venerdì 17 marzo 2023

Il fabbricante di lacrime (E. Doom)

 

Rigel ha 17 anni ma viene descritto come se avesse almeno 10 anni di più. Ha i capelli neri, gli occhi neri, lo spirito di un lupo e morde. Così si dice, si ribadisce più e più volte per cui così dev’essere.

Nica ha la stessa età ed è un’ingenua patentata. Alla faccia di chi dice che a parità di età le ragazze sono più mature dei ragazzi! Un animo dolce, il suo, tenero… ma un’ingenua che in alcuni passaggi mi ha innervosita…

Sono cresciuti in un orfanotrofio dove sono stati ognuno (a loro modo) vittime della tutrice i cui comportamenti hanno segnato entrambi. Ora sono in pre-affido presso una famiglia in procinto di essere adottati.

Questo il contesto.

Bello e dannato, lui. Dolce e ingenua lei. Un angelo nero, lui. Un angioletto bianco, lei. Lui morde. Lei dà baci soffici, ha una voce soffice, lei non parla ma “esala”…

 Dal contatto tra i due non può che nascere qualche cosa di esplosivo, almeno nelle intenzioni dell’autrice.

Un passato difficile alle spalle di entrambi, due sofferenze che si assomigliano molto per via di un’esperienza passata vissuta ai poli opposti, ma che ha lasciato segni ad entrambi. Entrambi rotti, scheggiati. Due solitudini che si sono sempre completate, anche se sembra che nessuno dei due abbia mai voluto accorgersene.

E poi… il termine morsi ripetuto fino allo sfinimento, le descrizioni dell’aspetto fisico di lui ridondanti, i capelli scompigliati davanti agli occhi citati decine di volte, il fatto che entrambi siano rotti riproposto frase dopo frase, fino alla nausea. E – lo devo ammettere – è un concetto bruttissimo…

Tutto troppo. Troppe le ripetizioni, i concetti riproposti continuamente per non dire niente di nuovo, troppi i termini di cu si fa uso in maniera secondo me inappropriata forse nel tentativo di affinare la narrazione… tentativo secondo me maldestre.

Troppe le sottolineature di un modo di essere che ormai è chiaro fin dalle prime pagine ma che ancora, a poche pagine dalla fine, viene evidenziato più e più volte. E nonostante tali descrizioni, la personalità di lui – in particolare – avrebbe meritato molto più spazio ma facendo in modo di dire qualche cosa di concreto, non lo stesso concetto ripetuto fino all’inverosimile.

Eppure… eppure non ho avuto la minima tentazione di abbandonarlo e mi sono lasciata andare alla curiosità di sapere dove andassero a finire quei due personaggi dalla vita così travagliata, pur essendo così giovani.

Eppure… dopo il nervosismo legato alle continue ripetizioni, ho voltato una pagina dopo l’altra ipotizzando cosa potesse accadere.

Questo libro, mi pare di aver capito, è stato un fenomeno editoriale dal quale io, però, mi sono tenuta alla larga a ridosso dell’uscita. Troppo pubblicizzato, troppo chiacchierato, troppo recensito, troppo fotografato.

E’ arrivato a casa mia per mano di mia figlia che aveva intenzione di leggero su suggerimento di un’amica sua coetanea. Ha stazionato per mesi sul suo comodino salvo poi leggerlo in maniera piuttosto vorace fino a tarda notte. Poteva forse tutto questo non stuzzicare la mia curiosità? L’ho preso in mano anche io e le pagine sono scivolate via, anche se tra tanti difetti.

Diversi i temi trattati: l’abbandono, la solitudine, la diversità, la violenza sui minori, l’affido familiare, l’adozione, l’amore… Tanti temi buttati in un calderone che riserva, va detto, una sorpresa che non mi aspettavo, poco prima del finale.

Stendendo un velo pietoso sullo stile (mi domando come mai non sia stato fatto un lavoro di editing un po’ più serio) la storia funziona e, va detto, è perfetta per le ragazzine: personaggi cupi, grandi sentimenti, gioie e dolori amplificati al massimo, contatti da cui si scatenano scintille, descrizioni di momenti di intimità piuttosto efficaci ma il tutto spalmato su troppe pagine. Secondo il mio parere si è tirata parecchio la corda per raccontare pochi eventi degli di nota. Molte, moltissime le ripetizioni, alcune ingenuità grammaticali di cui avrei fatto volentieri a meno, tante frasi che sanno di sviolinata per i cuori di giovani lettrici (basti pensare che mia figlia ha appiccicato sulle pagine decine di post-it) ma, evidentemente, formula che funziona se è vero come è vero che è stato questo il libro più venduto del 2022.

L’ho comprato anche io (o meglio, mia figlia), infondo. No?

Se lo consiglio? Bhè, se siete arrivati a leggere fin qui avrete anche capito che tipo di libro avrete tra le mani per cui... fate voi...
***
Il fabbricante di lacrime
Erin Doom
Salani editore
672 pagine
15.90 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle, Audiolibro

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