lunedì 22 giugno 2020

Dodici rose a Settembre (M. De Giovanni)

In queste ultime settimane sono spesso in compagnia delle storie di Maurizio De Giovanni
Con Dodici rose a Settembre, però, ho scoperto il suo lato più ironico, più giocoso grazie a dei personaggi che, pur nella tragicità delle situazioni, strappano un sorriso.

Dopo la malinconia del Commissario Ricciardi - che mi sono ripromessa di continuare a seguire prestissimo - Mina Settembre e i suoi strampalati compagni d'avventura mi hanno anche fatto sorridere e l'ho molto apprezzato.

In premessa: i libri di questa collana delle edizioni Sellerio mi piacciono molto. Sono maneggevoli e mi danno piacere già solamente nel tenerli in mano, nello sfogliarli.
Poi quando la storia funziona allora il gioco è fatto.
E la storia di Mina Settembre funziona. Sì che funziona.

In questo romanzo si intrecciano due storie, anzi tre.
La prima è quella di una donna - Mina - che di mestiere fa l'assistente sociale in un consultorio dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Ha la vocazione di aiutare gli altri e lo fa prendendosi a cuore le situazioni che arrivano nel suo ufficio. 
Ha un'esistenza piuttosto piatta, senza grossi scossoni che non riconducano alle sue tre vulcaniche amiche le quali non riescono a concepire che lei, peraltro con un décolleté da far girare la testa, non abbia alcuna storia dopo la fine del suo matrimonio. Vive con sua madre in quella che è stata la sua cameretta dell'adolescenza e quella donna è un vero e proprio fumetto: il fatto di muoversi su una sedia a rotelle non le impedisce di essere costantemente sulla difensiva (o meglio, all'attacco), sempre pronta a rimproverare a sua figlia che il tempo passa e che inizia a perdere terreno, senza un uomo all'orizzonte! E' uno spasso assistere alle loro conversazioni telefoniche così come è uno spasso immaginare quei suoi improvvisi sermoni che le hanno permesso di ottenere l'appellativo di Problema Uno. Quella donna è il Problema Uno per Mina. Il Problema Due è di tutt'altra natura ma nessuna donna (e nessuna delle sue amiche) lo considererebbe mai tale.
La seconda storia è quella di una bambina, la piccola Flor, che si presenta al consultorio per chiedere aiuto a fronte di un padre violento che "...prima o poi ammazza mia madre". Da ciò prende le mosse un'avventura piuttosto strampalata ma motivata dalla volontà di Mina e dei quei pittoreschi aiutanti, di fare qualche cosa per scongiurare il peggio. 
La terza storia è quella di omicidi commessi a danno di persone che nei giorni precedenti alla loro morte ricevono 12 rose rosse. Nessuna impronta, niente di niente. Ma forse un legame tra quelle persone c'è e forse possono avere qualche cosa a che fare anche con lei, con Mina.

Ciò che più mi ha colpita piacevolmente del romanzo è stato quel tocco ironico e giocoso che ho trovato nei personaggi. Lo stile di De Giovanni mi piace e su questo non ero alla ricerca di conferme. 
Reduce dalla serie di Ricciardi, di Lojacono e più recentemente di Sara, ho scoperto un personaggio diverso, nuovo, fresco che - scopro solo al fine della lettura - è già stato protagonista di alcuni racconti ma approda per la prima volta (e non sarà l'ultima?) in un romanzo vero e proprio. 

E' facile affezionarsi ai personaggi nati dalla penna di De Giovanni ed anche con Mina c'è stato feeling fin da subito, malgrado i suoi modi un po' troppo scortesi nei confronti di quel ginecologo che ha sempre decine di donne in fila davanti al suo studio! 
 ***
Dodici rose a Settembre
Maurizio De Giovanni
Sellerio editore Palermo
271 pagine
14.00 euro

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