giovedì 2 maggio 2019

Era di maggio (A. Manzini)

E' un uomo tormentato, Rocco Schiavone.
Ora più che mai, da quando ha trovato la compagna di un suo caro amico - ospite a casa sua - uccisa nel suo letto. Non era lei, Adele, il bersaglio... ma lei è stata la vittima. E' morta al suo posto e questo non può lasciare indifferente un uomo che si trova a fare i conti con il suo passato, a richiamare alla mente situazioni che potrebbero essere rimaste aperte, vendette ipotizzate, rancori mai veramente  spenti ma solo sopiti. E' un viaggio a ritroso, quello che si trova a fare spesso Rocco Schiavone e che lo porta a ricordare, in Era di maggio, coloro che per mano sua sono finiti a pagare in carcere le loro colpe ma non è semplice arrivare ad un nome, ad un volto.

Questo volume della serie del vicequestore Schiavone è legato a doppio filo al precedente per l'indagine sul rapimento di una giovane di buona famiglia che ancora torna a galla con violenza.

Eh sì, perché Schiavone si trova a fare i conti con la morte di Domenico Cuntrera, un esponente di spicco della 'ndrangheta calabrese, che era finito in carcere proprio a seguito delle indagini portate avanti da lui stesso per il rapimento di Chiara Berguet. Infarto: così viene dichiarata la morte dell'uomo ma le cause naturali non convincono affatto. Parte così un'indagine scomoda che si somma a quella, parallela, che Schiavone porta avanti per conto suo a Roma, per arrivare alla mano che ha premuto il grilletto contro Adele.
Le modalità operative di Schiavone non si smentiscono: usa dei metodi poco ortodossi e si affida molto ai suoi vecchi amici di Roma, questea volta per venire a capo di un vero e proprio enigma legato alla morte della donna di uno di loro.

Ciò che più lo caratterizza, in questo libro, è la sua solitudine. All'inizio Rocco è in depressione, piegato dai sensi di colta, non riesce a reagire e la sua solitudine non lo aiuta. 
E' un uomo solo per scelta, però. Perché di donne attorno ne ha... il problema è che probabilmente  non è ancora pronto ad averne una accanto con la quale condividere i propri pensieri, le proprie paure, la propria fragilità. Perché dietro a quell'immagine di uomo duro, pronto a tutto pur di arrivare al risultato, c'è un uomo fragile. Il suo passatotorna continuamente a bussare alla sua porta e si trova a fare i conti con un vuoto incolmabile - quello lasciato da sua moglie scomparsa in circostanze che vengono finalmente svelate - che lo segnano in profondità.

In questo volume Manzini svela al lettore chi è il colpevole dell'omicidio di Adele fin dalle prime pagine. Il lettore, dunque, sa dove Schiavone deve arrivare e segue con una certa ansia il percorso che lo porterà sulle tracce del colpevole. 
Questa scelta mi è proprio piaciuta. 
E' stato come se il lettore fosse reso partecipe con un ruolo importante, come depositario di una verità fondamentale senza poter dare nessun aiutino al vicequestore. 

Mi ha molto colpita la scelta di Manzini di dare un taglio ad un aspetto particolare della vita di Schiavone: il ricordo di sua moglie. Fino ad ora è stata una presenza-assenza costante. Lei, che lo ha lasciato in tragiche circostanze, non lo ha mai abbandonato perché nel suo intimo Rocco l'ha sempre rivista in casa, le ha sempre parlato come solo chi ha perduto una persona a cui era legato da un amore profondo può fare. Eppure stavolta Marina, questo il suo nome, decide di lasciarlo andare... è un passo doloroso per Schiavone ma anche per il lettore. Devo ammettere che mi sono commossa al pensiero di leggere tra le righe l'assenza di Marina intesa come tale, come vuoto, come mancanza... Sono una sciocca? Forse sì, ma questa cosa non mi ha lasciata indifferente.

Ora sono pronta per andare avanti con le avventure del vicequestore Rocco Schiavone per dare continuità ad una vicenda che resta sospesa ma non dico quale per lo spoilerare il finale ma anche per continuare a seguire un personaggio che mi piace, dalla personalità ben definita e con una sua storia personale che cattura.
***
Era di maggio
Antonio Manzini
Sellerio editore Palermo
400 pagine
14.00 euro

1 commento:

  1. Sono Alina Sergio di Pisa, mi capita di trovare commenti online sulla dottoressa Adeleke il grande mago africano per aiutarmi e sono felice che la mia famiglia sia restaurata .. Voglio usare questo mezzo per ringraziarlo di aver riportato il mio ex marito a me .. mi ha solo detto di fornire gli oggetti necessari per l'incantesimo e cosa che ho fatto e mi ha detto che dopo aver ricevuto gli oggetti in 24 ore inizierò a vedere il risultato ed è davvero un uomo delle sue parole contattalo oggi e risolvi il tuo problema.
    E-mail: aoba5019@gmail.com
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