Visualizzazione post con etichetta Faletti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Faletti. Mostra tutti i post

martedì 19 gennaio 2016

La piuma (G. Faletti)

Ho amato Giorgio Faletti de Io uccido.
E l'ho apprezzato anche con tutti gli altri suoi romanzi che ho letto, l'uno dopo l'altro, fino ad arrivare alla delusione con Tre atti e due tempi che proprio non mi è piaciuto. O meglio, diciamo che è quello che mi ha lasciato in bocca una certa amarezza.
Quando seppi dell'uscita del libro La piuma scelsi di non cercarlo, non chiederlo in prestito, non comprarlo perchè dalle recensioni lette avevo capito che non sarebbe rientrato nelle mie aspettative, in ciò che di Faletti ho amato di più.
Con Io uccido mi sorprese, mi lasciò letteralmente a bocca aperta. 
Non gli davo affatto fiducia come scrittore ed avevo scelto di ricordarlo con ciò che più mi era piaciuto di lui. 
Poi ho avuto occasione di cercare questo suo ultimo lavoro per partecipare alla Challenge che sto seguendo. 
L'ho preso in prestito oggi e domani lo restituirò. L'ho letto in fretta, non perché fossi disinteressata o frettolosa, quanto perché si tratta proprio di un libro molto breve.
Raccoglie diversi racconti con i quali Faletti fa riflettere sulla cecità dell'uomo, sulla superficialità di certe scelte. 
Con le brevi storie de Il Re e il Generale, de Il Curato e il Cardinale, de La Ballerina innamorata e de La Donna di Tutti fa emergere, non senza poesia, tristi realtà. Realtà nelle quali non c'è spazio per l'amore, per la pietà, per la solidarietà.
Poi conclude con la breve storia de L'Uomo del Foglio Bianco che, invece, si rende protagonista di qualche cosa di diverso. 

Vengono usati caratteri molto grandi e sono presenti anche delle illustrazioni del suo amico Paolo Fresu.

Il libro mi ha lasciato addosso una strana sensazione addosso. Tutto sommato sono storie piuttosto scontate, Faletti non scopre niente di nuovo pur lasciando aperta la porta della speranza. 
Continuo ad amare il Faletti di Io uccido ed è così che continuerò a ricordarlo. La piuma? Una parentesi poetica che non mi ha disturbata ma non mi ha nemmeno catturata più di tanto.

Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa si tratta di uno dei libri bonus che ci sono stati segnalati dalle Lgs.
***
La piuma
Giorgio Faletti
Baldini & Castoldi Editore
13.00 euro 

mercoledì 27 luglio 2011

Appunti di un venditore di donne (Giorgio Faletti)

E con questo posso dire di aver letto tutti i libri di Giorgio Faletti. Tutti quelli che ha scritto fino ad ora. Il suo è un genere che mi piace, che ci posso fare? C'è chi proprio non lo regge, chi trova che sia stato sopravvalutato. Io devo dire che ogni volta che ho un suo libro tra le mani lo divoro in pochi giorni. A partire da "Io uccido" in avanti, i romanzi di Giorgio Faletti mi sono sempre piaciuti e li ho letti con quella curiosità che mi porta, a volte, a scorrere qualche riga più avanti con gli occhi per cercare un indizio di come andrà a finire.

"Appunti di un venditore di donne" non fa eccezione. Almeno secondo il mio parere si tratta di un buon romanzo in cui non mancano intrighi, sorprese, una buona dose di sangue, di potere, di fama e di affari sporchi.

Il protagonista si presenta in modo secco, crudo. E devo dire che, se in altri romanzi l'uso di un linguaggio forte, a tratti, l'ho criticato aspramente, questa volta ci sta proprio bene. Il contesto è quello giusto per calcare la mano con termini un po' pesanti e perfettamente tagliati per la situazione che viene narrata.

Il protagonista è Bravo: un uomo che vive in una situazione di invalidità provocata anni prima e che lo ha segnato per tutta la vita. Una invalidità che lo porta a prendere le distanze dal resto del mondo: dagli uomini ma anche dalle donne che diventano mera merce di scambio nel suo quotidiano. Lui le donne le vende. Non le ama, non le possiede. Le conquista per venderle. Niente di forzato: ogni donna che passa per le sue mani lo fa di sua volontà ed entra in un giro di cifre da capogiro per lo più con pezzi grossi anche se qualche sfigato di turno non manca.

