domenica 30 marzo 2014

Earth Hour 2014 - Ora della terra #2

Avevamo tanto attesto #EarthHour 2014 - l'Ora della Terra che averla vista sfumare così in fretta ci è dispiaciuto un po'.
Come avevo anticipato qualche giorno fa, anche il mio comune ha aderito alla mobilitazione globale lanciata dal WWF che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, è tornata a coinvolgere cittadini, istituzioni e imprese in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico.

Ci eravamo anche messi al lavoro per preparare delle artigianali lanternine e... finalmente il momento è arrivato.
Le luci nella piazza della mia città sono state spente, come in altre parti del mondo, alle ore 20.30 per un'ora ma il gesto simbolico è stato accompagnato da iniziative pensate su misura per i più piccoli a partire dalle ore 18.00. Ludobus, giochi in legno, letture, musica e tutti invitati a partecipare vestiti da Spiderman - testimonial dell'edizione 2014 dell'iniziativa - in attesa del suo arrivo.

Noi abbiamo cercato di calarci nella parte... ma mi sono risparmiata il costume da Uomo Ragno ;-) In piazza si sono ritrovati tanti piccoli Spiderman che si sono divertiti a giocare con giochi realizzati nel massimo rispetto della natura: giochi in legno ai quali non si è più abituati ma che hanno coinvolto e divertito grandi e piccini. Noi siamo arrivati un po' più tardi del previsto e ci siamo persi le letture ma siamo arrivati in tempo per giocare un po' e per iniziare il gran conto alla rovescia per lo spegnimento delle luci. Poi... la magia!

Poco prima di iniziare il conto alla rovescia per lo spegnimento delle luci sono state distribuite delle lanterne che, da lì a poco, avrebbero popolato il cielo. 

Quando sono state spente le luci, il municipio è stato illuminato con suggestivi giochi di luce e tutti coloro che erano presenti in piazza sono stati invitati ad accendere le lanterne.

L'effetto è stato davvero suggestivo con i monumenti che si trovano sulla piazza illuminati in modo molto particolare, grazie anche alla luce delle lanterne che, pian piano, si sono librate in volo. E' stato un momento molto emozionante, accompagnato da una musica molto suggestiva.

Tutti con gli occhi al cielo, abbiamo assistito ad uno spettacolo che ci ha lasciati a bocca aperta.


Alle 21.00 in punto è arrivato lui: Spiderman. Si è calato dalla Torre Gerosolimitana per la gioia di grandi e piccini. 

Ha fatto il suo ingresso in piazza scendendo dall'alto, come più si conviene ad uno Spiderman che si rispetti poi si è allontanato in sella ad un singolarissimo sidecar guidato dal suo amico Batman un tantino fuori forma, però ;-)
L'Assessorato alla Cultura, Turismo, Politiche Giovanili e Servizi Sociali del mio Comune ha chiesto la collaborazione del CAI di Fermo per poter avere uno Spiderman atletico e preparato per compiere la sua discesa dalla torre.

Inoltre, per la riuscita della serata, si è avuta la collaborazione anche della biblioteca comunale e di una lettrice volontaria che hanno curato le letture di storie per i bambini, dell'Associazione Puffy Park che ha preparato succulente piadine alla nutella e del Vespa Club della mia città che ha fornito il mezzo di trasporto "terrestre" per i due supereroi presenti.


E le nostre lanterne? Quelle che avevamo fatto a casa con tanto amore? In effetti non ci sono servite, per lo meno in piazza visto che le lanterne volanti l'hanno fatta da padrone. 

Tornati a casa, però, le abbiamo sistemate in terrazzo e le abbiamo accese comunque, proseguendo la nostra "Ora della Terra" a modo nostro. Bella serata davvero.


sabato 29 marzo 2014

Percy Jackson & gli Dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini (R. Riordan)

Ho scoperto solo un paio di settimane fa che Percy Jackson è un personaggio molto noto soprattutto tra i più giovani, amanti delle storie fantasy. Un giovane eroe mezzosangue di cui ero del tutto all'oscuro. 
Per me era un perfetto sconosciuto salvo poi venire a sapere che Perseus, questo è il suo vero nome poi reso in modo più familiare come Percy, è diventato anche un personaggio in carne ed ossa grazie alla trasposizione cinematografica della saga composta da 5 libri che ha spopolato tra i giovani lettori.

Ebbene, da non-troppo-giovane lettrice quale può essere una quarantenne come me, posso dire che Percy mi è proprio simpatico. Quel suo essere mezzo uomo e mezzo dio in modo così inconsapevole me l'ha reso simpatico.
Io ho letto quello che poi ho scoperto essere il primo libro della saga, quello in cui viene spiegata l'origine della sua condizione di figlio di un dio dell'Olimpo: Percy Jackson &gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini
Il suo divino padre non avrebbe dovuto avere figli per via di una precisa regola vigente tra dei: un figlio terrestre, invece, l'ha avuto... e pure coraggioso!

La storia è ambientata a New York: come viene spiegato nelle more del racconto, i dei dell'Olimpo sono vivi e vegeti, solo che si sono spostati in una città dei tempi nostri, nel suo caos e nella sua routine. Percy non si è mai reso conto di essere un mezzosangue e tutti coloro che gli sono vissuti attorno hanno fatto in modo di creare le condizioni affinchè vivesse nell'inconsapevolezza il più a lungo possibile. Perchè? Perchè un piccolo dio come lui attira i mostri che vogliono eliminarlo... Cosa che effettivamente accadrà e che gli permetterà di iniziare a capire che qualche cosa della sua normale vita di adolescente non è poi così normale.
Percy scoprirà di essere il figlio di un dio molto potente dell'Olimpo, uno dei più potenti. E sarà anche il protagonista di una fantastica avventura: dovrà portare a termine una importante missione nel recuperare la Folgore di Zeus che è stata rubata ed è il pomo della discordia. Gli dei dell'Olimpo sono sull'orlo di una distruttiva guerra e proprio Percy potrà fare in modo che ciò non accada.
Accanto a lui ci saranno degli amici e compagni d'avventura molto particolari.... Per chi ancora non conoscesse la storia evito di raccontare la trama... Mi limito a dire che ho fatto un bel ripasso sulla mitologia greca ed è stato un viaggio davvero avventuroso tra i tanti personaggi, buoni o cattivi che siano, che popolano l'Olimpo.
Percy è un personaggio positivo: è un ragazzo come tutti gli altri suoi coetanei, adolescenti di New York, ma scopre di essere qualche cosa di più. Dimostrerà coraggio ma anche attaccamento ai suoi affetti e il finale del libro lascia una porta aperta per quello che, poi, in effetti sarà il sequel.
Pur non essendo un genere che amo, ho letto Percy Jackson con piacere e sono anche curiosa di conoscere le altre sue avventure. Chissà che prima o poi non mi decida di leggere anche il resto? 
Per ora mi sento di consigliare questo fantasy adatto a giovani lettori e non c'è paragone tra questo personaggio e l'altro giovane protagonista di un altro fantasy che ho letto di recente e che, invece, non mi è piaciuto affatto: Il principe dei fulmini. Questo ragazzino mi piace. L'altro invece no.

