venerdì 31 marzo 2023

La stagione del tuono. La saga dei Fiorenza e dei Gentile (B. R. Cataldi)

Puglia. Anni Sessanta. Sono i più giovani i protagonisti del secondo volume della saga dei Fiorenza e dei Gentile. Il futuro si srotola davanti ai loro piedi e loro, i giovani Fiorenza e Gentile, si trovano a fare i conti con dei cambiamenti che li prende impreparati. Sono adolescenti cresciuti troppo in fretta e che ora, iniziano ad affrontare la loro vita con gli strumenti che hanno e con quelli che, giorno dopo giorno, vanno conquistandosi.

É così per Michele Gentile, figlio di quei Gentile che lavorano la terra e producono fiori e che ha conquistato un posto nel cuore del capofamiglia dei Fiorenza, coloro che - invece - producono profumi e sono di gran lunga più agiati dei loro fornitori. Michele, a dire il vero, ha conquistato un posto anche nel cuore di qualcun altro anche se sia lui che lei fanno fatica a realizzare ciò che è accaduto e ciò che li lega, ora più che mai. In casa Fiorenza Michele frequentava le due cugine Teresa e Vittoria, veniva puntualmente invitato a passare le vacanze estive con loro ma da qualche tempo a questa parte qualche cosa è cambiato...

É così anche per zia Betta, quella zia fiera ed indipendente che ha sempre rappresentato un modello da seguire per Vittoria ma che ora, davanti alle circostanze della vita, si è trovata a fare delle scelte che arrivano come stonate alle orecchie di sua nipote. Non è più un'adolescente, zia Betta, ma anche lei fa i conti con dei cambiamenti che in un modo o nell'altro la turbano. O meglio, l'hanno turbata prima che raggiungesse un suo equilibrio. Diverso da quello che ha sempre cercato, ma è pur sempre un equilibrio.

Sono loro i personaggi che più ho amato in questo secondo volume della saga nel quale le vicende lavorative che hanno caratterizzato il primo passano decisamente in secondo piano per fare spazio alle persone. 

Molto bello anche il personaggio di Vittoria con le sue contraddizioni, proprie dell'età, ma anche con una sensibilità che emerge piano piano dalle pieghe della sua anima.

Altro personaggio che ho molto amato è stato quello di zia Maria: la immagino come una donnina umile, una sartina sempre precisa ed attenta agli altri soprattutto in momenti di necessità. Il suo affetto per Michele si è tradotto in un aiuto costante, dal punto di vista economico, per la sua carriera scolastica ma il suo ruolo va oltre ciò. Quella donnina così piccina e delicata nasconde una forza ed un coraggio che mi hanno conquistata: non ha paura di chiedere aiuto quando avverte una situazione di bisogno e quando l'aiuto viene chiesto ai Fiorenza, al capostipite dei Fiorenza, sa di avere un interlocutore sensibile ed attento.

Ecco, dunque, che ben presto i legami tra le due famiglie evolvono e vanno oltre i contatti di lavoro. 

Gran bella storia, scritta in punta di penna da un'autrice che mi aveva già conquistata con il volume precedente ma che si conferma capace di rendere al lettore personaggi che arrivano a toccare le corde dell'anima e dai quali si fa fatica a staccarsi.

Aspetto il terzo volume. Ci sono storie in sospeso che meritano di avere un futuro ed io lo aspetto, questo futuro, con una certa impazienza.

Consiglio senza riserve la saga dei Fiorenza e dei Gentile, ovviamente partendo dal primo volume.
***
La stagione del tuono. La saga dei Fiorenza e dei Gentile
Bianca Rita Cataldi
288 pagine
Harper Collins editore
17.00 euro copertina flessibile, Kindle Unlimited, audiolibro

giovedì 30 marzo 2023

Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi (M. De Giovanni)

Ricciardi tornerà. Non ne ho dubbi. Così come non ne avevo prima dell’uscita di Caminito quando era voce di popolo che la serie fosse finita.

Il Barone di Malomonte, Luigi Alfredo Ricciardi, il commissario triste, ha nuove responsabilità che si sommano alle vecchie ma è sempre lui: torna con  un nuovo caso da seguire e con la vita da affrontare da una nuova prospettiva. Ora è un padre, non è più solo un commissario. Ha una responsabilità grande anche se, va detto, viene aiutato nel suo compito educativo dalla fedelissima Nelide e da Bianca, un’amica fidata, cara, personaggio noto ai fedelissimi delle sue avventure.

Marta, la sua bambina, gli riempie la vita nonostante tutto: nonostante la morte gli aliti attorno ogni giorno, nonostante le vittime continuino a parlargli e a manifestarsi sui luoghi della loro dipartita, nonostante Garzo che fa sempre pressioni a modo suo e nonostante il periodo storico tutt’altro che particolare.

Questa volta anche il delitto è legato, o per lo meno si pensa che possa essere così, a ciò che sta accadendo a livello sociale in quel preciso momento storico: la seconda guerra mondiale è alle porte anche se, ovviamente, i nostri protagonisti non lo sanno. Vivono in un periodo cupo, difficile soprattutto dal punto di vista sociale, con persone che scompaiono dall’oggi al domani, con missioni punitive delle quali non si riesce a comprendere i motivi e le necessità, con il regime che incombe sempre più sul popolo con le sue regole e le sue convinzioni.

