia vera seppur romanzata soprattutto per ciò che concerne gli aspetti più personali, intimi dei protagonisti. Una storia che conoscevo solo dalle notizie che, nel tempo, mi sono arrivate dalla televisione ma che stavolta ho vissuto in modo intenso e doloroso.

Prima ti infangano,
poi ti isolano,
poi ti ammazzano.

Nell'ultima di copertina è riassunta la storia non di un suolo uomo - che pure è il protagonista del libro, ma di tanti uomini sotto il fuoco nemico della mafia.

Il pensiero che, al netto di alcune aggiunte dovute a necessità narrative, tutto ciò che viene racconto sia realmente accaduto mi ha travolta. Perché spesso quando si sente una notizia la si ascolta con superficialità e nemmeno si ha voglia di approfondire. Quando, però, si ha occasione di farlo, però, non si può assolutamente rimanere indifferenti.

Saviano racconta episodi noti alla cronaca ma offre ai lettori il lato umano delle vicende. Erano uomini con le loro passioni, le loro debolezze, le loro paure quelli che hanno lottato contro la mafia e che, purtroppo, nella maggior parte dei casi hanno perso. Hanno perso la vita.

Famiglie, amori, emozioni, timori, aspirazioni... tutto finito in un attimo. Lo è stato per Falcone ma anche per molti altri.
Sapeva di essere una mina vagante, Giovanni. E non mancava nemmeno di dire apertamente di avere le ore contate. Era consapevole della delicatezza del suo ruolo tanto più alla luce di ciò che gli stava accadendo attorno. Scomodo, troppo scomodo per tanti quel magistrato. E tanti glielo hanno fatto capire in modo diretto, nel corso del tempo, senza troppa diplomazia. 

Nel raccontare la sua storia Roberto Faviano racconta tante altre storie, come quella di Totò Riina che assiste allo sterminio della sua famiglia e diventa, piano piano, il Totò Riina che ci è stato consegnato dalla cronaca nel corso del tempo.

I fatti di cronaca li conosciamo e non intendo dilungarmi su questo.

Due paole, però, le spendo per dare conto a Saviano di aver offerto al lettore un aspetto, quello dell'uomo Giovanni Falcone, che non può lasciare indifferenti. Era un uomo fondamentalmente solo, Giovanni. E lo sapeva perfettamente. Solo non perché non avesse persone accanto, no. Aveva una donna - Francesca - e degli amici cari (uno su tutti Paolo Borsellino) ma era solo con il suo destino. Quello di un uomo attaccato da tutte le parti, infamato e poi isolato... Sapeva bene che sarebbe stato ucciso prima o poi e mi hanno molto colpita le parole, più volte ripetute, che lui stesso diceva: "... non si mettono al mondo ofrani".

Ho comprato questo libro a mia madre che ama i fatti di cronaca ed ha letto tutto di Saviano, o quasi. Poi, come sempre, lo ha consigliato a me e stavolta era arrivato il momento di lasciar stare storie di mero intrattenimento o di pura fantasia. 

E' un libro che non dimenticherò. Avevo venti anni all'epoca e probabilmente quanto accaduto mi ha toccata solo marginalmente. Oggi non è più così. Ho sofferto tra queste pagine e sono profondamente arrabbiata. Una rabbia silenziosa, la mia, che credo mi resterà a lungo addosso.

Una precisazione sullo stile: il romanzo, dopo una prima parentesi riguardante il Riina del 1943, va dagli inizi degli anni Ottanta fino al giorno della morte di Falcone, nel maggio del 1992. La narrazione è ricca, ricchissima di riferimenti a fatti e persone che hanno caratterizzato quell'epoca e - pur essendo un libro tutt'altro che leggero per via dei temi trattati - lo si legge in modo scorrevole. 

