domenica 31 ottobre 2021

Il barone rampante (I. Calvino)

Ho letto Il barone rampante in un'edizione che mi è piaciuta molto. Si tratta di un'edizione per studenti delle scuole medie, piena zeppa di note, commenti e spiegazioni utilissime non solo per comprendere qualche termine un po' desueto ma anche per approfondire i vari capitoli.

Cosimo è il protagonista del libro che Italo Calvino ha scritto tra il 1956 e il 1957, all'età di 33 anni.


 Onestamente credo che non sia un libro identificabile in un preciso genere. 

Lo possiamo definire libro d'avventura visto che il protagonista, Cosimo, che decide di andare a vivere sugli alberi senza più mettere piede a terra, di avventure ne vive parecchie.  

Lo possiamo definire fantasy, visto che la fantasia non manca: come si può immaginare, senza una buona dose di fantasia, un ragazzino che vive sugli alberi fino a diventare vecchio? 

Lo possiamo definire romanzo di formazione seppur prendendo con le pinze questo genere, in questo caso: il ragazzino cresce tra gli alberi, matura, fa tesoro di molti insegnamenti che gli arrivano da coloro con i quali, comunque, non taglia mai definitivamente i ponti.

Io credo che ognuno possa catturare l'aspetto che più preferisce e, comunque va detto che si tratta di un libro che è stato proposto ai lettori in diverse edizioni. Una particolare cura è stata messa in campo, da parte dello stesso autore, per mettere a punto un'edizione per ragazzi (era il 1959) e ancora oggi e ne sono in circolazione edizioni diverse. Quella che ho trovato in biblioteca è un'edizione per ragazzi ma avrò modo di confrontarla a breve con la versione integrale (che dovrebbe arrivarmi a giorni). 

La storia, in breve: Cosimo, figlio primogenito del Barone Arminio Piovasco di Rondò, decide di andare a vivere sugli alberi e lo fa come risposta da un obbligo familiare al quale non si sente di obbedire. Una ribellione che per la famiglia sulle prime rappresenta un grande sgarbo ma che, poi, potrebbe tranquillamente rientrare con un perdono e non ci pensiamo più. Così non è per Cosimo. Ha preso una decisione e non ha nessuna intenzione di cambiare idea.

La voce narrante è quella del fratello minore di lui, Biagio, che cerca anche di aiutare suo fratello dopo aver capito che la via della persuasione non è percorribile. 

Cosimo resterà fermo nella sua posizione o si ravvederà? Certo è che quel ragazzino insegna a prendere il coraggio a quattro mani e a fare, con convinzione, delle scelte anche forti quando necessarie a cambiare ciò che si ritiene ingiusto. E questo avrà delle conseguenze per lui oltre che per la sua famiglia!

Libro molto piacevole da leggere prendendolo per quello che è: una storia datata, legata ai dettami dell'epoca in cui è ambientato il racconto - tutto ha inizio il 15 giugno del 1767 - che, con un pizzico di fantasia, mi ha incuriosita fino ad arrivare al finale che... niente spoiler, è meglio!

Ps. tanti i personaggi minori che interagiscono con lui. Quello che mi è piaciuto più di tutti è il Brigante Gian de Brughi, temuto da tutti e ricercatissimo, su di lui pende una taglia a tanti zeri ma mostrerà una faccia di sè sconosciuta a tutti: ama i libri da morire... letteralmente.
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Il barone rampante
Italo Calvino
Garzanti (edizione per la scuola media)
232 pagine

sabato 30 ottobre 2021

La vegetariana (H. Kang)

Ne sono sempre più convinta: tra me e gli autori orientali non c'è feeling. Ci ho provato diverse volte ma ho sempre fatto tanta fatica.

In questo caso, il libro La vegetariana di Han Kang non è stato difficile da leggere (piuttosto scorrevole e dai concetti estremamente chiari) ma non riesco ancora a decifrare quello che mi ha lasciato.

In 177 pagine sono concentrate la disperazione di una donna che decide di non mangiare più carne animale, la reazione della sua famiglia davanti al suo lento deperimento ma anche una cultura che faccio fatica a comprendere. 

Il libro è diviso in tre parti. 

Nella prima la protagonista assoluta è lei, Yeong-hye ma lo è anche il suo matrimonio, il suo rapporto con suo marito. Emergono i tratti di una donna considerata ordinaria nell'ambito di un matrimonio ordinario. Una donna silenziosa, rispettosa del suo uomo, che non fa mai niente al di fuori dalle righe, che non ha una vita che non sia quella domestica. Nel momento in cui decide di scegliere si scatenano reazioni molto dure da parte di chi le sta accanto. Nessuno, però, si è mai curato più di tanto di lei, nessuno l'ha mai ascoltata, nessuno l'ha mai considerata una persona prima che una moglie servile. Alla voce del marito che ammette candidamente di aver sposato una donna che non ha mai amato e di averla scelta proprio perché persona anonima, remissiva e docile, che non avrebbe mai dato problemi si alterna la voce di quella donna che sente la necessità di privarsi di alimenti di origine animale non per uno scopo di purificazione quanto come reazione a qualche cosa di violento che le è scoppiato nell'anima e si è manifestato sotto forma di sogno. Ecco, dunque, che racconta episodi di quando era bambina, che altro non sono se non pura violenza imposta da una cultura che, lo ripeto, non riesco a comprendere. Una violenza che in quel momento non le è sembrata tale ma che riaffiora alla sua mente in tutta la sua gravità.