Un periodo per niente facile. Lo sa Ricciardi e lo sa anche il suo amico di sempre, quel Bruno Modo che tempo prima rischiò grosso proprio al cospetto del regime e che non ha cambiato affatto idea anche se i suoi capelli si sono ingrigiti. È ancora impegnato, più convinto che mai, nella sua campagna antifascista e questo suo ruolo sarà determinante nel dare un nome ed un cognome ad uno dei due giovani che vengono trovati uccisi in un palese momento di intimità.

Il giovane faceva da tramite tra i prigionieri al confino e le famiglie che non ne avevano ricevuto più notizie dei loro ragazzi: Modo lo sa bene, cosa faceva quel ragazzo, perché era proprio lui il suo interlocutore. Indubbia la matrice del duplice delitto, secondo Modo: sono state le camicie nere e questo preoccupa Ricciardi anche per la sicurezza e la vita dell’amico. Se così fosse, ne è convinto Ricciardi, anche tutti coloro che gravitavano attorno alla vittima sono in pericolo.

Il commissario, però, vuole vederci chiaro. Non si lascia influenzare neppure dalle convinzioni del suo migliore amico e va dritto per la sua strada arrivando ad un verità molto triste. Ovvio che ogni morte porta tristezza, ma una volta scoperta la mano assassina stavolta resta davvero l’amaro in bocca.

Sempre ben tratteggiati i personaggi, l’autore questa volta mette in mano al lettore degli sviluppi particolari: dove è finita Livia, delusa da ciò che le è accaduto accanto a Ricciardi? Quale ruolo ha Bianca al suo fianco? Ma soprattutto, la piccola Marta ha ereditato oppure no la dannazione di suo padre?

Tante le risposte che vengono fornite ma altrettante le porte che restano aperte per un prosieguo che, ne sono certa, prima o poi arriverà. Un prosieguo che io attendo già con una certa ansia.
***
Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi
Maurizio De Giovanni
Einaudi editore
280 pagine
19.00 euro copertina flessibile, 10.99 Kindle

martedì 28 marzo 2023

I figli degli altri (C. Bonvicini)

Non amo le raccolte di racconti. Mi lasciano sempre quel senso di incompiuto addosso che, invece, con romanzi più strutturati raramente accade. Ho sempre la sensazione di non avere tempo di affezionarmi ai personaggi che è già il momento di vederli andare via. Sempre quel retrogusto amaro in bocca di quando si sarebbe voluto sapere di più, senza avere avuto l'occasione per farlo.

Anche con I figli degli altri è andata così.

L'idea di fondo non mi è dispiaciuta affatto: analizzare il rapporto di alcune persone con i figli degli altri. 

Nelle cinque storie narrate si entra in contatto con legami particolari, quelli - appunto - con figli non propri. Per scelta o per via delle circostanze c'è chi si trova a stringere dei legami (più o meno sani) con i figli deli altri.

Tra le righe dei vari racconti - sull'ultimo non mi pronuncio perché è talmente breve ed atipico che non riesco a giudicarlo - emergono storie di maternità mancate, solitudini da colmare, vuoti profondi in cerca di essere in qualche modo sanati. 

Un affresco tutto al femminile - perché sono le donne le principali protagoniste anche se attorno a loro  gravitano altri personaggi - che indaga sul delicato tema della maternità, del suo desiderio e delle sue molteplici e inaspettate forme.  Anche quando, di fatto, maternità concreta non lo è.

La storia che mi ha maggiormente coinvolta è stata quella dell'amante perfetta (consapevole di esserlo... e si sta bene così) che, dopo aver lasciato l'uomo che amava, inizia a frequentare i suoi bambini in modo clandestino. 

Sono, comunque, tutte storie di legami che nella quotidianità si rincorrono tra le nostre case, sotto ai portici, lungo le vie. Chi può dire di non avere, in un modo o nell'altro, legami con i figli degli altri? Siano essi figli dei vicini, del proprio compagno, del collega di lavoro o dell'insegnante di danza? Tutto sta nel capire quando questi rapporti possono degenerare o stringere troppo le fila fino a straripare verso la morbosità o un qualche cosa di sconveniente o non sano.

Nonostante la scrittura scorrevole dell'autrice le storie non mi hanno presa del tutto. Curiosità per gli sviluppi, in alcuni casi, ma sostanziale amarezza per la velocità in cui si sono esaurite le storie.

Si tratta di un mio limite, lo so. E continuo a tentare, cerco di farmeli piacere ma... non ci riesco proprio.

Li ho sempre evitati, i racconti, e continuerò ad evitarli mi sa.
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I figli degli altri
Caterina Bonvicini
Einaudi editore
181 pagine
12.50 copertina flessibile, Audible

lunedì 27 marzo 2023

Una lettera coi codini (C. Antonini)

Messico, 1914. Guerra Civile. Il papà di Johanna ingegnere ferroviario americano che lavora a Città del Messico, per difendere sua figlia dai pericoli legati al momento storico che stanno vivendo, la allontana spedendola oltre la frontiere come se fosse una lettera.

Una lettera, esatto, con tanto di francobollo e destinatario che altri non sarebbe se non sua madre che, per motivi di salute, era già fuori dal territorio messicano da qualche tempo.

La ragazzina, dodici anni appena, si trova stipata in un vagone postale assieme ad altre lettere e pacchi: ad un'iniziale paura, più che comprensibile, si sostituirà ben presto il coraggio di chi si troverà a vivere un'avventura che mai avrebbe potuto immaginare. 

