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sabato 3 giugno 2023

Luna rossa (J. Nesbø)

Quando ho avuto questo libro tra le mani mi sono emozionata. 

E' la prima volta che mi capita ma Harry mi è mancato molto e ritrovarlo è stato davvero emozionante.

Mancava dal 2019, Harry, e pur senza rendermene conto nel corso del tempo, ho atteso con una certa ansia il suo ritorno. A darmene prova è stata proprio quell'emozione provata quando ho incontrato di nuovo il suo nome tra le pagine.

Ho ritrovato un Harry Hole devastato, allontanatosi da Oslo e arrivato a Los Angeles pronto a lasciarsi morire con un bicchiere in mano e tanto alcol in corpo. Piegato dal dolore, dai fantasmi del suo passato, dal vuoto che gli è rimasto attorno. Un uomo finito, senza più uno scopo nella vita, senza una prospettiva davanti ai suoi occhi che non sia la morte.

A quanto pare, però, non è ancora arrivato il suo momento ed uno scopo per cui uscire da questo girone infernale arriva quando Lucille, una vecchia attrice che ha sottratto alla furia di un cartello della droga, gli ha offerto un posto in cui stare, amicizia e vestiti puliti viene rapita, Hole si sente in dovere di salvarla pagando il riscatto che viene chiesto in cambio della sua vita. I suoi conti, però, sono prosciugati. L'unico modo per racimolare la somma richiesta è accettare un incarico offerto da un potente immobiliarista accusato dell'uccisione di due donne che vuole ingaggiare Hole come investigatore privato.

Parte un'indagine parallela a quella dei suoi ex colleghi accanto ai quali, però, torna a lavorare seppur su un diverso binario. 
Lo fa affiancandosi a persone fidate alle quali la vita, come con lui, non ha fatto sconti: l’amico di infanzia Øystein, ex tassista che ora si guadagna da vivere vendendo cocaina ma prezioso per gli spostamenti di Hole & co; Ståle Aune, ex psicologo malato terminale di cancro che in passato è stato prezioso per meglio conoscere la mente dei criminali e Truls Berntsen, poliziotto dalla dubbia reputazione che sa, però, il fatto suo. Una squadra decisamente sui generis che riserverà, però parecchie sorprese.
 
Nesbø o lo si odia o lo si ama. Non credo possano esserci vie di mezzo. Lo si odia per le situazioni crude che propone, per i personaggi che sembrano abbandonati a loro stessi, per lo stile che nulla risparmia al lettore. Lo si ama per aver  creato un personaggio che non si può non amare, con le sue immense fragilità, i suoi comportamenti inaccettabili a volte ma profondamente umani, per la sorte che ha scelto per il suo protagonista capace, anche in contesti di disperazione più profonda, di non perdere mai quel senso di giustizia che da sempre lo caratterizza. Ed io lo amo, inutile dirlo.
Avrà pure dei metodi molto discutibili, Hole, ma sui suoi principi legati alla ricerca del colpevole nulla da dire.

Nesbø torna a fidelizzare i lettori mettendo in gioco storie personali dei vari personaggi che entrano in scena e lo fa senza che tutto ciò distolga l'attenzione dall'indagine.

Molto bella la figura di Ståle Aune in questa storia, grande esempio di forza, coraggio e fedeltà fino alla fine.

Non è una storia per stomaci deboli, questo va detto, anche se arrivati alla tredicesima avventura di Harry Hole i suoi lettori dovrebbero saperlo già da un po' cosa c'è da aspettarsi tra le pagine firmate da Jo Nesbø.
 
Ps: è una storia molto moderna, secondo il mio punto di vista, dove entra in ballo anche la medicina, la biologia e pure l'attualità. 
Ps. del ps: il titolo non è molto originale ma ben sta con la storia narrata.
***
Luna Rossa
Jo Nesbø
Einaudi editore
591 pagine
21.00 euro copertina flessibile 
10.99 Kindle

sabato 4 gennaio 2020

Il coltello (Jo Nesbø)

Bello e devastato.

Arrivano per bocca della collega Kaja Solness i termini che cercavo da tempo per descrivere Harry Hole, il protagonista della serie nata dalla geniale penna di Jo Nesbø e avviata con Il pipistrello, giunta alla sua dodicesima tappa con Il coltello, ultimissimo libro della serie.

Bello e devastato.

Bello di una bellezza tutta sua, perchè proprio bello bello, dal punto di vista estetico, Harry non dovrebbe esserlo più di tanto soprattutto dopo i tanti segni che il suo corpo, il suo viso in particolare, presenta. Dal fisico possente, biondo con i capelli dritti in testa, immagino il suo viso solcato da quella cicatrice color fegato che gli segna il volto, dalla bocca all'orecchio e che oramai lo caratterizza rendendolo quasi aggressivo agli occhi di chi non lo conosce. Lo immagino con gli occhi iniettati di sangue quando, sbronzo oggi come allora, si ritrova in casa sua con i vestiti insanguinati, le mani insanguinate senza ricordare nulla di quanto accaduto la sera prima. Non è certo un bel biglietto da visita....

Devastato. Questo riesco ad immaginarlo senza fatica. Harry è un uomo devastato da un passato che lo rincorre continuamente e da un presente più che doloroso. E' un uomo che perde ciò che di più caro ha al mondo e l'unico motivo che gli fa aprire gli occhi al mattino (tanto per cambiare, viene sospeso da qualsiasi tipo di indagine) è la ricerca del  colpevole del delitto che lo ha letteralmente devastato. 

Harry è un uomo devastato dal dubbio, dal sospetto, dalla continua lotta tra il suo io più violento ed istintivo con quello che, secondo il mio parere, invece lo caratterizza. Harry è un uomo buono, dal gran cuore ed anche in una vicenda dolorosa come quella che stavolta si trova ad affrontare lo dimostra.
Parere mio, ovviamente.

Harry è un uomo dalla sensibilità superiore, nella vita così come nello svolgere il suo mestiere. Un mestiere nel quale è insuperabile nonostante tutto, nonostante il Jim Beam che lo corteggia continuamente e il suo alcolismo dichiarato, nonostante i modi alquanto ortodossi di affrontare indagini dalle quali spesso, stavolta più che mai, viene tenuto (senza successo) lontano.

E' devastato su più fronti. L'ho realizzato alla fine del romanzo quando mi sono trovata davanti ad una svolta che mai e poi mai avrei potuto immaginare, ad un colpevole che mai e poi mai avrei (ed anche Harry) voluto che fosse tale!

Non posso dire altro in merito alla trama perchè non voglio togliere il gusto della scoperta - perchè è una storia in cui le scoperte sono continue - al lettore.

