lunedì 3 ottobre 2016

Tutto in otto giorni (S. J. Baldwin)

Appena terminato di leggere, il libro Tutto in otto giorni non resterà molto nella mia memoria. Ho avuto la sensazione che fosse scritto in modo frettoloso, forse anche per via di una traduzione che in qualche frase ha lasciato molto a desiderare (non sono in grado di dire se le frasi fossero così nella lingua originale) per via di verbi a volte poco appropriati o una punteggiatura poco adatta. 
Chi mi segue, lo sa, sono un tantino pignola sulla grammatica e sono anche convinta che se, da una parte, i virtuosismi lessicali possono rendere ostico un romanzo ad un lettore medio, dall'altra un minimo di ricercatezza grammaticale sia indispensabile per rendere accattivante e gradevole il racconto. Traduzione? O problemi di base già nella lingua originale? Non saprei. Fatto sta che in alcuni punti ho avuto la tentazione di prendere il pennarello rosso e correggere qualcosina, non fosse stato per il fatto che ho letto il libro in e-book e che non avrei potuto farlo.

L'autrice propone la storia di una ragazza - Eva - che ha avuto la vita difficile: stuprata all'età di quattordici anni da uno sconosciuto che ha anche ucciso, la stessa notte, i suoi genitori facendone sparire i corpi, ha ritrovato un minimo di serenità con una nuova famiglia, quella di Frank, che se n'è presa cura. Lui era un amico di sua madre e mai e poi mai l'avrebbe abbandonata. Ora, a distanza di dieci anni, è ancora intento a proteggerla. Lei, bellissima ed intelligente, non ha mai avuto un uomo dopo quella terribile esperienza ed è diffidente - a motivo - nei confronti del sesso maschile.
Fino a che non arriva Mattew con il quale si crea subito un feeling che si tramuta in breve in una passione travolgente. Velocemente, molto velocemente, seppur dopo un iniziale rifiuto. Troppo velocemente, mi viene da dire, per una ragazza che dal giorno in cui è stata stuprata ha rifiutato ogni contatto con l'altro sesso, negando un abbraccio anche al suo padre adottivo.
Se, da una parte, viene narrata l'attrazione tra i due, con particolare attenzione alle reazioni fisiche di lui (con fin troppa insistenza, a dire il vero), dall'altra si riapre una ferita: torna attuale la minaccia che le si era allontata dieci anni prima quando era riuscita a scappare al suo aguzzino.
Ecco, dunque, che alla storia rosa si somma anche un thriller sviluppato anch'esso in modo frettoloso e con troppa semplicità. Io amo il genere, mi piacciono le indagini, le ricerche dei colpevoli e sono abituata a storie ben strutturate e capaci di incuriosire e tenere il lettore incollato fino all'ultima pagine: in questo caso trovo che il mix tra la storia d'amore e il thriller sia riuscito solo in parte. Qualche piccolo colpo di scena si somma a parecchie situazioni prevedibili, tanto la rendere la lettura scorrevole - questo va detto - ma non eccessivamente intrigante.

Ovviamente si tratta di un'opinione personale. E' un libro che mi ha intrattenuta senza troppe pretese ed anche io, a dire il vero, non avevo grosse aspettative. Già nel guardare la copertina mi ero detta che, probabilmente, non sarebbe stato un libro nelle mie corde ma ho anche avuto delle belle sorprese, altre volte, con copertine che non mi ispiravano più di tanto per cui ho voluto provare.

Se suggerisco questo libro? Mha... A chi ama il thriller ben strutturati sicuramente no. Magari lo suggerirei a chi ama romanzi in cui le storie d'amore sono farcite di dettagli erotici...

Questa lettura mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 1 visto che la storia si sviluppa interamente a Londra tranne che per la parte finale, nella quale ci si sposta di qualche centinaio di chilometri ma si resta sempre nella stessa nazione.

2 commenti:

  1. ti dirò che ora non mi ispira poi tanto, gli errori di traduzione ultimamente li patisco anche io

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  2. Mmm, direi proprio che non fa per me, anche perchè pure io sono una super pignola!

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