Da Città del Messico fino a El Paso: questo il percorso che il treno sta affrontando e la promessa di suo padre è quella di raggiungere lei e la madre (che l'attende a destinazione) appena sarà possibile. 

Ma... c'è un ma. E non è solo il fatto che il controllore e il suo aiutante si accorgono di quella strana lettera quanto l'arrivo a bordo di un manipolo di guerriglieri al seguito di tal Pancho Villa intenti a scortare un anziano americano, il giornalista Ambrose Bierce. Una figura che resta marginale per gran parte del libro... ma che riserva qualche sorpesa.

Ha inizio un'avventura che, farcita di una buona dose si fantasia, vedrà la ragazzina affrontare pericoli e situazioni  più grandi di lei: dimostrerà coraggio, intuizione ed anche un pizzico d'incoscienza che, in certi momenti, è più che utile. 

L'avventura la porterà a conoscere persone che diventeranno più di compagni di viaggio: scoprirà l'amicizia ma anche i valori legati alla rivoluzione, lo spirito di sacrificio, l'impegno sociale... concetti importanti che onestamente in alcuni passaggi avrei approfondito (ad esempio avrei speso qualche parola in più per far capire da quale tipo di pericolo scappa la ragazzina...) senza ovviamente rendere la narrazione pesante con riferimento politici.

L'autore riesce a catturare l'attenzione del lettore che si affeziona ai personaggi: a quella ragazzina, in particolare, ma anche agli altri, ognuno dei quali è importante ai fini dell'evolvere della storia. 

É un libro che consiglio a giovani lettori che vogliano vivere un'avventura ma che siano anche disposti ad aprire la propria mente rispetto a vicende storiche che, seppur non approfondite, sono comunque una parte importane del racconto.

Non mi aspettavo una storia di questo tipo: ho preso questo libro in prestito in biblioteca perchè, avendo intenzione di regalarlo alla figlia di una mia amica, volevo capire se fosse adatto a lei oppure no.  

Lo consiglio vivamente e non solo a giovani lettori: storia godibile anche per un lettore più maturo che non abbia pregiudizi nei confronti di storie pensate per ragazzi.
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Una lettera coi codini
Christian Antonini
Giunti editore
pag. 292
8.90 euro copertina flessibile, Kindle Unlimited, Audiolibro

sabato 25 marzo 2023

Spy story love story (N. Lilin)

 

Lilin scrive bene. Non che avessi bisogno di conferme ma, di fatto, questo libro me lo ha confermato.

Scrive in modo fluido, tiene il lettore agganciato alle pagine e si capisce che si muove in un mondo che conosce. Un mondo, però, carico di violenza. Lo è stato in Educazione Siberiana e lo è in questo libro che non fa parte della trilogia Siberiana ma che, pure, di violenza è pregno.

Alësa è il protagonista di una storia di violenza fin da bambino. Già allora commise un omicidio e da quel momento la sua mano assassina non si è mai fermata. Un bambino a cui la vita non ha fatto sconti fin da piccino e che lo porta, da grande, a fare il killer di professione, a servizio di un uomo potente - un certo Rakov - dal quale, arrivato in età matura, vorrebbe definitivamente staccarsi.

Vorrebbe andare in pensione, questo è il concetto. Smetterla con la caccia, con la morte. Vorrebbe dire basta ad una vita che fino ad ora gli è calzata a pennello ma inizia ad andargli stretta.

Difficile pensare che un killer possa essere liquidato in modo semplice e indolore da un mandante come Rakov: in cambio della sua libertà gli viene chiesto un ultimo omicidio in Italia. A Milano. 

Un gioco da ragazzi, pensa Alësa che si troverà, però, a fare i conti con qualche cosa di diverso dal solito: questo ultimo omicidio gli impone di andare incontro a dei principi che, nel bene o nel male, ha sempre rispettato e lo pone nella condizione di dover rinunciare alla sua solitudine (quella che ha vissuto per scelta). 

Non sarà solo in quest'ultima missione, avrà accanto un uomo indicato dallo stesso Rakov. Ivan è il suo nome e tutto sembra - a prima vista - tranne che un killer capace di uccidere a sangue freddo.

Difficile per Alësa fidarsi, di lui come di nessun altro. Eppure dovrà in qualche modo scendere a compromessi per conquistare la sua libertà.

Storia dai ritmi incalzanti con qualche sorpresa. Storia violenta (se si ha a che fare con uno spietato killer non potrebbe essere altrimenti) che pone al centro la figura di un uomo che inizia a fare i conti con se stesso. La giustizia è del tutto lontana. Tanti, troppi morti. Nessuna conseguenza. Parliamo di bande rivali, è vero, ma non sempre. E l'ultima missione è del tutto anomala, capace di metterlo in crisi e imporlo a fare scelte ben precise. Scelte che in altre circostanze non si sarebbe mai trovato nella condizione di fare.

Nonostante gli argomenti trattati, scorre ed è ben scritto, un spaccato della società russa dopo la fine dell'URSS, osservata senza fare sconti. Consigliato a chi ama l'azione, non consigliato a chi non ama troppi scorrimenti di sangue.

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Spy story love story
Nicolay Lilin
Einaudi editore
248 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 7.99 Kindle, audiolibro

venerdì 24 marzo 2023

La banda degli invisbili e la recita maledetta (F. Forte - E. Bertini)

 

 

Come avvicinare i giovani lettori a storie misteriose, ad un giallo bello e buono ma alla loro portata?