Posso dire che Nesbø si conferma abile nel raccontare storie nella storia, nel proporre personaggi a cui il lettore si fidelizza, personaggi che il lettore affezionato riconosce e dei quali, qualora mancassero, sentirebbe la mancanza. Nesbø non lesina in descrizioni e devo dire che stavolta, rispetto a quanto avvenuto in precedenti capitoli della serie, è meno cruento nelle descrizioni ma non meno efficace nell'effetto finale. Da questo punto di vista credo di poter dire che l'autore si sia migliorato nel tempo: non sono necessarie descrizioni cruente fino all'inverosimile per arrivare al cuore del lettore, in senso positivo o negativo che sia. 
E non lo dico solo in riferimento al protagonista, quell'Harry Hole che oramai nel cuore dei lettori di Nesbø ha un posto fisso qualunque cosa faccia... Lo dico in riferimento anche a personaggi secondari che diventano tutti antagonisti importanti. Nessuna storia viene lasciata nelle mani del lettore con superficialità. Nessun personaggio viene raccontato in modo sbiadito.

Forse stavolta ce n'è uno che resta un po' in penombra. 
Almeno secondo il mio parere, la figura di Katrin perde un po' dello smalto che le avevo inizialmente riconosciuto e lo fa per un sacco di motivi: per atteggiamenti, scelte o non scelte, per la scarsa incisività che, sempre per parere personale, ha nell'ultima avventura di Hole. E', da sempre, una sua alleata... stavolta però la sua figura scricchiola un po'... anzi, parecchio!

Sullo sfondo ci sono sempre i paesaggi di una Oslo che non fa sconti. A nessuno.

Forse esagero nel dire che è il libro più bello della serie di Harry Hole ma lo dico comunque, senza ovviamente nulla togliere a tutti gli altri. E' senza dubbio il più ricco: di personaggi, di descrizioni, di dubbi, di emozioni ed anche di verità.

Lo consiglio agli amanti del genere senza ombra di dubbio. A chi non avesse ancora letto nulla di questa serie consiglio di iniziare dal principio per comprendere alcune sottigliezze che l'autore semina, di libro in libro, per meglio mettere a fuoco il personaggio, la sua storia, le sue emozioni.

Un personaggio bello e devastato che è protagonista, stavolta, di una storia bella (per quanto possa essere bello un thriller in cui ci sono violenze e morti... ma mi avete capito!) e devastante. Per Harry ma anche per chi segue le sue avventure.

Ps: devo fare un appunto. Non mi era mai capitato prima con libri Einaudi e, nello specifico, della collana Stile Libero Big ma mi sono imbattuta in diversi errori... poca cosa, a al posto di una e, un plurale al posto di un singolare... poca cosa, ma che io ho notato.
Pignola? 
Magari sì, ma io preferisco definirmi lettrice attenta.
***
Il coltello
Jo Nesbø 
Einaudi Editore
625 pagine
20.00 euro formato cartaceo

sabato 19 maggio 2018

Sete (J. Nesbø)

Siamo arrivati alla fine, all'ultimo libro (per il momento pubblicato) della serie di Harry Hole.
Ultimo per ora, visto che nelle ultime pagine l'autore apre uno spiraglio che fa pensare che Harry debba tornare ad indagare.
Mi è capitato di leggere, tempo fa, un'intervista all'autore nella quale dichiarava che il suo personaggio di punta è destinato a morire (chi non lo è?) e che non gli sopravvivrà, non intende permettere che altri possano pensare a portare avanti le sue storie. Bhè, io auguro lunga, lunghissima vita ad entrambi, sia all'autore che al suo personaggio!

Ancora una volta Harry tenta di stare lontano dalle indagini sul campo. E' un insegnante a tempo pieno, ha una vita finalmente serena con la donna che ama e con suo figlio, non ha più niente a che fare con alcol e droghe. E' un docente della scuola di polizia di Oslo, quella stessa scuola che frequenta Oleg, suo figlio.

Ma Harry Hole non è nato per fare l'insegnate. Nel momento in cui Oslo viene bagnata dal sangue di due donne trovate morte e di una ferita sulle scale di casa, con terribili segni addosso, Hole torna sul campo anche se, come spesso gli capita ultimamente, non vorrebbe.

Ecco, questa cosa mi è sembrata un pochino ripetitiva. Oramai sappiamo (parlo al plurale riferendomi a chi ha letto tutti i libri della serie e conosce il personaggio) che Harry non riesce a stare lontano dalle indagini e non è la prima volta in cui lo troviamo lontano e tranquillo ma, comunque, legato a doppio filo ad indagini che ogni volta lo toccano da vicino (o per via della sua famiglia, o perchè viene tirato dentro per i capelli da situazioni pregresse). 

Harry è un segugio, è il migliore e il lettore che ha seguito la sua serie lo sa bene.
Tentare di tenerlo fuori, affibbiargli una vita tranquilla non funziona.

Ed è proprio lui a dimostrarlo ogni volta, tornando ad indagare, più in gamba che mai. Se le cicatrici sul suo corpo si moltiplicano ogni volta, se la sua famiglia si trova in un modo o nell'altro minacciata in modo diretto da criminali (o da altri che, pur non essendo criminali, hanno il potere di tenere Harry in scacco) fa tutto parte del gioco. O meglio, fa tutto parte della storia. Non mi va proprio di paragonare ciò che accade ad un gioco. Tutto è meno che un gioco!

Come di consueto  Nesbø crea dei diversivi, introduce storie e personaggi che sulle prime sembrano una divagazione ma che, a ben guardare, non lo sono affatto.

Mi sono ritrovata con carta e penna in mano, durante la lettura, per prendere appunti sulle mie deduzioni, sui vari personaggi, sulle situazioni e devo dire che non mi aspettavo affatto il finale proposto. Tanti gli indizi che vengono disseminati tra le pagine (tante, 636) e come al solito Harry si mette in gioco in prima persona. 

E' un personaggio dalla personalità complessa: è un uomo tormentato, non ha avuto una vita facile ma pare aver raggiunto un suo equilibrio. Questo traspare dalle primissime pagine del libro Sete, numero 11 della serie.
A ben guardare, però, non è proprio così. Le sue debolezze, il suo malessere latente tornano a bussare alla porta con insistenza. Non è un uomo invincibile (anche se in certi momenti il lettore è indotto a pensarlo, visto come si riprende da situazioni che avrebbero di certo ammazzato chiunque altro) e non teme di mostrarlo. E' un uomo: ha le sue paure, i suoi punti di forza, le sue tentazioni, i suoi sentimenti. Tutto ciò, sommato ad una particolare abilità nel compiere indagini ne fanno un personaggio si successo.

