Innanzitutto togliamo la dicitura Braccialetti rossi
dal titolo. Perché chi si trovasse a compare questo libro per leggere la storia
dei ragazzini di cui si è parlato nella serie televisiva non la
troverebbe.
Non c'è Leo, non c'è Davide, non c'è Rocco così come non c'è
nessun altro di quei ragazzini che sono richiamati dalla foto di copertina.
Nessuno.
E questo non mi sembra corretto: ricordo di aver comprato
questo libro su richiesta di mia nonna - grande lettrice ultranovantenne - che,
ne sono certa, si aspettava di trovare le storie di quei bambini... invece...
niente. Non me lo ha mai detto (e ora non potrà più farlo) ma credo che sia
rimasta profondamente delusa.
Sarebbe più corretto, dunque, dare al libro il suo reale
titolo: Il mondo giallo. Sarebbe più onesto nei confronti dei lettori
dare il titolo giusto al libro che, sull'onda della pubblicità legata alla
serie televisiva, promette altro rispetto a ciò che realmente è! Poi, dire che questo libro ha ispirato la serie ci può pure stare ma un conto è dire che l'ispirazione arriva dai contenuti ed un conto è spacciarlo con lo stesso titolo della serie lasciando intendere ben altro.
Tolta la premessa acida (chiedo scusa ma il
rispetto del lettore impone che si sia sinceri nei suoi confronti e mettere in
primo piano il titolo della fiction televisiva, quando poi all'interno non si
trova nulla di quello che si è visto in tv, secondo me non è onesto ma
mero marketing), nel merito del libro devo dire che Albert
Espinosa racconta la sua esperienza e tira le somme di un'esistenza
declinata in senso positivo. Tutto ciò che gli è capitato - il cancro,
l'amputazione di una gamba, l'asportazione di un polmone - viene reso in senso
positivo: avere una gamba sola ed un solo polmone non sono disgrazie ma
caratteristiche che lo rendono unico, il cancro non ha tolto ma ha dato...
L'ho ammirato per questo suo modo di essere, per la sua filosofia di vita!
Posto che sia un punto divista difficile da accettare soprattutto da parte di chi ha avuto a che fare con la malattia (credo) resta il fatto che l'autore è un uomo positivo, che trasmette positività, leggerezza, in modo decisamente fuori dagli schemi.
Posto che sia un punto divista difficile da accettare soprattutto da parte di chi ha avuto a che fare con la malattia (credo) resta il fatto che l'autore è un uomo positivo, che trasmette positività, leggerezza, in modo decisamente fuori dagli schemi.
Dopo la delusione iniziale dovuta alla netta differenza tra
ciò che mi aspettavo e ciò che ho trovato, devo dire che mi sono imbattutta in
un uomo capace di trasmettere ottimismo.
Parla della sua esperienza e di ciò che il cancro gli ha insegnato,
per trasmetterlo agli altri con un palese invito a pensare positivo sempre.
L'autore parla direttamente al lettore, gli si rivolge come
farebbe con un amico. Non c'è una vera e propria trama ma l'autore, con un
deciso spirito positivo, racconta le lezioni che il cancro gli ha insegnato: il
potere di una risata, la necessità di fare silenzio attorno a se, l'importanza
di guardare ciò che si ama guardare, la preziosità del lasciare traccia di ogni
gioia quotidiana, una particolare concezione del dolore...
In particolare, mi ha colpito il suggerimento di tenere una
cartella di vita, come una cartella clinica. Se i medici, da una parte,
scrivono sulla cartella clinica di ogni paziente tutto ciò che gli accade, il
decorso della malattia, le cure, le reazioni dell'organismo, dall'altra
Espinosa invita a tenere nota di tutto ciò che di positivo accade con tanto di
date, ricordi, piccoli pezzetti di vita. Non un diario ma qualche cosa di più,
da andare a sfogliare a distanza di tempo ed anche da lasciare in eredità,
perché no! Interessante suggerimento.
Mi ha fatto riflettere anche il suggerimento di far una
ripresa di se stessi nel momento in cui si è arrabbiati con qualcuno o per
qualche cosa per poi guardare e riguardare quelle immagini e rendersi conto
che... bhè, si è davvero ridicoli con quel viso distorto dalla rabbia, con quel tono di voce che non ci appartiene e non ne vale proprio la pena trasformarsi in
quel modo! Interessante anche questo.
Gli insegnamenti che l'autore ha avuto dal cancro sono nella prima parte del libro mentre la seconda è dedicata al concetto di gialli, coloro che motivano il vero titolo del libro, secondo me.
L'autore cerca di chiarire la sua visione di giallo, inteso
non come colore ma come nome da attribuire a qualcuno che ricopre un ruolo
speciale nella nostra vita e che si colloca tra gli amici e gli amori. Aiuta a capire chi sono i gialli, che ognuno ne ha nella sua vita, quali caratteristiche vanno cercate in loro. Non sono riuscita a comprendere appieno la sua teoria, a
capire se nella mia vita ci sia stato o ci sia tuttora qualche giallo. Mi posso
impegnare a cercarlo anche se non sono certa di avere ben capito come si faccia ad
identificarlo!
Ciò che mi resta di questo libro, oltre alla delusione di cui ampiamente ho detto sopra, è la positività che trasmette l'autore e il modo originale di porsi nei confronti di ciò che la vita gli ha riservato. Se mi capiterà, prima o poi, di individuare un giallo lungo il mio cammino, magari lo appunterò nella mia cartella di vita... chissà!
Con questa lettura partecipo alla Challenge Dalle tre Ciambelle in quanto libro con delle mani in copertina ed anche alla Challenge Le quattro cavaliere dell'Apocalisse in quanto libro in cui si parla di una malattia. Inoltre, partecipo alla Visual Challenge Upgrade, tappa di marzo.
***
Braccialetti rossi. Il mondo giallo. Se credi nei sogni, i sogni si creeranno
Albert Espinosa
Salani Editore
165 pagine
12.90 euro
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