Ieri sera sono stata ad un incontro organizzato per
festeggiare i dieci anni di fondazione dell'associazione "La
Crisalide", un'associazione che raccoglie famiglie di persone disabili che
opera a livello di ambito nel mio comune e in altri due comuni limitrofi. Per
l'occasione è stato invitato un ospite d'eccezione: si tratta di Franco
Antonello, padre di un ragazzo autistico che è protagonista - con la sua
storia e quella del figlio Andrea - del libro Se ti abbraccio non avere
paura, scritto da Fulvio Ervas.
Segnalo oggi questo libro, pur non avendolo letto,
perché ho sentito la storia di Andrea e di Franco, e le emozioni
che mi sono state trasmesse sono indescrivibili. Lo leggerò presto ed avrò
anche modo di recensirlo ma oggi mi sento di parlare di questo libro per
amplificare il messaggio lanciato da Franco Antonello. Un messaggio di
speranza, di positività, di "normalità" pur nella singolarità delle
situazioni che i genitori di ragazzi e ragazze disabili si trovano a vivere.
La sala era gremita e appena sono entrata ho avvertito
una strana sensazione di gioia: vedere così tanta gente raccolta attorno ad una
iniziativa per famiglie di ragazzi disabili mi ha trasmesso una sensazione
molto positiva. Ho avvertito la voglia, da parte di tutti coloro che erano
presenti, di essere protagonisti senza nascondersi - cosa che per tanto tempo è
stata fatta da parte di chi aveva in seno alla propria famiglia un disabile -
ma facendo sentire la propria presenza accanto a ragazzi e ragazze tanto speciali.
|
Franco Antonello, papà di Andrea. I protagonisti del libro |
|
|
IL LIBRO - Franco racconta un viaggio fatto con suo figlio
Andrea in giro per il mondo. Messo davanti alla disabilità di suo figlio, alle
tante problematiche che un figlio autistico si trova ad affrontare e con lui la
sua famiglia, Franco ha deciso di partire senza una meta precisa: si è messo
alla guida di una moto, ha preso con se suo figlio ed insieme hanno vissuto
un'esperienza indimenticabile.
"Non avrei mai pensato di scrivere un libro
- ha raccontato Franco - ed in effetti non sono stato io a farlo. Io mi sono
limitato a prendere degli appunti, un giorno dopo l'altro, per trasmettere alla
mamma di Andrea ciò che io e lui stavamo vivendo in quel viaggio. Appunti che
sono diventati una specie di diario che poi è stato trasformato in un libro da
Fulvio Ervas. Presto sarà fatto anche un film sulla nostra storia: ne sono
contento perché si tratta di occasioni preziose per parlare di autismo, dei
nostri ragazzi, delle loro e delle nostre difficoltà".
Un pezzo di storia vera finito in un libro: con queste
parole Franco ha descritto la sua storia e quella di Andrea. Non posso dire
molto sulla trama visto che non ho letto il libro: posso limitarmi a tracciarne
i contorni sulla base di ciò che Franco ci ha raccontato. Ci ha raccontato di
un ragazzo autistico che è andato alla scoperta del mondo fuori dagli schemi
quotidiani, fuori dalla routine, fuori dagli stereotipi imposti e proposti dai
medici per dare regolarità alle giornate di persone con questo problema. Ci ha
raccontato di come Andrea abbia incontrato altre culture, persone di altri
luoghi, con abitudini diverse, con modi di fare diversi. Ci ha raccontato di
quando erano in moto con suo figlio e lui che, da dietro, lo baciava
continuamente sulla guancia sinistra: il suo modo di dirgli grazie.
Ci ha raccontato anche dei pregiudizi della gente ma
di come affrontare le difficoltà con un sorriso sia l'unica strada da
percorrere perché "...tanto se ci piangiamo addosso le cose non cambiano.
Cerchiamo di piangere quando siamo da soli ma di trasmettere, poi, ai nostri
figli, tanta positività. Io mi sono messo nei panni di Andrea e mi sono
chiesto: cosa vorrebbe mio figlio? Un padre triste e sconsolato o un amico
sereno, pur nelle difficoltà, e pronto a fargli vivere esperienze
straordinarie?
Mi ha molto colpito quando ha detto: "Mi sento un padre fortunato perchè mio figlio fisicamente è perfetto... Per altri purtroppo non è così. Anche se su di me, sulla nostra storia, si sono accesi i riflettori, mi sento piccolo nei confronti di altri"... Una frase che mi ha toccato molto: io ho avuto un problema con la mia bambina che mia ha messo a terra lo scorso anno. Non è un problema paragonabile a quello di Andrea ma quando ti dicono che c'è qualche cosa che non va in tuo figlio, qualunque cosa essa sia, si cade nel panico più assoluto. Noi non ci siamo fatti abbattere anche se all'inizio è stata dura: ebbene, sentire Franco, vederlo sorridere e infondere fiducia agli altri ha contribuito a farmi rendere conto di quanto, spesso, siamo noi ad imporci dei limiti che i nostri figli, anche nelle difficoltà, superano alla grande. E mi ha fatto capire quanta forza abbia un genitore a fronte di un problema così grande: una forza che gli altri non possono capire se non quando si trovano davanti a testimonianze come questa.
Comprerò il libro, lo leggerò e lo consiglierò così come sto facendo ora per questo Venerdì del libro.
Sono felice di aver partecipato all'incontro di ieri sera. Non si è promosso il libro ma si è partiti dal libro per parlare di un mondo, quello della disabilità, che troppo spesso non si conosce o che si "evita" per quieto vivere.
Molto toccante è stato il momento in cui una bambina, la sorella di una ragazza disabile, ha posto la sua domanda a Franco esponendo il punto di vista dei fratelli "normali" di un diversamente abile. Ha detto che i fratelli spesso si sentono esclusi, messi da parte... E Franco, dopo un attimo di commozione, ha raccontato di avere un altro figlio, un figlio "normale", che vive le stesse sensazioni. "Non si ha una ricetta o una formula magica da dare ai genitori per dire loro come comportarsi - ha detto a seguito di un così toccante intervento - ma invito tutti ad agire seguendo il cuore ed il buonsenso. Poi si può anche sbagliare, anzi... ciò va messo in conto. Ma nessuno sa come ci si deve comportare per fare la cosa giusta. Io posso dirvi che dopo aver portato in vacanza in giro per il mondo Andrea in moto, questa estate passerò le vacanze in gommone con l'altro mio figlio...".
Potrei scrivere per ore, tanti sono stati gli spunti di riflessione ma mi limito a questo. Sperando di aver fatto cosa gradita nel segnalare sia il libro che nel portare all'attenzione un'esperienza così importante, per aprire una riflessione sull'argomento.
Concludo solo dicendo che Franco Antonello ha dato vita ad una fondazione - I bambini delle fate - che si impegna a trovare fondi per sostenere progetti destinati a bambini autistici. Si tratta di una fondazione che si indirizza principalmente ad imprenditori, aziende che possano dare in modo costante il loro contributo a bambini e ragazzi in difficoltà così come alle loro famiglie.