Alle prese con le prime pagine di questo libro mi sono trovata a dire, tra me e me: "...non c'è feeling... no no, di sicuro questo libro non fa per me". I salti temporali, il passaggio da un personaggio all'altro all'inizio mi hanno innervosita un tantino. Poi, pian piano, la storia si è strutturata e La ragazza di fronte mi ha presa un po' di più del previsto.
E' il primo libro in assoluto che leggo di Margherita Oggero, autrice italiana che conoscevo solo di nome e di fama, e lo stile di scrittura è piuttosto moderno, rapido ed efficace.
Marta è la protagonista: una ragazza sola per scelta, che si porta addosso gli strascichi di un amore fallito e di un abbandono che tornano continuamente a galla in un continuo tuffo nei ricordi che aiuta il lettore a meglio inquadrare il personaggio, le sue fragilità ed i suoi punti di forza. Marta è una ragazza di oggi, con un lavoro che le piace (o forse non troppo), una vita voluta per bastare a se stessa. Un scelta, questa, che invece nasconde una grande voglia di affetto, di vicinanza, di amore. L'amore della sua famiglia oramai lontana, l'amore di un uomo che si rifiuta di cercare dopo la delusione archiviata tempo prima. Sta bene da sola, Marta. Così dice. Basta a se stessa. Così dice. Ma è proprio così? Fino a che punto la solitudine dal punto di vista sentimentale - perchè qualche amica, a ben guardare, ce l'ha pure - è una scelta o è il retaggio del peso che le è rimasto addosso per via dei suo trascorsi?
Poi c'è Michele. Non cerca una donna, lui. Sta bene così. Non ha grandi rapporti con la sua famiglia, ha un nonno che l'ha cresciuto e che gli è ancora accanto, un lavoro che ama e tutto ciò gli piace. Gli basta.
Capita, però, che due persone così finiscono per incontrarsi, in un modo o nell'altro.
La loro storia nasce da sguardi scambiati in modo furtivo, da parole non dette, dal fantasticare l'uno sull'altra.
Sono due persone normali, come tante. Ognuna con la sua vita ed i suoi trascorsi. Senza grosse pretese per il futuro, a dire il vero. Senza grossi obiettivi davanti ai propri occhi o traguardi da raggiungere.
Il libro si lascia leggere senza problemi e l'ho visto come una giusta pausa dopo aver letto due grandi classici d'altri tempi come David Copperfield e Jane Eyre: una boccata d'aria fresca con uno stile non impegnativo e senza dubbio meno strutturato dei due precedenti. Non avrebbe potuto essere altrimenti viste le epoche così distanti in cui sono stati scritti.
Dall'alto della mia pignoleria, vogliate scusarmi per questo, mi ha innervosita un uso un po' approssimativo delle virgole quando l'autrice si trova alle prese con degli elenchi che vengono proposti al lettore come se dovesse leggerli senza riprendere fiato.
...amava molto venire in questo posto, non per status symbol, ma per il cibo tradizionale piemontese e soprattutto perchè lo sentiva impregnato di ricordi storici, Casanova Mozart Goldoni Balzac Cavour il Risorgimento, Torino capitale eccetera....
Le capita spesso di proporre frasi così che, probabilmente volute a mo' di rapido intermezzo, mi hanno un tantino disturbata. Sono una lettrice più tradizionalista, evidentemente, e le virgole non sono state inventate a caso, secondo il mio modo di vedere. Probabilmente si tratta di un elemento distintivo dello stile dell'autrice, questo non posso saperlo non avendo letto altro. A me, però, frasi così mi hanno un po' irritata.
E poi mi è rimasta in mente una frase che, onestamente, mi ha lasciato spiazzata.
"Te ne sei innamorato" stabilisce Augusto. "Ma se non le ho mai parlato insieme! Come faccio a esserne innamorato?
Non le ho mai parlato insieme non mi fila proprio. Ma sono pignola, lo so. E magari è solo che dalle mie parti non si usa una frase di questo tipo ma altrove può anche essere un modo comune di parlare. Non so. Mi stona, tutto qui.
In ogni modo, il libro non mi è dispiaciuto. Non posso annoverarlo tra gli indimenticabili ma comunque tra i libri che ho letto senza fatica e con una certa curiosità.
Anche con una certa soddisfazione, a dire il vero, visto che mi è arrivato da lontano: non era disponibile nelle biblioteche della mia zona così il mio bibliotecario di fiducia l'ha richiesto con prestito interbibliotecario e mi è arrivato dritto dritto dalla biblioteca Maria Gioia di Cervia. Io adoro le biblioteche e l'idea di avere tra le mani un libro che arriva da una biblioteca lontana da me mi raddoppia la soddisfazione.
Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa si tratta di uno dei libri bonus che sono stati segnalati nel corso della gara.
Io della Oggero ho letto "La collega tatuata", "Un colpo all'altezza del cuore" (di cui penso di aver parlato sul blog), "L'amica americana" e "Qualcosa da tenere con sè" e tutti mi hanno fatto trascorrere momenti piacevoli. Non ho notato grossi errori. Questo romanzo, però non l'ho letto. "non ho mai parlato insieme a lui" è una frase che, purtroppo, si sente pronunciare spesso dalle mie parti (provincia di Torino, bassa Valle d'Aosta). Non c'è dubbio, comunque, che stoni, come non mi stupisce che, tra i due classici che hai letto, la Oggero abbia sfigurato!!
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