In questa prima parte la donna, che è spinta da una grande forza di volontà capace di andare oltre il suo aspetto fragile, manifesta chiari segni di anoressia nervosa e chi le sta attorno cerca, in modo violento, di costringerla a tornare sui suoi passi. 

Nella seconda parte l'attenzione si sposta su suo cognato e lei si trova a subire delle scelte che non tengono conto del fatto che si trova in una situazione delicata, in un equilibrio mentale precario, incapace più che mai di fare delle scelte consapevoli.

Nella terza parte la donna, abbandonata da tutti, ha solo sua sorella accanto. Una sorella che la vede lottare fino alla fine delle sue forze per non alimentarsi e non essere alimentata. Quella che è sempre stata considerata un'anoressia nervosa diventa sempre più legata a doppio filo con una forma di schizofrenia che si manifesta in maniera estrema con il desiderio di tornare alla terra, convinta com'è di essere un albero.

Resta uno squarcio nel petto del lettore davanti ad una storia fatta di scelte drastiche, è vero, ma anche di silenzi, di sottomissione, di negazione di una qualsivoglia personalità che ad una donna non è concessa.

Resta sospeso l'interrogativo: ma quanto fa paura la morte? Sarà poi così male?
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La vegetariana
Hang Chang
Adelphi editore
177 pagine
10.00 euro copertina flessibile, 4.99 euro Kindle

venerdì 29 ottobre 2021

La ragazza di Roma Nord (F. Moccia)

Simone ed Alice si conoscono su un treno e si piacciono all'istante ma si salutano senza lasciarsi nessun recapito, senza sapere nemmeno come si chiamano. Lei è la Ragazza di Roma Nord. Lui è un giovani innamorato della sua fidanzata Sara e che, proprio durante un viaggio che lo porta verso di lei, lascia andare quella ragazza con la quale si è sentito così in sintonia durante il viaggio. Lui ama Sara e non c'è spazio per nessun'altra. 

Il destino, però, ogni tanto spariglia le carte: riuscirà Simone a ritrovare quella ragazza?

Il libro, lo ammetto, mi è sembrato adatto a lettori adolescenti o, comunque, a chi volesse avere tra le mani una storia moderna - tanti i termini legati alle nuove tecnologia, ai modo di parlare di oggi - scenografica ma dove non ho trovato molto di più. Avrei preferito conoscere meglio la personalità dei personaggi, almeno.

Non che mi aspettassi molto di più, sono sincera... L'ho letto perchè utile per una challenge di lettura a cui sto partecipando altrimenti credo proprio che sarebbe rimasto ad aspettarmi in eterno.

Ho letto in giro che per la realizzazione di questo libro l'autore ha effettuato una specie di esperimento di coworking selezionando racconti, poesie, pensieri che poi sono stati ospitati tra le pagine del libro.
Io onestamente mi sono chiesta quale sia stata l'effettiva utilità di quei racconti se non quella di allungare un po' la trama... non me ne vogliano gli autori che ho trovato, comunque, molto bravi.
 
Durante la ricerca, o meglio l'attesa di Simone - che peraltro diventa famoso grazie ai media moderni per cui un tema affrontato è anche quello della potenza della rete - incontra persona che gli consegnano i loro scritti ma questo, onestamente, non mi è sembrato che aggiungesse molto alla storia che, anzi, in alcuni passaggio ho trovato un po' lenta e portata per le lunghe.
 
Se lo consiglio? Se si cerca una storia che somiglia ad una favola moderna senza troppe pretese, se si è disposti a chiudere un occhio o due, se non si mira ad una storia indimenticabile, sì.
Altrimenti meglio lasciar stare.
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La ragazza di Roma Nord
Federico Moccia
SEM editore
350 pagine
18.00 euro copertina flessibile - 8.99 Kindle

mercoledì 27 ottobre 2021

Aldilà (A. Morstabilini)

L'esigenza è quella di trovare un luogo adatto, isolandosi dal resto del mondo, per scrivere un racconto dell'orrore. Quando la scelta cade su una casa piuttosto sinistra già nell'aspetto, in luogo isolato e silenzioso, il protagonista - voce narrante - sente di aver trovato il posto giusto. 

 

Qualche cosa lo ha attirato fin da subito anche se non riesce a ben capire di cosa si tratti. 

Prende le mosse dalla necessità di trovare il giusto ambiente in cui dare spazio alla propria fantasia una storia che vedrà il progatonista alle prese con qualche cosa di inaspettato in un luogo che già, da solo, potrebbe essere il protagonista del suo racconto.

Tra personaggi molto singolari, sedute spiritiche, spazi misteriosi ed ai quali l'accesso è interdetto, la curiosità dello scrittore lo porterà ad indagare dimenticandosi quasi il motivo per cui si è recato in quel posto. Il suo racconto riuscirà a prendere vita su quei fogli che si è procurato o sarà la casa la vera protatonista di una storia dell'orrore, con i suoi segreti e i suoi misteri? Cosa hanno da nascondere quei personaggi con i quali lo scrittore entra in contatto? E cos'è che realmente fa paura, tra quelle mura? Il ricordo di ciò che è stato o di ciò che non è stato? La presenza di qualcuno che non se mai andato o l'assenza di chi, di fatto, non c'è stato mai?

