martedì 23 maggio 2017

Non è stagione (A. Manzini)

L'ho già detto che le edizioni Sellerio mi piacciono un sacco? Perchè di formato maneggevole, bella carta, grandezza dei caratteri giusta... Sì? Allora mi scuso della ripetizione. 
Certo è che il fatto di aver potuto portare sempre con me il libro Non è stagione, di Antonio Manzini, ha contribuito a farmelo leggere in fretta visto che ho potuto usare tutti i tempi morti della giornata per cercare di capire chi fosse il colpevole!
Cosa, questa, che non sempre è agevole quando il libro è grande, pesante e scomodo da portare dietro.
Posta tale premessa, Rocco Schiavone è tornato a catturare la mia attenzione con le caratteristiche che avevo già imparato a riconoscere in precedenza: bravo investigatore con modi alquanto discutibili, sempre pronto a fare di testa sua quando è convinto di essere sulla strada giusta, con una vita privata piuttosto indefinita e sempre più infreddolito in quelle scarpe che consuma come il pane. 
E poi il suo umore, sempre così variabile e perennemente nero. 
Così come quel malessere che lo attanaglia ogni volta che ha a che fare con il male, con ciò che di peggio la società offre e che, bene o male, qualche residuo lo lascia sempre addosso.

Ho apprezzato il fatto che l'autore abbia dato qualche elemento in più per mettere meglio a fuoco il personaggio di Schiavone. Pian piano si capisce che cosa è successo a Marina, sua moglie ed emergono altri elementi che permettono di inquadrare meglio il soggetto. 
Così come ho apprezzato che l'autore chiami Rocco per nome, non per cognome come invece spesso è capitato in altri romanzi dove il cognome sovrasta ogni cosa. Chiare il protagonista per nome me lo ha reso più familiare, più umano.

Questa volta è alle prese con due casi che inizialmente non sembrano avere elementi in comune: un incidente stradale in cui hanno perso la vita due persone e la scomparsa di una diciottenne. 
Chiara è il nome dalla ragazza attorno alla quale si concentrano le attenzioni del vicequestore Schiavone e dei suoi. Un rapimento, questioni di soldi e chissà cos'altro ci potrà essere sotto alla scomparsa... Ben presto sarà svelato.

Ad un certo punto, quando mancavano 100 pagine circa alla fine, ho pensato di aver capito tutto. E invece no. Gli sviluppi delle indagini si alternano con l'immagine di un uomo che si ritrova solo nella sua casa, solo assieme ai suoi ricordi e ad una presenza che fa fatica a lasciar andare via. Ed è anche un'immagine tenera quella che emerge. Un uomo che non ha paura di niente e di nessuno nella sua vita di tutti i giorni ma che, nel privato, ha un punto debole che lo rende vulnerabile. Non è il supereroe che sembra avere i super poteri. E' un uomo come tanti. Un bravo investigatore ma, prima di tutto, un uomo.

Il finale del libro mi ha presa in contropiede e lascia aperta una porta per il prosieguo.
Libro che consiglio, personaggio che cattura anche per via dei suoi modi e dei suoi comportamenti spesso particolari ma profondamente umani.

Con questa lettura partecipo la Challenge La ruota delle letture: un libro recensito nel 2016 da Laura del blog La Libridinosa.
 
Inoltre, questa lettura mi permette di partecipare anche alla Challenge The Hunting Word Challenge. La parola STAGIONE è stata assegnata come parola bonus.

2 commenti:

  1. Scusa, il personaggio di Rocco Schiavone non è quello su cui hanno dato un film ambientato in Valle d'Aosta, recentemente? Se sì, non credo che leggerò mai i libri del suo "inventore", visto che non ho retto più di dieci minuti il film.

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    1. Io il film non l'ho visto ma Schiavone lavora ad Aosta. Cedo che sia lui.

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