Faith è un'adolescente che vive con sua madre. Sono in attesa di una sorellina ed alla prese con uno dei tanti traslochi che le ha vista spostarsi da una città all'altra.
Jared ha un fratello e due genitori che, però, non sono quelli biologici, morti a suo tempo. Passa sempre per il fratello cattivo mentre il suo altro non è se non uno scudo per difendere soprattutto il suo fratello minore.
Christabel ama nuotare. Sono l'acqua e la fatica le sue difese da un mondo nel quale non si sente affatto a suo agio e nel quale si sente perseguitata dalla sfortuna. Pessimista cosmica, combatte il mondo a suo di bracciate.
Scott è impegnato a far colpo sulle ragazze. Troppo impegnato da accorgersi che qualche cosa non va.
Qualche cosa non va per tutti e quattro: non si conoscono ma saranno destinati a condividere un'esperienza sconvolgente, diventando loro malgrado una squadra.
Improvvisamente si rendono conto di essere invisibili. O meglio, di essere scomparsi non solo fisicamente ma anche dai ricordi delle persone che da sempre vivono loro accanto.
Essere completamente ignorati è terribile e i quattro ragazzi lo sperimenteranno sulla loro pelle. Ben presto si renderanno conto, dopo essersi incontrati, di essere le pedine di un terribile gioco che li metterà sulla strada di un misterioso premio, in combutta con altre squadre di adolescenti con le loro stesse caratteristiche: invisibili e inesistenti per il resto del monto, si vedono e si sento tra loro grazie a particolari dispositivi.
Absence. Il gioco dei quattro è il primo di una trilogia fantasy che se, da un lato, vede i protagonisti impegnati a combattere fisicamente per non soccombere, dall'altra li vede impegnati in una lotta interiore che li porta a farsi delle domante, ad interrogarsi sul proprio passato, su un presente incerto e su un futuro che non si riesce a capire se davvero arriverà.
Ciò che maggiormente mi ha colpita è la riflessione che viene spesso fatta in merito all'esistere o non esistere. E' sufficiente avere un corpo, una fisicità, occupare uno spazio per poter dire di esistere? Quante volte ci troviamo in mezzo agli altri e sembriamo invisibili al loro cospetto pur essendo presenti in carne ed ossa? In famiglia, sul lavoro, a scuola, nello sport...
E' questo, fondamentalmente, l'interrogativo che pervade tutto il racconto e che porta i ragazzi a fare un'analisi oggettiva su quella che è stata la loro vita fino a quel momento.
Ed è lo stesso interrogativo che ho fatto mio vedendo davanti agli occhi tante situazioni nelle quale mi sono resa conto di essere stata invisibile agli occhi di qualcuno pur essendo lì accanto.
Non è un libro autoconclusivo per cui per comprendere appieno la storia dovrò leggere il seguito. In questo primo capitolo posso dire che restano parecchi interrogativi aperti? Chi è che sta giocando con i ragazzi? Perchè? Come mai proprio loro? Non mi sento di dire altro a tal proposito e non lo considero un neo del racconto proprio perchè non è autoconclusivo e sono certa che si avranno altri elementi nei prossimi capitoli.
Segnalo questa lettura per il Venerdì del libro di oggi soprattutto perchè è un libro per ragazzi, un fantasy che mi sento di consigliare anche ai più giovani: scritto in modo scorrevole, senza scene spinte, senza frasi poco consone... un libro che farei leggere ai miei figli. E, lo ammetto, non mi capita spesso di dirlo, anche se si tratta di letture pensate per ragazzi, perchè mi capita spesso di trovare qualcosa che non mi sembra adatto per loro. Stavolta lo promuovo e chissà che prima o poi non arrivi anche nelle loro mani!!!
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Absence. Il gioco dei quattro
Chiara Panzuti
Fazi Editore
382 pagine
Kindle Unlimited
15.00 euro copertina flessibile