Ha intuito e fa sogni rivelatori che l'aiutano a mettera a frutto quelle sensazioni che le restano appiccicate addosso ogni mattina. Sandra Rizzo è un personaggio singolare: un agente della Polizia Locale del Reparto di Infortunistica Stradale che ha a che fare, oltre che con la solita routine quotidiana, con dei singolari casi di morti sulle strade che paiono legati da un comune filo conduttore. Che sia davvero un serial killer ad agire lungo le strade cittadine?
L'autrice del libro L'ultima a morire propone una protagonista senza dubbio
inusuale nel panorama del giallo italiano. Una donna, innanzitutto, e per di
più non un commissario (figura blasonata – è il suo mestiere, no? – di
tante serie di successo) ma un semplice agente come tanti. Una donna piuttosto
comune, a mio parere, i cui tratti non sono descritti come quelli di un’eroina
invincibile ma come una persona normale alle prese con la vita quotidiana, proprio come potrebbe
avvenire a chiunque altro.
Una scelta che ho gradito, devo
dire la verità, per un tocco di originalità in più.
Va detto che si tratta del
secondo libro di una serie: sono parecchi i riferimenti a quanto accaduto alla
Rizzo nel libro precedente pertanto consiglio caldamente di iniziare dall’altro
(peraltro anche citato dall’autrice nel libro stesso, quando la protagonista
prende in mano un volume da un angolo lettura allestito in un locale) perché ci
sono molti sospesi che lasciano al lettore la sensazione che manchi qualcosa. E
poi trovo che sia fondamentale per meglio conoscere il personaggio: in questo
secondo libro la sua personalità non è approfondita più di tanto, credo che ciò
sia dovuto al fatto che molto di lei viene detto nel precedente.
La trama secondo il mio parere
parte un po’ lenta e fino a più della metà del libro il lettore si chiede
quando arrivi una vera svolta, un elemento che possa alzare un pochino l’asticella
del racconto e forse questo è il vero punto di debolezza di un romanzo dalle
buone potenzialità. Sembra tutto troppo piatto per essere un giallo. Pochi elementi, poche novità, tutto troppo normale.
L’autrice usa uno stile narrativo
semplice e, se mi è concesso un appunto, forse si dilunga di tanto in tanto in
dettagli che sono del tutto inutili ai fini del ritmo del racconto: gli
ingredienti della parmigiana che tira fuori dal frigo, dettagli
sull’abbigliamento dell’uno o dell’altro personaggio… Secondo me sono delle
divagazioni che distraggono il lettore e non gli permettono di arrivare al
punto.
Ciò che ho apprezzato
maggiormente sono stati i contenuti aggiuntivi: grazie a dei QR code inseriti
all’interno della pubblicazione, leggibili scaricando un’apposita app, ho avuto
la possibilità di ascoltare l’autore leggere alcuni capitoli (anche se
onestamente migliorerei l’audio), ho potuto accedere a delle immagini, a dei
filmati. Una bella idea che, secondo il mio parere, va meglio sviluppata e potenziata.
Si tratta di un libro che ho letto nell'ambito della collaborazione con Thrillernord: credo che ci siano dei buoni margini di crescita
sia per quanto concerne lo stile narrativo che in merito alla trama.
***
L'ultima a morire
Chiara Gagietta
Mazzanti Libri
217 pagine
20.00 euro
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