venerdì 28 marzo 2014

Tutti i bambini hanno gli stessi diritti - Venerdì del libro

Ci sono libri che affascinano a prescindere dalla storia che propongono. Per come sono realizzati, per i materiali, per le immagini, per alcuni dettagli che li rendono particolari. Poi ci sono quelli che affascinano sia per come si presentano che per ciò che propongono al loro interno.
In uno di questi mi sono imbattuta in occasione di una delle ultime incursioni in biblioteca: non cercavo nulla di particolare, i miei bimbi stavano cercando qualche lettura a loro misura ed io mi sono lasciata catturare daun libro apparentemente uguale a tanti altri ma carico di colori e di volti di bambini in copertina. Disegni, non foto. Disegni abbinati ad un titolo che ha catturato ancor di più la mia attenzione: Tutti i bambini hanno gli stessi diritti. Potevo forse resistere e non sfogliarlo? Ebbene, l'ho sfogliato e l'ho subito amato. Per i messaggi che ho trovato tra le righe e per il modo con cui tali messaggi sono stati lanciati.
La nostra proposta per questo Venerdì del libro, dunque, è Tutti i bambini hanno gli stessi diritti, Gallucci Editore, euro 18.00.
Cosa avrà di tanto speciale questo libro? 
Innanzitutto è realizzato non usando le classiche pagine, nemmeno il pop up ma un meccanismo particolare che permette alle pagine di dispiegarsi in modo tale da abbinare diversi testi tra loro ed anche testi con immagini fino ad arrivare, tirando (delicatamente, aggiungo io) le due estremità del libro verso l'esterno, ad avere un collage di volti di bambini di tutto il mondo.

Il meccanismo è di sicuro effetto, tale da originare stupore in ogni persona che si trova ad averlo tra le mani. Mentre registravo il prestito in biblioteca, la ragazza che era dall'altra parte del tavolo, davanti al pc, mi ha dato un'occhiata ed è rimasta stupita nel vedere il mio particolare interesse a far "muovere il libro". Ha guardato meglio cosa stavo facendo e mi ha detto: "Ma pensi... non me ne ero accorta! E' un nuovo arrivo e non sapevo come funzionasse". Bhè, ora lo sa anche lei...
Al di là dell'estetica, il contenuto merita una citazione a se. Nei vari cartoncini vengono proposte delle dichiarazioni attribuite e diversi bambini, provenienti da tutto il mondo, e nel cartoncino che si trova sotto o sopra le parole dei bambini viene fornita una spiegazione: si tratta per lo più di situazioni difficili, rese con le parole di chi tali situazioni si trova a viverle davvero.  Un esempio? Fatima, 10 anni, dello Yemen dice: "Mi alzo verso le quattro del mattino, vado a prendere l'acqua, poi sveglio i bambini perchè si preparino per andare a scuola. Io, però, non ci vado...". In abbinamento alle parole di Fatima viene spiegato che nello Yemen  le bambine orfane vengono spesso nascoste, nel momento in cui muoiono i loro genitori, per essere sfruttate dalle loro famiglie allargate. Non viene data solo questa informazione in negativo viene anche detto che ci sono dei progetti attuati da alcuni soggetti (nello specifico la fondazione Al Rahma) per mettere fine a questa pratica e permettere alle bambine di vivere come ogni altra bambina della loro età. E questo è solo una delle tante voci che vengono riportate nel libro.

Alfonso, 12 anni, Nicaragua: "Ho 12 anni e combatto. Quando sarò più grande mi piacerebbe essere un bambino". Non credo che un'affermazione di questo tipo abbia bisogno di commenti per rendere l'idea di quale sia la situazione dei bambini soldato  nei paesi interessati da conflitti armati.

Tante le testimonianze raccolte, diverse le storie ma un unico, comune denominatore: i bambini sono bambini. Tutti. Qualunque sia la loro origine e la società in cui vivono. Tutti hanno gli stessi diritti: in primis quello di essere dei bambini. E delle bambine, ovviamente.

Le illustrazioni sono di Aline Bureau, i testi di Dieter Berstecher e Thierry Delahaye, la traduzione di Francesca Novajra. E' un libro che consiglio, un utile strumento non solo per i grandi, affinchè riflettano su realtà spesso dolorose ma che comunque offrono una visione positiva sull'affermazione dei diritti dei minori, ma anche per avvicinare i bambini alla conoscenza dei loro diritti e delle tante realtà positive che si occupano della loro affermazione anche in realtà difficili. 
Difficili e reali. 
Purtroppo.

giovedì 27 marzo 2014

Settimana del libro e della cultura per i ragazzi #nonditeloaigrandi

Non posso non raccontare la mia trasferta a Bologna di ieri pomeriggio per visitare il padiglione 33 della Fiera di Bologna, nell'ambito della settimana del libro e della cultura per i ragazzi. E' stata una visita piuttosto veloce, va detto, ma che mi ha comunque resa felice.
Magari per il prossimo anno ci si organizza meglio. La settimana scorsa avevo lanciato l'idea di prenderci un pomeriggio per partecipare alla fiera ma non avevo insistito in modo particolare. Quando mio marito, lunedì, mi ha detto che avrebbe potuto prendersi il pomeriggio libero da lavoro non mi è sembrato vero! (soprattutto perchè lui non è un amante dei libri e non capita poi così spesso che riesca a prendere un pomeriggio libero dal lavoro). Siamo partiti nel primo pomeriggio e, dopo due ore e mezza di viaggio, siamo arrivati: la giornata stava quasi per concludersi, a dire il vero, ma mi è bastato comunque.

Posto che non abbiamo azzeccato subito l'ingresso giusto e che abbiamo dovuto camminare un pochino a piedi, abbiamo fatto il biglietto in un attimo (credo che solo noi potevamo entrare a poco più di due ore dalla chiusura!) e... via... tutti dentro.

Ci siamo trovati tra tanti libri in bella mostra sia su dei tavoli che in appositi espositori a terra, su delle mensole... Mi sono resa conto immediatamente che avevamo iniziato la nostra visita dalla libreria internazionale (erano presenti anche volumi in lingua) e forse avremmo dovuto fare il percorso al contrario... Ma è andata comunque bene così.

Dopo un primo giretto tra i libri in esposizione (e in vendita) mi sono resa conto che il tempo stava volando così ho proposto di dare un'occhiata agli altri settori del padiglione: a quell'ora non c'era molta gente, c'erano in corso delle presentazioni e degli incontri che stavano terminando così come volgevano verso la fine alcuni laboratori che avevano interessato i più piccoli.
Anche qui un giretto veloce per poi tornare tra i libri.
Ho avuto modo di osservare i miei figli durante il loro tour: li abbiamo lasciati liberi di vagare come e dove meglio credevano... ed ognuno lo ha fatto a modo suo.
Il piccoletto di casa si è accontentato di dare un'occhiatina superficiale ed ha subito individuato un libro da comprare... Lo ha scelto dopo pochi minuti, poi lo ha rimesso al suo posto per dare un'altra occhiatina ma alla fine è tornato da lui.