Io ammetto di essere andata più volte alla ricerca di approfondimenti su quanto stavo leggendo ma sarebbe bastato pazientare un po' ed arrivare alla parte finale. A storia conclusa si apre una ricca biografia che non è un'asettica elencazione dei documenti da cui Saviano ha tratto le informazioni che poi ha rielaborato ma offre ulteriori approfondimenti su quei fatti che sono stati messi insieme per dare corpo alla storia.

Ringrazio mia madre per avermi offerto l'occasione di crescere. Sì, perché mi sento una persona diversa a storia terminata. Più consapevole, se non altro di ciò che in passato ho trattato con un certo distacco. 

Nessuno può dire "...sono cose che non mi riguardano". Nessuno. Perché non è proprio così!
***
Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo
Roberto Saviano
Bompiani editore
pag. 581
24.00 euro copertina flessible, 14.99 Kindle (e vale ogni singolo euro speso!)

venerdì 21 aprile 2023

Lettere persiane (Montesquieu)

  

Una premessa è d'obbligo: non vengo da studi classici per cui la mia opinione in merito al libro Lettere persiane di Montesequieu sarà quella di una semplice lettrice che ha voluto avventurarsi in una storia che mai avrei immaginato di voler approfondire.

Ho iniziato a leggere le Lettere persiane per dare una mano a mia figlia che sta studiando degli approfondimenti con l'insegnante di lettere e la curiosità di capire dove quei racconti andassero a parare è stata più forte di me.

Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu ha diffuso la sua opera inizialmente in forma anonima e fuori dalla Francia, sua terra d'origine, per evitare la censura. Grazie alla rapida diffusione del testo, ben presto l'identità dell'autore verrà svelata: si tratta di un romanzo polifonico ed epistolare. Le vicende vengono narrate secondo diversi punti di vista, quelli degli autori delle lettere che sono, appunto, più d'uno.

I protagonisati sono due uomini persiani: si tratta di Usbek (un uomo più maturo) e un giovane di nome Rica. Entrambi hanno dovuto lasciare la loro terra perchè entrati in contrasto per questioni politiche con éle posizioni dello Scià. Hanno così dovuto lasciare i loro amici, le loro famiglie verso una terra lontana: la Francia. Usbek, in particolare, ha lasciato anche le sue cinque mogli che pure avranno un ruolo nella vicenda narrata.

I due persiani, da ciò che raccontano, trovano ospitalità presso un aristocratico francese ed hanno quindi l’occasione di conoscere la cultura di quella terra, la civiltà e la società francese, la religione di Francia. Di queste loro scoperte raccontano ai loro corrispondenti rimasti in Persia quindi alle loro rispettive mogli, ai loro confidenti. 

Così si snoda il romanzo: tra la meraviglia per un mondo nuovo che si apre ai loro occhi e considerazioni legate, invece, alla vita che hanno lasciato nella loro terra.

Quello che Montesquieu getta verso l'oriente è uno sguardo occidentale, non lo si può dimenticare. L'autore fa le sue considerazioni rispetto ad una cultura che di fatto non conosce e critica, per bocca di due personaggi orientali, quella che invece conosce bene.

Nell'edizione del libro che ho letto io è presente un'introduzione che riporta anche l'elenco di coloro che si scambiano lettere per aiutare il lettore nella comprensione così come sono presenti note che facilitano la lettura. 

Da lettrice contemporanea posso dire che mi sono lasciata incuriosire dagli scambi di considerazioni tra i vari interlocutori senza scandalizzarmi di niente. E' evidente che per i lettori francesi dell'epoca, invece, la situazione debba essere stata differente visto che ciò che l'autore racconta  dell'oriente è inconcepibile per un francesce cattolico del 1700 a partire dalla poligamia, tanto per citare un esempio.

Già Montesquieu mi apparso simpatico nell'incipit quando dice chiaramente che il suo libro se è buono verrà letto, senza necessità di troppe introduzioni, così come se non è buono non sarà letto e di ciò lui non si curerà. Insomma, lui ha qualche cosa da raccontare: se il pubblico gradisce bene, altrimenti non ci sono problemi di nessun tipo. Promette di non prendersela, insomma. Simpatico!