L'autore vive in prima persona un'avventura che lo porta lungo strade diverse da quella che aveva intenzione di imboccare all'inizio.

Senza voler nulla togliere al gusto della lettura mi limito ad alcune osservazioni.

La lettura mi è risultata un tantino rallentata dall'uso delle tante virgole e dei tanti incisi. Una scelta stilistica dell'autore rispetto alla quale non indendo sollevare alcuna critica ma che, per come sono abituata io a leggere velocemente, in diverse parti (soprattutto all'inizio) mi ha rallentata.

La trama non mi ha convinta del tutto: di case infestate se ne incontrano tante ma di paura vera, quella che dovrebbe essere collegata ad una storia di fantasmi, ne ho vissuta poca. 

Ciò che ho apprezzato maggiormente sono le descrizioni dei luoghi e l'atmosfera. Poco si conosce della personalità dell'autore ma i luoghi, dal sapore gotico e misterioso, vengono resi alla perfezione con una Pianura Padana resa in modo originale.
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Aldilà
Andrea Morstabilini
Il Saggiatore editore
299 pagine
20.00 euro copertina rigida, 9.99 Kindle

martedì 26 ottobre 2021

Quello che chiamiamo amore (L. Minutilli)

 Quante volte si fanno delle scelte per il bene altrui? 

Quante volte si è convinti di essere nel giusto, nella vita di coppia, senza nemmeno chiedersi se davvero sia così?
E quante volte lo si fa tenendo davvero conto di ciò che è bene per l'altro e non di ciò che pensiamo che lo sia? Quando manca il dialogo, il confronto quello vero, genuino, cosa può accadere anche ad un amore che dura da una vita?

Lo sa bene Ettore che, da sempre, ama Elisa. Da bambini, da ragazzini. Si sono scelti, si sono riconosciuti, si sono amati, si sono persi e ritrovati. Tutto ha avuto inizio con lei, con Elisa. E tutto arriva a chiedere il conto, prima o poi.

Nel libro Quello che chiamiamo amore l'autrice propone la storia di una coppia che è tale da sempre e nella quale sembra tutto talmente bello da non essere vero. Eh sì, perché chi può dire di conoscere davvero la persona che ha accanto? La si vede davvero o si vede ciò che si vuole vedere? 

Ettore nella sua vita ha sempre cercato di fare scelte che facessero stare bene la sua compagna di vita chiudendo anche gli occhi, di tanto in tanto, davanti ad alcuni segnali stridenti, ad alcuni campanelli d'allarme che ha fatto finta di non sentire. Quando, però, il suo grande amore lo lascia, senza un apparente perché, Ettore si interroga su cosa possa essere accaduto ed è come se ognuno di noi passasse in rassegna il proprio rapporto con la persona amata.

Ettore ha saputo davvero ascoltare la sua donna quando le parlava? Scegliere cosa fosse meglio per lei è stato davvero giusto ed appagante per entrambi? Eppure è un buon compagno di vita, un gran lavoratore... Nel momento dell'addio si rende davvero conto delle esigenze di quella ragazza, prima, di quella donna poi? Fare la moglie e la madre erano davvero le sue maggiori aspirazioni, come Ettore era convinto che fosse?

Il racconto, lo ammetto, mi è sembrato un po' scontato, il racconto di una vita di coppia qualunque ma il coup de théâtre è arrivato sul finale e ha riabilitato tutto il racconto. Non mi aspettavo un epilogo come quello proposto.

Comunque ben scritto, il racconto di una vita che potrebbe essere quella di chiunque abbia un certo modo di intendere il rapporto di coppia. Sorpresa sul finale, però!
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Quello che chiamiamo amore
Loreta Minutilli
La nave di Teseo
256 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

domenica 24 ottobre 2021

Il segreto di Rembrand (A. Connor)

Rembrandt non era la persona che oggi crediamo. Nel Settecento e nell'Ottocento è stato poco considerato: il suo lavoro era ritenuto troppo cupo e lugubre, e gli venivano preferiti altri pittori (...). Eppure, con il passare degli anni, ci siamo innamorati di Rembrandt van Rijn, abbiamo fatto nostra la sua oscurità.

 
Un personaggio misterioso, oscuro, una figura del mondo dell'arte a cui sono legati dei misteri.
 
Rembrandt è il protagonista, seppur indiretto, di questo romanzo che somma eventi storici ad alta tensione. La storia si snoda negli ambienti artistici che vanno da Londra ad Amsterdam, passando per New York. "Piazze" importanti per le opere d'arte ma che rischiano di crollare miseramente qualora venissero portate le prove di un segreto che potrebbe davvero scompigliare le carte e provocare una crisi profonda del sistema. 

Marshall Seigler è il personaggio che, in questo contesto, si trova immischiato in faccende che fino a quel momento gli erano state del tutto indifferenti. Quando suo padre Owen viene assassinato nella sua galleria di Londra, suo figlio inizia ad indagare e si rende conto che probabilmente quel brutale assassinio è legato ad un segreto che suo padre conosceva, legato alla figura di Rembrandt.