Bravo non ha problemi di soldi, non ha problemi di coscienza ne' problemi di cuore. Il suo cuore è abituato da tempo all'indifferenza e lui sta bene così. La sua vita è fatta di affari, di soldi, di scambi dare-avere. Lo conoscono in tanti, molti lo contattano dai ranghi più alti della società per poter usufruire dei servizi che è in grado di procurare. Nessuno, però, può dire di conoscerlo. Forse nemmeno lui conosce se stesso o, per lo meno, quello che lascia trasparire della sua persona non è ciò che realmente è... o è stato... o sarà.

La vita di Bravo subisce una svolta nell'arco di pochi giorni: una donna scompare, una che crede essere una donna del suo giro. Inizia a scorrere sangue a fiumi. E viene magistralmente incastrato tanto da vedere, come lui stesso dice in un efficace passaggio, tanti cadaveri che puntano il dito contro di lui. Ma è innocente e vuole provarlo. Ha sempre vissuto sul filo di lana, sa bene di aver giocato più volte con il fuoco così come sa bene di non aver mai ucciso nessuno, di non aver mai tenuto un'arma tra le mani e, di consegenza, di non averla mai usata. Le circostanze, però, sono tutte contro di lui e ben presto si trova ad essere braccato in una città in cui, fino a quel momento, ha vissuto come un'ombra. Un'ombra che si allunga di notte e che non lascia traccia di se il giorno successivo.

Il romanzo riserva parecchie sorprese. Viene offerto al lettore un ritmo piuttosto alto con la giusta dose di intrighi, di riferimenti storici, di sesso, di potere e di violenza. Una violenza che non gli appartiene ma con la quale si trova a dover fare inevitabilmente i conti.

Non mancano qualche colpo di scena che permette di rimescolare le carte prima della partita finale. Lo stile utilizzato è ruvido, diretto, efficace. Bravo parla in prima persona. Parla della sua vita presente facendo ogni tanto qualche tuffo nel passato per meglio far capire il suo personaggio e le vicissitudini che lo hanno caratterizzato.

Ho letto il libro in pochissimi giorni: reduce com'ero da una lettura più pesante e meno scorrevole, mi sono resa conto che pur non essendo un capolavoro della letteratura "Appunti di un venditore di donne" mi è capitato tra le mani nel momento giusto. Trovo che sia un bel romanzo, per chi ama il genere. Un pizzico di romanticismo fa capolino tra le righe senza arrivare mai ad essere uno stucchevole ospite indesiderato in una trama che non richiede, necessariamente, affondi sdolcinati. In qualche punto mi è sembrato di leggere qualche esagerazione, soprattutto quando si parla dei tanti soldi e dei tanti giri sporchi che si hanno sotto le ombre della notte della Milano bene. Probabilmente le ho considerate esagerazioni perché non conosco ambienti di questo tipo ma mi rendo conto che, anche se l'autore deve aver calcato un po' troppo la mano da tale punto di vista, la realtà non deve essere molto lontana - in alcuni casi - da quanto narrato.

Ho preso il libro in prestito in biblioteca per cui non ho speso i 20 euro del prezzo che ho trovato stampato sulla bandella dell'ultima di copertina. E' edito dallo stesso editore degli altri libri di Faletti - Baldini Castoldi Dalai Editore - ed il prezzo, lievitato rispetto ai primi libri (si aggirava allora attorno ai nove euro) fa ben capire come la fama abbia inciso sulla diffusione dei libri di Faletti successivi ai primi successi.

Le 397 pagine in cui si struttura il libro scorrono veloci e lasciano addosso al lettore la voglia di andare avanti. Questo, per me, è segno di gradimento di ciò che sto leggendo.

Un dettaglio: in una delle ultime pagine, dopo i ringraziamenti finali, vengono forniti dettagli in merito alla carta utilizzata per la stampa. Fino ad ora non mi era mai capitato di notare una cosa simile in altri libri.

E, da ultimo, un plauso per la scelta della copertina che mi è molto piaciuta. Anche questo, ovviamente, è un parere personale. Come tutto il resto, d'altronde!

***

Appunti di un venditore di donne

Giorgio Faletti

Baldini Castoldi Dalai Editore

20.00 euro

sabato 5 giugno 2010

Niente di vero tranne gli occhi (Giorgio Faletti)

Il primo libro di Giorgio Faletti mi ha tenuta in piedi un paio di notti, tanta era la voglia di arrivare alla fine.
Il secondo - Niente di vero tranne gli occhi - malgrado un inizio che mi sembrava il preludio di una delusione, ha avuto su di me lo stesso identico effetto.