Con La banda degli invisibili e la recita maledetta il risultato è garantito: una storia che ha per protagonisti un gruppetto di ragazzini piuttosto in gamba, un'ambientazione che ben si presta ad un mistero - la scuola, o meglio, la recita della scuola - ed una serie di circostanze tutte da decifrare con un pizzico di curiosità ed intraprendenza. 

Nella scuola Amerigo Vespucci si è in procinto di mettere in scena una recita. Una recita maledetta, così viene definita perchè in passato si sono verificate delle circostanze tragiche in occasione di tale rappresentazione che poi, per scaramanzia, non è stata proposta per tanto tempo. 

Edoardo, Matteo, Lucia e Matilde sono gli invisibili: non certo i più popolari della scuola, anzi... sono sempre più spesso vittime delle angherie dei bulletti di turno. E quando non vengono presi di mira sono praticamente invisibili, come se non esistessero.

Se, da una parte, l'aspetto legato al bullismo è purtroppo una nota stonata (ma terribilmente attuale) in un ambiente scolastico, dall'altra il fatto di passare inosservati fa loro buon gioco quando, in circostanze misteriose e mentre ci si preparava alla recita, un'insegnante viene trovata cadavere.

Una tragica fatalità? O qualche cosa di diverso? I quattro invisibili vogliono vederci chiaro ed iniziano ad indagare nell'ombra. C'è chi svolge le indagini ufficiali, certo... ma i risultati delle indagini ufficiali non vanno affatto di pari passo con quelle dei nostri quattro protagonisti che dimostrano di essere invisibili, sì, ma astuti ed attenti. Mettono in piedi una vera e propria banda investigativa in seno alla quale ognuno ha un ruolo importante, anche quando non si pensa che sia così.

La storia è narrata in terza persona e vengono proposti punti di vista differenti che rendono l'esperienza di lettura - di ascolto, nel mio caso - per niente pesante.

Lo consiglio a giovani lettori che vogliano lasciarsi appassionare al giallo e che si vogliano un po' rivedere in quei ragazzini... non quando vengono bullizzati, non quello intendo, ma nel loro modo di essere degli investigatori davvero in gamba.

Ps. devo fare un piccolo, piccolissimo appunto all'immagine di copertina usata per l'audiolibro. Una delle due ragazzine protagoniste non risponde affatto ai canoni dell'immagine utilizzata... ma non svelo altro. Ai curiosi lascio il compito di scoprire il perchè.

***
La banda degli invisibili e la recita maledetta
Franco Forte, Elisa Bertini
Mondadori editore
235 pagine
14.00 euro copertina rigida, 7.99 Kindle, audiolibro

mercoledì 22 marzo 2023

Un bacio dietro al ginocchio (C. Totaro)

 

Sono due donne le protagoniste di questo romanzo: una figlia (Elisa, poco più che ventenne) ed una madre (Ada).

Due donne che passano insieme del tempo per un'occasione speciale, il compleanno di Elisa, in una cena attesa da tempo soprattutto da Ada. Vuole essere un momento di serenità, di festeggiamento, di complicità ma giàa dalla prime righe si avverte che non sarà affatto così. Dai toni distesi con i quali inizia la cena le corde si tirano sempre più fino a far aleggiare un malessere profondo. Lo si legge nelle parole di Elisa, nelle sue reazioni, nelle parole che sceglie per parlare a sua madre ma lo si legge anche in quella madre che si approccia a sua figlia con una certa inquietudine, pur mettendo in campo ogni tentativo per non far fallire la serata.

Quando poi Ada torna a casa accompagnata da sua figlia e lei, Elisa, la saluta per andare a festeggiare con i suoi amici sembra di essere su una scena diversa di un film. Succede tutto molto in fretta: Ada si rende conto di essere chiusa in bagno ma non si rende conto che nelle altre stanze oramai domina un odore acre di gas che l'avrebbe sicuramente uccisa se qualcuno non fosse arrivato in tempo ad aiutarla.

Ada ha cercato di uccidersi? Ma come ha fatto a chiudersi dentro, in bagno, con la chiave fuori? 

Il lettore arriva in fretta ad Elisa, cosa che non fanno coloro che intervengono sul posto perchè Ada, probabilmente anche in modo inconscio, non ammette con nessuno di non essere stata sola qualche ora prima ma che l'ultima ad uscire da quella casa è stata sua figlia. 

Una figlia che, tra l'altra, fa perdere le tracce di se'.

Dov'è Elisa? Cosa le può essere successo? Perchè era così inquieta a cena? Tante le domande che si rincorrono nella mente di Ada, troppe. E, soprattutto, tanti elementi che depongono decisamente a sfavore della ragazza ma che, Ada lo sa, non vanno rivelati, temendone le conseguenze. La donna si mette sulle tracce della figlia ed inizia una ricerca disperata, a un lato, ma estremamente dignitosa dall'altro.

Io devo ammettere di non aver chiuso il libro con quella soddisfazione che mi resta addosso quando finisco un bel romanzo. Mi è rimasta addosso molta amarezza ed ho avuto la sensazione che ci fosse qualche cosa di incoerente ed incompiuto.