Si è soffermato un bel po' a guardare dei libri che erano in sola esposizione, non in vendita, riguardanti il mondo della danza: libri molto particolari, per lo più di sole figure e l'ho visto particolarmente interessato. L'ho lasciato fare. Qualche tempo fa, parlando con delle mamme, mi sono trovata a difendere una mia convinzione e cioè che non ci siano storie da femmine e da maschi ma solo storie. Così come non ci sono libri ed immagini da femmine e da maschi, ne sono più che convinta. Se mia figlia iniziasse ad appassionarsi a letture che riguardano storie di calciatori, ad esempio, e il piccoletto a storie che riguardano principesse, perchè dovrei limitare la loro curiosità e la loro fantasia? Non mi sono sognata nemmeno lontanamente di distogliere il piccoletto dall'ammirare quelle immagini di ballerine e ballerini in punta di piedi o che svolazzavano nell'aria.
La principessa di casa, invece, ha dato uno sguardo veloce ai libri con illustrazioni vistose per poi concentrarsi su quei libri che ha definito "da grandi", con più testo e meno disegni.
Lei mi somiglia molto in fatto di libri: ama il contatto, ama tenerli in mano, sfogliarli, osservarli a lungo prima di decidere se gli piacciono oppure no. E proprio per questo a differenza di suo fratello ci ha messo un bel po' a decidere quale libro comprare... Era così indecisa che solo quando uno dei ragazzi della security ci ha detto che la fiera stava chiudendo, invitandoci ad avvicinarci all'uscita, ne ha "arraffato" uno da portare a casa.

Ed io?
Bhè, posto che mi sarebbe piaciuto partecipare a qualche incontro con autori o a qualche approfondimento "da grandi", io sarei rimasta ore ed ore a vagare tra tutti quei libri che, pur essendo per giovani (e giovanissimi) lettori, in più di un caso avrebbero fatto contenta anche me.
Ne ho visti di molto belli e molto curati: edizioni di grandi dimensioni, con illustrazioni che sono dei veri capolavori... Uno, in particolare, mi ha affascinata e sono stata sul punto di comprarlo... Ho cercato di convincere mia figlia a prenderlo ma l'ha trattato con indifferenza... Mi ha trattenuta solo il prezzo (22.00 euro... che non è poco) soprattutto considerato i tanti libri che ho in casa ancora da leggere... Insomma... mi sono trattenuta... 
Si tratta del libro Principesse dimenticate o sconosciute: bellissime illustrazioni e storie particolari, non le classiche principesse... Per questa volta ho desistito ma prima o poi... magari lo regalo a mia figlia ;-)
Dei tanti libri che ho avuto tra le mani, questo mi ha colpita in modo particolare ma... è rimaso lì, sul tavolo in cui era in bellavista...
Alla fine ce ne siamo tornati a casa dopo aver vagato per due ore e mezza, ci siamo lasciati "cacciare" proprio ad un minuto dalla chiusura ed i bimbi cosa hanno scelto di comprare? 
Ecco qua... 
Grande proprio così è stato scelto dal piccoletto di casa fin da subito mentre l'altro, le Fiabe di Mare, sono arrivate tra le mani della principessa di casa dopo una luuuunga indecisione. A dire il vero non ho ben capito se l'ha preso per fare contenta me o se davvero gli è piaciuto... Vedremo da come si relazionerà con lui.

Ho voluto poi rubare (bhè... in senso figurato visto che l'ho fotografata... ) l'immagine di un manifesto che mi è piaciuto un bel po' e nel quale mi rivedo parecchio:

lunedì 24 marzo 2014

In biblioteca#2

Quando la ragazza che stava registrando gli ultimi prestiti a nome mio e dei miei figli mi ha detto "Signora... ha fatto un bel rifornimento! Sarà a posto per un po!" mi è scappato un sorriso... Se avesse saputo che prima di andare da lei eravamo stati in altre due biblioteche della zona (la settimana precedente) e che lo stesso rifornimento l'avevamo fatto anche in tali occasioni chissà cosa avrebbe detto!!!
Ed eccoci qua: con un bel mucchio di libri da leggere (alcuni già letti a dire il vero ed altri in lettura) per soddisfare la curiosità dei piccoli lettori di casa (ed anche i miei a dirla tutta) che ormai hanno l'abitudine di leggere quotidianamente sia prima di andare a letto che, quando capita, anche in altri momenti della giornata.
Per ora i libri scelti dai piccoli lettori di casa sono ancora storie brevi, possibilmente con illustrazioni ma iniziano ad arrivare delle novità, libri un po' più da grandi che mia figlia inizia ad apprezzare (per il piccoletto è ancora presto)... ed allo stesso tempo mi capita di tanto in tanto di prendere in prestito libri per ragazzi che incuriosiscono me....
Tra i tanti libri presi in prestito ce n'è uno molto particolare, che non ha il titolo scritto di lato come tutti gli altri: nella fot è il penultimo, quello giallo ed arancione... è davvero molto bello ma per ora non voglio dire altro. A breve avrò occasione di parlarne in modo compiuto: prima debbo finire di leggerlo io. 

Ieri sera, sempre restando in tema di letture della buonanotte, la principessa di casa ha voluto fare un esperimento con Geronimo Stilton. Ancora non sono appassionati di quel tipo di libri ne' di quei personaggi ma si trattava di un audiolibro ed abbiamo voluto provare a sentire la storia narrata dalla voce di qualcuno che non fosse la mamma. Abbiamo ricevuto in dono diversi libri della collana di Stilton qualche anno fa da un'amica che tentava di fare largo tra le mensole dei suoi figli, oramai cresciuti. All'epoca del dono i miei bimbi erano davvero troppo piccoli ma ora iniziano a prenderci confidenza: ieri sera abbiamo letto Per mille mozzarelle... ho vinto al Tototopo.
Ne ho parlato in una vecchia recensione (ma in quel caso l'avevo letto io). Ebbene, il linguaggio è particolare e divertente, le storie non troppo lunghe e simpatiche ma... mia figlia non ha apprezzato molto la lettura da parte della "voce". Lei ama seguire il testo mentre qualcuno legge per lei la sera prima di andare a dormire e nel caso di Geronimo il lettore non legge proprio il testo che avevamo tra le mani (pur essendo quella la storia) ma aggiunge frasi e particolari che nel libro non ci sono... la storia si allunga un bel po' e mia figlia non riesce a seguire perchè deve aspettare che si torni a leggere ciò che realmente è scritto nel libro. Così, dopo qualche minuto, mi ha fatto spegnere tutto e mi ha chiesto: "Mamma... leggi tu che è meglio?".
Nessuna fatica per me ma per lei una piccola delusione vista la difficoltà a seguire alla lettera il racconto.
Il piccoletto non ci ha capito molto visto che dopo dieci parole dormiva già!!!

domenica 23 marzo 2014

Al lavoro per ... Earth Hour 2014 - Ora della terra #1

Anche quest'anno il mio Comune aderisce alla mobilitazione globale del WWF Earth Hour che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, coinvolge cittadini, istituzioni e imprese in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico.
Lo scorso anno, prima volta in assoluto nella mia zona, ho partecipato con entusiasmo ed è stata una bella serata con il flash mob organizzato nella piazza centrale del Comune. Alle 20.30 si spensero tutte le luci dell'illuminazione pubblica ed i presenti accesero delle candele avvolgendo la piazza in un suggestivo alone luminoso.