499 pagine che non mi hanno affatto spaventata al momento dell'acquisto perchè viaggiavo sulle ali della curiosità, dopo la soddisfazione provata nella lettura del romanzo d'esordio di Faletti.
Un prezzzo accessibile - otto euro e novanta - per quella che ho poi letto all'interno della copertina essere la sesta edizione del libro, anno 2005, Baldini Castoldi Dalai editore (lo stesso di Io uccido).

Una storia carica di mistero, con una serie di uccisioni molto singolari non tanto nelle modalità di esecuzione quando negli indizi chiaramente lasciati dall'omicida. Posizioni, accessori, scene che dipingevano la scena di ogni delitto come una striscia di un fumetto.... Avete presente Snoopy, Lucy e tutti gli altri? Proprio quel fumetto, quei personaggi, quella logica che li rendeva l'uno collegato agli altri.
Ma secondo quale logica? Quale legame? E quale sarebbe stata la mossa successiva, quella che l'autore dei delitti lasciava in qualche modo intendere dai messaggi lanciati ogni volta? Non omicidi punto e basta. Omicidi con messaggi ben precisi, da decifrare, interpretare, studiare, capire.

Due i personaggi che vedranno improvvisamente intrecciare le loro vite in un legame talmente profondo da segnare le loro esistenze per sempre.
Lui, Jordan Marsalis, ex tenente del NY Police Department che dalla sua New York stava scappando, si stava allontanando in sella alla sua Ducati 999. O, almeno, era pronto per farlo quando una improvvisa ed inaspettata telefonata di suo fratello, il sindaco di New York, gli impone di posare casco e guanti, scendere dalla moto e rivedere i suoi piani. La prima vittima del misterioso assassino è suo nipote, figlio di suo fratello, figlio del sindaco di New York. Da qui prende le mosse una storia che vedra aggiungere altre due lapidi a quella di Gerald Marsalis, questo il nome della prima vittima, alias Jerry Kho.

Dall'altra parte del mondo c'è lei, Maureen Martini. Una giovane donna non ancora trentenne, commissario della polizia di Roma, occhi e capelli neri, fisico asciutto ed un futuro che sarà segnato da un tragico episodio. Un episodio che le segnerà la vita per sempre. Perderà l'amore ed anche il suo fisico avrà dei risvolti piuttosto preoccupanti fino a che....

Fino a che la sua vita non viene stravolta da un accadimento misterioso e difficile da definire. Un avvenimento che la porterà a suonare al portone dell'ufficio del sindaco di New York e ad affrontare assieme a Jordan Marsalis un'avvenutara che mai e poi mai avrebbe immaginato di poter vivere così da vicino.

L'impressione iniziale, nelle prime pagine del libro, non è stata quella che poi è maturata in me durante la lettura.
Perchè? Perchè le prime scene che vengono descritte, con la capacità descrittiva che mi ha fatto apprezzare già nel primo libro l'abilità di Faletti nel rendere partecipe il lettore tanto da avere quasi le scene davanti agli occhi, sono scene piuttosto forti. Non dal punto di vista macabro o d'orrore... No no. Faletti descrive scene di morte ma lo fa in modo elegante, rendendo ogni mossa come una sorta di danza delle parole tanto da non scadere mai nell'horror disgustoso che in altre pagine di altri libri si possono leggere. Faletti apre il libro descrivento momenti di sesso che hanno per protagonista la prima sfortunata vittima... scene forti, sulla stessa falsariga, che saranno descritte anche più avanti.
Sulle prime ho considerato queste descrizioni come una caduta di stile per Faletti. Solo più avanti ho capito ed apprezzato.
Ogni descrizione, ogni singola parole, ogni termine (soprattutto quelli più forti, mai volgari) hanno un compito ben preciso nel romanzo: quello di rendere l'idea della vita che facevano i vari personaggi. Una vita fatta di vizio, di perdizione, di squallore nascosti dietro ad una facciata più o meno evidente, più o meno convincente. Così è per Jerry Kho, così sarà per la vittima successiva.
La lettura scorre un po' a rilento agli inizi del romanzo. E' come se Faletti permettesse al lettore di mettere bene a fuoco le varie ambientazioni, i vari personaggi scrutandoli nel loro intimo. Pian piano che la lettura va avanti la storia si fa più magnetica, più intrigante, più coinvolgente tanto che più o meno a metà romanzo ho iniziato a leggere con impazienza, con la voglia di saltare qualche riga pur di arrivare all'epilogo.