Nesbø non ha mai risparmiato i particolari delle efferatezze che vengono compiute ad Oslo nei suoi racconti ma questa volta, secondo il mio parere, ha calcato parecchio la mano. Harry ha a che fare con un vampirista. Non un vampiro, un essere sovrannaturale o uno spirito che arriva dall'oltretomba. No, non è questo il punto. Si tratta di un vampirista, un uomo vivo e vegeto che tiene comportamenti che emulano quelli dei vampiri. Credo che sia chiaro, no?
Conoscendo lo stile di Nesbø e la tipologia di storie che ha imbastito nel proporre la serie Harry Hole non mi meraviglia più niente ma ammetto che in alcuni punti mi sarei risparmiata determinati dettagli. I vampiri non mi sono mai piaciuti. I vampiristi, a dire il vero, nemmeno.
Tutto in perfetto stile  Nesbø, comunque.

Inutile dire che sia rimasta incollata alle pagine (anche questa non è una novità) fino alla fine e che in alcuni passaggi ho temuto di perdermi. E' anche questa una caratteristica di Nesbø: le storie non sono mai troppo lineari ma è come se il lettore camminasse su un corridoio ai due lati del quale si imbatte in innumerevoli porte che si aprono l'una dopo l'altra fornendo molteplici dettagli e molteplici situazioni di cui deve prendere atto per poter arrivare fino alla fine del suo percorso.
Ammetto che non tutti i passaggi sono stati di immediata comprensione, per me, ma ho seguito benissimo la storia grazie anche all'attenzione richiesta dai meccanismi messi in gioco da Nesbø.

Harry mi mancherà, lo so già. Ho appena finito di leggere la sua ultima avventura e già mi manca. Spero che l'autose si sbrighi a partorire una nuova storia.

Una nota, prima di chiudere. Sento spesso chiedere se c'è un ordine per leggere i libri di questa serie. Bhè, come ogni serie è evidente che vada letta in ordine. Io sulle prime ho saltato qualche passaggio e mi sono resa ben presto conto di aver sbagliato per cui se posso dare un consiglio, per apprezzare appieno la storia di Harry Hole, si deve iniziare dal primo della serie. Ciò non toglie che ognuno sia una storia autoconclusiva ma ci sono comunque legami che, per essere compresi per benino, vanno approfonditi con il dovuto ordine:
  1. Il pipistrello
  2. Scarafaggi
  3. Il pettirosso
  4. Nemesi
  5. La stella del diavolo
  6. La ragazza senza volto
  7. L'uomo di neve
  8. Il leopardo
  9. Lo spettro
  10. Polizia
  11. Sete
Con questo libro partecipo alla Challenge Di che colore sei? in quanto titolo adatto per lo spicchio giallo, obiettivo  2 (autore straniero).
Partecipo inoltre alla Visual Challenge in quanto in copertina compare un'ombra (dalla mia foto non si vede bene perchè l'uomo è tagliato, ma c'è) per questo mese di gara.


lunedì 6 novembre 2017

Il leopardo (Jo Nesbø)

Non c'è niente da fare.  E' magnetico. Jo Nesbø è magnetico così come lo è Harry Hole, il suo personaggio di punta.
Sono arrivata a leggere l'ottava avventura - Il leopardo - che lo vede come protagonista e ne sono sempre più catturata, ammaliata. Ammaliata da Hole - è un commissario con parecchi lati negativi che, però, mi ha conquistata fin da subito con il suo modo di fare, la sua tenacia, il suo intuito e la sua voglia di arrivare sempre alla fine non per vanagloria ma per fare giustizia - ma anche dal modo di scrivere di un autore in cui mi sono imbattuta tardi ma rispetto al quale sto recuperando terreno.

A dire il vero mi ero ripromessa di non leggere di sera libri di questo tipo perchè - non posso nasconderlo - tra le descrizioni di morti ammazzati, di torture e squilibri mentali, quelli di Nesbø non sono certo delle tisane della buonanotte. Ma è stato più forte di me. 
Mi sono letteralmente attaccata alle pagine tanto da cercare di rimediare ogni piccolo spiraglio di luce, anche nel cuore della notte, cercando di non disturbare in nessun modo il sonno altrui, pur di arrivare alla fine.
Delle 759  intense pagine in cui si snoda la storia non ce n'è stata una che mi abbia annoiata. Nessuna riga inutile, superflua, che avrei evitato o che avrei consigliato all'autore di depennare. Spesso capita di imbattersi in storie che - almeno questa è una mia impressione - per non sfumare in poche pagine vengono diluite all'inverosimile. Non è certo questo il caso. Ogni pagina ha un suo scopo, ogni descrizioni ha una sua utilità nel dipingere un quadro complesso e dai tanti colori, dalle tante sfumature. Un quadro che va ammirato nel suo complesso ma anche in ogni singola tonalità di colore. 

L'unica cosa che credo di aver sbagliato, me ne sono resa conto solo a lettura inoltrata, è stata quella di non aver preso nota dei nomi dei tanti personaggi - vecchi e nuovi - che interagiscono: sono nomi norvegesi non semplici da memorizzare per cui mi sarebbe stata utile una specie di legenda che mi aiutasse ad abbinare, in modo immediato, quei nomi alle loro storie. Non avendolo fatto ho dovuto superare lo scoglio con maggiore fatica ma questo non ha per niente inficiato il mio piacere nella lettura.

Non è semplice dire in soldoni cosa avviene ma ci provo. 
Hole viene coinvolto nella ricerca di quello che si crede possa essere un serial killer. Dopo aver risolto il caso dell'Uomo di neve, ed essersi anche allontanato dalla sua città d'origine imboccando una via tutt'altro che retta, Hole viene scovato da qualcuno che ha bisogno di aiuto. E' la Polizia Criminale di Oslo che, seppur consapevole della reputazione di quel singolare commissario dichiaratamente alcolizzato e oramai tossicodipendente, sa che solo lui può aiutarla a venire a capo di un enigma bello e buono.
Due donne vengono trovate morte con 24 ferite identiche in bocca. Qualcosa ha provocato quelle ferite e le ha fatte affogare nel loro sangue. Quando Harry decide di tornare ad Oslo per via della malattia di suo padre, in fin di vita in ospedale, la sua strada si intreccerà a doppio filo con quella della Polizia Criminale e dei casi attorno ai quali si sta indagando. 

Morti strane, apparentemente slegate tra loro. Sangue che si somma a sangue in una corsa contro il tempo che sembra non finire mai.