Quest'anno l'iniziativa torna il 29 di marzo e le è stato dato un taglio nuovo, più indirizzato verso i più piccoli. Dalle 18.00 del pomeriggio, infatti, saranno proposti  laboratori, letture, ludobus, truccabimbi e animazioni. Ci sarà anche un ospite d'eccezione: Spiderman che è il testimonial di quest'anno e che, da noi, attuerà un singolare "attacco alla torre" che si trova in piazza.
In vista di tale appuntamento abbiamo pensato di trasformare una domenica pomeriggio un po' noiosa in un laboratorio alquanto singolare. Usando materiali che avevamo in casa abbiamo realizzato quattro lanternine da usare proprio in tale occasione. Siamo partiti da materiali che tengo da parte proprio da usare quando ci vengono in mente dei lavoretti.... colla, forbici, carta riciclata da un mazzo di fiori, nastrini colorati, glitter glue, sottobicchieri natalizi e qualche perlina che, però, per ora abbiamo risparmiato. Ed ovviamente... vasetti di marmellata o simili che non avevo buttato via dopo l'uso. 
Ho scartato i vasetti più grandi perchè spropositati rispetto alle manine dei miei bimbi ed esagerati anche per me: visto che ne avevo di più piccoli ho optato per quelli.

Nei giorni scorsi avevo chiesto la collaborazione di mio padre visto che avevo bisogno di trovare il modo di tenere le lanternine... Ha usato del fil di ferro per creare dei manici che, ad una giusta distanza dalla bocca dei vasetti, ci permetteranno di tenere tranquillamente le nostre lucine in mano.
Abbiamo iniziato usando un sottobicchiere per creare un effetto vedo-non vedo sul fondo del vasetto più piccolo che abbiamo decorato solo (oltre al sottobicchiere) con un nastrino rosso. All'interno, per tenere ferma la candelina che altrimenti avrebbe ballonzolato a destra e a manca, abbiamo usato dello zucchero aromatizzato alla rosa che dona anche un ottimo profumino.
Per le altre stiamo pensando - grazie anche ai suggerimenti della nostra amica creativa Alice con cui mi sono confrontata nei giorni scorsi, a dei sassolini.... 

Visto, poi, che il testimonial di quest'anno sarà Spiderman, abbiamo usato anche un foglio di carta bianco che richiama molto una ragnatela: l'avevo tenuto quando mio marito mi aveva omaggiata di un bel mazzo di rose per San Valentino... et voilà... effetto ragnatela assicurato... grazie anche alla complicità di nastrini rosso ed oro che ci hanno permesso di tenere ferma la nostra ragnatela sulla sagoma dei due vasetti...
Il quarto e (per ora) ultimo vasetto è... mummificato.... visto che vi abbiamo attorcigliato tutt'attorno nastrini rosso ed oro. Per richiamare Spiderman ci manca qualche cosa di blu: abbiamo dei brillantini in colla blu (anche rossi, gialli e trasparenti) ma per il momento non li abbiamo usati. Chissà che non ci venga qualche altra idea? Sto pensando anche a vasetti degli omogeneizzati da usare magari mettendoli a terra, in un angolino della piazza, per delimitare uno spazio... vedremo. Se gli organizzatori avranno piacere di averli, li potremo mettere a disposizione.
Per ora, ecco le nostre lanternine fai da te.
Poi si vedrà. Manca ancora una settimana....

mercoledì 19 marzo 2014

Non mi chiamo Alessandro (J. Fosberry . M. Latwin) - #Festa del Papà

Ieri siamo stati in biblioteca a restituire dei libri con l'intenzione di cercare qualche cosa di adatto in occasione della Festa del Papà che, come ben tutti sanno, cade oggi. Non abbiamo trovato la nostra bibliotecaria di fiducia, sempre pronta a darci ottimi consigli, ma una ragazza del Servizio Civile alla quale non abbiamo chiesto nulla: ci siamo limitati a sbirciare tra i titoli disponibili per scegliere qualcosina alla cieca.

Ebbene.....

Tra gli altri (in tutto siamo tornati a casa con sei libri) abbiamo scelto "Non mi chiamo Alessandro", uno degli ultimi arrivi. Si tratta di un libro cartonato che si presenta molto bene, con belle immagini e che, una volta a sfogliato, si è rivelato più che adatto a questo giorno. In biblioteca ci eravamo limitati a sceglierlo dando un'occhiatina veloce e lasciandoci attirare dalla copertina (oltre che dal nome del protagonista... che ci ha fatto pensare proprio ad un membro della nostra famiglia) ma poi, arrivata i casa, ci ha proprio convinti.

Ecco, dunque, che se qualcuno fosse alla ricerca di un libro da leggere in occasione della Festa del Papà, potrebbe andare sul sicuro con questo titolo. A dire il vero esiste anche una versione femminile con "Non mi chiamo Valentina" ma non abbiamo preso solo la versione maschile.

Perchè questo libro ci è piaciuto tanto?

Innanzitutto perchè è capace di catturare l'attenzione dei più piccoli grazie ad un efficace abbinamento tra testi ed immagini: le illustrazioni sono molto colorate, piuttosto grandi e ricche di particolari (oltre che molto belle) ed i testi, oltre a non essere molto lunghi, sono proposti anche con caratteri diversi, di diverse dimensioni.
Alessandro mette in moto la fantasia e, con la complicità di suo padre, inventa di essere tanti personaggi diversi: i personaggi vengono nominati uno dopo l'altro e, alla fine del libro, è proposta una scheda in cui viene proposta una breve biografia di tali personaggi. Bello... molto bello!
E poi ci è anche piaciuto che assieme al bambino il protagonista sia il papà.
Lo abbiamo letto oggi pomeriggio, in attesa di poter festeggiare il nostro papy: è fuori per lavoro e non tornerà prima di sera ma non siamo riusciti a resistere dal leggerlo... Se non tornerà molto tardi stasera lo proporremo anche al festeggiato... magari lo faremo leggere proprio a lui! Se, invece, i bimbi dovessero essere già a letto... bhè... i festeggiamenti saranno rinviati a domani per causa di forza maggiore.
Concludo riportando un'altra chicca proposta nel libro: dopo le varie biografie dei personaggi citati (da Fred Astair a Theodore Roosevelt ed altri ancora), l'ultimo spazio ha un cornice vuota in cui si potrebbe inserire la foto di ogni papà e sullo spazio della biografia c'è scritto così

Auguri a tutti i papà!

domenica 16 marzo 2014

La lunga notte (L. Castillo)

