venerdì 20 giugno 2014

Il principe felice (O. Wilde) - Venerdì del libro


Ieri sera, come lettura della buona notte, ho proposto ai miei bimbi un libro scelto da me in biblioteca: Il Principe Felice. Si tratta di una storia di Oscar Wilde, tradotta da Vivian Lamarque e con illustrazioni di Maria Battaglia.
Mi aveva incuriosita il formato così come l’illustrazione: non conoscevo la storia per cui non sapevo a cosa sarei andata incontro nel proporre una lettura del genere.

Il Principe Felice altro non è se non una statua che è stata viva, un tempo – era davvero un principino felice – ma che è diventata un imponente simbolo della città grazie anche ai preziosi materiali con cui è stata realizzata. Si imbatte nel Principe Felice una rondine che, reduce da un amore finito male (si era innamorata di un giunco), va a riposarsi ai piedi della statua alla vigilia di un lungo viaggio. I due fanno amicizia e, nonostante la voglia della rondine di partire al più presto, una volta compreso che il Principe, pur essendo Felice di nome, di fatto non lo è per niente, decide di aiutarlo. La statua, dall’alto, vede tanta infelicità: vede bambini sofferenti, affamati, persone tristi, sole e povere che si contrappongono ad una borghesia ricca e spensierata. Così, la statua decide di privarsi, pezzo dopo pezzo, di tutto ciò che di prezioso possiede e chiede alla rondine di farne dono ad un bambino malato, ad una fiammiferaia intirizzita dal freddo, a bambini affamati.

Un sacrificio, quello del Principe Felice, che lo porterà, pian piano, a perdere lustro e bellezza tanto da diventare insignificante ed inutile agli occhi dei politici che decidono di fondere ciò che resta della statua...

Anche la rondine si sacrifica visto che, piegata dal freddo, non solo non partirà per il suo viaggio per restare accanto al buon principe a cui si è affezionata, ma morirà dal freddo e cadrà ai suoi piedi.

Anche la sua, di presenza, è considerata di troppo ed il suo corpicino verrà gettato tra i rifiuti.
Il riscatto arriva alla fine della storia quando Dio vorrà con se due cose preziose: il cuore del Principe Felice, che nessuno è riuscito a fondere, e il corpicino della rondine.

I miei bimbi sono rimasti un po’ perplessi, lo ammetto. La rondine che si innamora di un giunco, la statua che si anima e si fa cavare gli occhi preziosi per aiutare i poveri, la morte della rondine, la statua che viene fusa, il cuore che resiste… Non è stato semplice far afferrare loro il senso della storia, fargli comprendere il sacrificio del principe e della rondine visto che tanti elementi sono stati inseriti, nella storia, per lanciare messaggi diversi, indirizzati più ai grandi che ai piccini, secondo me.

Da adulta posso dire che è una storia commovente e ricca anche di spunti per delle riflessioni più ampie come il ruolo dei politici, la dissolutezza della società, il particolare amore che scocca tra il giunto e la rondine ed anche il principe che ad un certo punto chiede alla rondine di essere baciato in bocca e non su una guancia… 

Ai bimbi, però, qualche elemento è suonato un po’ stonato trattandosi, comunque, di una storia più impegnativa del previsto – per loro – non certo a misura delle favole più semplici e più “da piccoli” che spesso ci troviamo tra le mani.

Belle le illustrazioni, il testo è scritto con caratteri un po’ troppo piccoli per i miei gusti e, in più di una pagina, su un fondo colorato che non rende agevole la lettura soprattutto se si pensa di leggere la storia (come ho fatto io) prima di andare a letto per cui con una luce bassa, accanto al lettino.

Ho voluto proporla per questo Venerdì del libro soprattutto perchè sono curiosa di sapere se qualcuno di voi l'ha letta e che cosa ne pensa...
*** 
Il Pricipe Felice
Oscar Wilde
Fabbri Editori
lire 25.000 - euro 12.91

6 commenti:

  1. Effettivamente sembra una storia piuttosto impegnativa...forse da lettura del pomeriggio, no?

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    1. ...di pomeriggio e... tra qualche anno (almeno per i miei)

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  2. E' una fiaba senza lieto fine (caso piuttosto raro nella letteratura inglese) e senza il minimo tratto consolatorio, con tutto il sentimentalismo che usava nell'epoca vittoriana nella letteratura per ragazzi, ma con dei tocchi realistici nel finale che la rendono davvero cattiva. Più che un racconto per bambini l'ho sempre trovato da adulti, o almeno da adolescenti - di quelli che siscelgono, non che ci di fanno consigliare.
    Però è bella, dài. Proprio perché finisce male ^__^

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    1. Eh si... in effetti da lettrice matura si capiscono certe sfumature... ma ho sbagliato a proporla ai bimbi, almeno per ora...

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  3. Mi manca..però mi hai messo addosso molta curiosità!

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