Incontrare Antonio Manzini è come imbattersi in un fiume in piena: non sai mai dove l'acqua possa insinuarsi durante il suo cammino.
Ed è un bell'incontro.
Ne sono testimone.
Ed è un bell'incontro.
Ne sono testimone.
Ho avuto occasione di partecipare alla presentazione del suo ultimo libro Rien ne va plus che ha per protagonista Rocco Schiavone ed è stata davvero una bella serata.
L'occasione è stata propizia per ripercorrere le tappe che hanno portato Schiavone a diventare un personaggio prima letterario poi televisivo ma anche per conoscere meglio l'autore dal lato personale.
Come nasce Rocco Schiavone?
Le sue avventure non sono nate come una
serie. In origine ho iniziato a scrivere per il teatro. Sangue marcio,
invece, divenne un libro. Stesso discorso per La giostra dei Criceti.
Feci
leggere il primo racconto con Rocco Schiavone ad un'amica che mi chiese
se poteva farlo avere a Sellerio. Dopo sei mesi divenne un libro, venne
pubblicato e tutto ebbe inizio. Quando mi chiesero il secondo libro fu necessario ponderare maggiormente il personaggio.
Rocco è nato povero, con una formazione ed un'etica stradaiola. Sa che legge e giustizia spesso percorrono due binari diversi e che raramente si incontrano. Ha degli amici che hanno fatto un percorso diverso dal suo: quando giocavano a guardie e ladri c'era chi faceva il ladro e lui faceva la guardia. Ebbene... i ruoli non sono cambiati molto, nel tempo.
E' sempre stato così, Rocco, fin da quando era solo nei tuoi pensieri?
A dire il vero, no. Feci leggere la primissima stesura a mia moglie e lei mi chiese di cambiarlo, di modificare alcune cose e l'ho fatto diventare quello che è.
Da Roma ad Aosta. Come mai Rocco fa questo percorso?
Aosta è un luogo di punizione per lui. Ce l'ho mandato perchè mi serviva un luogo in cui fosse un personaggio scomodo, un luogo funzionale a questo. E' una città che conosco bene e Rocco vi finisce anche per questo, volevo mandarlo in un luogo che mi fosse familiare. E poi c'è una somiglianza tra Aosta e Rocco. Aosta non appare come posto accogliente a chi vi arriva. E' un luogo che invita ad allontanarsi, proprio come fa Rocco con gli altri. Sembra poco accogliente proprio come Rocco sembra respingerti ma entrambi custodiscono dei gioielli che vanno cercati e trovati.
Rocco non lo sa, ma con quella città in cui è stato mandato in punizione si somiglia molto.
Sono tutti capitoli di un unico, grande romanzo. Non mi è mai piaciuto avere dei personaggi fissi nel tempo per cui per i miei personaggi il tempo passa e ciò ha conseguenze anche nei loro confronti, come per tutti. Il tempo è un elemento fondamentale nella narrazione.
Negli ultimi due libri Rocco ha a che fare con la ludopatia. Una scelta forte...
Bhè, la ludopatia è una forma di dipendenza molto grave e, purtroppo, molto attuale. Anche la ludopatia è una dipendenza autodistruttiva come lo può essere la tossicodipendenza, il fumo ed è un fenomeno grave, serio che va affrontato come tale. Sono in crescita le famiglie che si rovinano per il gioco, per i grattini. Credo che il problema vada affrontato seriamente, a livelli più alti. Non si può lasciare che il problema si risolva dal basso: è una guerra tra i poveri.
Nel tempo la vita di Rocco si è popolata di tanti personaggi, pur essendo un tipo solitario.
Bhè sì. Forse ho anche un po' esagerato nel mettergli tanti personaggi attorno. Tra l'altro sono tutti personaggi che hanno molto da raccontare e prima o poi dovrò raccontare la vita di ognuno di loro. Deruta, ad esempio... non vedo l'ora di raccontare la sua storia. Dal teatro ho imparato che qualsiasi personaggio che interviene in un libro ha una sua storia. Io la storia di tutti i personaggi la conosco, ce l'ho in mente con chiarezza. La più complessa è Caterina: capiremo meglio i suoi comportamenti quando sarà raccontata la sua storia.
Ora che ci penso credo proprio di aver messo troppi personaggi. Qualcuno prima o poi dovrà morire.
Lunga vita a Rocco Schiavone?
Bhè,
la vita di Rocco finirà nel momento in cui mi annoierò nello scrivere
le sue avventure. Quando non ce la farò più a scrivere di lui, Rocco
morirà.
Per il momento vorrei scrivere altro. Schiavone sta un po' in garage per ora. Sono due anni che scrivo le sue storie e mi sono un po' stancato. Mi piacerebbe scrivere altro prima di tornare a lui.
Hai accennato all'esperienza fatta a teatro...
Sì, per 25 anni ho fatto teatro. Poi il teatro stava morendo, mi chiamò la televisione ed andai fino a che non ho deciso di smettere. Ora scrivo.
Dal teatro ho imparato che sia mettere in scena un personaggio che scrivere di un personaggio vuol dire mettere in atto una metamorfosi. Devi essere capace di pensare come lui entrando in un mondo che non ti appartiene. Invece di giudicare sei lì a capire. Non mi paice giudicare, mi piace capire.
Un episodio che ti è rimasto impresso delle presentazioni che hai fatto in giro per l'Italia, o anche fuori?
Ricordo un lettore che si arrabbiò molto con me perchè non condivideva la tipologia di tutore della legge che proponevo con Schiavone. Ho compreso il suo disappunto ma io non volevo raccontare un'etica storta quanto, piuttosto, di un personaggio provato. Quel signore mi fece notare in modo molto colorito il suo disappunto per alcuno comportamenti e metodi di Rocco.
Che ci dici della trasposizione televisiva? Hai mai pensato di interpretare tu Schiavone?
I personaggi non sono proprio come io li descrivo nei libri. Basta pensare a Lupa, tanto per fare un esempio, che nella fiction diventa un barboncino quando, nella mia storia, si accoppia con un lupo. E' una razza decisamente diversa... vedremo un po' come faranno quando arriveremo all'episodio in cui si accoppia!
Io Schiavone? No... Io ho già dato e non ce la posso fare. Poi c'è Marco Giallini che è bravissimo e bellissimo in quella veste. Va più che bene così.
Antonio Manzini ci ha raccontato molto altro, come la sua esperienza all'Accademia di Arte Drammatica quando c'era Camilleri alla regia, e quando fu proprio lui il primo ad avere l'onore di leggere la stesura de La forma dell'acqua.Un bell'incontro per un autore interessante ed una serie altrettanto interessante. Da leggere. Da amare.
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