L'autore non risparmia particolari, ne' in merito alle morti ne' in merito alle storie ed agli ambiente e questo è un punto a suo favore. Come accennavo sopra, niente è superfluo e non è da tutti scrivere un libro di così tante pagine senza essere per niente ridondante.
Ognuno dei personaggi che entrano in scena hanno un passato ed un presente che vengono descritti in modo approfondito. Personalità complesse, quelle di cui si parla, che fanno comprendere quanto ognuno possa avere dei lati oscuri, dei segreti, dei silenzi mantenuti troppo a lungo. Harry lo sa bene.

Questa volta la figura di Rakel - quella che è stata in primissimo piano nella storia precedente - è solo marginale così come quella di Oleg, figlio di lei. Avendo letto il libro successivo so che le cose cambieranno da qui a breve ma non dico altro. Del libro Lo spettro ho già parlato.
Sono marginali ma mai lontani. Rakel è la donna che Harry porta nel cuore e ancora una volta resta nel suo angolino più profondo ma pulsa più che mai.

E poi viene mantenuta una caratteristica che ho imparato a riconoscere nelle storie di Harry Hole: gli assassini si mettono in rapporto diretto con lui, quasi come se la sua figura sia imprescindibile, dialogano con lui sfidandolo apertamente e questa non è una novità visto che è capitato anche in altre sue storie.

Così come non è una novità la contraddizione nei comportamenti di quell'uomo tormentato che si porta ancora addosso i segni di un passato che non riesce a dimenticare, perdite e prove che hanno lasciato segni profondi sulla sua pelle, quei fantasmi che urlano di notte nei suoi sogni. Un personaggio tormentato che si fa amare dal lettore anche per questo. Almeno con me è capitato così. 

Arrivata ai due terzi del libro mi sono anche chiesta - davanti all'assassino dichiarato - cos'altro potesse succedere per motivare così tante pagine ancora da leggere: Nesbø si è superato proponendo un risvolto inaspettato e strutturato quasi come se fosse un libro a parte. Bravo. Non posso dire altro.

Anche stavolta ha calcato un po' la mano rendendo Harry una specie di robocop senza paura... ma ci sta. Nell'insieme ci sta. Ora, alla luce di quanto accade, dovrò mentalmente rifarmi un'idea del volto di quell'uomo ma ci può stare.

Un ultimo appunto: ogni libro è una storia che si regge perfettamente da sola ma consiglio a chi si avvicinasse ora a questo autore, di iniziare dal primo libro della serie per conoscere bene la figura di Harry Hole fin dall'origine. Non è un percorso indispensabile per la lettura dei libri successivi ma secondo me aiuta parecchio a mettere a fuoco comportamenti e lati del caratteri di questo commissario che altrimenti potrebbero apparire alquanto strani.

Con questo libro partecipo all'ultima tappa della challenge Leggendo serialmente per l'obiettivo generico: autori nordici. E' il secondo libro di questo autore che mi è utile per la challenge ed ho già in mente il terzo.

lunedì 16 ottobre 2017

L'uomo di neve (J. Nesbø)

Con Nesbø ho un problema molto serio: non riesco a mollare i suoi libri. Nel momento in cui inizio la lettura sono consapevole della difficoltà di smettere. Così, succede che - avendo il libro in lettura sempre con me, in borsa - ritardo di 10 minuti la palestra e mi metto a leggere un capitolo in macchina, nel parcheggio; un altro capitolo lo leggo al centro commerciale mentre attendo che mia figlia torni dal negozio in cui si è recata con un'amichetta, mentre attorno a me brulicano centinaia di persone rumorose; passo la notte (quasi) in bianco per arrivare alla fine. 
Ecco, questo è il rischio che corro con lui.
E lo corro sempre sempre volentieri.

Con L'uomo di neve continuano le avventure di uno dei commissari più tosti che conosco: Harry Hole. Perennemente alle prese con i suoi demoni interiori, con una vita sentimentale piuttosto instabile, con alcune figure che sono oramai imprescindibili quando si parla di lui. 
Rachel e Oleg: queste sono, principalmente, le figure a cui mi riferisco.
Rachel oramai è insieme ad un altro uomo e la storia con Hole è (o meglio, dovrebbe essere) definitivamente relegata nel passato di entrambi. Eppure... eppure Oleg continua a riferirsi a lui quando parla di suo padre (il suo papà biologico non ha mai vissuto con lui e sua madre ed è lontano da loro, da sempre). Eppure Rachel non riesce a dimenticare quell'uomo così combattuto tra il suo lavoro - a cui dà anima e corpo - e la sua voglia di dimenticare con un bicchiere di Jim Bean in mano. O forse due, o tre...

Non ha ancora vinto del tutto la sua battaglia con l'alcolismo, Harry Hole, ed i suoi colleghi sanno bene di avere a che fare con un uomo che ha dei limiti ben precisi sul lato personale ma che, questo è indubbio, sul suo lavoro ci sa fare. E' un uomo intuitivo, capace di riconoscere i propri errori e pronto a dare tutto se stesso soprattutto quando c'è di mezzo la sua famiglia, o quella che considera tale. E sul lavoro è uno tosto sia dal punto di vista meramente operativo che in quanto ai ragionamenti che stanno alla base delle varie indagini.

Anche stavolta, e non è la prima volta, Hole è a caccia di un assassino che ha preso lui stesso di mira. Lui e le persone che gli stanno a cuore.
Non è una novità, così come non lo è il fatto che si le apparenze ingannino, che niente è come sembra e che la svolta arriva dal punto in cui meno è prevedibile che arrivi.

Lo schema narrativo di quello che è il settimo libro della serie Harry Hole non è affatto nuovo e questo in linea di principio potrebbe stancare. Elementi comuni alle precedenti storie potrebbero far puzzare la storia di stantìo... ma non scherziamo! 
Non è affatto così. 
La scrittura di Nesbø è fluida e chiara, così come è indubbia la sua capacità di tenere il lettore in pugno, fino alla fine. 
Con il fiato sospeso: sono rimasta letteralmente con il fiato sospeso e non esagero...