Con questo secondo romanzo Giorgio Faletti non mi ha delusa. Come, peraltro, non ha fatto con il primo.
***
Niente di vero tranne gli occhi
Giorgio Faletti
Baldini Castoldi Dalai Editore
499 pagine
8.90 euro

mercoledì 19 maggio 2010

Io uccido (Giorgio Faletti)


Un libro acquistato per curiosità più che per un effettivo interesse. Un libro che credevo sarebbe rimasto per qualche mese sul mio comodino per poi finire inesorabilmente tra quelli iniziati e mai portati a termine come spesso mi è capitato in passato, tutte le volte in cui avevo pensato di cimentarmi in una lettura impegnata, se non altro in relazione al numero di pagine da leggere.
Seicentosettantanove pagine. Tanto era il "lavoro" che mi ero procurata quella sera di fine agosto quando, partita da casa per andare ad un mercatino della calzatura assieme ad una mia amica, ero finita all'interno di una libreria aperta a quell'ora di sera e ne ero uscita con un sacchettino di carta pesante, ancor più pesante per via del suo contenuto. "Io uccido", una scritta bianca su un fondo rosso dal quale spiccava, in primo piano, il nome dell'autore: quel Giorgio Faletti che mai avrei immaginato potesse vestire i panni dello scrittore e, soprattutto, che potesse farlo con quei risultati che, al termine della lettura, ho potuto riconoscere.

Ho iniziato a leggere il primo libro di Giorgio Faletti proprio sulla scia della curiosità che le varie opinioni positive sentite in giro a proposito di questa opera avevano alimentato in me.
Ed ammetto che i primi capitoli mi sono sembrati anche un tantino confusi, la somma di storie che mi sembravano completamente slegate tra loro e che non mi stimolavano certo ad andare avanti nella lettura.
Credo che sia stata proprio la scarsa linearità dei primi capitoli - o meglio, quella che io consideravo tale ma che alla fine non si è rivelata affatto una casuale scelta di storie e personaggi - che mi ha stimolata ad andare avanti nella lettura per scoprire se tutto il libro fosse impostato in questo modo oppure no.
Ed ho fatto bene ad andare avanti.

La storia.... Senza svelare troppi dettagli - non mi sembra corretto nei confronti di chi questo libro non l'avesse ancora letto - mi limito a dire che è ambientata in una Montecarlo fatta di lustrini e bella vita. Una Montecarlo che viene sconvolta dalle gesta folli di un serial killer che opera senza commettere errori e senza lasciare traccia di se che non siano i resti delle sue vittime, orrendamente sfigurate, letteralmente senza più volto.

Una, due, tre... cinque, dieci vittime. Il sangue che scorre a Montecarlo in quel periodo ha reso la vita molto più tesa per tutti. Per coloro che sono direttamente coinvolti nella strana faccenda perché membri delle forze dell'ordine che si occupano di Nessuno (questo l'appellativo dato dalla stampa all'assassino e preso in prestito da tutti coloro che si trovano, volenti o nolenti, a doverlo nominare) o perché collegati in un modo o nell'altro alle vittime. O, più semplicemente, perché residenti in un posto che nasconde un uomo capace di fare ciò che fa e di sparire nel nulla ogni volta, lasciando quelli che lui chiama "i cani" (coloro che lo cercano) con un pugno di mosche in mano.

Quella di Nessuno è una storia che si intreccia con quella di tanti altri personaggi, più o meno importanti ai fini della soluzione del caso, ma tutti parte integrante di un puzzle - quello della storia raccontata da Faletti - che prende corpo pagina dopo pagina.

Meticolose le descrizioni degli ambienti, dei volti, delle situazioni tanto da creare davanti ai miei occhi di lettrice una specie di raffigurazione in bianco e nero di tutto ciò che viene narrato. Un bianco e nero macchiato di rosso ogni volta che Nessuno decide che sia arrivato il momento.