Non potendo raccontare nel dettaglio tutto ciò che viene narrato, mi limito a dire che se da una parte emergono gli usi e costumi della Francia, decisamente differenti da quelli Persiani, dall'altra si pone l'attenzione sulla vita del serraio che altro non era se non il posto in cui vivevano le mogli di Usbek, in attesa del suo ritorno. Si tratta di una zona chiusa all’interno della grande abitazione principale in cui, oltre alle mogli, potevano accedere solo altre donne che erano le serve, la madre del signore stesso e gli eunuchi cioè degli schiavi evirati che dovevano custodire la moralità di queste donne occupandosi della loro sicurezza. 

Tramite le parole dei suoi protagonisti Montesquieu ironizza sulle usanze e sul modo di vivere dei francesi senza risparmiare né le istituzioni né gli uomini dell'epoca. Allo stesso tempo, però, se Usbek si pone in modo critico nei confronti della società francese, ben presto si scopre che lui stesso, nella sua terra, altro non è se non un despota in particolare per ciò che accade all'interno del serraio...

Senza voler scendere in considerazioni letterarie (non sono proprio il tipo) devo dire che immaginavo una lettura più pesante per un'opera che ho sempre guardato da molto lontano. Probabilmente il merito va alla moderna traduzine che ho trovato nell'edizione Feltrinelli.
***
Lettere persiane
Montesquieu
Feltrinelli editore
448 pagine
13.00 euro copertina flessibile, 2399 Kindle

martedì 18 aprile 2023

L'inventario delle nuvole (F. Faggiani)

La montagna torna ad essere protagonista nell’ultimo romanzo di Faggiani

Una montagna che non fa sconti ma che entra nell’anima dei suoi protagonisti che vi sono legati in modo indelebile.

L’autore racconta un mestiere antico, quello della raccolta dei pels, i capelli. Un mestiere che porta i Cordero a diventare una famiglia di riferimento nel nucleo sociale in cui vive. Giacomo è il piccolo della famiglia ma ammetto di aver fatto fatica a dargli un’età… o mi è sfuggito o proprio non sono riuscita ad inquadrarla.

La sua è una famiglia composta da sua madre Lunetta, sua nonna Desideria e suo nonno Girolamo. Ed è proprio Girolamo il pilastro della famiglia nonché il cuore pulsante di quel mestiere che Giacomo eredita senza pensarci troppo. 

E’ una famiglia benestante, rispettata, nel cuore di tutti (o quasi) per il modo in cui Girolamo ha imparato nel tempo a relazionarsi con gli altri. Ha bisogno degli altri per poter comprare (barattare per lo più) capelli ma allo stesso tempo è sempre pronto a prendersi cura delle persone con cui ha a che fare, soprattutto quelle che sono in maggiore difficoltà, le più bisognose, quelle con le quali la vita non è stata generosa.

E’ anche questo che Giacomo si trova ad ereditare: un modo di essere, prima ancora che un modo di fare. Un modo di essere che non conquista solo imitando il nonno, perché certi atteggiamenti non si possono imitare, vanno sentiti, fatti propri. Ecco, dunque, che assistiamo alla crescita di quel ragazzino che matura in fretta, a dire il vero, ma che a ben guardare non può fare altrimenti.

Ciò che mi ha maggiormente conquistata di tutto il racconto sono state le descrizioni: luoghi impervi, è vero, con un clima che non è certo favorevole ma con quel fascino che solo ambienti di montagna possono offrire.
La montagna è viva ed è anch’essa protagonista accanto a Giacomo e a tutti coloro che gli gravitano attorno. Ciò che avrei preferito venisse maggiormente approfondito sono le personalità di alcuni personaggi secondari che, secondo il mio parere, avrebbero avuto molto da dire.

Scrittura scorrevole, storia che incuriosisce e cattura anche nei passaggi più legati alla tradizione locale e probabilmente sconosciuti ai più.