Ad Oslo è arrivata la neve.
Può un innocuo pupazzo di neve essere un elemento capace di fare da legame tra terribili delitti che vedono, come vittime, delle donne? Può essere un serial killer che lascia tracce per essere trovato da qualcuno che sia dotato del giusto acume per mettere insieme una serie di piccoli pezzi sparsi ad arte?
Quest'uomo non può che rispondere al nome di Harry Hole. Sarà lui il commissario incaricato delle indagini con una squadra che, per suo volere, sarà ridotta ai minimi termini e con qualche amico su cui poter contare. 
Sono parecchi i personaggi le cui storie si intersecano ne L'uomo di neve. Alcuni arrivano dal passato, altri sono del tutto nuovi, altri ancora destinati a non lasciare nemmeno un piccolo segno nella vita di Hole mentre altri, anche se non si direbbe, la segneranno in modo molto chiaro.
Non sono indagini semplici e si arriva troppo presto ad una soluzione che, però, non convince Hole. Una soluzione di comodo, che potrebbe far uscire a testa alta l'intero commissariato e le sfere alte del potere ma che non convince. E' così che Hole va avanti a testa bassa, con i suoi metodi, con le sue intuizioni e trova nessi tutt'altro che casuali tra le morti di oggi e diverse morti del passato, apparentemente inspiegabili. 

Harry si imbatte in una collega che rischia di segnare la sua fine come commissario.
Si imbatte in un uomo che è l'esatto contrario di ciò che vuole mostrare di essere.
E si imbatte in un amore che non ha bisogno di parole. E' così, punto e basta. Volenti o nolenti. 

Protagonista assoluto di questo libro è Hole, anche se ammetto di aver guardato con un occhio piuttosto attento la figura del piccolo Oleg. Eh sì! In passato ho commesso l'errore di leggere uno dei libri successivi a questo che hanno proprio Oleg - un giovane Oleg e non più un ragazzino - come protagonista per cui, conoscendo alcuni sviluppi, l'ho tenuto parecchio sotto controllo!
Mi è rimasto qualche dubbio solo attorno alla figura di un tizio che entra in casa di Hole dicendo di doverla bonificare da antipatici e pericolosi funghi. Una figura misteriosa, a mio avviso, che non mi pare abbia avuto un ruolo nel racconto. Allora, a che è servita la sua introduzione? Che sia un gancio con il prossimo libro della serie? Lo scoprirò presto! 

Con questa lettura partecipo alla quarta ed ultima tappa della The Hunting Word Challenge con la parola NEVE che trovo nel titolo e raffigurata in copertina.
Inoltre, partecipo anche all'ultima tappa della challenge Leggendo serialmente per l'obiettivo generico: autori nordici! Un obiettivo che adoro, perchè vi rientra un autore che adoro.

venerdì 22 aprile 2016

Sole di mezzanotte (J. Nesbø)

Con Jo Nesbø ho uno strano rapporto. Cioè, non con lui! No no, non volevo dire questo. Con i suoi libri. Li leggo al contrario.
Mi è capitato con la serie di Harry Hole e mi è capitato di nuovo. 
Ho comprato Sole di mezzanotte cedendo, come al solito, all'istinto. Sentivo che questo libro mi sarebbe piaciuto e, una volta verificato che non facesse parte della serie Harry Hole l'ho comprato. Così, senza pensarci.
E l'ho anche letto in fretta. Scelto tra diversi che erano in lista d'attesa, mossa dalla certezza che mi sarebbe piaciuto.
Perchè Jo Nesbø mi piace. Mi piace il suo stile. Mi piace il suo modo di narrare le storie che inventa anche se a volte finisce un tantino sopra alle righe. Mi piacciono i personaggi a cui dà vita, Harry Hole su tutti.

E l'ho letto in due giorni, questo libro! 
Dopo di che, quasi per caso, mi sono resa conto che è il seguito di Sangue e neve... E no... ancora una volta! Mi era capitato anche con la serie Harry Hole quando ancora non conoscevo il personaggio e avevo scoperto da poco l'autore.
Nel caso di Hole ora sto proseguendo in ordine con la lettura, pur avendo prima di tutti gli altri letto il uno degli ultimi - Lo spettro - prima di tutti gli altri. E mi è capitato di nuovo.

Posta tale premessa, il mio giudizio sarà necessariamente solo su questa storia, presa in modo autonomo, senza poterla in nessun modo legare al capitolo precedente.

Devo dire che Sole di mezzanotte narra una storia che si regge benissimo in piedi da sola, anche senza aver letto il libro precedente e trovo che questo sia un punto a favore dell'autore che mette in condizione il lettore di capire ciò che legge anche se non ha letto tutto ciò che ha scritto prima. Pur essendo parte di una serie - la serie Olav Johansen - è un romanzo che ha una sua identità pur lasciando uno spiraglio aperto per un possibile seguito.

Ulf non è il suo vero nome ma è così che si fa chiamare.
Perchè sta scappando e deve necessariamente nascondere la sua identità se vuole tentare di salvarsi la pelle. Ulf è un buono che indossa, però, un abito da cattivo. Cattivo per necessità, non per volontà. Cattivo per amore.
Ora scappa da una morte sicura
Dopo aver percorso tanti chilometri, nella certezza che ovunque lo troveranno, si ritrova in un paesino norvegese sperduto nella zona più a nord della Norvegia.
Qui incontra gente sconosciuta che non resterà tale a lungo. Qui troverà anche una possibile via per  sua redenzione, ammesso che sia possibile per un uomo come lui.
Ma, infondo, che uomo è? I motivi che l'hanno spinto a tenere determinati comportamenti non contano nulla? Si può dimenticare? Cosa si può dimenticare e cosa, invece, no? 
Si imbatte in gente molto religiosa. Lui che tutto può dirsi meno che credente. Come, tutto questo, potrà influenzarlo?
Riuscirà ad avere un futuro o il suo destino è quello di essere scovato e ucciso lì, al freddo, in un capanno tra renne e lupi?

Il protagonista che esce dalla penna di Nesbø è un buono, incapace di uccidere. Strana questa cosa, conoscento l'autore. Non tanto il fatto che sia un buono quanto la sua incapacità di premere quel maledetto grilletto. Eppure è un personaggio riuscito. Anche lui tira fuori delle caratteristiche da supereroe e fa delle cose che ad un certo punto mi hanno quasi fatto venire il voltastomaco (sensazione passata subito, alla pagina successiva, tanta era la voglia di capire come si andava avanti) ma, che devo dire, lo stile di Nesbø mi piace e mi piace questo suo modo di dipingere personaggi sempre ai limiti o una spanna sopra le righe. E' un po' la sua caratteristica.

Il finale è aperto. Lascia intendere un possibile seguito e devo dire che non mi è dispiaciuta affatto come storia (considerata al netto di alcune esagerazioni che, però, a Nesbø concedo). Però... c'è un però. Anche lui, stavolta, mi va a cascare sulla punteggiatura. Ancora colpa della traduzione? Non so. Dovrei procurarmi il testo in lingua originale per poterne essere certa. 
Mi ha fatto venire il nervoso pure lui con punteggiatura usata in modo secondo me non corretto. Magari sbaglio, ma mi sono innervosita.
- Ah, ho capito, - dissi, annuii e mi accorsi di avere la schiena sudata. (...)
Guardai la sua cicatrice. - Ti credo. Allora, andiamo. Grazie - , Le tesi la mano. Questa volta la strinse. La sua era dura e bollente, come una pietra riscaldata dal sole. 
Trattini, virgolette usati assieme in questo modo mi fanno impazzire.
Ad un certo punto ho deciso di non farci più caso e di lasciarmi andare alla storia ma questa cosa mi è un po' dispiaciuta. Nesbø non è da te, suvvia!