Mi piacciono i thriller. Sono letture che mi appassionano e che leggo sempre molto volentieri. Quando, in occasione di una delle ultime tappe in libreria, mi sono trovata davanti agli occhi La lunga notte, di Linda Castillo, mi sono lasciata attrarre dalla copertina e, lo ammetto, dal prezzo stampato su un bollino rosso ben visibile. Pur avendo una pila di libri in attesa di essere letti non sono riuscita a resistere.
Ebbene, si tratta di un thriller ben strutturato che, pur non potendo essere considerato un capolavoro, mi ha tenuta attaccata alle pagine con una certa curiosità. Non conoscevo l'autrice e non sapevo che, prima di questo libro, ne avesse scritto un altro con la stessa protagonista, la poliziotta Kate Burkholder. Non so quale sia la storia narrata nel primo libro ma posso dire che La lunga notte non è un sequel nel senso che è strettamente legato al primo come sviluppo naturale della storia. La situazione che viene raccontata in questo libro è autonoma ed indipendente, almeno questa è l'impressione che ho avuto io.
Leggendo la presentazione del libro precedente è evidente che un legame ci sia e riguarda le origini Amish della donna. 

Nel libro La lunga notte si parla di un delitto compiuto a danno di un'intera famiglia Amish e l'autrice insiste parecchio sul fatto che si tratta di una cultura molto particolare, vocata alla vita semplice, con modalità di vita differenti da quelle degli inglesi. E fa anche riferimento al fatto di essere stata appartenente a quella cultura ma di essersene allontanata. Credo nel primo libro questo aspetto venga comunque toccato ma trovo che la lettura di questo libro non richieda necessariamente di aver letto anche l'altro prima.
Posta tale premessa, l'agente Burkholder (chiamiamola Kate per comodità, cognome difficile da scrivere...) si trova ad indagare su un terribile delitto. Sette persone sono state trovate morte in una fattoria Amish: padre, madre e cinque figli.
Non che ci siano delitti meno terribili di altri (un delitto è sempre qualche cosa di terribile) ma in questo caso è stato proprio uno sterminio e, soprattutto per quanto riguarda le due ragazzine di famiglia, sono state perpetrate anche delle tremente torture.
Le indagini vengono svolte in un arco di tempo molto stretto per poter assicurare alla giustizia un assassino senza scrupoli ma sembrano - almeno all'inizio - non portare a qualche strada utile per risalire ad esso... Fino a che... fino a che non ci si renderà conto che uno dei membri di quella famiglia serbava un segreto. Un segreto che contrasta con la cultura Amish e che, probabilmente, è legato a doppio filo con quanto accaduto a tutta la famiglia.

La personalità dei vari personaggi (due in particolare, Kate e Jhon ma anche di una delle vittime, la piccola Mary) emerge con chiarezza e il lettore è reso protagonista di una storia nella storia. Ben fatto.

L'autrice riesce a rendere molto bene le scene e le situazioni narrate grazie a descrizioni molto attente e verosimili. Le ambientanzioni, i dettagli catturano il lettore. Almeno per me è stato così.
Ovviamente è un genere che deve piacere.

Sarò sincera: soprattutto all'inizio, quando viene descritta la scena del delitto, le descrizioni sono piuttosto "crude" ma non fastidiose... non so come dire... rispetto a quello che ho letto sul libro Il principe dei fulmini, dove si mietevano vittime con una facilità assurda, si mozzavano teste e si sbudellavano persone in modo davvero esagerato, in questo caso viene descritto un delitto in modo tale da rendere il lettore partecipe dell'efferatezza di quanto commesso... e la storia parte da lì. E' vero, anche in questo caso si parla di morti... di crimini... ma tutt'altra cosa rispetto a quello a cui mi riferivo nel recensire il libro fantasy di cui parlavo qualche giorno fa.
Mi piacciono i thriller non perchè mi piaccia l'idea di gente ammazzata quando perchè mi piace sentirmi coinvolta in un'indagine e andare alla ricerca di dettagli che l'autore - autrice in questo caso - dissemina tra le pagine in modo apparentemente casuale...

Ho trovato alcune ripetizioni, soprattutto nel descrivere la cultura Amish continuamente tirata in ballo ma tutto sommato posso dire che la lettura mi abbia coinvolta al punto giusto... Sono anche rimasta in piedi a notte fonda per cercare di capire come andasse a finire... e non mi capita con tutti i libri che passano per le mie mani.

Durante la narrazione vengono usati parecchi termini "tecnici", che hanno a che fare con le indagini, i distretti di polizia e giù di lì. Spesso sono anche delle sigle: ho molto apprezzato il fatto che l'autrice non abbia dato per scontato che il lettore potesse sapere cosa si intende per BCI o CODIS... subito dopo aver usato una sigla o un termine poco chiaro ne spiega il significato facendo capire alla perfezione di cosa si tratta. Brava. Non sempre è così. Spesso gli autori danno per scontate molte cose che, invece, nella realtà, tanto contate non sono.


Segnalo un dettaglio: dopo la dedica iniziale (l'autrice dedica il libro a suo marito), nella pagina successiva compare una frase di Benjamin Franklin che ho collegato alla storia solo dopo aver finito di leggerla... sulle prime non avevo proprio capito come mai fosse lì.

"Tre persone possono tenere un segreto, se due di loro sono morte".
Non dico di più.

venerdì 14 marzo 2014

La strana guerra delle formiche (H.Nyssen) - Venerdì del libro

Quello che proponiamo per questo Venerdì del libro è consigliato per bambini dagli otto anni ma, secondo me, è adatto per bambini più grandi. Si tratta di La strana guerra delle formiche: un libro che mio figlio (ha sei anni e mezzo) ha scelto in biblioteca e che abbiamo appena finito di leggere.
Ci sono volute quattro o cinque sere per leggerlo tutto, non tanto perchè troppo lungo quanto perchè difficile in più passaggi: mia figlia, che di anni ne ha otto, mi ha interrotta sistematicamente durante la lettura ad alta voce e la cosa mi ha fatto innervosire un bel po'.

Sul nostro comodino fino a ieri sera
Seppur scelto dal piccoletto lui ha seguito poco il racconto: la sera arriva talmente stanco sul lettino che se la lettura è un po' troppo difficile per i suoi gusti si volta su un fianco e si addormenta lasciandosi cullare ed accompagnare dalla mia voce, senza troppe storie. Sua sorella, invece, vuole capire tutto ciò che sente per cui le interruzioni sono state frequentissime: è stato proprio questo a farmi capire che, anche se consigliato per bimbi della sua età, non era a sua misura.
Si tratta di un libro della collana MOTTAjunior e al suo interno il testo piuttosto lungo ed articolato, è intervallato da alcune illustrazioni.

