In biblioteca ho scovato un libro dall'aspetto un po'
vintage e che, in effetti, si è dimostrato essere tale visto che risale al1973,
pubblicato in Italia dalla Emme Edizioni, scritto da Anke Munter e
tradotto da Rosellina Marconi.
Si tratta del libro Il mondo negli occhiali che ho
letto insieme ai miei figli nei giorni scorsi: un libro che parla di diversità
e di accettazione con testi ed illustrazioni che stimolano la fantasia di chi
legge.
Nicola è un bambino che viene escluso dai giochi dei suoi compagni
perchè porta gli occhiali e, così dicono, non può giocare al gioco del calcio o
agli indiani perchè per via degli occhiali non può correre come loro. Lo hanno
soprannominato "il gufo"...
I bambini anche negli anni settanta sapevano essere cattivi
e lo sono, a volte, tutt'ora... ovviamente quando dico "cattiviti" mi
riferisco a dei comportamenti poco delicati nei confronti di chi ha qualche
cosa di poco comune... ovviamente non lo fanno di proposito ma posso garantire
- e lo dico per esperienza - che a volte sono proprio cattivelli in quel che
dicono e che fanno, sia ciò fatto di proposito oppure no...
Nicola non si lascia scoraggiare ed è estremamente positivo.
Lui proprio i suoi amici non li capisce... perchè mai dovrebbero pensare che
portare gli occhiali debba essere un limite?
Lui sa di essere speciale perchè grazie ai suoi occhiali
riesce a vedere un mondo che gli altri nemmeno riescono a sognare. Lui mette in
moto la fantasia e vede oltre l'usuale, oltre le immagini che lo circondano.
Vede... bhè, per sapere cosa vede bisogna leggere il libro.
Posso dire che, a suo modo, e grazie anche a delle immagini
molto colorate e ricche di elementi, aiuta a comprendere che ciò che spesso è
visto come qualche cosa di strano, la diversità, è invece qualche cosa di
straordinario.
Se negli anni '70 portare gli occhiali era considerato come
qualche cosa di "diverso" rispetto a chi invece non li aveva, oggi è
molto più comune incontrare un bambino o una bambina con gli occhiali per cui
l'impatto è diverso ma il messaggio resta comunque valido.
Nicola viene rappresentato come un bambino sorridente,
allegro, spensierato e alla fine si integra alla perfezione nel gruppo di amici
che, all'inizio, tendeva ad isolarlo per qualche cosa che veniva considerato
strano.
Sarà pure un libro vintage ma ci è piaciuto molto. Trovo che
lanci un messaggio estremamente positivo ed anche il fatto di descrivere il
bambino con immagini allegre, capaci di trasmettere serenità... bhè, trovo che
sia molto importante.
Approfitto di questa occasione per dire che spesso i bambini
ci danno delle grandi lezioni di vita e sono molto più pronti ad affrontare la
realtà di quanto non lo siamo noi...
Ne ho prova ogni volta che mia figlia mi sorride e si comporta con una naturalità tale da farmi commuovere: l'avere addosso apparecchi acustici da quando aveva cinque anni per lei non è affatto un limite. E' così serena, sicura di se, tranquilla che ogni volta che vede qualcuno che la guarda con particolare stupore è pronta a spiegare cosa ha addosso e per che cosa serve.
A volte siamo noi grandi che non riusciamo a superare ciò
che, ai nostri occhi, sono degli ostacoli insormontabili...
Certo, ora che ha nove anni inizia a chiedere se potrà mai
toglierli... inizia a guardarsi allo specchio con occhi diversi... ma
affronteremo anche questo strada facendo e, conoscendola, so già che sarà lei
ad insegnarci la strada giusta per farlo.
Ho visto molto di lei in quel faccino sorridente di
Nicola... se non altro hanno in comune le lentiggini!!!!
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