Con questa lettura - che tra l'altro propongo per il Venerdì del libro di oggi - partecipo alla Challenge Le Lgs sfidano i lettori.
 

Per la seconda tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 6 : un libro nella cui cover non siano raffigurate persone.

lunedì 7 marzo 2016

La stella del diavolo (J. Nesbø)

Questa volta credo che Nesbø abbia esagerato un po'.
Harry Hole, il protagonista assoluto della serie che mi ha letteralmente catturata, è meno superman dal punto di vista fisico - in altre sue avventure sembra davvero un supereroe per come sopravvive a situazioni davvero estreme! - ma mostra di essere molto molto acuto nel mettere insieme pezzi di un puzzle che per me non avevano affatto le caratteristiche per incastrarsi. O meglio, non avevo proprio afferrato le modalità secondo le quali si sarebbero incastrate! Insomma... ero lontana dal capire chi fosse il colpevole. Ecco, l'ho detto!

Forse non ho riflettuto abbastanza. Magari ho letto troppo di fretta, ma quando Hole è arrivato alla soluzione del caso mi è sembrato un piccolo genio uscito da un lampada. Più geniale ed intuitivo del solito. Così mi è sembrato Hole nel risolvere un altro di quei casi che lo porteranno sotto ai riflettori, volente o nolente, come accaduto qualche tempo prima.

Ne La stella del diavolo Hole è alle prese con delle morti apparentemente casuali ma legate, così intuisce che sia, da una logica piuttosto precisa. Troppo precisa, a dire il vero.
Saranno proprio l'eccessiva precisione ed i calcoli troppo perfetti ad insinuare il dubbio nella mente di un Harry Hole sempre più in preda ai suoi demoni interiori.
Demoni che non vogliono mollare la presa fino alla fine. Che lo tengono in pugno, lo torturano, lo inducono a cadere sempre più in basso.

Anche stavolta Nesbø mostra tutte le fragilità del suo personaggio di punta aggiungendo qualche elemento in più alla sua descrizione. Una descrizione che, da un'avventura all'altra, permette al lettore di prendere confidenza con quell'uomo altro, robusto, non bello a dire il vero ma carico di un fascino tutto suo. Un uomo che combatte per la giustizia ma che combatte anche per liberarsi delle ombre che si allungano sulla sua vita e che sembrano non volerlo mai abbandonare.

Anche stavolta lavora in coppia con una donna, con Beate, che però resta un personaggio secondario. Hole lavora fondamentalmente da solo pur avendo l'aiuto di persone che lo stimano, nonostante tutto. Persone che si mettono in gioco per lui e con lui, fondamentali per la riuscita dell'operazione.

In 471 pagine Hole si trova alle prese con un serial killer che lascia dietro di se dei segnali molto chiari. Troppo chiari, a ben guardare. Allo stesso tempo tenta di chiudere un caso oramai considerato vecchio, ma per lui mai dimenticato: la morte della sua collega Ellen. Un chiodo fisso. Un'ossessione rispetto alla quale Hole è convinto di avere delle risposte alle quali mancano solo delle prove.
Un doppio impegno, dunque, per Harry: scovare l'assassino seriale e provare la colpevolezza di un collega, coinvolto nel caso della morte di Hellen ma impelagato anche in qualche cosa di molto grande.

Anche se con qualche forzatura, con un'eccessiva accelerazione nella parte finale del libro e con una confessione completa da parte del colpevole che sembra troppo facile per essere vera, Hole mi piace. Le sue avventure mi catturano e non vedo l'ora di arrivare alla fine.
Sarà un controsenso ma, seppur in preda ad un gran mal di testa, quando ho visto il libro sulla mensola della finestra del bagno e stavo preparandomi per andare a letto non ho resistito: l'ho preso tra le mani ed ho letteralmente divorato gli ultimi capitoli. Mal di testa passato!

Ah, dimenticavo. 
Harry è impegnato anche in un terzo fronte. 
Quello della sua inquieta vita personale, con i suoi affetti, il suo futuro. Un bell'impegno anche questo, una donna che lo ama ma non riesce del tutto ad accettare le sue scelte, un figliastro che si troverà suo malgrado immischiato in uno dei momenti più difficili della storia.

Chi mi segue oramai si sarà stancato di sentirmelo dire. Harry Hole è un personaggio che mi piace, con il quale mi sembra di essere in sintonia (se così si può dire tra lettore e protagonista di un libro), mi intriga e mi emoziona con i suoi alti e bassi. Molti bassi, spesso. Troppi. Tanto da farmi quasi compassione. Poi si riscatta. Sempre e comunque! Questo va detto. 

Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori e mi metto subito alla caccia del libro successivo, L'uomo di neve, che sarà presto mio!
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 4: un libro che faccia parte di una serie.
***
La stella del diavolo
Jo Nesbø
PICKWICK (Piemme)
10.90 euro

mercoledì 17 febbraio 2016

La ragazza senza volto (Jo Nesbø)

Adoro quest'uomo!
Harry Hole si conferma come il personaggio che più mi resta addosso, una volta terminata la lettura dei libri che l'hanno come protagonista.

Ogni volta le sue avventure mi appassionano e lui mi piace sempre di più! 

Jo Nesbø continua a dimostrare la sua capacità di proporre storie interessanti, intricate ma non confuse, proponendo personaggi che hanno qualche cosa da dire anche al di là di ciò che accade loro.
Le 524 pagine del libro La ragazza senza volto non mi sono pesate affatto. Anzi! Sono arrivata alla fine in un batter d'occhio, tanta era la voglia di arrivare a scoprire completamente le carte.

Ed è stato proprio il detective Harry Hole a portarmi per mano, pagina dopo pagina, verso la comprensione di una vicenda piuttosto intricata. Intricata, non confusa. Questo vorrei che fosse chiaro. A volte mi capita di non riuscire a seguire certi ragionamenti che portano a risolvere dei casi di omicidio. Arrivo alla fina ma non riesco a capire appieno la logica seguita. Harry Hole non mi lascia mai così e aiuta il lettore a capire, con chiarezza, chi, cosa, come, dove e perchè.
Bhè... ora che ci penso, forse sul perchè resta qualche sospeso ma è giusto che sia così visto che non si può dare un comportamento criminale spesso non ha un perchè vero e proprio.
L'autore non ha paura di mostrare le debolezze del suo personaggio di punta. E credo che sia proprio questa la carta vincente. 