La montagna riscalda l’anima anche quando, per via delle temperature descritte, trasmette quel freddo che fa compagnia ai personaggi nella loro quotidianità, nella loro solitudine (perché la vita di montagna, la vita dei raccoglitori di capelli, impone anche questo).

Una contraddizione in termini?

Così può apparire, ma la lettura trasmette qualche cosa di diverso di una contraddizione.
***
L'inventario delle nuvole
Franco Faggiani
Fazi Editore
296 pagine
18.50 copertina flessibile

martedì 11 aprile 2023

If we were villains. Non è colpa della luna (M. L. Rio)

  

Ho ascoltato questo libro, non l'ho letto. E, ne sono certa, se l'avessi letto l'avrei abbandonato subito. 

Ho pensato di ascoltarlo senza curarmi di conoscere la trama e nemmeno saperne i precedenti - dove, come, quando e perchè fosse già stato pubblicato, edizione illustrata etc. etc... - visto che mi era utile per una challenge di lettura ed ho voluto dargli un'opportunità.

Senza dilungarmi troppo dico subito che si sarebbe risolto almeno con 100 pagine di meno. Tante, troppe le divagazioni del tutto inutili che possono piacere agli amanti di Shakespeare ma che se assunte in dosi massicce alle fine stancano. Per lo meno per me è stato così. 

La storia è piuttosto semplice e nemmeno tanto geniale: Oliver Marks è stato in carcere per dieci anni pagando per l'uccisione di un suo compagno di college. A distanza di tanto tempo si arriva finalmente alla verità, quella che è stata taciuta, quella che è stata mistificata con il beneplacito di più d'una persona (a quanto pare) che era perfettamente consapevole di come stessero le cose.

Oliver era uno studente della Dellecher, una prestigiosa scuola d'arte drammatica degli Stati Uniti nella quale si vive di pane e Shakespeare, letteralmente. Tutto porta ai suoi drammi anche nella vita fuori dal palcoscenico e questo, sono onesta, in più punti mi ha proprio stancata. 

Ci può stare per un po' ma alla fine stanca.
Opinione personale, ovviamente.

Oliver è uno dei sette compagni di corso del quarto anno: sono amici, condividono la passione per il teatro e non solo. Condividono superalcolici, canne a volontà ed anche un modo di fare alquanto cospiratorio nel momento in cui Richard viene trovato in fin di vita in mezzo ad un gelido lago. Negli ultimi tempi si comportava in modo strano, il ragazzo. Era diventato violento (mi sarebbe piaciuto conoscere più a fondo questo personaggio e capire il perchè dei suoi improvvisi atteggiamenti) e nel rapporto con i suoi amici perdeva spesso la testa tenendo comportamenti tutt'altro che graditi. Ma quando viene trovato esanime nelle acque gelate i suoi sei compagni fanno una scelta ben precisa. Una scelta che difenderanno con le unghie e con i denti finché potranno.

Perchè Oliver finisce in carcere? Perché che è stato in carcere lo si sa fin dall'inizio... è questa l'unica curiosità che mi ha portata ad ascoltare il libro fino alla fine. Tutto il resto mi ha anche annoiata un po'. 

Praticamente i protagonisti vivono in ambiente accademico. La storia lega i ragazzi l'uno a l'altro a doppio filo, più di quanto loro stessi possano pensare. Amore, passione, lealtà, bugie, inganni, canne ed alcol... questo il mix che porta a dipingere i tratti di un ambiente che non mi è piaciuto affatto. Quelle maschere che indossano a teatro sembrano non cadere mai, tanto da rendere i personaggi non del tutto credibili o, per lo meno, quasi inconsapevoli di ciò che fanno...

Credo che i personaggi avrebbero potuto dire molto di più, soprattutto dal punto di vista psicologico: è come se fossero stati posti tutti allo stesso livello, tutti protagonisti, ma senza approfondirne nessuno. Peccato, poteva essere una svolta importante quella di dare maggiore spessore ai personaggi sacrificando, magari qualche citazione di troppo. 