Quella che credevo fosse una iniziale confusione narrativa si è rivelata un'intelligente intuizione da parte dell'autore per costringere il lettore a restare incollato ad ogni singola pagina, senza distrazioni, per poter tirare le somme di quanto stava accadendo tra una riga e l'altra. Per comporre quel puzzle senza perdere nessuna tessera, piccola o grande che fosse. Un'abile tecnica che mi ha lasciato un piccolo dispiacere addosso ogni volta che - per causa di forza maggiore - mi sono trovata a dover interrompere la lettura e restare con una tessera in mano, senza sapere dove andasse esattamente posizionata....

Attorno alla figura di Nessuno ruotano una serie di personaggi descritti in modo meticoloso sia dal punto di vista fisico che comportamentale, tanto da farli diventare familiari al mio cospetto.

Frank Ottobre è il coprotagonista assoluto di questa storia, accanto a Nessuno. Lui, inviato dall'FBI americana in terra straniera, si troverà a fare i conti con il suo passato oltre che con il suo presente... ed anche a pensare al suo futuro, pur avendo scacciato per anni la possibilità che la parola "futuro" potesse avere un senso per lui.

Radio Montecarlo è una delle location più importanti in cui si snoda la storia. E non solo perché è proprio ad una trasmissione radiofonica di quell'emittente radio - Voices - che arriva la voce dell'assassino prima che vada a fare "...ciò che deve essere fatto", ma per una serie di altri motivi che solo leggendo il libro verranno pian piano alla luce. Molto più importante, come location, di quanto non si possa pensare.

Le descrizioni di Faletti, minuziose e precise in ogni pagina, sono volutamente omesse in alcuni momenti particolari, credo proprio per lasciare il lettore in sospeso tra ciò che si può pensare e ciò che effettivamente l'autore intende narrare. Tra la strada che sembra essere stata tracciata fino a quel momento ed il vicolo, stretto e scuro, attraverso il quale l'autore intende, invece, portare per mano il lettore. Tanto da fargli credere più volte di aver intuito il finale della storia già cento pagine prima della fine... per poi fargli capire, con un'abilità narrativa che mi ha positivamente sorpresa, che niente è come sembra e che in questa storia non ci si può che aspettare di tutto. Perché Nessuno, che si definisce "...uno e nessuno", è così. Imprevedibile ed arguto, diabolico e sensibile al tempo stesso, implacabile nei suoi comportamenti quanto capace di un'umanità ed un amore che mai gli si potrebbero attribuire alla luce di ciò che fa.

Questo primo libro di Faletti mi è piaciuto molto. Posto che si tratta del mio primo libro di questo genere - i thriller non mi hanno mai attirata più di tanto ne' in tv, ne' al cinema, ne' tra le pagine di un libro - ne sono rimasta positivamente colpita.
Mi ha così coinvolta che quando sono arrivata nel punto in cui è stata svelata - ad oltre duecento pagine dalla fine - l'identità dell'assassino, nel corso della notte ho visto e rivisto una serie di scene che le parole di Faletti avevano stampato nella mia mente e, lo ammetto, mi sono svegliata più volte con questi pensieri. Non avrei mai immaginato che leggere un libro avesse potuto avere conseguenze di questo tipo. Merito, ne sono certa, della capacità dell'autore di rendere il lettore protagonista assieme agli altri, come se fosse un osservatore attento non esterno al libro ma interno ad esso, come se i suoi occhi ed i suoi orecchi avessero visto e sentito tutto ciò che i personaggi vedevano e sentivano tanto da restare incredulo anche lui, allo stesso modo degli altri, nel conoscere l'identità di Nessuno.

Bel libro. Mi è costato 8.90 euro ed è la nona edizione del romanzo. Non serve che dica altro per dirvi che si è trattato di un grosso successo.

Ne consiglio la lettura a quanti volessero farsi coinvolgere da una storia che non è mai come sembra e che nasconde colpi di scena dietro ad ogni capitolo. Le oltre seicento pagine scorrono via senza fatica. Io ci ho messo un po' di tempo solo perché, causa due bimbi piccoli, è difficile dedicare alla lettura il tempo che vorrei. Sono certa che se avessi avuto modo di leggerlo senza interruzioni per "causa di forza maggiore", l'avrei divorato in brevissimo tempo.
E anche se non si è amanti del genere - come è capitato a me - non si potrà non riconoscere a Faletti i meriti che gli sono dovuti. Almeno per me è così.

Concludo riportando le prime frasi del primo capitolo che già rendono l'idea della capacità narrativa di Faletti.

L'uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più.


***
Io uccido
Giorgio Faletti
Baldini Castoldi Dalai Editore
pag.682
8,90 euro