Un segreto che può costare la vita, dunque: lo sanno bene le altre vittime di quella mano misteriosa che sembra mettere in scena omicidi che replicano delle opere del grande artista. Una mente diabolica, un grande conoscitore dell'arte ma anche - di questo Marshall si rende ben presto conto - una persona nota alle sue vittime che in tutti i casi lo hanno lasciato entrare senza opporre resistenza alcuna in quei luoghi che poi sono stati teatro della loro morte violenta.
 
Il segreto è legato alla figura della sua amante, Geertje Dircx, le cui lettere aprono il libro, scritte nel 1651 nella Casa di correzione di Gouda dove è stata segregata per volere del suo amato Rembrandt.

Sarà lei a svelare un segreto grande, troppo grande per poter essere portato alla luce senza conseguenze tangibili, pur se a distanza di tanti anni.

Marshall si rende conto fin da subito che la sua vita è in pericolo e inizia una vera e propria caccia senza esclusione di colpi. Un uomo che si sente braccato, Marshall, ma che prende il coraggio tra le mani ed è deciso a vendicare suo padre.
Ben presto scoprirà che niente è come sembra, che i segreti sono pericolosi anche e soprattutto quando non sono più tali. Dovrà fare delle scelte importanti delle quali, fino a qualche tempo prima, non avrebbe voluto sapere nulla. Ora è in ballo... e intende ballare, costi quel che costi.

Mi sono trovata tra le mani un thriller ad alta tensione che riserva delle sorprese. Tante le informazioni sulla vita dell'artista, tante le persone che entrano i gioco tanto da rendere necessario prendere qualche appunto per non perdere il filo.
Si tratta di un libro scritto fitto fitto e le sue 415 pagine mi sono sembrate molte di più sia per contenuti che per velocità di letture.
Un aspetto che mi è sembrato poco curato, sul quale si è posta poco l'attenzione è quello delle indagini da parte delle forze dell'ordine: passa tutto in secondo piano, non è un romanzo in cui i protagonisti sono commissari o magistrati ma i riflettori sono tutti puntati su Marshall che fa tutto da solo (o quasi) perché sa che coinvolgere le forze dell'ordine vorrebbe dire accelerare il declino senza cavare un ragno dal buco.
 
Ho preso questo libro in uno scambio e mi ha atteso un po' sul comodino: non mi è dispiaciuto affatto leggerlo, mi ha fatto piacere approfondire aspetti della vita di Rembrandt che non conoscevo.
***
Il segreto di Rembrandt
Alex Connor
Oscar Mondadori editore
415 pagine (copertina flessibile)
13.00 euro copertina flessibile, 19.50 copertina rigida, 9.99 Kindl

sabato 23 ottobre 2021

Volevo solo sfiorare il cielo (S. Ciompi)

Due vite sbeccate, piene di cicatrici, due anime ferite che cercano di scappare (ognuno a modo suo) da ciò la sorte ha riservato loro.

Due diciottenni che si scontrano, si incontrano, si riconoscono e si sentono, l'uno con l'altra, un po' meno persi.

Sono Lorenzo e Clelia, i protagonisti della storia raccontata da Silvia Ciompi nel libro Volevo solo sfiorare il cielo. La loro è più di una storia d'amore giovanile: è LA storia d'amore, quella che segna nel profondo e che mette radici così forti da aiutare entrambi a superare la tempesta più violenta.

Questo è ciò che pensa Clelia nel momento in cui inizia a fidarsi di Lorenzo, ad uscire da quella corazza che si è cucita addosso dopo la morte di sua madre, dopo che il mondo le si è sgretolato tra le mani.

Lorenzo sa, invece, che tra loro non potrà mai essere niente più di un amore estivo perché è consapevole di non poter restare accanto a lei. Il suo non è egoismo, non è voglia del divertimento di un momento ma è un amore tanto profondo da voler preservare lei da una sofferenza ancora maggiore. Sa che andrà a finire così eppure si innamora di Clelia e, insieme, quella estate, diventano come il risultato della sapiente arte del kinftugi: feriti, spezzati ma ricomposti in modo tale da risplendere della felicità che li ha aiutati, seppur in parte, a ricomporre i loro pezzi.

Troppo bello per essere vero, però. E non faccio spoiler nel dire questo perché fin dalle prime righe l'autrice fa capire di cosa parliamo: di un amore che arriva all'improvviso e con vigore ma che, così come ha travolto la protagonista che è la prima voce narrante, allo stesso modo lascia un vuoto profondo quando se ne va.

Inizia così la storia di Clelia e Marco, con un amore che si sa già che lascerà il vuoto, strappandoti il sole e lasciandoti inerme, in balia delle onde altissime. 

I due giovani si rendono ben presto conto di portarsi dietro ognuno un fardello molto pesante. Riusciranno a condividerne il peso? Sarà un peso condivisibile?

Dico subito che il romanzo è pieno di frasi ad effetto, di quelle sdolcinate che viene voglia di appuntare su un quadernino o di segnalare con un post it colorato. Ma questo non stona nel complesso di una storia che è molto toccante, commovente, ricca di personaggi che hanno ognuno caratteristiche ben delineate e che ognuno, a suo modo, è importante ai fini dell'evolversi delle varie situazioni.