Certo è che non si può non riflettere - soprattutto per chi come me una figlia femmina ce l'ha davvero - sul rapporto che abbiamo con i nostri figli, su quanto poco sappiamo di loro, delle loro paure, delle loro aspirazioni, dei loro fallimenti, dei loro sogni. Allo stesso tempo non si può non riflettere su quanto poco si sia abituati a parlare con le persone che amiamo... ma parlare con la P maiuscola... a parlare per mettersi a nudo, per cercare di comprendere, per ascoltare, per accogliere e perdonare, se necessario. 

Tutto molto comune e molto familiare. Questo aspetto, sì, mi è piaciuto, ma gli sviluppi della storia mi sono piaciuti meno.

Non è un libro che rileggerei. Se lo consiglio? Mha... più no che sì.

***
Un bacio dietro al ginocchio
Carmen Totaro
Einaudi Editore
176 pagine
18.00 euro copertina rigida, 4.99 Kindle

martedì 21 marzo 2023

Il figlio di due madri (M. Bontempelli)

  

Roma, inizi del Novecento. Alla vigilia del suo compleanno, Mario è eccitato. 

E' un bambino come tanti, che non vede l'ora di festeggiare l'arrivo di un nuovo anno di vita. Il settimo, per la precisione.

Sette anni fa venne alla luce da Arianna. Sette anni fa, però, un altro bambino nasceva a nuova vita: era Ramiro, il figlio di Luciana, che poco prima della nascita di Mario, moriva tra le sue braccia.

Una madre felice e completa, la prima. 

Una madre profondamente addolorata e spezzata la seconda, ma in perenne attesa del ritorno del suo bambino. 

Nel momento in cui, proprio nel giorno del suo compleanno, Mario si immobilizza e, tornato vigile come sempre, chiede di essere portato a casa, non indica la casa che condivide con Arianna e suo marito ma quella in cui ha vissuto con Luciana. 

Inizia un incubo per Arianna. Un sogno per Luciana. Una realtà nuova ma non del tutto per Mario che inizia a riconoscere la sua mamma in Luciana ed un'estranea in Arianna. 

La storia è molto particolare e non proprio nelle mie corde. Anche se Mario dice di chiamarsi Ramiro e conosce alcuni dettagli dell'abitazione in cui dice di vivere con Luciana, è razionalmente impossibile che sia lui: Ramiro oggi, a sette anni dalla sua morte, avrebbe il doppio dell'età che ha Mario. Punto. La storia dovrebbe finire qui se solo qualcuno riuscisse a ragionare con razionalità e riportare tutti entro una parvenza di ragionevolezza.

Gli atteggiamenti del bambino, la convinzione di Luciana, alcuni vicini che sembrano riconoscere quel volto come quello di Ramiro, però, mischiano le carte e tirano le fila di quella che mi è sembrata una commedia dell'assurdo.

Quello che l'autore mette in campo è un mistero bello e buono del quale nessuno riesce a venire a capo. Non ci riescono i protagonisti e nemmeno il lettore. Io, almeno, alla fine ho dovuto gettare la spugna davanti ad una storia troppo fuori dai canoni per i miei gusti.

Entrambe le donne coinvolte sono madri. Entrambe vivono con intensità l'amore per il proprio figlio.

Se si dovesse essere razionali, come accennavo sopra, non ci sarebbe nulla di cui discutere ma di razionale ho trovato ben poco. La vicenda che racconta è surreale, e rientra appieno nel filone letterario di cui il Bontempelli è rappresentante (quello del realismo magico).

Un filone che, però, non mi ha catturata. Non sono riuscita a dare un senso a questa storia. Mio limite, probabilmente, ma non l'ho proprio apprezzata. 

Ho travato il libro disponibile per un prestito bibliotecario ma devo ammettere - lo si capisce a prima vista e poi al atto - che quello arrivato tra le mie mani è un volume sfogliato pochissimo. Poco richiesto? Poco apprezzato? Sorpassato? Io sono rimasta ammaliata dal viso furbo del bambino in copertina ma la storia mi ha lasciato l'amaro in bocca.
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Il figlio di due madri
Massimo Bontempelli
Utopia editore
176 pagine
17 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

domenica 19 marzo 2023

Fame d'aria (D. Mencarelli)

  

La storia di Pietro e di Jacopo è una di quelle che restano appiccicate sulla pelle di chi si trova ad avere tra la mani il libro di Daniele Mencarelli. 

In arco temporale molto breve - pochi giorni - l'autore concentra tutto il dolore e tutte le difficoltà che sono connesse con l'avere un figlio con delle serie difficoltà come Jacopo. Perché ragazzi come lui sono forti ed imprevedibili ma... si pisciano e si cagano sotto, come scrive l'autore. Uno stile diretto, ruvido che arriva dritto allo stomaco come un pugno ben assestato. Perché, di fatto, la vita di Pietro altro non è se non un continuo pugno allo stomaco. 

Con un ragazzo autistico che non riesce da accudire in ogni istante della giornata, anche l'uomo più coriaceo prima o poi crolla.

Una padre, non una madre... perchè di fatto è un padre il protagonista di una storia che si potrebbe rinvenire dietro a tante porte delle case delle nostre città, nelle quali una famiglia si trova a far fronte ad una situazione difficile da gestire che, pure con l'amore più grande che si possa mettere in campo per il proprio figlio, alla fine logora, sfinisce, spiazza.

Pietro è in viaggio con suo figlio quando la loro auto fa i capricci e li lascia a piedi. Nell'arco di tempo che sarà necessario per sistemare il guasto Pietro entra in contatto con delle persone - non molto, a dire il vero... i personaggi del libro sono pochi - che avranno un ruolo fondamentale nel suo presente ma anche nel suo futuro.