Non è un libro che consiglierei, tantomeno a lettori più giovani ai quali passerebbe il messaggio che fare abuso di superalcolici e spararsi una canna dietro l'altra sia la normalità in certi ambienti. Mi piace pensare che sia un'esagerazione pura e semplice e non lo gradisco come messaggio. Legare l'arte a comportamenti di questo tipo secondo il mio parere sminuisce il ruolo dell'artista ma anche questa è un'opinione personale.

Per fortuna è finito. Passo decisamente ad alto sperando di dimenticarlo in fretta.

Ps. se volessi essere pignola anche dal punto di vista dello stile, della grammatica, potrei dire che "Il suono dei miei pasi le fecero..." non è corretto perché il suono è singolare e il verbo è plurale... ma evito. Non credo che serva a rendere il mio pensiero più completo.
***
If we were villains. Non è colpa della luna

M. L. Rio
Fassinelli editore
320 pagine
19.90 copertina rigida, 9.99 Kindle, Audiolibro

sabato 8 aprile 2023

Aurora nel buio (B. Baraldi)

Ho conosciuto Barbara Baraldi in occasione del Nebbia Gialla noir festival ma ci ho messo un po' a prendere familiarità con i suoi libri ed i suoi personaggi. Solo ora ho deciso di iniziare la serie di Aurora Scalviati e devo dire che ne sono estremamente soddisfatta.

 

Il nostro è stato un incontro in punta di piedi.

Ci siamo avvicinate con rispetto l'una all'altra senza eccessi d'entusiasmo per arrivare alla fine di questa priva avventura con la consapevolezza di essere diventate amiche.
Io e la protagonista della serie, Aurora appunto. E' un personaggio che mi piace, una figura travagliata in cerca di una sua dimensione all'interno di un thriller psicologico che mi ha catturata. 

La fama di Barbara Baraldi è motivata, devo ammetterla. Scrive molto bene ed ha messo su carta, almeno in questo primo volume, una storia efficace, che cattura e mantiene alti ritmi fino alla fine.

E' una profiler, Aurora. E pure brava. Quando però un proiettile la colpisce alla testa, durante un conflitto a fuoco, le cose per lei cambiano: quel disturbo bipolare che il proiettile infilato nella sua testa le provoca è difficile da controllare soprattutto per chi, come lei, si trova a fare un lavoro così particolare.

Un proiettile che non la ferma, però, visto che torna al lavoro seppur in un'altra sede, quella di una tranquilla cittadina dell'Emilia. Qui si trova ben presto alle prese con un caso delicato, che ha a che fare con una bambina rapita probabilmente da suo padre dopo avere ucciso sua moglie trovata cadavere in casa. Sembra tutto troppo facile: il marito uxoricida e rapitore di sua figlia... trovato lui, risolto il caso. 

Aurora sente puzza di bruciato fin da subito ed il suo intuito la porta a fare delle ipotesi completamente diverse da quelle formulate da coloro che stanno ufficialmente indagando.

La ragazza trova un ambiente ostile ad attenderla nel nuovo posto di lavoro ed è costretta a sgomitare per farsi non solo accettare ma rispettare. Si tratta di un aspetto che mi ha colpita e che rimanda a tante situazioni analoge nelle quali donne, seppur in gamba, per un motivo o per l'altro si trovano ad affrontare una situazione del genere. Va anche detto che lei ci mette del suo, soprattutto all'inizio, per indispettire chi si trova ad averla tra i piedi. Se dovessi utilizzare il gergo calcistico direi che entra decisamente a gamba tesa e questo non rende le cose più facili tantomeno in un mondo fatto prevalentemente da uomini.

Ma Aurora è tenace e convinta di poter dare un contributo importante alla soluzione dei casi. Non molla, nemmeno quando la situazione sembra sfuggirle di mano e i demoni del suo passato allungano su di lei delle ombre pesanti e vischiose, tali da appesantirne l'esistenza più di quando non abbiano fatto mai.