Allo stesso modo ho pensato che il continuo riferimento a dei pezzi musicali alla fine annoiasse un po': non è stato così. La musica che aleggia tra una pagina e l'altra non solo fa da colonna sonora agli eventi ma li completa, li integra, li colora. Ed ammetto di aver avuto più volte la voglia di andare a cercare l'uno o l'altro pezzo per farmi accompagnare nella lettura. Interessante anche l'idea di inserire, nelle prime pagine, l'elenco delle canzoni citate.

Poste tali precisazioni devo dire che la storia mi ha tenuta attaccata alle pagine. Non amo in particolar modo libri d'amore ma qui ho trovato molto di più. Ho travato il racconto di due vite che si sono scambiate un carico di dolore molto pesante e che trasmette al lettore emozioni continue. Mi sono anche commossa in alcuni passaggi ed ho amato il ruolo che è stato assegnato ai nonni. Sono figure fondamentali seppur non del tutto presenti. Eppure, la loro assenza pesa come un macigno e lascia segni profondi nell'anima di ognuno, in un modo o nell'altro.

Mi sono anche piaciute le descrizioni degli ambienti, molto efficaci sia per quanto riguarda l'ambiente in cui vive Clelia che per il quartiere di Roma - reso alla perfezione - in cui vive Lorenzo.

E che dire di Hamed? Simpaticissimo, un po' sfigato ma un amico vero, con quel suo incedere toscano che sembra stonare con l'immagine di lui che se ne ha dalle descrizioni fornite ma che lo rende indimenticabile. 

Devo ammettere che questa storia è stata una positiva sorpresa per me e che la consiglio caldamente a chi vuole vivere emozioni difficili da scrollarsi di dosso a lettura finita.  

***
Volevo solo sfiorare il cielo
Silvia Ciompi
Sperling & Kupfer
414 pagine
17.90 copertina rigida, 9.99 Kindle

martedì 19 ottobre 2021

La casa di Roma (P. Battista)

Scrivere la storia della propria famiglia vuol dire indagare nelle vite di coloro che si sono susseguiti nel tempo nel ceppo familiare ma che, probabilmente, sono anche stati lontani per via di vicende mai raccontate, sentimenti mai espressi, rancori mai sopiti, affetti espressi solo in superficie, segreti nascosti con cura. Vuol dire chiedere ai propri familiare di aprire il cuore prima che il cassetto dei ricordi ma vuol dire anche accettare il rischio che possa emergere qualche cosa di imprevedibile, sia in senso positivo che negativo.

Marco lo scopre pian piano, rivolgendosi a sua madre e ai suoi zii, in primis, affinché gli consegnino dei ricordi che potrebbero essere utili per tirare le fila della storia della famiglia Grimaldi. Pezzi di vita che toccherà a lui, Marco, interpretare in modo oggettivo ed incastrare l’uno con l’altro per trarne una visione d’insieme. Sarà possibile fare ciò?

Possiamo davvero dire di conoscere le persone che abbiamo accanto?

Anche se Marco non se lo chiede si rende conto, raccogliendo i pensieri dei suoi congiunti, che ognuno è stato abile a nascondere un aspetto di sé poco chiaro agli altri così come ognuno serba rancori, sentimenti non sempre positivi, nei confronti di chi, comunque, è legato da stretti rapporti di sangue. È la ruggine ad emergere prima di qualsiasi altro sentimento. È la ruggine a rendere aspre situazioni apparentemente diverse…

L’autore scegliere lo stile epistolare per raccontare, secondo i vari punti di vista, episodi di vita che hanno segnato la famiglia. Marco chiede delle note scritte ai suoi interlocutori e riporta ciò che gli arriva, un giorno dopo l’altro, da sua madre Anita, dai suoi zii, da suo cugino.

In diversi punti mi sono trovata davanti ad uno stile molto ricercato, con parole desuete, termini importanti e, soprattutto all’inizio, ho pensato che ciò avrebbe rallentato la lettura. Non è stato così perché il modo di esprimersi è personale per ognuno ed anche l’uso dei termini, la costruzione delle frasi aiuta a delineare la personalità di chi parla, uno scritto dopo l’altro.

Ciò che mi ha colpita maggiormente nel libro di Battista (letto in collaborazione con Thrillernord) è stato l’aspetto poliedrico che emerge di uno stesso racconto, come – se ben ci si pensa – è ovvio che sia. Una stessa vicenda viene narrata secondo punti di vista differenti ed ognuno tende a sottolineare un aspetto diverso della stessa questione.

Difficile, difficilissimo il lavoro di Marco, mi sono detta. Quello che si trova tra le mani sono pezzi di vita, pezzi di una storia che vengono ritenuti più o meno importanti da ognuno dei suoi interlocutori e che vanno a scavare soprattutto nel passato più lontano fornendo, però, una visione alquanto parziale delle vicende che potrebbero essere raccolte tra le pagine di una “storia familiare”.

Molto originale l’idea. Stile non omogeneo ma giusto così perché le persone che parlano sono diverse, ognuna con una sua personalità che emerge pian piano non solo per via dei racconti degli altri ma soprattutto tra le righe dei propri scritti.

Marco? In alcuni punti mi è sembrato un po’ acido nel rivolgersi ai suoi parenti ma credo che l’autore lo abbia immaginato così affinché facesse da pungolo agli altri.