L'autore indaga in modo efficace nell'animo umano: mette a nudo l'anima di un uomo che è provato nel fisico, nello spirito ed anche nelle tasche da una situazione che ogni giorno di più appare insostenibile.

Un uomo che cerca di minimizzare agli occhi degli altri ma che, di fatto, appare loro in tutta la sua fragilità. Perché quelle persone che incontra sono persone attente, sensibili, capaci di guardare ed ascoltare anche oltre ciò che appare e ciò che viene detto.

Coraggio e paura: questo ho letto nel personaggio di Pietro. Ed anche un amore smisurato che, proprio in quanto tale, lo porta a fare delle scelte che possono sembrare inaccettabili ma sono il gesto estremo dell'amore di un padre per suo figlio.

Jacopo non avrà mai una vita come quella di qualsiasi altri giovane della sua età. Dipenderà per sempre dai suoi genitori visto che, di fatto, accanto a lui non c'è nessun altro. La madre ha lasciato il lavoro per accudirlo quando è emersa la malattia, suo padre fa la sua parte ma si trova a fare i conti con momenti di grande difficoltà. Non c'è più normalità per quella famiglia. Non c'è più normalità per quell'uomo che, invece, vorrebbe tanto una vita normale, comune, semplice, uguale a tante altre. Jacopo c'è e ci sarà negli anni a venire, con le sue manie, i suoi limiti, i suoi problemi, le sue necessità.

La storia invita a riflettere sulle tante difficoltà che incontrano le famiglie con ragazzi con tali problemi. Un sistema assistenziale praticamente assente, una concezione del tempo che va fuori ogni canone visto che a scandirlo sono le necessità di quel ragazzo, prospettive a lungo termine che fanno rabbrividire soprattutto se si pensa ad un futuro nel quale quei genitori, accano a quel ragazzo, non ci saranno più. 

Un quadro che potrebbe vedere impressi i volti di tante famiglie che vivono accanto a noi e fanno i conti con quelle stesse difficoltà. Quello scoramento che vive Pietro, quei momenti di nervosismo, quei modi un po' bruschi sono gli stessi che potremmo ritrovare oltre l'uscio della casa accanto alla nostra.

Un romanzo che tocca le corde dell'anima, che riserva un finale che spiazza e che, anch'esso, emoziona.
Lo consiglio.
***
Fame d'aria
Daniele Mencarelli
180 pagine
Mondadori editore
19.00 euro copertina flessibile, 10.99 Kindle, Audiolibro

venerdì 17 marzo 2023

Il fabbricante di lacrime (E. Doom)

 

Rigel ha 17 anni ma viene descritto come se avesse almeno 10 anni di più. Ha i capelli neri, gli occhi neri, lo spirito di un lupo e morde. Così si dice, si ribadisce più e più volte per cui così dev’essere.

Nica ha la stessa età ed è un’ingenua patentata. Alla faccia di chi dice che a parità di età le ragazze sono più mature dei ragazzi! Un animo dolce, il suo, tenero… ma un’ingenua che in alcuni passaggi mi ha innervosita…

Sono cresciuti in un orfanotrofio dove sono stati ognuno (a loro modo) vittime della tutrice i cui comportamenti hanno segnato entrambi. Ora sono in pre-affido presso una famiglia in procinto di essere adottati.

Questo il contesto.

Bello e dannato, lui. Dolce e ingenua lei. Un angelo nero, lui. Un angioletto bianco, lei. Lui morde. Lei dà baci soffici, ha una voce soffice, lei non parla ma “esala”…

 Dal contatto tra i due non può che nascere qualche cosa di esplosivo, almeno nelle intenzioni dell’autrice.

Un passato difficile alle spalle di entrambi, due sofferenze che si assomigliano molto per via di un’esperienza passata vissuta ai poli opposti, ma che ha lasciato segni ad entrambi. Entrambi rotti, scheggiati. Due solitudini che si sono sempre completate, anche se sembra che nessuno dei due abbia mai voluto accorgersene.

E poi… il termine morsi ripetuto fino allo sfinimento, le descrizioni dell’aspetto fisico di lui ridondanti, i capelli scompigliati davanti agli occhi citati decine di volte, il fatto che entrambi siano rotti riproposto frase dopo frase, fino alla nausea. E – lo devo ammettere – è un concetto bruttissimo…

Tutto troppo. Troppe le ripetizioni, i concetti riproposti continuamente per non dire niente di nuovo, troppi i termini di cu si fa uso in maniera secondo me inappropriata forse nel tentativo di affinare la narrazione… tentativo secondo me maldestre.

Troppe le sottolineature di un modo di essere che ormai è chiaro fin dalle prime pagine ma che ancora, a poche pagine dalla fine, viene evidenziato più e più volte. E nonostante tali descrizioni, la personalità di lui – in particolare – avrebbe meritato molto più spazio ma facendo in modo di dire qualche cosa di concreto, non lo stesso concetto ripetuto fino all’inverosimile.

Eppure… eppure non ho avuto la minima tentazione di abbandonarlo e mi sono lasciata andare alla curiosità di sapere dove andassero a finire quei due personaggi dalla vita così travagliata, pur essendo così giovani.