La narrazione avviene alternando due periodi storici differenti e il salto nel passato che viene effettuato da un capitolo all'altro aiuta a dipingere un quadro ben preciso: tanti anni prima successe qualche cosa che rimanda a quanto sta accadendo oggi...

L'indagine non è semplice ed il ruolo di Aurora sarà più importante di quanto non si possa immaginare fino a diventare essa stessa una vittima.

Di nuovo.

Aurora mi ha conquistata. Con le sue fragilità, i suoi tentennamenti, i suoi squilibri, i suoi problemi e con le sue entrate a gamba tesa, perchè no!

Leggerò il seguito, senza ombra di dubbio.
***
Aurora nel buio
Barbara Baraldi
Giunti editore
498 pagine
13.00 euro copertina flessibile, 19.60 copertina rigida, Kindle Unlimited, Audiolibro

giovedì 6 aprile 2023

Il lettore (B. Schlink)


Bellissima copertina e storia toccante per un sacco di motivi e sotto diversi punti di vista.

Bernhard Schlink porta il lettore in Germania, alla fine degli anni Cinquanta.
 
La prima parte del libro è carica di passione. Quella, inusuale, tra un quindicenne e la donna che, in un giorno d’ottobre, lo ha soccorso in un momento di difficoltà. Michael è un adolescente come tanti che vede cambiare la sua vita quando si avvicina a quella donna sconosciuta, che ha il doppio della sua età, per ringraziarla del gentile gesto. Dal momento in cui bussa a quella porta la sua vita cambia e… nessuno se ne accorge. Eh già, lo sottolineo perché è questa la cosa che più mi è sembrata strane: il ragazzino ha superato l’itterizia dopo un intero inverno passato a letto. Quando inizia ad assentarsi da casa, nel periodo della sua convalescenza, per incontrare Hanna – questo il nome di lei – nessuno si rende conto di niente, nessuno lo cerca, nessuno indaga nel lungo periodo che passa fuori casa. Unica nota stonata…Tra i due (lui non sa niente di lei, a ben guardare, nemmeno il nome) nasce una passione travolgente che si consuma in quella che diventa la loro routine, per lo più a casa di lei. Un bagno, l’amore e la lettura a voce alta di un classico della letteratura tedesca. Di lui per lei. Questo è il rituale che porta Michael a vivere un’esperienza che lo porta a diventare, di fatto, un uomo.
Quando la donna sparisce senza lasciare traccia della sua esistenza, per il ragazzo si apre un nuovo capitolo della sua vita, quella che ormai era vocata all’incontro con lei.
Tempo dopo Michael, studente di legge, si trova ad assistere da un processo che vede Hanna come imputata nell’ambito di uno degli Auschwitzprozesse dell’epoca: era una sorvegliante e, con altre donne che avevano il suo stesso incarico, ha provocato la morte di molte prigioniere.
Si apre un capitolo del tutto nuovo per lui, chiamato ad affrontare una situazione inimmaginabile e con una nuova maturità. Hanna è lì, davanti a lui, e ciò che accade altro non è se non un’altra storia nella storia.
Se nella prima parte l’iniziazione amorosa e sessuale viene offerta come qualche cosa di normale – lui 15 anni, lei 30 – nella seconda si affronta il tema della Shoah puntando l’attenzione sul ruolo di quella donna all’interno del lager.

La prima parte è molto sensuale, intensa ma mai volgare, mai eccessiva.
La seconda è molto triste, anche se si ha uno spiraglio di speranza a cui fare appello.
Hanna è colpevole? È colpevole di aver sedotto un ragazzino? È tutta sua la colpa delle numerose morti avvenute sotto i suoi occhi all’epoca? Può essere in qualche modo assolta? In questo contesto si inserisce anche il valore della lettura, altra protagonista del romanzo ed un segreto che insinuerà qualche dubbio...

Lettura che non si dimentica, secondo me, per diversi motivi.
***
Il lettore
Bernhard Schlink 
Casa editrice Beat
pag. 208
13.50 copertina flessibile