Ogni tanto mi piace leggere libri classici, quelli che spesso venivano dati da leggere a scuola e la cui lettura veniva affrontata come un obbligo più che come un diletto. Ne propongo uno per il Venerdì del libro di oggi.
Il richiamo della foresta di Jack London è uno di questi. Non ricordo di averlo letto in passato ma ne ho conservata una copia piuttosto datata che riporta al suo interno una dedica da parte di due nostre cugine per la comunione di mio fratello minore. 23.05.1982. Un'edizione piuttosto vecchia, con pagine ingiallite ma perfettamente leggibile e correlata da illustrazioni che accompagnano la lettura. In modo molto efficace.
Parto proprio da un'immagine che racchiude ciò che più mi è piaciuto di questa lettura: il rapporto che si crea tra l'uomo e il cane. Un uomo e un cane, Buck nello specifico, visto che non tutti gli uomini che questo bel cagnone incontra nella sua vita sono degni della sua fedeltà.
Buck è un cane piuttosto pigro che fa una bella vita. Una vita da ricchi. Vive in una grande casa, dispone di bei prati con alberi ed una veranda che permette l'accesso in casa con ampie scuderie sul retro della stessa. Ha quattro anni ed è sempre vissuto qui: il re indiscusso della casa e del giardino, pronto a fare compagnia alle figlie del giudice e ad accoccolarsi ai suoi piedi nelle serate d'inverno.
Improvvisamente, però, la sua vita cambia. Uno dei giardinieri lo sottrae alla sua bella vita e lo cede a cercatori d'oro che intendono aggiungerlo ad una muta di cani da slitta nelle fredde terre d'Alaska. Una cambiamento radicale, improvviso, violento che porta Buck a conoscere la sofferenza per le continue percosse, la fame, il freddo, la fatica.
La prima parte mi ha indispettita un bel po' con descrizioni di cani domati a suon di bastoni, feriti, uccisi a volte per la sola necessità di sottometterli al giogo della fatica e del lavoro costante. Buck non viene risparmiato e nulla resta della regalità di un tempo. Regalità che, però, non perde nel suo carattere. Anzi, le nuove situazioni che si trova a vivere gli permettono di riscoprire istinti sopiti, di risvegliare quello spirito di sopravvivenza che mai ha avuto necessità, nei suoi quattro anni di vita, di far emergere.
Nel momento in cui incontra un uomo - John Thornton - che lo sottrae alle sofferenze inflitta da chi lo considera solo una macchina da lavoro, Buck si innamora dell'umano che ha accanto e diventa il suo compagno più fedele. E' una bella immagine quella che viene descritta dall'autore quando parla del legame che si stringe tra i due ed è ciò che più mi ha scaldato il cuore. E' a suo servizio come lo era per gli altri, questo è vero, ma le condizioni sono differenti: è considerato come un figlio e questo stringe i loro rapporti con un doppio nodo.
Buck aveva in sé la fedeltà e la devozione, che son cose del fuoco e del tetto, ma aveva anche la ferocia e la scaltrezza dell'animale primitivo. Era come se non fosse più un cane venuto dal dolce Sud e già segnato da generazioni e generazioni di antenati domestici, ma piuttosto un animale venuto da barbare terre a sedersi accanto al fuoco di John Thornton.
La sua vita, però, non si conclude davanti ad un rassicurante fuoco.
La vista, si sa, riserva sorprese ad ogni essere vivente e Buck non viene risparmiato in questo. Scoprirà di essere parte di una natura che lo reclama, che lo chiama e lo spinge a superare i suoi limiti imposti dal cane che era in passato e che, oramai, è solo un lontano, lontanissimo ricordo.
E' una storia ben scritta, non per niente Il richiamo della foresta viene definito come il libro capolavoro di London. Nonostante lo stile scorrevole ci ho messo più del previsto a leggerlo. Il pensiero di cani sanguinanti, di ossa spezzate, di lacerazioni e tagli mi ha un tantino rallentata. Non sono una lettrice impressionabile ma stavolta, forse perché protagonisti cani, mi sono un tantino innervosita.
E' comunque un bel classico che io ho letto nella sua edizione integrale: una storia di amicizia, di lotta per la sopravvivenza, dove le grandi protagoniste sono la vita e la natura con un protagonista che resta nel cuore.
Con questo libro partecipo al nuovo trimestre della Challenge Di che colore sei? per lo spicchio verde, obiettivo 2, un classico.
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