mercoledì 8 aprile 2015

Il confessore (J. Nesbø)

Scovato in biblioteca tra i nuovi arrivi, l'ultimo libro di Jo Nesbø (anzi, ora che ci penso il penultimo visto che ne ha pubblicato uno anche nel 2015) per me è stato il primo. Il primo che ho letto di questo autore.

Pur non conoscendolo, mi ero imbattuta in parecchie recensioni dei suoi libri e sapevo quale fosse il suo genere, un genere che a me piace. Reduce dalla lettura de Il suggeritore, avevo alle spalle una storia di morte, un mistero, un intrigo, un'indagine. Elementi che ho ritrovato anche nel libro Il confessore anche se proposti sotto una diversa chiave di lettura e con ingredienti ovviamente diversi.

In questo caso si tratta di un autore norvegese che non fa nulla per nascondere le sue origini. Ha ambientato le sue storie in Norvegia e propone molti luoghi (con nomi per me impronunciabili) ed anche personaggi che ad un certo punto mi hanno fatto girare le testa. Quei nomi così strani, per me, mi hanno messa in difficoltà nel mettere a fuoco i riferimenti all'una o all'altra persona di cui magari si era parlato in precedenza. Soprattutto nella prima parte del libro. Quando mi sono maggiormente immersa nella storia vera, allora seguire il filo mi è risultato più semplice.

Nesbo descrive una società in cui la droga è all'ordine del giorno. Il libro - non so se per gli altri vale lo stesso discorso - non racconta solo storia dei protagonisti ma traccia anche i contorni di una società che viene dipinta a tinte scure, quelle che derivano dal dilagare di problemi sociali collegati al mondo dell'uso ed abuso di sostanze stupefacenti.

L'autore propone un personaggio che mi ha ispirato subito simpatia e per il quale ho tifato fin dalle primissime pagine.
Sonny Lofthus è un ragazzo non ancora trentenne che, da dietro le sbarre dove è condannato perchè reo confesso di due atroci delitti (che però non ha commesso), è un consumatore abituale di droga - che gli arriva in modo diretto e costante in cambio delle sue ammissioni di colpa - ma è anche diventato un personaggio enigmatico e meritevole di fiducia per tutti gli altri detenuti visto che vanta una profonda capacità di ascolto. I suoi compagni di sventura vanno da lui per confessare i propri peccati proprio come se fossero davanti a qualcuno capace di assolverli completamente. I colluqui con Sonny trasmettono serenità a chi si trova al suo cospetto, le sue mani sembrano dispensare un calore che riscalda il cuore, il suo sguardo attento e profondo ispira fiducia.

La sua è un'esistenza tranquilla da quando ha deciso di rifugiarsi all'interno di una prigione per scontare reati che non ha commesso e farsi di droga. E' questo l'unico modo che ha trovato per non provare dolore. Il dolore che ha alimentato in lui il suicidio di suo padre e la successiva morte di sua madre. Suo padre, che era il suo modello di vita, quel poliziotto che il ragazzino considerata come colonna portante della sua vita, viene trovato morto ed il suo cadavere è accompagnato da una lettera in cui dichiara di essere una talpa, a servizio del potere nero della città.
Non ha più motivi per vivere, Sonny. O, per lo meno, non ha più motivo di vivere là fuori, in una società che non ha nulla da offrirli, dove i buoni si uccidono e confessano di essere diversi da come li si è sempre considerati, dove una donna, una madre, si lascia andare...

Un'esistenza, quella di Sonny, diventata tranquilla in carcere, rassegnato com'è... fino a che non scopre qualche cosa di sconvolgente nell'ascoltare la confessione di un altro detenuto. La verità sulla morte di suo padre lo scuote al punto tale da dargli la forza di cambiare completamente il suo modo di fare affinchè vengano puniti i reali colpevoli... e non solo dei delitti di cui lui stesso si è accusato.

Sonny viene proposto come un personaggio dalla personalità molto profonda e con le idee molto chiare. Un ragazzo dalla grande forza di volontà, incapace di reprimere la propria sensibilità anche quando va in missione, un giovane capace di amare nonostante tutto ciò che la vita gli ha riservato.

Sonny si macchia di parecchi delitti... ma mi è simpatico comunque. E' una specie di angelo vendicatore che ha una missione da portare a termine. Ce la farà? E, soprattutto, quale sarà la sua punizione?
Alcune situazioni sono un po' estremizzate... ma infondo si tratta di un romanzo e possiamo pure concedere all'autore la libertà di calcare un po' la mano. Soprattutto se è capace, come Nesbo si dimostra, di tenere il lettore sul filo di lama fino alla fine con maestria, con una buona dose di fantasia e con evidenti capacità affabulatorie...

Non dico altro per non togliere il gusto della lettura anche se sarei tentata di dire altro... mmmmm... meglio di no!

Per gli amanti del genere. Consigliato!

1 commento:

  1. Io avevo letto "L'uomo di neve" e mi era piaciuto molto, "Il cacciatore di teste" e non mi aveva convinto tanto; invece mio marito li ha letti tutti.
    In effetti, scrive veramente bene!
    Questo titolo non l'ho ancora letto ma so di averlo nella libreria di casa, quindi prima o poi...

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