Sul dorso del libro compare il logo BUS - Biblioteca Universitaria Scolastica Libri per pensare: in effetti si tratta di un libro che si prefigge di dare un insegnamento ai giovani lettori, in particolare relativamente all'uso della parola. Sull'ultima di copertina è presente una fascetta in cui sono indicati due argomenti su cui vorrebbe far riflettere: pregiudizi e ostilità... In sostanza si vuole far capire loro che, a volte, l'uso inopportuno e sconsiderato può essere pericoloso e devastante per coloro nei confronti dei quali tali parole vengono usate. Questo messaggio viene trasmesso inventando la storia di due grandi famiglie di formiche - le Blu e le Verdi - che, anzichè comunicare come al solito sfregandosi le antenne e riconoscendosi dall'odore, si ritrovano con l'uso della parola. Ed è devastante per loro: non essendo abituate ad usare il dono della parola in modo opportuno, non solo non fanno altro che parlare e non lavorano più ma iniziano a beccarsi le une con le altre fino a fare guerra tra di loro. Una guerra che le ucciderà e ne determinerà l'estinzione.

Leggo, in coda al libro, che della stessa collana si hanno libri che intendono fa riflettere su violenza in famiglie, aggressività, metafisica, violenza sui bambini... Per il momento non andrò di certo alla ricerca degli altri!

Onestamente l'ho trovato un po' forte non sono nella tipologia di parole usate (un po' troppo difficile per questa età) ma anche nelle immagini evocate: alla fine le formiche finiscono tutte a terra con le teste staccate, le zampette amputate e le antenne disseminate ovunque.... bhè, per essere una lettura proposta come lettura della buonanotte credo proprio di aver sbagliato il tiro.
Se penso, poi, che spesso mia figlia lamenta di fare brutti sogni di notte, mi convinco ancora di più ad aver sbagliato a proporre questo libro. Magari in un altro momento della giornata e con bambini più grandi... Prima di andare a letto d'ora in avanti farò maggiore attenzione nella scelta dei libri da leggere: solo storie positive e capaci di incuriosire i bambini senza mettere loro paura o inquietudine addosso. 

Giusto per dare un assaggio, propongo uno dei passaggi finali:
"Le due armate si lanciarono una contro l'altra con odio, ben decise a mozzarsi la testa a vicenda, come si usa nelle guerre tra formiche, e a sbarazzare l'universo del colore avverso. Blu e Verdi erano di taglia uguale e di forza identica: il combattimento fu lungo, terribile e senza pietà. Proseguì per tutta la notte. La maggior parte delle formiche morì nel corpo a corpo e le poche sopravvissute, mutilate, agonizzarono fino all'alba. (...)
Il suolo era disseminato di cadaveri decapitati".

Per recepire messaggi importanti hanno tempo... per il momento hanno diritto a sognare principesse e folletti buoni, dolci animali e storie cariche di bellezza e positività. Per il resto, pur non sminuendo libri di questo tipo, c'è tempo e modo... hanno tutta la vita davanti!

domenica 9 marzo 2014

Il principe dei fulmini (M. Lawrence)

Il principe Honorius Jorg Ancrath riuscirà a diventare imperatore, come ha promesso? Non lo so e, onestamente, non ho nessuna intenzione di scoprirlo. Credo che i lettori potranno saperlo leggendo il seguito del libro Il principe dei fulmini ma io non sarò uno di questi. 
Nel leggere questo libro di Lawrence ha avuto la prova di ciò che, a dire il vero, sapevo già. Il fantasy, questo tipo di fantasy, non è nelle mie corde. E non sono stati tanto i fiumi di sangue versato, le crude scene di lotta che vengono descritte o gli scenari di devastazione di cui si parla a convincermi. No no. E' stata l'eccessiva assurdità della situazione narrata che, proprio, mi ha fatto escludere la possibilità di andare alla scoperta del seguito.

Il principe Honorius Jorg Ancrath è un ragazzino di 14 anni che, a quell'età, è già un pluriomicida assetato di vendetta, alto un metro e ottanta, magro ma muscoloso a furia di maneggiare armi pesanti e andare in giro dentro ad una pesante armatura. E' un capo indiscusso di un gruppo di Fratelli violenti ma a lui fedeli.
La storia si snoda su due piani: una narrazione al presente ed una che rimanda a quattro anni prima quando il giovane principe, allora un bambino di dieci anni, assistette suo malgrado all'uccisione di sua madre e del suo fratellino. Da quel momento in lui - ritrovato quasi dissanguato ma sopravvissuto nonostante un corpo martoriato - cresce di giorno in giorno la sete di vendetta che lo porterà ad allontanarsi sempre più dal suo status di principe per vivere in strada.
Intende vendicare la morte di sua madre, la regina, e del suo fratellino, il principino William. Lui viene dato per morto, nessuno più lo cerca, nessuno può lontanamente immaginare che possa essere sopravvissuto... Eppure... non solo sopravvive ma diventa un capo indiscusso, sanguinario e senza scrupoli, che non si ferma davanti a niente e a nessuno.
Non mi dilungo sulle vicende narrate per non togliere il gusto - a chi amasse questo genere di letture - di conoscere la storia. Mi permetto di fare alcune osservazioni e far presente ciò che mi è meno piaciuto di questo romanzo.

Una cosa su tutte: l'assurdità, sempre più marcata, che traspare dalla figura di un ragazzino quasi invincibile, che un momento prima gronda sangue ed un momento dopo affronta e stermina un intero esercito. Un ragazzino che viene accoltellato di poco sotto al cuore e che non si capisce bene come fa a guarire e a tornare poco dopo ad affrontare decine di guerrieri grandi e grossi... vincendo contro tutti. Ok, c'è anche una buona dose di magia in un racconto di questo tipo ma una storia così inverosimile non mi è piaciuta affatto... Non amando particolarmente il fantasy probabilmente è un mio limite e non riesco a capire appieno le caratteristiche di un libro di questo tipo... Quel che mi viene spontaneo pensare è che, per me, la lettura deve essere un piacere... La storia deve coinvolgermi ed appassionarmi: in questo caso non è capitato e sono felice di averlo terminato. So che c'è un seguito, è lo stesso Jorg che lo lascia intendere quando dice di voler diventare imperatore ma io, davvero, non ho nessuna intenzione di scoprire se ciò accadrà e, soprattutto, come.