Eppure… dopo il nervosismo legato alle continue ripetizioni, ho voltato una pagina dopo l’altra ipotizzando cosa potesse accadere.

Questo libro, mi pare di aver capito, è stato un fenomeno editoriale dal quale io, però, mi sono tenuta alla larga a ridosso dell’uscita. Troppo pubblicizzato, troppo chiacchierato, troppo recensito, troppo fotografato.

E’ arrivato a casa mia per mano di mia figlia che aveva intenzione di leggero su suggerimento di un’amica sua coetanea. Ha stazionato per mesi sul suo comodino salvo poi leggerlo in maniera piuttosto vorace fino a tarda notte. Poteva forse tutto questo non stuzzicare la mia curiosità? L’ho preso in mano anche io e le pagine sono scivolate via, anche se tra tanti difetti.

Diversi i temi trattati: l’abbandono, la solitudine, la diversità, la violenza sui minori, l’affido familiare, l’adozione, l’amore… Tanti temi buttati in un calderone che riserva, va detto, una sorpresa che non mi aspettavo, poco prima del finale.

Stendendo un velo pietoso sullo stile (mi domando come mai non sia stato fatto un lavoro di editing un po’ più serio) la storia funziona e, va detto, è perfetta per le ragazzine: personaggi cupi, grandi sentimenti, gioie e dolori amplificati al massimo, contatti da cui si scatenano scintille, descrizioni di momenti di intimità piuttosto efficaci ma il tutto spalmato su troppe pagine. Secondo il mio parere si è tirata parecchio la corda per raccontare pochi eventi degli di nota. Molte, moltissime le ripetizioni, alcune ingenuità grammaticali di cui avrei fatto volentieri a meno, tante frasi che sanno di sviolinata per i cuori di giovani lettrici (basti pensare che mia figlia ha appiccicato sulle pagine decine di post-it) ma, evidentemente, formula che funziona se è vero come è vero che è stato questo il libro più venduto del 2022.

L’ho comprato anche io (o meglio, mia figlia), infondo. No?

Se lo consiglio? Bhè, se siete arrivati a leggere fin qui avrete anche capito che tipo di libro avrete tra le mani per cui... fate voi...
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Il fabbricante di lacrime
Erin Doom
Salani editore
672 pagine
15.90 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle, Audiolibro

martedì 14 marzo 2023

Gente del Sud. Storia di una famiglia (R. Mastrolonardo)

  

Gente del sud, storia di una famiglia non l'ho letto. L'ho ascoltato. Ed è stato bellissimo.

Merito della storia. Ricca, ricchissima.

Merito della voce di Francesco De Vito che ha dato ulteriormente vita a quei personaggi grazie alla sua voce, alla sua cadenza. Dico che ha dato ulteriormente vita perché già la narrazione - precisa, colorita, attenta - ha fornito tanti elementi per rendere vivi i personaggi più di quanto si possa immaginare.  

Quello che ho avuto tra le mani è stato un romanzo identitario che mette al centro l'identità di una terra attraverso l'affermazione dell'identità di personaggi palpitanti, emozionanti, veri.

L'autore racconta due storie in un arco temporare di cento anni o poco più: la Storia e le storie, attraverso una quantità notevole di personaggi e in un lasso di tempo molto ampio. Non è un romanzo storico: in più occasioni l'autore ha sottolineato di non essere uno storico e di aver utilizzato riferimenti storici precisi ma piegati ad esigenze narrative (la storia così come la geografia si sono ben prestate). Attraverso il vissuto dei singoli componenti della famiglia Parlante, famiglia protagonista, che si snodano in più generazioni, si raccontano storie avvincenti dal punto di vista personale ma anche la Storia così come tali protagonisti loro l'hanno vista e vissuta. Non è uno sguardo esterno, quello offerto. Non è la lettura di chi sfoglia un libro di storia e sa già come finirà la guerra, tanto per fare un esempio, ma viene offerto lo sguardo (ed il cuore) di coloro che si sono trovati a vivere in prima persona quegli eventi nel loro presente, con tutta l'incertezza che ciò può essersi portato dietro.

La storia prende avvio a Napoli, nel 1895, quando una parte della famiglia Parlante scappa dall'epidemia di colera che si stava diffondendo da quelle parti e torna in Puglia: un luogo sicuro, in seno ad una famiglia d'origine che vive  in una località immaginaria e da cui prenderà il via il racconto di una storia che vedrà intrecciarsi tante storie, quella della famiglia protagonista ma anche di tante famiglie e di una intera comunità diffusa su un territorio piuttosto grande. 

La figura centrale è quella di Cipriano Parlante, il perno attorno al quale si snoda un romanzo poderoso, importante, massiccio che, però, scorre come pochi altri.

Il romanzo è agile, coinvolgente. Le vicende si susseguono a ritmo incessante e segnano i cambiamenti di un'epoca in una terra - la terra del Sud - che è anch'essa protagonista importante con le sue caratteristiche, con il suo orgoglio, le sue ferite, le sue sfide.

Mi ha molto colpita la storia imprenditoriale che fa da filo conduttore alle vicende familiari che, proprio all'azienda di famiglia, sono inevitabilmente legate a doppio filo. Quei legami così saldi con le proprie radici, quell'orgoglio che trasuda da ogni riga, l'orgoglio di uomini e donne che hanno segnato la storia con le loro scelte, le loro decisioni, i loro sacrifici.

