Ho incontrato Gianluca Nicoletti in occasione di un incontro formativo per giornalisti. Un incontro che risale a due anni fa. All'epoca il protagonista del suo libro, Tommy, aveva quattordici anni. Ed era già un ragazzone non semplice da gestire, anche dal lato fisico.
Nicoletti racconta la sua esperienza accanto a Tommy, figlio autistico. Racconta come ha imparato a fare il padre di un figlio autistico.
Ci ho messo un bel po' a prendere tra le mani il suo libro - Una notte ho sognato che parlavi - ed ora era evidentemente arrivato il momento giusto. Ricordo di averne iniziato la lettura tempo fa, per poi accantonarla a favore di un romanzo, uno di quelli che non impongono di riflettere più di tanto. Perchè Nicoletti impone una riflessione. Il suo è il racconto di una vita vera, di problemi veri, di vere difficoltà.
Parla di Tommy e della sua vita accanto a lui con lucidità e schiettezza. Non è un racconto romanzato in nessun punto. Nessuno chiede di essere compativo, nessuno vuole evocare commenti quali "...poverino... che situazione". No no, assolutamente. Nicoletti racconta la sua esperienza per far comprendere le tante problematiche che si pongono ogni giorno alla sua famiglia e di come abbia imparato ad affrontarle. Si pone anche i problema del futuro, oltre che del presente.
Ricordo molto bene che in occasione della presentazione del libro, quando ho avuto modo di incontrarlo, mi colpì la schiettezza con cui si pose al pubblico. Un modo di fare, un modo di essere che ho ritrovato appieno tra le pagine di un libro che non può lasciare indifferenti.
L'autore è molto diretto e obiettivo nel narrare, senza filtri, ciò che capita nella realtà, nella sua realtà di padre di un ragazzo autistico. Parla anche di argomenti molto delicati come può essere quello della sessualità e rispetto ai quali anche tra genitori di ragazzi che hanno lo stesso problema si fa fatica a confrontarsi. Leggendo quanto raccontato da Nicoletti si ha la sensazione di entrare all'interno della vita di quell'uomo che una vita sua, di fatto, non ce l'ha più in quanto modulata al 100% in funzione di suo figlio.
Emerge il punto di vista di un padre che, dall'interno, racconta quel che vuol dire, per lui, avere accanto Tommy. Un ragazzino grande e grosso capace di essere affettuosissimo ma di diventare anche violento quando si trova a vivere una situazione di disagio.
Descrivere il suo Tommy, il suo comportamento, le sue caratteristiche di ragazzino, i suoi limiti. E pur lasciando ben comprendere la situazione di difficoltà che si trova a vivere nell'annullarsi completamente per essere accanto a suo figlio, dal racconto di Nicoletti traspare il profondo amore che lo lega a suo figlio, così grande e grosso da sovrastarlo anche fisicamente e da diventare seriamente pericoloso nei suoi momenti "no".
E' un racconto non pensato per farsi compatire ma per aiutare a comprendere, a conoscere.
Ovviamente si tratta del punto di vista di un padre che vive in modo diretto il problema dell'autismo. Un punto di vista del tutto personale ma suffragato dalla sua vita di ogni giorno.
Evidentemente era arrivato il momento giusto per leggere un libro così: ora, tenendo conto delle date, Tommy ha sedici anni e si avvicina la sua maggiore età... So che Nicoletti ha scritto un altro libro nel quale pensa, in modo specifico, al futuro. Quando arriverà il momento giusto leggerò anche quello.
Con questo libro partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 6: un libro ambientato in Italia.
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