Al di là dell'assurdità della situazione, in diversi passaggi mi sono proprio persa ed ho avuto la sensazione che alcune scene venissero lasciate in sospeso in un modo alquanto sbrigativo. 
Ammetto di aver letto una frase dopo l'altra con la voglia di capire fino a che punto Jorg potesse spingersi e quanto altro sangue avrebbe potuto spargere - risparmio i particolari... non sono molto gradevoli, sulle lotte e su ciò che capita, in diverse situazioni, ai cadaveri lasciati lungo il cammino... - ma la lettura non mi è risultata comunque gradita.
Se qualcuno l'avesse letto e volesse dirmi la propria opinione, magari per farmi ravvedere... bhè, è il benvenuto, anche se credo che sarà davvero difficile convincermi a leggere il seguito o a dire che, tutto sommato, la lettura mi sia piaciuta.
L'ho letto in e-book e, al di là della costruzione di diverse frasi piuttosto artificiosa e poco chiara, non ho notato errori di battuta come, invece, mi è capitato con l'altro libro letto in e-book.

venerdì 7 marzo 2014

L'isola del tesoro (R. L. Stevenson) - Venerdì del libro

Eh si... ci ho preso gusto! Dopo Tre uomini in barca ho voluto leggere un altro classico della letteratura per ragazzi che, questo va detto, può piacere anche a chi tanto ragazzino non è più... come me, insomma! A me è piaciuto...
Nel corso di una delle nostre ultime trasferte in biblioteca ho preso in prestito due diverse versioni del libro di Stevenson L'isola del tesoro.
Stevenson è tornato al mio cospetto anche se, questa volta, non nelle vesti di protagonista di un racconto come è stato ne L'isola del faro ma come autore.
Da ragazzina devo averlo letto o, comunque, ne avevo delle reminiscenze ma ammetto di averlo riletto con piacere visto che non lo ricordavo poi così tanto. Quasi per niente... giusto per sommi capi. Ecco, dunque, che per questo Venerdì del libro vorrei proporre questa lettura classica, un classico che non ha età.

La versione edita da Dami Editore de l'Isola del tesoro, più adatta per giovani lettori, non propone l'edizione integrale: il racconto è strutturato in 21 capitoli con i quali la stora viene riassunta e proposta anche con l'ausili di immagini che, si sa, piacciono ai più piccoli. Complessivamente sono una 50 di pagine di un formato piuttosto grande.
Ovviamente, essendo una versione ridotta, ci sono dei passaggi meno approfonditi rispetto a quelli della  versione integrale per cui ci sono meno dettagli, meno particolari. Ai più piccoli ciò che viene narrato basta e avanza: ne è prova il fatto che mia figlia, pur avendo preso il libro in biblioteca, mi ha chiesto di cercarlo in libreria visto che lo vuole avere a casa, tutto per se. A ben guardare ha anche un costo accessibile visto che cosa 5.90 euro. Lo abbiamo cercato ma non l'abbiamo trovato. In biblioteca è arrivato grazie ad una iniziativa che ho già avuto modo di segnalare in precedenza: è stato donato da una famiglia, da un lettore, che lo ha comprato in libreria aderendo all'iniziativa "Dona un libro alla biblioteca della tua città".
Ed è stato accompagnato da una bella dedica che mi permetto di pubblicare ringraziando l'autore - o l'autrice (la grafia mi sembra femminile) sia per aver arricchito la biblioteca che frequentiamo che per la dedica che ha lasciato. 
Sempre in biblioteca ho trovato una versione più completa, della collana Einaudi Ragazzi, che però non ho proposto ai piccini perchè i capitoli sono piuttosto lunghi e non l'ho trovata adatta ne' per la lettura della sera, ne' per farli leggere da soli. Quando saranno più grandicelli allora sarà una delle storie che, ne sono certa, rileggeranno volentieri potendo avere tutti quei dettagli e quelle descrizioni che nella versione ridotta mancano.
Inutile dire che si tratta di un'avventura in cui sono protagonisti pirati, un'isola del tesoro, una mappa... tutti gli ingredienti che servono per chi ama avventure di questo tipo e non mette limiti alla sua fantasia.

mercoledì 5 marzo 2014

Stelle, starlet e adorabili frattaglie (G. Cappelli)

Prendi il rampollo di una ricca famiglia lucana e immagina che, anziché scegliere la strada dell’avvocatura (come auspicato dal capo famiglia, strada a suo tempo intrapresa dal barone Gian Canio Caraffa d’Acquaviva di cui è unico erede) decida di fare il cuoco. E immagina anche che la taverna che decide d’aprire non riesca a decollare e non riesca a conquistare nessuna stellina Michelin nonostante l’abilità del ragazzo – Adelchi – tra i fornelli.
Cosa può succedere per cambiare le sorti verso una più positiva situazione?
Il racconto di Gaetano Cappelli nel libro Stelle, sterlet e adorabili frattaglie è un concentrato di personaggi alquanto bizzarri, perfettamente rappresentativi di una piccola realtà di provincia in cui, tra una prelibatezza culinaria e l’altra, le storie dell’uno e dell’altro si intrecciano in un esilarante susseguirsi di situazioni infarcite da un lessico molto singolare.
Ammetto di aver sorriso dall’inizio alla fine, divertita dal racconto e, ancor prima, dalla capacità dell’autore di rendere le situazioni alla perfezione.

Il libro si chiude con una serie di ricette che stuzzicano il lettore ancor più di quanto non facciano le bizzarre avventure degli altrettanto bizzarri personaggi… Viene quasi voglia di andare alla ricerca della Taverna Acquaviva di Adelchi non tanto per gustare i suoi manicaretti quanto per respirare quella frizzante atmosfera che fa da leit motif a tutto il libro.
Non vorrei svelare nulla della trama sia perché sarebbe difficile rendere appieno l’idea sia perché svelare anche solo una delle singolari situazioni narrate toglierebbe il gusto della scoperta, quello stesso che ho provato io nel leggere un libro rispetto al quale non avevo alcuna aspettativa. Come mai è finito tra le mie mani? Mi ha attirata la copertina: quel casolare illuminato mi ha trasmesso un certo senso di serenità, un posto isolato e tranquillo che poi, nel libro, si è dimostrato non essere poi così tranquillo.
E’ una lettura particolare e gradevole, che consiglio per chi vuole lasciarsi andare ad un po’ di leggerezza e vuole far volare la fantasia tra un fornello ed una intervista tivvù.
Un unico neo: alcuni periodi sono davvero troppo lunghi... 

lunedì 3 marzo 2014

La libreria degli amori inattesi (L. Dillon)

La libreria degli amori inattesi è il primo romanzo in assoluto che ho letto in e-book. Dopo una lunga reticenza nel prendere in mano un libro in questo modo – bhè… ho avuto in mano un dispositivo per la lettura… non un libro – ho superato il mio scetticismo ed ho voluto provare anche io con un libro nel formato digitale. Per fare ciò ho approfittato del tablet che mio marito ed i miei figli mi hanno comprato in occasione del mio 40° compleanno e che, lo ammetto, non avevo poi sfruttato più di tanto avendo sempre a disposizione un pc tutto per me e non avendo particolari necessità di utilizzarlo fuori casa. 
Con l’e-book l’ho messo al lavoro a pieno regime e devo dire che... non è stato affatto male.

Ma andiamo con ordine. 
Il romanzo che ho scelto per iniziare la mia avventura con la lettura digitale mi ha incuriosita dalla copertina: l’idea che si parlasse di libri e di amori mi piaceva. Ed anche di animali, di cani nello specifico… argomento richiamato dal buffo musetto del cagnolino sempre in copertina.
Il romanzo racconta la storia di Michelle e di Anna: Michelle va a vivere in una nuova città ed è sola. Incontra Anna in un singolare locale nel quale possono entrare anche i cani e diventano amiche.