La storia in soldoni.
Siamo sempre ad Oslo. Harry Hole viene chiamato ad indagare sull'uccisione di un soldato dell'Esercito della Salvezza. Un delitto a cui seguiranno altre morti tutte legate, in un modo o nell'altro, tra loro.
Harry ha molto intuito, ha il coraggio di portare avanti le indagini secondi i suoi metodi anche se questo vuole dire, a volte, mettersi contro chi è più in alto di grado ed anche se vuol dire correre dei rischi. Lui ne corre, spesso!
Questo è Hole e non si smentisce nemmeno questa volta.

Nesbø racconta storie differenti che si intrecciano dando vita ad un'unica trama. Una matassa che si srotola piano piano, catturando il lettore.

Questa volta, però, ho una perplessità da segnalare. Il titolo italiano non c'entra niente con il racconto. Non c'è alcun riferimento a ragazze senza volto come, invece, il titolo lascia pensare.
Il titolo originale, quello sì, era fedele alla storia: The Redeemer.
Non sto qui a spiegare il perchè. Ciò vorrebbe dire svelare troppo la trama. Ma la ragazza senza volto proprio non c'entra niente.  

E poi, ma questa è colpa mia, ho sbagliato l'ordine di lettura: ho letto Il pipistrello, Scarafaggi, Il Pettirosso. Poi sono passata a questo libro saltando, invece, La stella del diavolo... Mi sono letteralmente sbagliata nel prendere in mano il volume dalla libreria di casa visto che li ho comprati insieme, questi due libri. Ora dovrò rimediare al più presto visto che, trattandosi di una serie, ci sono alcune tessere mancanti, che sicuramente troverò ne La stella del diavolo. Mi riferisco, in particolare, alla storia personale di Hole. Perchè se è vero come è vero che ogni libro propone un'indagine differente, è anche vero che la storia di Hole si evolve (com'è naturale che sia quando si propone una serie) e ci sono delle vicende che vanno necessariamente apprese in ordine.
Rimedierò in fretta.

In ogni caso, con Hole sono abituata a questo e ad altro visto che ho letto - senza rendermene conto - uno degli ultimi (Lo spettro, il penultimo) saltando quelli che ho elencato sopra e che ho recuperato poi a posteriori.

Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 4: un libro che faccia parte di una serie.
***
La ragazza senza volto
Jo Nesbø
Piemme (collana Pickwick)
11.90 euro

mercoledì 18 novembre 2015

Nuovi arrivi #17 e in biblioteca#15

Non c'è niente da fare. Ogni volta che un nuovo libro arriva in casa mia è una gioia...
Tanto più ora che, avendo rallentato gli acqusti per via di parecchi libri ancora da leggere presenti in casa, i pacchi con dentro questi preziosi amici arrivano meno spesso del solito. 

Oggi è arrivato l'ultimo, a due mesi di distanza dal precedente. Ci siamo catapultati in tre ad aprirlo, io e miei due cuccioli. 
Loro hanno trovato due storie di Natale - Il Natale di Agata e Natale Speciale - arrivate da noi con un buon anticipo rispetto alla scadenza naturale di tale ricorrenza...
L'ometto di casa, inoltre, nei giorni scorsi ha portato a casa Il giardino delle farfalle, di Barbara Cerquetti, che abbiamo acquistato per via di un progetto scolastico che la nostra scuola sta seguendo con la casa editrice Giaconi.

Io ho trovato un libro acquistato a seguito di un suggerimento letto al Venerdì del libro. grazie al contributo di Dolcezze di mamma. Mi sono così tanto incuriosita che ho voluto comprare Scritto sulla mia pelle. A dire il vero ho pensato di regalarlo a mia madre a Natale.... ma non so se lo farò o se lo leggerò prima io!

Gli ultimi prestiti bibliotecari, invece, sono due generi completamente diversi tra loro: Un amore di zitella di Andrea Vitali mi è stato suggerito per dedicarmi ad una lettura leggera e spensierata, che possa anche strappare un sorriso mentre Nemesi era in lista d'attesa da un po' visto che ho intenzione di leggere tutti i libri di Jo Nesbø. Un appunto per Vitali: in biblioteca ho trovato la versione audiolibro... è la prima volta che mi capita tale formato e l'ho preso comunque in prestito, spinta dalla curiosità. Vi saprò dire...

In questo momento sono alle prese con la lettura di Storia di una ladra di libri e devo ammettere che è molto bello ma duro. Duro per via dell'argomento... che non può essere ricondotto ad un romanzo. Sarà pure un romanzo ma il contesto di cui si parla è un pezzo di storia che purtroppo è realmente esistito. 

In ogni modo... piatto ricco... mi ci ficco ;-)
E buone letture a tutti.

mercoledì 30 settembre 2015

Scarafaggi (J. Nesbø)

L'ho atteso per mesi e il giorno stesso in cui è uscito... è diventato mio.
Scarafaggi, è l'ultimo libro di Jo Nesbø uscito in Italia (la versione in lingua originale uscì nel '98 e si tratta del secondo della serie di Harry Hole) ma non il suo ultimo in ordine cronologico. 
Avendo letto diversi suoi libri senza seguire l'ordine cronologico di uscita mi ero ripromessa di recuperare i libri mancanti in ordine. E Scarafaggi mi mancava... Sulle prime non avevo capito che non fosse stato pubblicato in Italia e l'ho pure cercato in biblioteca... 
Poi, cerca che ti cerca, ho capito...  ed ho atteso pazientemente!

Harry Hole è un  Commissario dell’Anticrimine della polizia di Oslo. Alto 193 centimetri, capelli biondi a spazzola,  occhi azzurri ed esistenza tormentata.

Hole è il migliore.

E' un uomo intuitivo, non teme di mettere a rischio la sua vita quando sa di essere nel giusto, sensibile quanto basta e altrettanto capace di mantenere il suo equilibrio personale anche quando tutto gioca contro di lui. Nel primo libro è stato presentato come un alcolizzato, reduce da una bruttissima esperienza personale con un collega ed anche da un altrettanto esperienza personale dal punto di vista emotivo ed affettivo.
Ora viene spedito a Bangkok con lo scopo di farlo indagare quanto basta per non togliere troppa polvere, per non far trapelare più di tanto onde evitare uno scandalo internazionale.
Un ambasciatore norvegese è stato trovato morto in un bordello di Bangkok. 
Qui parte un'indagine che, per la caparbietà e la bravura di Hole, arriverà molto, molto più lontano del previsto. Cosa che in molti avrebbero voluto evitare!

