sabato 9 gennaio 2021

Il marchio di Atena. Eroi dell'Olimpo vol. 3 (R. Riordan)

Tante volte mi sono chiesta se, nelle lunghe serie, arrivi per forza il momento "di stanca", quando ci si trova davanti a personaggi noiosi, a situazioni viste e riviste, quando manca l'adrenalina o la curiosità per andare avanti nelle lettura. E mi sono anche chiesta se gli autori di lunghe serie non corrano in rischio di dover diluire eccessivamente la storia per reggere la trilogia, la quadrilogia o una serie addirittura più lunga.

Rick Riordan non corre di certo questo rischio. Ne ho avuto la prova con la serie Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo che mi ha indotta, arrivata all'ultima parola del quinto libro, a comprare subito la serie successiva. Ed ora, che sono arrivata alla fine del terzo volume della seconda serie, sono curiosa di andare avanti perché l'avventura in corso non si è conclusa e non vedo l'ora di sapere come andrà a finire. O meglio, come andrà a finire posso anche immaginarlo ma è tutto quello che porta verso il finale che lascia il lettore in tensione e carico di adrenalina.

In quest'avventura la principale protagonista è Annabeth. Allo stesso tempo, i nostri protagonisti sono una squadra e come tale si comportano per cui ognuno è importante ai fini della riuscita della missione.

Nell'avventura precedente Annabeth era rimasta ai margini delle vicende che hanno avuto per protagonista Percy e alcuni suoi nuovi amici che arrivano non dal Campo Mezzosangue ma dall'altro campo in cui si trovano figli di dei romani, non greci. 

Quanto, a bordo della Argo II, Annabeth - sul finale del volume precedente - si è trovata ad atterrare in mezzo ad un campo pieno zeppo di figli di dei romani e, con loro, Percy. Tra greci e romani, si sa, non è mai corso buon sangue ma stavolta avrebbero dovuto combattere insieme per sconfiggere Gea e impedire che potesse attuare il suo piano di distruzione globale. 

Le buone intenzioni per collaborare ci sono tutte ma qualche cosa non va per il verso giusto e... i romani si sentono attaccati e, non potrebbe essere altrimenti, mettono da parte ogni buona volontà di collaborazione per contrattaccare. In questa situazione, è la Argo II che porta lontano i sette semidei - romani e greci - che da una parte se ne devono scappare da una situazione così caotica e, dall'altra, hanno una missione davanti. Annabeth, Percy, Jason, Frank, Hazel, Leo e Piper devono salvare Nico, fratello di Hazel: il ragazzo è tenuto in ostaggio, come trappola per chiamare a raccolta i sette semidei e annientarli. O meglio, qualcuno dovrebbe essere catturato per un sacrificio estremo, gli altri eliminati.

Annabeth viene messa sulle tracce del Marchio di Atena che le permetterebbe di arrivare a trovare qualcosa che possa innanzitutto riportare la pace tra greci e romani e creare, poi, le condizioni per proseguire la missione e fermare Gea. 

Sulla trama non posso dire altro. 

Qualche considerazione personale, però, non può mancare.

E' un libro per ragazzi: è vero, ma per chi ama l'avventura è perfetto anche se si è fuori quota come me. Riordan ha una fantasia senza fine, conosce gli argomenti di cui parla dando dei continui punti fermi in merito alla mitologia greca e romana per cui l'invenzione, la fantasia hanno comunque fondamenta solide.

Non è un libro autoconclusivo: consiglio caldamente, a chi volesse avvicinarsi alle avventure di Percy Jackson, di cominciare dall'inizio, dalla serie Eroi dell'Olimpo. I personaggi di base sono sempre gli stessi che si arricchiscono - dal punto di vista delle informazioni che li riguardano, delle caratteristiche e delle esperienze personali - strada facendo. Non sono personaggi messi a caso nel racconto e anche nei volumi più avanzati, quando oramai si crede di sapere di tutto dell'uno o dell'altro, spuntano ricordi, vicende, situazioni che permettono di conoscerlo ancora meglio. Per contro, non leggere la storia dall'inizio anche se magari può essere comunque piacevole come avventura, non rende il quadro completo.

Tanti sono i nomi di dei, semidei e termini legati alla mitologia che si alternano nelle more del racconto ed anche stavolta è presente, sulle ultime pagine, un utilissimo glossario. Chi arriva a questo punto della storia ha familiarità con molti termini proposti e molte divinità citate ma è sempre interessante approfondire, soprattutto quando le divinità vengono proposte nella forma romana in confronto con quella greca.

Percy... bhè, cresce. Non è più il ragazzino dislessico impaurito degli inizi, che si sente fuori posto ed è un po' pasticcione. Dislessico lo è ancora ma a questo suo problema ha anche dato un perché. Pasticcione? Lo è ancora, un po', ma oramai è consapevole di essere il più forte dei semidei e di avere grandi responsabilità che comportanto anche dei grandi sacrifici. Allo stesso tempo, vive anche attimi di fragilità, nei quali si sente impotente e riconosce tutti i suoi limiti. Insomma... non è un supereroe di quelli che sanno di essere invincibili, perchè così non è!

Lettura molto piacevole, non velocissima perché, al di là delle pagine, la narrazione è serrata e sono tanti i particolari forniti dall'autore e che (l'ho imparato volume dopo volume) non vanno trascurati anche se sembrano insignificanti.

Per chi ama l'avventura, per chi ama (o vuole conoscere meglio, seppur in chiave fantastica) la mitologia greca e romana, per chi si affezionata a giovani eroi che sanno essere molto di più che dei semplici adolescenti, a chi non oppone resistenza nel volare via con la fantasia: a queste tipologi di lettori lo consiglio.

Ovviamente, è un genere che deve piacere. A me piace!
***
Il marchio di Atena. Eroi dell'Olimpo vol. 3
Rick Riordan
Mondadori Editore
532 pagine
12.00 euro copertina flessibile, 17.00 copertina rigida, 6.99 Kindle

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