E mi hanno toccato il cuore i legami familiari: impossibile, per me, non pensare ai miei nonni, alla loro di storia... alla loro di guerra... ai loro sacrifici, alle loro gioie e ai loro dolori. Mi sono commossa in alcuni punti, soprattutto nel momento del passaggio del testimone da una generazione all'altra: segno del passare inesorabile del tempo, segno di assunzione di responsabilità anche quando il cuore direbbe altro.

All'inizio ho pensato che avrei fatto fatica a seguire gli sviluppi delle storie per via dei tanti personaggi che mano a mano si aggiungevano l'uno all'altro. Non è stato così. Tutto si incastra alla perfezione come un grande mosaico palpitante. E la genealogia indicata tra le prime pagine aiuta molto a tenere il filo del discorso, inevitabile in storie così.

I personaggi femminili passano in secondo piano rispetto a quelli maschili ma è anche questa la caratteristica di un'epoca. Tra di essi non posso non citare la figura di Adalgisa, anch'essa simbolo di un'epoca: ragazza sedotta ad abbandonata da un soldato in tempo di guerra con un figlio in grembo, pur non essendo di sangue Parlante sarà una colonna portante di quella famiglia.

Tra i personaggi maschili indubbio il ruolo predominante che va riconosciuti a Cipriano ma sono tanti coloro che gli gravitano attorno, ognuno con un ruolo fondamentale per completare quel mosaico. 

Gran bella storia. Una di quelle che restano nel cuore come imponente saga familiare ma anche romanzo sociale che affronta tanti temi che sembrano sorpassati ma sui quali, a ben guardare, si fonda il presente di quel Sud che mai come in questo caso ha reclamato una giusta attenzione.

Bello. Lo consiglio. Ma attenzione: sarà difficile staccarsi da quella gente del Sud che resterà - almeno così è per me - nel cuore ed alla quale pensare con un pizzico di nostalgia.
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Gente del Sud. Storia di una famiglia
Raffaello Mastolonardo
Tea edizioni
774 pagine
16.00 euro copertina flessibile, Kindle Unlimited, Audiolibro

domenica 5 marzo 2023

Il figlio prediletto (A. Nanetti)

  

Le copertine Neri Pozza sono bellissime. 

Bellissime le immagini scelte, bellissima la carta scelta.

E sono molto belle anche le storie. Questa, per lo meno, è una storia toccante e capace di arrivare al lettore con violenza, anche, in alcuni momenti.

Nelle more della narrazione si alternano due periodi storici differenti.

Tutto ha inizio una sera d'estate del 1970 con due ragazzi che si trovano a vivere un amore dolce, intenso ma inaccettabile nella comunità in cui vivono, un piccolo paesino della Calabria. Un segreto, il loro, che nel momento in cui verrà scoperto porterà a conseguenze tragiche. Nunzio e Antonio: erano i due ragazzi innamorati. Non intendevano infastidire nessuno, solo vivere il loro amore. Ma qualcuno ha deciso che non fosse possibile portare avanti una storia così, una storia di recchiuni tanto per citare il termine utilizzato nella lingua del posto. E finisce in tragedia con Antonio cadavere e Nunzio allontanato dalla sua casa, dalla sua terra, dalla sua famiglia con un profondo dolore che non lo abbandonerà più.

Anni dopo sua nipote Annina farà una scelta che la porterà sulle tracce dello zio. La ragazza vive in sofferenza le convenzioni del posto, le raccomandazioni della madre e della nonna che la vorrebbero sottomessa come meglio si addice ad una donna influenzano le sue scelte ma fino ad un certo punto. E suo padre, quell'uomo tutto d'un pezzo che decide cosa sia giusto e cosa non lo sia, quell'uomo che incombe su di lei come una figura a cui non si può mai dire di no ben presto diventerà una figura da cui prendere le distanze. Annina decide di farlo in maniera definitiva, sfidando tutto e tutti. Così come decide di mettersi sulle tracce dello zio per conoscere, finalmente, la sua storia, quella che tutti hanno cercato di nascondere.

Si alternano, dunque, i racconti di ciò che accade a lei e di ciò che, anni prima, era accaduto a lui. Due storie intense, nelle quali la ricerca della libertà e della proprio dimensione nel mondo porta i due protagonisti ad affrontare la vita di petto, con tutte le difficoltà che arrivano giorno dopo giorno. 

Lontani entrambi, seppur per motivi e scelte differenti, hanno preso le distanze delle rispettive famiglie: non per scelta lui, per scelta lei. 

Ho amato la figura di Nunzio. Mi sono sentita meno in sintonia con Annina: non si può pensare di apprezzare tutti allo stesso modo e poi è una questione di empatia... il meccanismo, almeno per quel che mi riguarda, è lo stesso che avviene con le persone che si incontrano quotidianamente. Lo stesso accade con i personaggi delle storie che leggo.

Entrambi, però, sono personaggi emozionanti e ben resi dall'autrice in contesti che hanno le loro regole  (sia quello d'origine di zio e nipote che in quello d'adozione). Ho letto questo libro con piacere pur essendo una storia triste. Io così, almeno, l'ho recepita.

Una storia, comunque, all'altezza della copertina.

Ps. i dialoghi che vengono proposti in dialetto non solo non infastidiscono, ma rendono meglio l'idea delle situazioni che i personaggi stanno vivendo.
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Il figlio prediletto
Angela Nanetti

Neri Pozza Editore
pag. 232
16.50 euro copertina flessibile