Non mancano riferimenti storici, alla politica, alle scelte che hanno segnato la vita – o, almeno, una fase della vita – di alcuni suoi parenti in particolare; non manca il racconto di tradimenti, di altarini miseramente scoperti, di ferite profonde che ancora sanguinano anche se apparentemente rimarginate.

Era questo che Marco aveva immaginato?
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La casa di Roma
Pierluigi Battista
La Nave di Teseo
304 pagine
19.00 euro copertina flessibile - 9.99 Kindle

venerdì 15 ottobre 2021

SINcera (Fucina Okapi)

 

Senza ombra di dubbio originale. Un po' strano e particolare ma originale.
Originale la grafica, originale l'idea, originale la scrittura.

SINcera, senza cera (quando le imperfezioni delle statue di marmo erano corrette con la cera). Geniale l'idea di un titolo così come particolare è lo sviluppo della storia.

Una storia di riscatto e di miseria. Questo ho pensato. Il riscatto è quello che cercano gli dei dell'Olimpo che si sentono dimenticati dagli uomini sulla terra e cercano un modo per far valere la loro autorità e riconquistare, da parte loro, la stima perduta. La miseria è quella umana, quella che nasconde dietro ad un velo di bugie vite diverse, vite nelle quali la verità, quella pura, porterebbe verso direzioni inimmaginabili.

Nel momento in cui gli dei - oramai annoiati e senza potere, occupati solo a bisbocciare senza troppa soddisfazione lontani e dimenticati dal mondo umano - si rendono conto che è necessario fare qualcosa per cambiare questo stato di cose, l'idea arriva impietosa e devastante: costringere gli umani a momenti di verità assoluta. Per fare questo ognuno degli dei sceglie una play list che arriverà alle loro orecchie umane scompigliando le carte.

Zeus, Athena, Poseidon, Apollo, Ares, Demetra, Afrodite, Efesto, Dionisio, Hermes, Ade, Artemide, Hera: sette canzoni per ognuno, da spedire sulla terra. In diverse nazioni, ad umani di diversa età e di diversa estrazione sociale.

Cosa potrebbe accadere è presto detto visto che vengono proposte le immagini degli umani che ascoltano quelle melodie e si sentono spinte a comportarsi con sincerità. 

Il risultato non è sempre dei più entusiasmanti ma non era forse questo l'obiettivo? Quello di far emergere la vera natura dei rapporti umani per svelare, alla fine, il dominio degli dei e portare gli umani all'originale adorazione oramai perduta? 

Quando, però, la situazioni rischia di andare fuori controllo gli dei si rendono conto che non è possibile esercitare un potere se non si è capaci di controllarlo. 

E poi, le bugie - anche le più piccole, quelle dette per quieto vivere - non dilagano forse anche nell'Olimpo? Gli dei sono capaci di guardarsi allo specchio e mostrarsi senza maschera?

La lettura è scorrevole, strappa un sorriso ma fa anche riflettere. Mi è sembrato che si calcasse un po' la mano sull'aspetto sessuale legato alla noia degli dei, ripetendo troppo spesso questo aspetto tanto da arrivare a noia ma sono dettagli... Credo di poter dire che sia la particolarità dell'insieme che cattura e spiazza, anche.

Il finale? Bhè... da leggere senza escludere sorprese.

Consigliato a chi cerca una lettura originale, un po' strana, particolare sia come idea che come grafica e sviluppo.

Ps. particolare anche la formula scelta per la scrittura, quella di un collettivo.
***
SINcera
Fucina Okapi
Sabireditore 
200 pagine
15.00 euro copertina flessibile

lunedì 11 ottobre 2021

Il mio cuore cattivo (W. Dorn)

Si può avere paura dei propri ricordi al punto tale da rimuoverli? 

Si può avere paura di quelle risposte che tanto si cercano ma che potrebbero sconvolgerci la vita?

Se lo chiedessimo a Doro, la protagonista del libro Il mio cuore cattivo di Wulf Dorn la risposta sarebbe sì e lei ne sarebbe la prova. Ha rimosso ricordi legati ad un trauma e la sua mente sembra volersi proteggere da quei ricordi stendendo uno spesso velo opaco su circostanze che, qualora riaffiorassero alla memoria, potrebbero dare delle risposte agli altri ma, soprattutto, a lei. A quella ragazzina che aveva in custodia suo fratello, quella sera. Quella ragazzina che lo ha trovato morto il mattino dopo. Morte per cause naturali, hanno detto a lei e ai suoi familiari. Ma è davvero così? Perché la sua mente ha relegato nei suoi recessi più profondi i ricordi di quella sera tanto da indurre la ragazzina a temere la verità e, soprattutto, a farle sentire un peso addosso che nessuno le attribuisce ma che lei sente tanto da toglierle la lucidità?

Dorothea, questo il suo nome di battesimo, lotta quotidianamente con sè stessa e con i pregiudizi di chi la crede pazza: perché lei vede suo fratello morto come se fosse vero ed è tormentata da quei ricordi che mancano. Niente e nessuno riesce a tirarla fuori da questa situazione. Dopo un periodo di terapia sembra aver trovato pace ma ben presto dovrà tornare a fare i conti con i suoi demoni, con i fantasmi che la tormentano e con qualcuno che le dice di essere finito nelle mani del demonio. 

