mercoledì 23 marzo 2022

E l'amore anche ha bisogno di riposo (D. Jančar)

 

Dolorosa.

La lettura del libro E l’amore anche ha bisogno di riposo, letto in collaborazione con Thrillernord, è stata dolorosa. Di quel dolore che arriva da lontano ma che è più vicino che mai, che graffia l’anima e si deposita in ogni angolo della mente e del corpo (perché a tratti, per me, è stato anche un dolore fisico) di un lettore che non riesca a restare indifferente a fatti realmente accaduti (perché le storie di guerra, seppur inventate, sono tutte molto simili a vicende reali) che richiamano con prepotenza un presente che batte con forza all’uscio di casa di ognuno di noi.

È dolorosa la storia di Sonja che, per salvare la vita al suo amore, tenta il tutto per tutto senza sapere che le conseguenze del suo gesto si rifletteranno, in un modo o nell’altro, anche nella sua esistenza.

È dolorosa la storia di Valentin che, liberato dalla prigionia, si trova ad affrontare un presente che non gli  fa sconti e che lo sottopone a prove sempre più dure tanto da cambiarlo nel profondo.

È dolorosa anche la storia di Ludwig che sotto l’uniforme da ufficiale delle SS è pur sempre un giovane con le sue insicurezze e i suoi dubbi nei confronti di un futuro incerto per tutti.

Non c’è da aspettarsi una storia d’amore. O meglio, è l’amore che muove le intenzioni di Sonja, è il ricordo del suo amore quello che aiuta Valentin a resistere. Ma non è un amore dolce, spensierato, dalle tinte rosa. Non c’è da aspettarsi un romance, per intendersi. No. Tutt’altro. Quella narrata – a dispetto del titolo che fa pensare ad altro – è una storia di morte, di sofferenza, di sacrificio, di paura, di vite spezzate, famiglie separate, giovani dispersi chissà dove, finiti forse sotto un telo dentro ad un camion.

L’amore vince sempre su tutto? Sarebbe curioso poterlo chiedere ai protagonisti di questa storia ed ascoltare con attenzione una loro risposta…Sarei curiosa di ascoltare, soprattutto, quella di Sonja…

Certo è che la guerra cambia le persone, vincitori o vinti che siano. Cambia gli animi, cambia i sogni, cambia le priorità, cambia il modo di pensare. Cambia la vita. Di chi muore, è ovvio. Ma anche di chi resta a fare i conti con i rottami di un’esistenza profondamente segnata da qualunque parte della barricata si sia stati. Perché la guerra è questo che fa: uccide anche quando si respira ancora, ci si muove ancora, si mangia e si parla. Uccide e basta. Perché anche chi sopravvive all’orrore della guerra muore dentro.

Lo stile dell’autore è molto efficace. Soprattutto quando offre ai lettori ricordi di tempi passati propone flussi di pensieri in cui non servono virgolettati per dare l’idea dei dialoghi, in cui le ripetizioni sono necessarie per sottolineare alcuni concetti e determinate espressioni. Accanto ad una narrazione più descrittiva, ai dialoghi diretti c’è tutta una parte più di pancia, così mi viene da dire, che arriva al lettore come un missile!

Ci ho messo più del previsto ad arrivare alla fine – ho fatto tanta fatica a trattenere le lacrime davanti a racconti di uccisioni a bruciapelo, torture indescrivibili, privazioni inumane - e strada facendo mi sono resa conto che l’autore ha strutturato una storia che ha preso direzioni diverse da quelle che la presentazione potrebbe far pensare. Ho fatto un po’ di fatica con i nomi, sia di persone che di località, ma ho rimediato prendendo appunti.

Alla fine tutti i conti tornano. Ma a che prezzo?
***
E l'amore anche ha bisogno di riposo
Drago Jančar
La Nave di Teseo
pag. 400
19.00 euro copertina flessibile, 11.99 euro Kindle

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