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giovedì 10 febbraio 2022

Il filo della speranza (G. Risari)

Quanto hanno dovuto lottare le donne, nel tempo, per veder riconosciuti i loro diritti? Credo che siano tante le battaglie quotidiane portate avanti e che non tutte siano riconosciute, altre addirittura sconosciute e perdute tra le pieghe nel tempo.

Con il libro Il filo della speranza Guia Risari porta alla luce la lotta delle ricamatrici che negli anni Settanta riuscirono a far puntare l'attenzione su un mondo che fino a quel momento era sottovalutato se non sfruttato.

 

Vita è una donna anziana dei giorni nostri, che vive nel periodo del Covid pertanto molto attuale come periodo storico. 

Vita è anche una donna che ha tanti ricordi da lasciare in eredità. Ricordi che, in un periodo di solitudine ed isolamento come quello che tutti noi abbiamo vissuto e che in parte stiamo ancora vivendo, bussano spesso alle porte della sua mente e chiedono di essere evocati, condivisi.

Ecco, dunque, che ai momenti di vita quotidiana fatti di lontananza e reclusione forzata si sommano quelli in cui Vita torna all'epoca in cui era una giovane di belle speranze che ha lottato, assieme ad altre donne, per i propri diritti. O meglio, per i diritti di tutte quelle ricamatrici che erano creatrici di bellezza, abilissime con ago e filo ma spesso sfruttate, sottopagate, non valorizzate.

Il racconto del passato di Vita è la parte che mi è piaciuta di più: anche io ho amato usare ago e filo, non a livello professionale, e so quanto tempo, attenzione e precisione ci voglia per realizzare un buon lavoro e quanto tutto ciò sia sottovalutato... per questo ho pensato con affetto a quelle donne - Crocifissa, Catena, Leonarda, Matilde, Fortunata e tutte le altre - chine sui loro lavori e orgogliose del risultato. Le ho ammirate per la tenacia, per la forza che hanno avuto di alzare la testa e non subire la situazione tanto da arrivare ad ottenere, poi, l'approvazione della legge che regolamenta il lavoro a domicilio.

Mi è piaciuta meno la parte più attuale ma per un mio limite: siamo ancora così presi dal Covid e dalle sue conseguenze che almeno nei libri non mi piace leggere qualcosa che lo richiami. Ovviamente nel racconto ci sta, ed è anche un riferimento delicato e non pressante. Sono io che sono un tantino assuefatta da questa situzione (che ho dovuto subire e sopportare, in termini di informazioni, anche per motivi di lavoro) per cui non faccio testo.

Con l'illustrazione di copertina di Elisa Talentino, i libro si presenta in una gradevole edizione, piacevole da tenere tra le mani, scorrevole nella  narrazione e poi, che devo dire, a me i protagonisti di una certa età che guidano il lettore in un viaggio dei ricordi piacciono tanto!!!
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Il filo della speranza
Guia Risari
Settenove editore
128 pagine
14.00 euro copertina flessibile

giovedì 24 luglio 2014

L'alba di un mondo nuovo (A. Asor Rosa)

Alberto Asor Rosa è un autore che mi era sconosciuto prima di leggere il libro L'alba di un mondo nuovo. Per questo, non so dire quale sia il suo genere letterario, quali le sue caratteristiche in fatto di scrittura o di argomenti proposti. Quello che posso dire è che in questo libro l'autore rende il lettore partecipe di un viaggio nella memoria. La sua vita... i suoi ricordi. 
Si rammenta bambino e mette insieme tanti frammenti che, sistemati organicamente l'uno dopo l'altro, danno origine ad un viaggio nei ricordi. E' un bambino che comincia ad andare a scuola alla fine degli anni '30 e che vive da vicino l'esperienza della guerra fino a quando ne sarà dichiarata la fine, con lo scoppio della pace!

L'autore non racconta solo la sua storia, quella della sua famiglia, di suo padre e sua madre ma quella di un'Italia che si trova davanti a dei cambiamenti importanti, di una società che si trova a vivere grandi sofferenze e grandi cambiamenti.

Alberto Asor Rosa scrive bene. Molto bene. Usa un linguaggio forbito ma non pesante, abbonda nelle descrizioni che permettono quasi di fotografare le situazioni davanti agli occhi. L'unica cosa che mi è piaciuta poco sono i periodi a volte molto lunghi: è una modalità di scrittura che personalmente mi piace poco perchè se non si è sufficientemente concentrati e se l'argomento non è dei più leggeri ci si può anche perdere... Posto che non sempre mi capita di mettermi a leggere con la dovuta concentrazione - spesso è un modo per rilassarmi, per viaggiare con la fantasia in leggerezza - e posto che il tema della guerra non è uno dei miei preferiti, devo riconoscere all'autore la capacità di tenere il lettore (almeno per me è stato così) appiccicato alle pagine. E poi anche l'uso della punteggiatura, a volte, mi è sembrato stonato come l'uso delle virgole prima degli incisi o due volte i due punti in una stessa frase. Questa volta, a differenza di altre, però, sono dettagli a cui non ho dato molto peso perchè, comunque, la narrazione merita.

L'edizione che ho avuto io tra le mani - si tratta di un prestito preso in biblioteca - è del 2002 e appena ho visto i caratteri mi sono resa conto che le 325 pagine che avevo davanti a me non sarebbero state scorrevoli e leggere come quelle di altri libri più "da ombrellone" che presentavano lo stesso numero di pagine. Ed in effetti è stato proprio così. Ci ho messo un po' a leggerlo, più del previsto.

In particolare mi sono molto piaciute le descrizioni del suo rapporto con le parole e con i libri.
Questo fu il vero prodigio: con le parole, - le parole scritte, questa volta, - si poteva superare ogni confine conosciuto. Il mondo non finiva più sulla soglia di casa mia, o dentro la cerchia ristretta della scuola, e neanche ai margini estremi delle lunghe affabulazioni paterne, che pure tanto avevano contribuito ad avviarmi lungo questa strada. Scopersi che, se solo lo avessi voluto, c'era il modo per me di spingermi ovunque, nel tempo come nello spazio, in ogni momento della giornata e della vita, foss'anche per il più segreto e apparentemente vuoto e inutile. Cominciò un lungo viaggio.
Se non fossi stato costretto dal bisogno di sopravvivenza e dagli affetti, avrei preferito di gran lunga il mondo meraviglioso delle parole scritte a quello delle parole dette, volatili, d'ogni giorno, e che pure fino a qualche mese prima, prima di scoprire questo nuovo prodigio, m'era sembrato così seducente.

Per chi ama i colpi di scena non è proprio il libro giusto. I ricordi dell'autore sono ricchi di descrizioni ma il colpo di scena non arriva se non alla fine quando mentre Alberto è al cinema con sua madre accade qualche cosa di straordinario: viene annunciata la fine della guerra.

Ps. in più passaggi ho avuto bisogno del vocabolario per conoscere il significato di alcuni termini e questa cosa non mi è dispiaciuta affatto visto che è stato un arricchimento lessicale molto gradevole.
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L'alba di un mondo nuovo
Alberto Asor Rosa
Einaudi Editore
euro 15.00