Michelle è una donna molto indipendente, con un particolare fiuto per gli affari e maniaca dell’ordine. Si è lasciata dietro le spalle una famiglia ed una storia che non vuole ricordare, tanto da nasconderla (almeno fino ad un certo punto) a tutti coloro che incontrerà nel suo cammino.
Un passaggio, mi è piaciuto, riferito proprio a Michelle:
"Aveva plasmato la propria vita intorno a quell'unica notte, come un albero che cresca tutto storto intorno a un muro, con l'unico scopo di nasconderlo, senza mai ramificarsi verso l'esterno. Solo verso l'interno".

Anna è una donna felicemente sposata, matrigna di tre figlie nate dal primo matrimonio di suo marito. E’ una casalinga organizzata che vorrebbe tanto avere un figlio tutto suo.
I destini delle due donne si incrociano e tra le due avrà un ruolo molto particolare una libreria: un luogo in cui Anna si trova perfettamente a suo agio nella veste di direttrice, un po’ meno Michelle seppur nella veste di proprietaria.
Il romanzo si legge bene anche se, non ho potuto non notarlo, ci si imbatte in diversi errori di battuta.
Parla di lavoro, di letture, di amori, di delusioni… Si parla di maternità ma anche di storie passate mai dimenticate ed un futuro incerto per l’uno o per l’altro motivo.
Entrano in gioco anche dei simpatici cagnolini che fanno davvero tenerezza in più occasioni: il loro legame con gli amici umani, il valore terapeutico della loro vicinanza, la discrezione con cui sembrano capire le cose prima degli altri.
Non voglio dire di più della trama per non togliere il gusto della lettura ma mi limito a qualche considerazione personale.
Il romanzo mi è piaciuto non solo per le storie narrate, capaci di incuriosire senza richiedere un’eccessiva attenzione (è un romanzo che si legge con una certa disinvoltura, non è cervellotico ne’ di difficile comprensione come a volte capita nelle storie troppo intricate e contorte) ma anche per il ruolo che ricoprono i libri.
Solo alla fine ho letto, sulle ultime parole delle note dell’autrice, che questo libro è dedicato a chiunque legga ad alta voce e a chiunque ascolti, ma soprattutto a mio padre, che non si è mai lamentato quando gli ricordato che aveva “saltato un pezzo”.
Bhè, io sono una mamma che da sempre legge a voce alta ai suoi figli, sono una lettrice volontaria (come Anna nel libro) che ha letto per degli anziani (come Anna) oltre che per un uditorio fatto di bambini… e l’idea di lavorare in una libreria (come Anna) mi affascina un bel po’. Come potrebbe non piacermi una storia così? Non sapevo che avrei trovato parecchie cose in comune con una delle protagoniste ma già dagli indizi trovati in copertina avevo pensato che fosse il libro per me. Non sbagliavo. Non è un capolavoro della letteratura, sia chiaro. E’ un romanzo che si lascia leggere e dà anche alcuni spunti di riflessione, a ben guardare.
Credo di aver fatto una buona scelta.
Sul fatto di averlo letto in e-book e non con la mia amata copia cartacea tra le mani?
Bhè… è stata un’esperienza positiva. La mia vista non si è stancata più del solito (lavorando molto al pc temevo problemi di affaticamento dovendo leggere su un dispositivo), non ho mai avuto mal di testa (o per lo meno non più del solito) ed è stato divertente.

Non ho comprato un apposito lettore ma ho scaricato sul mio tablet una app gratuita del Kindle di Amazon e devo dire che funziona alla perfezione.
Nel momento in cui viene acquistato il libro e scaricato seguendo le relative istruzioni compare la copertina cliccando sulla quale si può iniziare a leggere. Vengono indicate le pagine che mancano alla fine e si può conoscere la percentuale di pagine mancanti con un semplice tocco… Forte! Ma non solo: se il tablet è in collegamento internet si ha anche accesso ad un vocabolario istantaneo: toccando la parola di cui si vuole conoscere il significato compare la relativa spiegazione. Chi è abituato ad usare un tablet o un dispositivo di lettura di e-book si metterà a ridere davanti a quelle che, per me, sono state delle vere e proprie scoperte ma per me è tutto nuovo per cui chiedo venia… Mi sono divertita anche a scoprire altre funzioni come quelle legate alla possibilità di regolare la luminosità dello schermo, il segnalibro, le dimensioni dei caratteri. Certo, trattandosi di un tablet no né piccino e leggero come un apposito lettore di e-book ma mi va bene così.
E poi la sera ho potuto leggere a letto (non lo faccio quasi mai, a dire il vero) senza il bisogno di una lucina tutta per me: abbassando la luminosità dello schermo non sono stata di disturbo a mio marito come avrei potuto esserlo con una lucina sul comodino. Certo, il tablet deve essere sempre carico per non correre il rischio di vederselo spegnere tra le mani ma ho notato che il consumo della batteria non è poi eccessivo e basta solo organizzarsi.
Esperienza positiva, che ripeterò… anche se continuo a comprare anche libri cartacei (almeno per il momento”.
Ps. in coda al libro sono elencati parecchi titoli di libri per ragazzi consigliati da Anna. Sono libri realmente esistenti e ne ho letti solo alcuni… potranno essere un ottimo spunto per letture future con i miei cuccioli.
 

sabato 1 marzo 2014

Il nostro flash mob letterario

Ad essere onesta non è che mi servisse un flash mob per convincermi ad entrare in libreria e comprare un libro... Lo faccio fin troppo spesso... anzi, a volte debbo proprio frenarmi... ma ho aderito comunque.
Nella giorna di oggi si è svolto il flash mob letterario di Caffeina: una iniziativa di promozione della cultura partita dal basso e che ha visto la partecipazione - così mi è sembrato di capire - di un gran bel numero di persone. Una sono io!
Il mio flash mob si è strutturato in diverse tappe questa mattina: prima una tranquilla passeggiatina in libreria che, appena aperta, era deserta (e ci scappa pure la rima)... Qui ho comprato La prima stella della notte...
Poi in un supermercato, oltre alla spesa per il week end, mi sono dedicata al reparto libri, molto ben fornito... Ed ho comprato Stelle, starlette e adorabili frattaglie.

Poi, come mi capita spesso il sabato mattina, mi sono fatta anche un giro in biblioteca... è stata una visita tranquilla, senza bimbi al seguito che, di solito, rendono tutto (piacevolmente) movimentato ed ho cercato qualcosa che potesse piacere a me ed anche a loro. Ho optato per L'isola del tesoro in doppia versione: quella integrale - seppur in un'edizione per ragazzi - per me e quella più condensata a ricca di immagini che può piacere a loro.

Nel pomeriggio il flash mob letterario è proseguito nella biblioteca del mio comune che, aderento all'iniziativa e approfittando del prossimo Carnevale, ha organizzato un laboratorio a tema con bambini invitati a partecipare in maschera. Sono state proposte delle letture legate al Carnevale e poi un laboratorio manuale per la realizzazione della mascherina di Arlecchino.

Tirando le somme posso ritenermi soddisfatta di questa giornata: abbiamo aderito al flash mob a modo nostro e... ci è piaciuto!