Per questo Venerdì del libro avevo in mente un libro totalmente diverso da proporre. Un libro da grandi che dovrà attendere almeno un'altra settimana visto che ho cambiato idea sul filo di lana.
Così, eccomi a parlare di Un papà tra le nuvole. Si tratta di un libro edito da Edizioni EL risalente al 1998, trovato in biblioteca in occasione di una delle nostre recenti incurisoni. Lo abbiamo preso in modo distratto, perchè ci è piaciuta la copertina e senza dare troppa importanza alla storia: non avevamo letto di cosa parlasse e, quando abbiamo iniziato a leggerlo come lettura della buonanotte (il gatto, la notte, le stelle... prometteva bene), ammetto di averlo fatto in modo altrettanto distratto.
Fa parte della collana Le letture e sul retro ha una legenda precisa che spiega il livello di difficoltà dei libri appartenenti a tale collana in base al colore della copertina. Il rosso è per chi comincia a leggere, il verde per chi si sente un po' bravo, il blu per chi legge con facilità, il giallo per chi vuole qualcosa di difficile, l'arancio per chi oramai legge tutto o quasi. Ci siamo trovati con un arancio in mano... e nemmeno a questo avevamo dato tanta importanza.
Il testo è scritto in caratteri piuttosto grandi e con pochissime immagini, giusto due o tre. Come lettura della buonanotte non ce l'abbiamo fatta a leggerlo in una sola sera ma ce ne sono volute quattro di serate per arrivare alla fine.
Solo dopo qualche pagina mi sono resa realmente conto di ciò di cui stavamo parlando.
Marco è un papà che viene improvvisamente a mancare e lascia sua moglie e i suoi due bambini, Andrea e Carolina. Si trova in un posto in cui ricorda solo tutto ciò che di bello ha vissuto fino a quel momento ed i primi della lista sono i suoi figli. Non li vuole lasciare e per questo non riesce a librarsi nel cielo, tra le stelle e tra le nuvole, come dovrebbe. Incontra un gatto che ha ancora una delle sue sette vite da vivere: i due iniziano a parlare e il gatto si offre di tornare a vivere accanto ai suoi figli per vegliare su di loro in sua assenza e permettergli di ristabilire, in quel modo, un contatto con loro.
Il viaggio di Nebbia non sarà semplice perchè non è semplice per un gattino farsi adottare dalla sua famiglia. Ce la farà? Riuscirà a portare a termine la sua missione? Marco riuscirà ad arrivare finalmente tra le nuvole?
E' una storia scritta da Daniela Luchetta, mamma di Andrea e Carolina, vedova di Marco, un giornalista RAI morto nel 1994 a Mostar mentre stava realizzando un servizio sugli orrori della guerra in Bosnia Erzegovina. Inutile dire, dunque, quante emozioni siano concentrate tra le righe. Le emozioni che, nella realtà, l'autrice ha avuto la forza di scrivere su carta partendo dalla sua triste esperienza rispetto alla quale, però, è riuscita a trovare la spinta giusta per tornare ad apprezzare la vita nonostante la tragedia che ha turbato la serenità della sua famiglia.
L'autrice è molto delicata nel descrivere quanto accade a Marco ed anche nell'esprimere la voglia di un padre di non lasciare quella famiglia che, non certo per scelta, si è trovato invece a lasciare.
E' un libro che aiuta a riflettere sulla morte e su ciò che comporta sia per chi se ne va che per chi resta.
Nebbia èun personaggio chiave nella storia: un gattino che esiste realmente nella vita dei bambini veri, orfani di Marco.
Nebbia èun personaggio chiave nella storia: un gattino che esiste realmente nella vita dei bambini veri, orfani di Marco.
Quando mia figlia, mentre ascoltava la lettura, mi ha detto: "Mamma... ma Marco è morto!", mi sono resa conto di quanto i bambini siano attenti e sensibili a quello che viene letto loro o a quello che leggo. La parola morte non compare mai eppure il messaggio viene trasmesso loro con una delicatezza commovente.
Marco non ebbe il tempo di capire niente: un lampo, un botto ed era già tutto finito. FINITO... finito che?
Il libro si apre con queste parole e, tra un sogno ricorrente e la voglia di leggerezza, Marco viene descritto come un papà legato da un immenso amore ai suoi figli. Anche questo viene trasmesso con un'immensa tenerezza. Così come tutto il resto.
Non è un libro facile per bambini troppo piccoli ma se avessi fatto attenzione al colore della copertina e della relativa legenda me ne sarei accorta prima. Ci sono molte parole difficili che hanno richiesto delle spiegazioni (viste le puntuali interruzioni di mia figlia che proprio non ci sta a lasciare correre una frase se non ne capisce il senso) ma nonostante questo la lettura è stata compresa in ogni minimo dettaglio. Dopo la prima sera, quando siamo tornati a leggere e siamo ripartiti da dove avevamo lasciato, la principessa di casa mi ha chiesto di ripetere insieme quello che avevamo letto la sera prima: a dire il vero ha fatto tutto lei e lo stesso è stato anche nelle sere seguenti.
Il piccoletto di casa credo che non sia riuscito a seguire più di tanto visto che per lui la storia era davvero un tantino difficile e... dopo pochi momenti l'ho sempre trovato addormentato. Mia figlia, invece, ha ascoltato tutto con molta attenzione.
Io ammetto che il pensiero più che ad un papà tra le nuvole è andato ad una mamma tra le nuvole. Un'amica... che ha lasciato tutti noi troppo presto...
Io ammetto che il pensiero più che ad un papà tra le nuvole è andato ad una mamma tra le nuvole. Un'amica... che ha lasciato tutti noi troppo presto...
Sembra un libro davvero molto bello, ma conoscendo i miei figli piangerebbero dalla prima all'ultima pagina.
RispondiEliminaCiao Stefania!
Anche i miei sono molto sensibili... il piccoletto non credo abbia capito molto perchè sistematicamente la sera si addormenta in pochi minuti e non riesce a seguire storie lunghe. La principessa di casa ha seguito con attenzione, ha fatto domande... abbiamo anche avuto modo di parlarne...
EliminaTema delicatissimo. Ricordo la tragica fine del giornalista di cui parli...
RispondiEliminaBuon we!
:-)
Io, a dire il vero, ho letto solo a libro terminato la biografia dell'autrice ed ho collegato quell'episodio al Marco che è protagonista del racconto.
EliminaA volte il "caso" ci conduce a riflessioni importanti. E ,secondo me, non dobbiamo escludere i bambini dalla dinamica della morte, ma comunque presentarla , il più delicatamente possibile. Grazie x la segnalazione
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con te. Con estrema delicatezza, ma senza mentire...
Eliminanon è facile trovare libri che parlino di questo tema così delicato eppure così vicino alla quotidianità, perchè anche i bambini sono esposti a lutti, spesso, seppur per fortuna non sempre dei genitori.
RispondiEliminaQuindi accoglo questo consiglio di lettura e lo terrò presente per quando il nano sarà più grandicello perchè già adesso, causa lutti recenti, si fa tante domande.
Eh si... i bambini si interrogano in modo molto profondo ed attento quando capitano cose che non riescono a capire...
EliminaPenso anch'io che la morte, per quanto triste, vada affrontata. Con delicatezza, come suggerisce questo testo. Grazie per la proposta. A volte scelte casuali si rivelano importantisime.
RispondiEliminaE' vero... Se magari avessi cercato qualche cosa su questo argomento probabilmente non avrei trovato nulla di adatto
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