È quando si trasferisce con sua madre in una nuova casa e incontra persone nuove che la situazione sembra precipitare e quell'equlibrio faticosamente raggiunto torna a sbriciolarsi tra le sue dita. Le visioni iniziano a moltiplicarsi e lei è convinta che quelle che vede non siano affatto persone morte. Una, in particolare, un ragazzo del posto: è convinta di essersi persa realmente dentro a quegli occhi neri e profondi come due pozze di petrolio, è certa di aver sentito il suo grido di aiuto così come è certa di non essere pazza ma, allo stesso tempo, di quanto sia difficile essere creduta.

Dorn imbastisce, ancora una volta, una storia che toglie il fiato. La ricerca della verità, il tentativo di sconfiggere le proprie paure, la voglia di liberarsi di un peso che la schiaccia ogni volta di più porteranno Dorotea anche a rischiare la vita per potersi riscattare davanti a sè stessa e davanti a tutti gli altri.

"Io non sono pazza". Se lo ripete in continuazione, Doro, e cerca anche di convincere le persone che ha attorno ma la sua appare una missione sempre più disperata davanti ad un muro di gomma che tende ad ispessirsi sempre di più.

La ragazza scoprirà che non si può dire di conoscere mai qualcuno fino in fondo. Non si conosce nemmeno sè stessi, a dire il vero, figuriamoci persone fondamentalmente estranee che, pur diventate amiche e aver condiviso qualcosa con lei, le mostrano solo ciò che ritengono opportuno mostrare...

Il percorso che seguirà per sconfiggere le sue paure, per trovare la sua pace sarà accidentato ed ad altissima tensione in un romanzo che riserva delle sorprese e mi ha tenuta sulle spine per diversi giorni. Il finale, a dire il vero, è un tantino prevedibile ed avevo immaginato qualcosina ma questo nulla toglie al fatto che sia stata una lettura scorrevole e coinvolgente.

***
Il mio cuore cattivo
Wulf Dorn
Casa Editrice Tea
347 pagine
12.00 euro copertina flessibile, 8.99 Kindle

sabato 9 ottobre 2021

Un'amicizia (S. Avallone)

...la verità è che il lutto per un'amicizia finita non si risolve. Non c'è modo di curarlo, rielaborarlo, chiudere e andare avanti. Rimane lì, piantato in gola, a metà tra il rancore e la nostalgia.

Non potrebbero essere più diverse Elisa e Beatrice. Fisicamente, caratterialmente, in fatto di scelte. Eppure la loro è una di quelle amicizie che sembrano destinate a durare per sempre tanto sono saldi i legami che si stringono giorno dopo giorno tra loro. Sono due solitudini che si incontrano: una frase sfruttatissima, questa, ma che calza a pennello nel caso di queste due amiche che diventano l'una la spalla dell'altra e che sanno di essere tali ritagliandosi ognuna un ruolo ed una posizione diversa in questa amicizia.

Ma non dura per sempre perché è con questa consapevolezza che si apre il libro. 

Il racconto parte da un presupposto di fondo: sono passati tredici anni da quando quel legame si è spezzato. Il lettore lo sa già, in partenza. Elisa e Beatrice non sono più due ragazzine ma due donne che non sanno più niente l'una dell'altra. O meglio... Beatrice non sa più niente di Elisa (questo è quanto l'autrice fa pensare ai lettori) perché quest'ultima, invece, sa bene che quella ragazza dalle grandi aspirazioni, così sicura di se' e pronta a mordere la vita è diventata un personaggio pubblico che appare sulle copertine delle riviste, che ha milioni di followers sui social e che racconta, ogni giorno, la sua vita a suon di scatti.

Il racconto di quell'amicizia è molto dettagliato ed intenso. L'autrice aiuta il lettore a conoscere due solitudini fornendo dettagli relativi a rapporti familiari, fragilità, aspirazioni, amori, passioni, legami più o meno forti e, ovviamente, descrive il percorso che le due ragazzine fanno prima avvicinandosi poi consolidando sempre di più un rapporto che dà la sensazione di togliere il fiato, in alcuni momenti. 

Dal punto di vista temporale siamo a cavallo di quella che sarà la rivoluzione legata alle nuove tecnologie ed anche questo, l'uso di internet, l'avvento delle chat, dei social avrà un ruolo fondamentale non solo nel rapporto d'amicizia tra le protagoniste ma complessivamente nella storia in quanto tale.

Siamo stati tutti adolescenti ed abbiamo vissuto, in modo più o meno intenso, rapporti d'amicizia che ci hanno permesso di ritrovarci in ciò che lega le due ragazze. I primi amori, le prime bravate, i sogni: chi non ha avuto un amico o un'amica con cui condividere tutto ciò? Poi il tempo ha fatto il suo corso ed a ripensarci oggi tante di quelle amicizie, anche le più speciali, sono finite e sono state archiviate per fare posto ad altro. Questa storia mi ha fatto pensare molto all'adolescente che sono stata, a come ho vissuto le mie, di amicizie, a quanto ho dato e quanto mi hanno dato, a cosa è rimasto. Alla luce della storia e delle riflessioni che questa lettura hanno alimentato non so dire se il finale mi sia piaciuto oppure no. Non so dire se mi aspettassi qualche cosa di diverso. O se fosse più giusto qualche cosa di diverso. Chissà dire, poi, cosa sia giusto e cosa sia sbagliato in un rapporto a due? Quando si commettono errori... chi può dire chi si trova nel giusto e chi, invece, ha sbagliato?

