Mi sono lasciata prendere la mano, in questo periodo. Rocco Schiavone ha catalizzato le mie attenzioni e sto recuperando le sue avventure.
In Pulvis et umbra, utile per la Challenge Dalle tre Ciambelle in quanto libro pubblicato nel 2017, non ho trovato le stesse emozioni del precedente e, lo ammetto, fino a metà lettura ho anche trovato un ritmo più lento, meno appassionante, diverso dai precedenti.
Dalla metà in poi - poco più avanti della metà, a dire il vero - ho trovato quell'accelerazione che mi aspettavo ed ho nuovamente incontrato il Manzini che conoscevo: il Manzini che offre ai lettori personaggi imperfetti con le loro storie personali cariche di ombre (Schiavone in testa), quel Manzini che offre emozioni, che tiene il lettore sul filo del rasoio.
Dopo aver fatto un tuffo nel passato del vicequestore meno convenzionale del mondo, in questa avventura il lettore si trova davanti un Rocco Schiavone che torna a fare da spola tra Aosta e Roma (dove si reca sempre in via ufficiosa per delle questioni in sospeso da un po' di tempo) e che continua a vivere il suo tormento personale. I conti non sono chiusi, i fantasmi del passato tornano a bussare alla sua porta. Il dolore di ciò che avrebbe potuto essere ma che si è interrotto per quella che considera una sua colpa è sempre vivo.
Le indagini si snodano tra le due città (e questa non è una novità per chi segue le sue avventure): ad Aosta viene trovato il cadavere di un trans che, ben presto, arriverà ad una forzata soluzione che non soddisfa nessuno se non coloro che stanno ai piani più alti; a Roma quello di un uomo che ha in tasca un bigliettino con il numero di telefono di Schiavone. E' qui che tornano ad aprirsi le ferite. In entrambi i casi il vicequestore si trova coinvolto in prima persona.
La parte più dolorosa - oltre alla sofferenza costante del vicequestore che aleggia in ogni pagina e non lo lascia mai, così come non lascia il lettore - è legata al suo amico Sebastiano, secondo il mio parere, anche se non è l'unica.
E' un dolore grande quello che si trova a vivere Rocco, per un ipotetico tradimento che spezza il legame tra i due. Ho avuto l'impressione di avvertire l'impotenza di un uomo che non riesce a farsi ascoltare, ho sentito frantumarsi la fiducia che Sebastiano aveva in lui come uno specchio rotto in mille pezzi, ho sentito il dolore di Rocco nell'incassare quei colpi sferrati dal suo amico che, più che un dolore fisico, gli hanno lasciato addosso una profonda sofferenza nell'anima.
Ho avuto davanti agli occhi un uomo che ha la sensazione di star perdendo tutto, pian piano, come se fosse colpito da una malattia che gli corrode l'esistenza e la frantuma, un pezzetto dopo l'altro.
E l'ho anche ammirato, Rocco. Un uomo molto provato a livello personale ma che non getta la spugna. Un uomo che vuole arrivare fino in fondo e che non ci sta a subire in silenzio, che non abbassa la testa solo perchè così sarebbe meglio per tutti.
Non è un vicequestore come tutti gli altri, questo oramai chi segue le sue vicende lo sa. Ed è anche disposto a chiudere un occhio su certi suoi comportamenti, proprio come fece Marina anni prima, proprio come credo che Marina - se fosse ancora in vita - sarebbe disposta a fare una volta ancora.
Il personaggio che più mi ha incuriosita, in questo libro, è quello di Caterina. Inevitabile che fosse così: Manzini permette al lettore di affacciarsi sulla vita di una collega di Schiavone che fino a questo momento era rimasta nell'ombra.
Ed il lettore diventa partecipe di un'esistenza tormentata, difficile e che non si aspettava. Un'esistenza che ha visto porre al primo posto sempre il dovere prima del piacere.... Per me è stata una sorpresa.
Una sorpresa, secondo il mio parere, non solo il passato ma anche il ruolo di Caterina nell'intera vicenda. Personaggio fragile anche lei, secondo me, più di quanto non avrei mai immaginato.
Con questa lettura - che mi mette direttamente tra le mani il volume successivo per chiudere alcuni conti che restano non saldati - partecipo anche alla Challenge de Le
quattro cavaliere dell'Apocalisse in quanto libro il cui titolo inizia con la lettera P.
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Pulvis et umbra
Antonio Manzini
Sellerio editore Palermo
403 pagine
15.00 euro
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