Hole mette insieme tanti piccoli pezzetti che ad altri sfuggono ed arriva al colpevole. Anche questa volta c'è una donna, anzi più d'una, con un ruolo importante nella storia. 

Il libro mi è piaciuto, nonostante alcune pecche.
Ciò che mi è piaciuto meno sono stati i fiumi di sangue e le scene un tantino forti che questo autore, oramai l'ho capito, non risparmia mai. Chi legge questo autore sa cosa aspettarsi da questo punto di vista.
E poi... dalle varie vicende ne esce fuori un Harry Hole invincibile, che subisce di tutto ma si rialza sempre. Magari in questo l'autore ha esagerato un po': con il 10% di ciò che subisce Hole chiunque ci resterebbe stecchito. Lui no. Stringe i denti a mo' di Rambo norvegese e arriva fino alla fine.

Altro piccolo neo (ma forse è un mio limite) sono i tanti personaggi dai nomi norvegesi che vanno tenuti a mente per non perdersi. 

In chiusura... bambini. Anche stavolta - il mio "anche" non è riferito a questo autore ma ad altri letti di recente - le vittime, seppur indirette, sono bambini visto che tutto ruota attorno ad una storia di pedofilia (che no nè l'unica storia, visto che di mezzo ci sono anche grosse aziende e tanti soldi, ma che è un filo portante della narrazione.

Hole ne esce vivo anche stavolta. A dire il vero lo sapevo in partenza avendo letto tutti i libri successivi: questo ha tolto un po' di suspense quando lo si vede vittima di aggressioni tutt'altro che delicate... ma avendo letto alla rinfusa i suoi libri di questo posso rimproverare solo me stessa.

Leggerò altro di questo autore? Certo che sì! Hole mi manca già. Per un po' però vorrei prendermi una pausa da storie di morti ammazzati... di notte voglio dormire e fare bei sogni... cosa che ultimamente è diventata una rarità forse anche per via di storie come questa, lette poco prima di andare a letto.
***
Scarafaggi
Jo  Nesbø
Einaudi Stile Libero Big
euro 20.00

lunedì 29 giugno 2015

Il pipistrello (Jo Nesbø)



Sono tornata alle origini. E ne sono contenta visto che ora conosco molto meglio Harry Hole e riesco a decifrare con più chiarezza la sua personalità.

Il pipistrello è il libro in cui Jo Nesbø fa conoscere ai lettori quel personaggio che, di recente, mi ha tenuta attaccata ai libri di cui era protagonista facendomi anche perdere il sonno qualche volta…

Come ho avuto modo di accennare in precedenza, ho letto due libri di Nesbø ma in ordine sbagliato… Avrei dovuto partire da Il pipistrello per seguire l’ordine giusto. Essendo tornata alle origini, mi sono data delle risposte ad interrogativi che erano rimasti insoluti in particolare in merito alle vicende che avevano segnato la vita di Harry.

Stavolta ho imparato a conoscerlo meglio e, grazie a quanto viene raccontato di lui, ho capito il perché di determinati comportamenti, di determinate scelte e situazioni che Hole si è trovato a vivere.
Harry è giovane ma già segnato da alcuni episodi tragici tra cui quello della perdita di un collega, per sua colpa. Era lui alla guida di quell’auto che andò fuori strada ed era ubriaco. Un episodio che lo segnerà. Non l’unico.

Si trova alle prese con un serial killer, con uno spietato assassino che colpisce in modo sistematico – anche se apparentemente sembra che non sia così – e si troverà anche ad incontrare una donna con cui legherà in modo particolare. Una donna che avrà un ruolo importante nell’intera vicenda.
Holy (perché così lo chiamano, in modo non propriamente affettuoso ma declinando il cognome con una modalità più vicina alla lingua del posto in cui si trova, a Sidney) dimostra di essere un uomo impavido, istintivo, acuto ed attento ma altrettanto incapace di dominarsi  in particolare nei confronti dell’uso degli alcolici. 

La storia, a dire il vero, è a tratti un po’ scontata.
Così nell’ultima di copertina del libro (che non svela per niente la trama, più complicata di quanto non si possa intuire leggendo queste poche righe):
Una ragazza norvegese di poco più di vent’anni è stata uccisa a Sidney. L’ispettore Harry Hole della squadra Anticrimine di Oslo viene mandato in Australia per collaborare con la polizia locale, in particolare con Andrew Kensington, un investigatore di origini aborigene tanto acuto quanto misterioso. L’inchiesta si rivela subito complessa: l’omicidio della ragazza non è un caso isolato ma, probabilmente, l’ultimo anello di una lunga catena, e lo scenario in cui l’assassino agisce si allarga fino a comprendere fosche storie di droga e sesso. Un quadro a tinte così forti che Harry quasi vede proiettarsi sulle indagini l’ombra minacciosa di alcune figure della mitologia aborigena. In particolare, quella di Narahdarn, il pipistrello che reca la morte nel mondo.
Nesbø è agli inizi e migliorerà il suo stile strada facendo. Ne ho le prove, avendo letto alcuni titoli successivo a questo.

Diventerà meno romantico – in parallelo con il suo personaggio – e più coriaceo  nelle descrizioni così come nelle situazioni. Il suo stile di scrittura evolverà e cambierà in parallelo con la personalità di un Harry Hole che porterà addosso la scia di eventi che lo segneranno nel profondo.
Il libro mi è piaciuto molto, non tanto per la storia quanto per ciò che mi ha svelato in merito ad Holy. Mi sono affezionata a lui come non mi è mai capitato prima… a dire il vero mi ci sono affezionata già da un po’,  dalle letture precedenti, ora ancor di più. Mi è dispiaciuto leggere alcune vicende che lo hanno riguardato, mi è dispiaciuto vederlo cadere in basso in alcuni momento… ma, avendo letto altro di lui, so già che sarà capace di cadere ancor più in profondità…
Non sono riuscita ad essere acuta quanto lui quando ha individuato il colpevole. Non so se per colpa mia o perché l’autore arriva al punto in modo affrettato e coinvolgendo poco il lettore: o mi sono persa dei dettagli importanti oppure, davvero, l’autore ha accelerato le situazioni per giungere in fretta alla fine. Nonostante ciò e per le motivazioni illustrate confermo che il libro mi è piaciuto. So che Nesbø sa fare di meglio ma mi ha aiutato a capire un personaggio che mi ha colpita e che continua ad incuriosirmi.