mercoledì 18 dicembre 2019

La forma muta (E. Ciurli)

E’ finito troppo presto. 
Questo è il pensiero che ho avuto appena ho terminato la lettura de La forma muta (recensito per Thrillernord), un po’ dispiaciuta perché avrei voluto stare in compagnia di Anita ancora un po’.
Anita è un personaggio che cattura: è un commissario imperfetto, una donna imperfetta, che deve affrontare i propri demoni personali prima di arrivare ad affrontare quelli che arrivano sul tavolo del commissariato della Squadra Mobile di Massa Carrara dove presta servizio.

Prima di tutto deve affrontare i demoni del suo passato, fatto di violenze in famiglia con un padre-padrone che, anche dopo la sua morte, sembra allungare i suoi artigli sulla vita di una figlia che ne rammenta le violenze come se fossero ancora attuali.

L’autrice pone la protagonista in una posizione altalenante tra un presente fatto di indagini su vite spezzate ed un passato fatto di vite messe in serio pericolo da un uomo che Anita chiama “babbo”, dando un tocco di affetto che mi ha fatto pensare a quanto amore, comunque, provi una figlia per un genitore, a prescindere da tutto. 

Una donna poco fortunata, Anita, anche per via di un amore sbagliato, di un marito che l’ha sempre mortificata già dal giorno del suo matrimonio, con il passaggio da una casa dominata da un demone ad un’altra, molto simile anche se avvezzo ad esprimersi con diverse modalità. Aldo, suo marito, è un personaggio violento in modo più sottile, che usava (parlo al passato perché stanno divorziando) armi psicologiche più che quelle reali come suo padre quando ci andava giù pesante con sua madre. Aldo è un personaggio presente solo come elemento di disturbo in una vita che fatica a trovare un equilibrio. E trovo che sia stata una scelta giusta quella di inserire un personaggio così: presente ma non più di tanto mentre il suo peso, nella storia personale di Anita, è piuttosto importante.
La scelta dell’autrice di proporre la narrazione con i ricordi della protagonista che spuntano di tanto in tanto nelle spire dell’indagine è, secondo il mio parere, azzeccata.

Lei è un personaggio difettoso e particolarmente vero, reale. Non è il commissario invincibile. Tutt’altro. Non sempre riesce a controllare le sue emozioni come vorrebbe, non sempre fa scelte azzeccate, anche se non lo ammette ha un profondo bisogno di affetto.
La sua storia personale è, secondo me, ciò che cattura maggiormente nel romanzo, ancor più e ancor prima dell’inchiesta, delle indagini, del mistero legato alla morte di una studentessa trovata cadavere all’interno di una statua.

Trama senza dubbio originale ma che, secondo me, scivola via troppo in fretta rispetto alle sue potenzialità. Avrei preferito maggiore approfondimento, indagini più strutturate, qualche pagina in più. Ovviamente si tratta di un’opinione personale che interpreto in chiave positiva: quando mi dispiace che un romanzo finisca troppo presto è perché la storia mi è piaciuta, mi sono affezionata ai personaggi (uno, in questo caso… non altri) e la richiesta di maggiore approfondimento risponde proprio a tutto ciò.

Ho scoperto un’autrice che non conoscevo e che, secondo me, con questo romanzo getta le basi di una possibile serie con protagonista una donna, imperfetta per di più… come tutte noi, no?
Perché chi può dire di non avere uno scheletro nell’armadio, anche se piccino piccino?
***
La forma muta
Elena Ciurli
Augh! Editore
160 pagine
11.90 euro

1 commento:

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