Ho letto il libro Veleno. Una storia vera di Pablo Trincia in pochissimo tempo ma non per questo posso dire che sia stata una lettura semplice.
Scorrevole perchè ben scritto, quello sì, ma non semplice perchè si tratta di una storia vera. E' una terribile storia vera che ha per protagonisti bambini, bambine, padri, madri, fratelli, sorelle, zii e zie, anche preti. Ha per protagonista un'intera comunità che, all'improvviso, da un tranquillo luogo come tanti altri, nel quale tutti si conoscono e dove tutti sanno tutto di tutti scopre di essere teatro di una realtà fatta di violenze, pedofilia, riti satanici, omicidi...e nessuno si è mai accorto di niente!
Pablo Trincia racconta un terribile fatto di cronaca sparito poi dai giornali fino a che la storia non è stata da lui stesso ricostruita, assieme ad Alessia Rafanelli, facendo emergere un serie di falle nelle indagini, negli interrogatori, nelle procedure che fanno accapponare la pelle.
E' una storia che risale a venti anni fa e che ha inizio con un bambino allontanato dalla propria famiglia - con delle difficoltà economiche - e che diventerà poi il bambino zero, colui dal quale tutto ha inizio. Inizia a raccontare delle cose strane: Dario, così viene chiamato, racconta di violenze, di riti satanici, di uomini incappucciati, percosse a lui e ad altri bambini da parte dei suoi genitori ma anche di altre persone. Nomi si sommano a nomi, descrizioni a descrizioni, racconti su racconti, sempre più aberranti, sempre più ricchi di dettagli. Indagini, perquisizioni, interrogatori: esplode un caso che lascerà dietro di se tanta sofferenza, che allontanerà bambini e bambine alle proprie famiglie, lascerà anche diversi morti oltre che una scia d'incertezza che permarrà anche dopo le sentenze che seguiranno a tutto ciò.
Trincia racconta i fatti e arriva a sollevare degli interrogativi importanti.
I racconti di quei bambini sono attendibili?
Anche quando appaiono inverosimili, esagerati, improbabili vengono sempre considerati come attendibili. Da qui accuse nei confronti di persone rispetto alle quali non sono mai state trovate prove vere. Allora cosa è realmente successo per arrivare a quel punto?
Che si sia avuto a che fare con un incredibile ed inimmaginabile caso di suggestione collettiva?
Perchè? A che fine? Chi ne ha tratto vantaggio?
Non entro nel merito del racconto perchè questo richiederebbe pagine e pagine: mi limito solo a dire che viene narrata una storia terribile per tutti. In tanti hanno sofferto e ancora oggi, dopo tanti anni, non si è riusciti a voltare definitivamente pagina: cinque processi lenti e dolorosi, più di venti persone accusate di crimini orrendi, madri e padri a cui i propri figli sono stati letteralmente strappati dalle braccia per essere poi dipinti come dei veri e propri mostri, 16 bambini da zero a dodici anni allontanati per sempre dalle loro famiglie e tante ferite ancora aperte.
Non può lasciare indifferenti una storia come questa.
Da qualunque punto di vista la si voglia leggere non si riesce a restare indifferenti.
E se, da una parte, i contenuti sono forti, sono potenti, con una storia capace di catturare l'attenzione del lettore a prescindere da tutto, dall'altra la narrazione è precisa, piena di particolari, con descrizioni efficaci e condivisione di quei pensieri che hanno guidato l'inchiesta portata avanti da Trincia prima di arrivare a scrivere il libro. Un'inchiesta coraggiosa, delicata, difficile da portare avanti e che mi ha fatto riflettere a lungo su quanto sia difficile stabilire dove sia la ragione e quale sia il limite, in questo caso così come anche in tanti altri, tra la realtà e la fantasia.
All'autore devo riconoscere il merito di avermi fatto conoscere una storia che magari ho anche sentito venti anni fa ma che ho del tutto rimosso. Una storia che non può essere seppellita sotto un ammasso di forse perchè quella gente non lo merita.
Trincia è bravo non solo nel descrivere luoghi e situazioni ma anche nel trasmettere emozioni dando un'anima a coloro che, tra le pieghe delle pagine, potrebbero restare come dei personaggi come tanti altri. In questo caso no. Ho avuto l'impressione di sentire la sofferenza di quelle madri, di sentire le vocine di qui bambini impauriti, smarriti, si avvertire il tremito della voce di coloro che sono stati chiamati a rispondere di orrori che hanno sempre negato, fino alla fine.
E' un libro terribile perchè terribile è la storia raccontata. Lo sarebbe stato se tutto ciò che venne raccontato da quei bambini fosse stato provato ma lo è stato anche con assenza di prove, con vite e famiglie distrutte per sempre.
Ora, a lettura conclusa, oltre al dispiacere per quanto accaduto, mi resta l'amaro in bocca per un interrogativo che mi ronza nel cervello: qualcuno proverà dei sensi di colpa per quanto accaduto, per come sono andate le cose? Me lo chiedo e credo che continuerò a farlo a lungo, anche senza voler dare giudizi di nessun tipo.
Molto bella la scena finale: commovente, descritta con delicatezza ma allo stesso tempo con efficacia. E' questa, credo di poterlo dire, la caratteristica della narrazione di Trincia. Racconta con delicatezza e rispetto e lo fa anche quanto mette in dubbio procedure, dichiarazioni, fatti.
Con delicatezza ed efficacia, senza essere mai pesante.
Ora mi viene da dire: il caso è definitivamente chiuso? Possiamo dire così?
Ha davvero pagato chi doveva pagare?
Ed ancora, chi ha pagato doveva davvero pagare?
Resta in me questo dubbio e, credo, resti anche in tanti altri.
Trincia compreso.
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Veleno. Una storia vera
Pablo Trincia
Einaudi Editore - Stileliberoextra
284 pagine
18.50 euro
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