Lo stile dell'autrice mi ha catturata e mi ha coinvolta. Cita molti testi della letteratura e mai a sproposito, mai in modo spocchioso. Ho molto apprezzato, nelle ultima pagine, un elenco di tutti questi titoli.

Il profili psicologici delle protagoniste (ma anche quelli di qualche personaggio secondario) sono molto accurati e ben resi grazie anche alla scelta di parole e frasi che arrivano dritte al cuore. Mi sono trovata tra le mani una storia intensa, complessa e che si chiude con un interrogativo che mi ronza ancora per la mente:

La vita ha davvero bisogno di essere raccontata, per esistere?

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Un'amicizia
Silvia Avallone
Rizzoli
444 pagine
19.00 euro copertina flessibile, 10.99 Kindle

mercoledì 6 ottobre 2021

Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (A. Manzini)

 

Io non amo i racconti e solitamente li evito. 

Mi piacciono le storie più strutturate, più approfondite e spesso i racconti mi lasciano addosso una sensazione di velocità, di sospeso.

Con Rocco Schiavone, alle prese con le sue cinque indagini precedenti al trasferimento in quel di Aosta (noto a tutti coloro che conoscono il personaggio) questa sensazione è stata un po' attutita dal fatto che, comunque, avessi familiarità con il protagonista avendo letto le altre sue avventure per cui tutto sommato mi sono adattata alla lettura.

Posto che i Sellerio mi piacciono come volumi da tenere tra le mani, da sfogliare e tenere comodamente in borsa per occupare ogni momento libero, in questo caso ho trovato cinque racconti pubblicati prima delle vicende che caratterizzano il Rocco Schiavone che Manzini ha presentato al pubblico. 

Che Rocco avesse una condotta un po' particolare chi conosce le sue avventure lo sa già.

Che è stato trasferito per punizione, anche questo chi lo conosce lo sa già. 

Che abbia delle abitudini molto particolari, ai limiti della legge (se non oltre tali limiti) assieme ai suoi amici di sempre, pure si sa.

Quello che non si sa è come ha vissuto il periodo precedente a quel fatidico trasferimento e come affrontasse, all'epoca, i vari casi che gli arrivavano tra le mani. Questo è quanto viene proposto nella raccolta di racconti delle cinque indagini di quando Rocco Schiavone lavorava nella Capitale.

Ne L'accattone Rocco è alle prese con la morte violenta di un uomo anziano che per campare accattava cibo e avanzi ai margini del mercato cittadino (dove è stato trovato cadavere) facendo concorrenza ad altri coetanei nella stessa condizione. A chi può aver pestato i piedi un uomo come lui?

Cambia il periodo ne Le ferie d'agosto quando un'auto piomba nel messo della filiale della Banca di Piazzale Anco Marzio di Ostia ferendo il cassiere e un paio di clienti che si stavano servendo agli sportelli. Niente è come sembra e l'arguzia, lo spirito d'osservazione di Schiavone porteranno a galla delle verità che esulano dalla rapina pura e semplice.

Arriviamo alla vigilia di Natale con Buon Natale, Rocco, quando due persone anziane vengono rinvenute prive di vita nel proprio appartamento. Anche nella triste storia dei coniugi Moresi emergono circostanze che portano a galla questioni di soldi ben diverse da quelle che inizialmente si vorrebbero far credere.

Ne La ruzzica de li porci, titolo che più degli altri rende l'ambientazione romana, ci si sposta in un locale mondano nel quartiere Testaccio di Roma. Perché quel cadavere si trova proprio in quel punto? Cosa può aver scatenato la ferocia della mano assassina?

L'ultimo racconto è quello che, secondo me, esula dalle caratteristiche di tutti gli altri. Il caso che alla fine Schiavone si trova per le mani, volente o nolente, non ha niente a che fare con i casi più canonici che lo vedono indagare su cadaveri e violenze varie. Questa volta ha a che fare con una violenza differente e la vicenda si svolge anche in un momento particolare della sua vita, proprio alla vigilia del fatidico trasferimento.

In tutti i racconti viene proposto il filo conduttore dei pensieri che non abbandonano mai Schiavone: il dialogo immaginario con la sua Marina è sempre struggente, soprattutto per chi avesse letto 7/7/2007 che è il libro più doloroso e straziante della serie proposta da Manzini al suo pubblico.

Complessivamente Schiavone non delude, il suo acume è sempre presente così come il suo essere un personaggio dalle caratteristiche contrastanti. La lettura, però, è scivolata via con più lentezza di quanto non sarebbe avvenuto se avessi avuto tra le mani cinque libri piuttosto che cinque racconti. La consapevolezza che le varie avventure sarebbero, per forza di cose, finite in fretta mi ha influenzata nel ritmo di lettura tanto che ho alternato un altro libro a questo per potermelo godere più a lungo.

Sono strana, lo so. Ma tant'è!
***
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
Antonio Manzini
Sellerio Editore Palermo
248 pagine
14.00 euro copertina flessibile - 9.99 Kindle