Ci siamo mai fermati a pensare cosa possa accadere al piano di sotto, dietro quella porta che vediamo chiudersi silenziosamente quando ci passiamo davanti per salire al nostro piano? Cosa si nasconda dietro al silenzio di una palazzina tranquilla, ordinata, pulita?
Vite. Banale, no? Non proprio...
Ci sono vite spesso celate agli altri da un rispettoso “buongiorno” o “buonasera” scambiati sul pianerottolo. Accade ovunque, è evidente, ma spesso ci si relaziona agli altri con tanta superficialità...
È quello che accade in Israele, in una palazzina che di storie da raccontare ne avrebbe mole. Tre storie, in particolare, quelle raccolte nel libro Tre piani che di fatto mette in relazione racconti apparentemente slegati tra loro ma che, a ben guardare, qualche punto di contatto lo hanno. Non fosse altro che lo sguardo che i protagonisti si scambiano all’ingresso.
Al primo piano la vita scorre tranquilla tra Arnon ed Ayelet: due giovani genitori che, dopo la nascita della loro bambina Ofri hanno la necessità di affidarla ogni tanto alle cure degli anziani vicini. Un rapporto cordiale, un aiuto reciproco – visto che la bambina riempie le giornate vuote dell’anziana coppia – che ad un certo punto, però, precipita per via di un episodio legato agli albori di una malattia di quel nonnino che tanto bene sembra volere alla piccina, pur non avendo con lei vincoli di sangue. Una demenza che lo consuma in fretta e che cela quanto accaduto un giorno in cui, per diverse ore, l’uomo è scomparso insieme alla piccola Ofri. Il tarlo del dubbio si insinua in Arnon e Ayelet… in Arnon, in particolare, tanto da portarlo a tenere comportamenti mai presi in considerazione pur di difendere le sue donne.
Al secondo piano c’è quella che viene chiamata la vedova dagli altri condomini ma che vedova non è. Hani è la moglie di Assaf che, spesso fuori per lavoro, la lascia sola con le sue ombre. Quelle di un marito assente, di un cognato ricercato dalla polizia e improvvisamente arrivato a casa sua… La sua lotta interiore la porta ad immaginare qualche cosa di diverso dalla realtà? E che ne sanno, gli altri, di cosa prova lei, sempre sola in casa con i suoi figli?
Al terzo piano vive Dovra, una donna anziana, giudice in pensione, che cerca di tornare al passato accanto al suo marito defunto parlando con lui, raccontandogli la sua vita attuale, la voglia di ritrovare quel figlio che si è allontanato tanto tempo fa. Gli racconta anche di un incontro con un uomo. Un incontro galante? No, sembra di no. Ma nemmeno lei sa darsi una risposta fino a che non avviverà la svolta…
I protagonisti delle tre storie si raccontano rivolgendosi tutti ad un interlocutore che non può rispondere (scrivono lettere, parlano ad una segreteria telefonica sempre senza risposta) e aprono il loro cuore mostrandosi profondamente umani e sconosciuti a tutti coloro che sfiorano le loro esistenze senza mai farne realmente parte.
In tre piani si intrecciano vite, si raccontano sofferenze ma anche aspirazioni, sogni.
Nel primo ho avvertito una sensazione di sospeso visto che il protagonista resta in attesa di una risposta che non arriva. Si arriva a compimento di un percorso, invece, nell’ultimo piano, nell’ultima storia.
Libro particolare: io non amo i racconti ma in questo caso non li ho considerati come tali proprio per via del legame che, in un modo o nell’altro, c’è tra di loro.
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Tre piani
Eshkol Nevo
Neri Pozza
255 pagine
17.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle