Un esordio scoppiettante quello di Donato Carrisi con il thriller Il suggeritore.
Un libro che ho letto di recente, vinto partecipando alla Montlhy keywords reading challenge 2014 di Serena.
Come premio mi aveva chiesto di indicare tre titoli. Tra i tre, Serena ha scelto Carrisi.
Che dire? Non mi aspettavo proprio un romanzo così! Avvincente, pieno di colpi di scena, con continui stravolgimenti di fronte e con storie che si intrecciano abilmente.
La storia si snoda attorno a dei terribili ritrovamenti collegati alla scomparsa di cinque bambine. Bambine che non verranno mai più ritrovate vive. Ad indagare sulle scomparse e sui delitti è la Squadra Speciale di investigazioni guidata dal criminologo Goran Gavila che viene affiancato nel suo lavoro da una giovane esperta in ricerche di bambini scomparsi, Mila Vasquez.
Il racconto avanza con un ritmo incalzante, vengono proposti personaggi dalla personalità ben marcata che fanno vivere tante storie nella storia.
Il genere mi piace ed ho letto diversi libri - soprattutto di autori stranieri, più o meno blasonati - e posso dire che quello di Carrisi si piazza a livelli piuttosto alti nel mio indice di gradimento.
Posto che la storia di bambine che vengono rapite poi uccise di per se non possa considerarsi mai piacevole, in quanto tale, devo dire che il romanzo è stato ben orchestrato: ogni volta che gli investigatori sembra siano arrivati ad un punto di svolta ecco che il castello di carte cade inesorabilmente scandendo i minuti, le ore che possono essere anche fatali per quella che si rivela essere la sesta bambina scomparsa. Quella che si pensa possa essere ancora in vita e che tutti si prodigano per strappare ad una sorte segnata.
Ho apprezzato molto le spiegazioni che vengono fornite dall'autore nelle more del racconto circa questioni che riguardano le indagini, i dettagli che spesso si danno per scontati in merito a modalità operative ed investigative. Segno di una profonda conoscenza dell'argomento.
Ho apprezzato molto le spiegazioni che vengono fornite dall'autore nelle more del racconto circa questioni che riguardano le indagini, i dettagli che spesso si danno per scontati in merito a modalità operative ed investigative. Segno di una profonda conoscenza dell'argomento.
Le descrizioni, poi, di luoghi e persone (delle persone in particolare) sono molto efficaci tanto che in più momenti mi è sembrato di vedere davanti a me quegli occhi persi nel vuoto delle povere vittime del pazzo assassino seriale.
Avevo sentito parlare molto bene, a suo tempo, di questo romanzo ma come spesso accade (quasi sempre) non ero caduta nella tentazione di leggerlo subito, sulla scia delle tante recensioni positive ed entusiastiche del momento. A distanza di tempo - io sono arrivata quando oramai sono state messe in commercio parecchie ristampe del romanzo - posso dire di aver molto apprezzato sia lo stile di scrittura che le intuizioni narrative dell'autore così come il modo in cui ha reso "vivi" i personaggi, le descrizioni e la sua conoscenza che ha ben saputo trasmettere.
E' un libro che consiglio agli amanti del genere, soprattutto a chi è abituato a leggere ed apprezzare autori stranieri: gli italiani non sono da meno. O meglio... Carrisi non è affatto da meno.
Quando, al termine di un libro, resto con la voglia di leggere il successivo dello stesso autore... vuol dire che quel libro mi ha colpita e mi ha lasciato addosso la "necessità" di proseguire su quella stessa strada.
Carrisi mi costringe a cercare il libro che ha scritto dopo di questo... e lo leggerò, prima o poi!
Wow, la tua recensione super positiva mi invoglia...solo che non ho voglia di immaginare cinque bambine rapite e uccise!
RispondiElimina