Andare o restare. Lasciare tutto accettando a testa bassa la realtà e cercare fortuna altrove o combattere per un presente ed un futuro nel posto in cui si è nati.
Sono queste le alternative che si pongono davanti agli occhi di Trina e di tanti altri abitanti di Curon.
Un luogo che c'era ma che, così com'era, non c'è più.
Ora c'è un'altra Curon che non è quella per la quale Trina e i suoi hanno lottato.
E non si tratta di un luogo immaginario ma di un luogo vero.
Che c'è.
Così come c'è il campanile al quale, quando ho visto per la prima volta la copertina del libro Resto qui non sono riuscita a dare un perchè.
Che c'è.
Così come c'è il campanile al quale, quando ho visto per la prima volta la copertina del libro Resto qui non sono riuscita a dare un perchè.
Il libro di Marco Balzano mi ha presa in contropiede, lo ammetto.
Nella prima parte mi è sembrato lento, troppo lento per i miei gusti.
Ed ho anche iniziato a borbottare perchè mi aspettavo altro...
Poi, pian piano, è stato un crescendo di emozioni che, pur non corrispondendo ad un'accelerazione della narrazione, mi hanno però catturata.
Eh sì, perchè nel momento in cui il lettore capisce in quale direzione la storia sta andando, le emozioni catturano.
Questa, almeno, è stata la mia impressione.La storia è reale.
Sarà pure romanzata ma la storia di fondo - quella del luogo ormai scomparso - è vera.
Curon si trova nel Sudtirolo: non è ben chiaro quale sia la lingua da parlare, non è ben chiaro cosa si debba fare per sopravvivere in un momento storico particolare, quando Mussolini la fa da padrone e tenta di cancellare l'identità di una comunità che, però, non ci sta. Così come non è ben chiaro cosa si possa fare per combattere contro una realtà che si concretizza in una guerra che nessuno ha voluto e in decisioni calate dall'alto in nome di una modernità che nessuno vuole.
Qual è, poi, il prezzo da pagare?
Un prezzo alto, altissimo.
Un prezzo alto, altissimo.
Dopo essere stata messa a dura prova dalla guerra, quella vera, dopo aver perso figli, fratelli, genitori in tale guerra, la comunità si trova a fare i conti con una guerra più sottile di quella che usa le armi per conquistare: Curon è destinata a scomparire, letteralmente ad affogare... Sì, perchè proprio nel posto in cui vivono Trina e tutti gli altri viene costruita una diga che, ben presto, cancellerà quelle case, quelle strade, quei campi nei quali ora si aprono le persiane delle case, pascolano le bestie, corrono i bambini.
La storia di Trina - che arriva anche a macchiare le sue mani di sangue pur di difendere se e i suoi cari - e della sua famiglia è la storia di tutta una collettività che ha un futuro segnato: è destinata a perdere le proprie radici, i luoghi del cuore, i propri averi, la propria storia.
Ma la storia di Trina se, da una parte, incarna quella della comunità del posto, è anche una storia di sofferenza personale per la perdita di una figlia che, sono sincera, ma ha fatto proprio innervosire.
Se ne va. Quella ragazzina se ne va a dieci anni con gli zii senza nemmeno salutare la sua famiglia. Se ne va per poter studiare e stare meglio.
Non soffrite per me perchè sto bene e perchè un giorno ritornerò a Curon.
Ho ammirato Trina per il coraggio dimostrato nel voler restare accanto a suo marito, nell'affrontare i rischi legati alla guerra e all'essere disertori, perchè suo marito tale diventa. E' una donna coraggiosa che non si rassegna ma che continua a fare i conti non solo con la costante paura di morire durante la guerra e con quella di perdere tutto successivamente, ma anche con l'assenza di sua figlia.
Dicevo che mi ha fatto innervosire questa bambina. Eh sì, perchè avrei voluto sapere qualche cosa di più su di lei, sapere se davvero era felice lontano dai suoi, se quella fatta all'età di dieci anni è stata una scelta giusta.. ma l'autore sceglie di renderla un personaggio assente e questo un po' mi è dispiaciuto. Avrei voluto conoscerla di più forse per dare un senso alla sua lontananza da quella madre che ne conserva vivo il ricordo giorno dopo giorno.
Nella seconda parte del libro ho iniziato ad avvertire una crescente angoscia intesa come sofferenza d'animo per ciò che, oramai, appariva inevitabile. L'autore è stato capace di farmi immedesimare con quella gente. In particolare, mi sembra di vedere davanti agli occhi quella vecchina che si è fatta trascinare via con la forza dalla sua casa... credo che anche mia nonna si sarebbe comportata così se fosse toccato a lei. Quella vecchina - che è un personaggio secondario ma che mi ha particolarmente colpita - secondo il mio parere rappresenta tutti coloro che sono costretti a lasciare le loro case, qualunque sia il motivo che lo rende necessario. Incarna una profonda sofferenza che non mi ha lasciata indifferente.
Ecco perchè questo romanzo mi ha spiazzata perchè credevo che sarei arrivata alla fine con quel senso di noia che mi attanagliava all'inizio ma non è stato affatto così.
E' una storia che mi ha fatto conoscere una realtà che non mi era nota e che mi ha trasmesso emozioni.
Va anche detto che l'autore scrive molto bene, in modo chiaro e coinvolgente. Bravo!
Va anche detto che l'autore scrive molto bene, in modo chiaro e coinvolgente. Bravo!
Quel campanile solitario in mezzo all'acqua ora è un'attrazione turistica, ha il suo fascino. Ma solo nel guardarne una foto - non ci sono mai stata di persona da quelle parti - mi sembra di sentire tutta la sofferenza che è rimasta soffocata in quel borgo sommerso. Probabilmente se non avessi conosciuto la storia di quel posto anche io mi sarei limitata avrei riempito i miei occhi di meraviglia davanti ad un'immagine come quella. Se dovessi andare ora, però, credo che il mio cuore si riempirebbe di tristezza prima di fare spazio alla meraviglia degli occhi.
Con questa lettura partecipo alla Challenge Dalle tre Ciambelle in quanto libro corrispondente, secondo me, all'ingrediente segreto. Inoltre, partecipo anche alla Challenge Le quattro cavaliere dell'Apocalisse in quanto libro in cui ci sono delle morti. Inoltre partecipo alla Visual Challenge Upgrade, tappa di marzo.
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Resto qui
Marco Balzano
Einaudi Editore
175 pagine
18.00 €
Verissimo, per lasciarsi catturare dal libro bisogna capire dove vuole arrivare, anche io ho sofferto la lentezza della prima parte, ma poi sono stata presa in modo completo.
RispondiEliminaPer fortuna non mi lascio abbattere e sono testarda nel proseguire nelle lettura anche dei libri che non mi prendono fin da subito... altrimenti spesso mi perderei delle belle storie!
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