È un romanzo carico di suggestioni quello che ho avuto tra le mani nei giorni scorsi.
Già catalizzante a partire dalla copertina, la storia raccontata è di quelle che non si dimenticano. Una storia di amicizia, di superstizione, di violenza, di legami, di riscatto. Una storia di donne, così l’ho letta.
Siamo a Monza nel marzo del 1936. Francesca è una ragazzina di 12 anni. Maddalena è, per tutti, la Malnata. Storta, come il suo caschetto nero. Storta ma non fisicamente per chissà quale menomazione. No, è storta perché porta male, dicono. Ha il potere di fare del male, dicono. È bene starle alla larga, dicono. Ha il segno del bacio del diavolo sul volto: una macchia rossa che non solo lei non nasconde ma che mostra con orgoglio. Le due ragazzine si incontrano e si riconoscono. Sono due anime affini anche se nessuno penserebbe mai che possa essere così. La Malnata non ha paura di niente e di nessuno. Francesca, invece, sta sempre al suo posto con quel timore reverenziale che la porta ad abbassare la testa anche quando il suo cuore le dice di fare tutt’altro. Il loro incontro rappresenta una svolta per entrambe.
Francesca guarda da lontano la Malnata e i suoi due compagni d’avventura, due ragazzini con i quali lei, Maddalena, si sente alla pari. Con i quali è complice e dei quali, a ben guardare, se non si può dire che sia il capo si può certo dire che sia il collante che li tiene uniti nella buona e nella cattiva sorte. Nel momento in cui Francesca entra nel gruppetto, per lei qualche cosa cambia. In meglio, secondo il suo punto di vista. In peggio secondo il punto di vista di tutti gli altri, familiari in testa.
Quella delle due ragazzine è un’amicizia profonda, un rapporto che si consolida di giorno in giorno passando anche per delle brusche cadute.
Siamo nel periodo della guerra in Abissinia e le vicende ad essa collegate hanno un ruolo importante nello sviluppo della storia. Ma ancora di più hanno un ruolo importante i legami, le storture di un rapporto all’inizio immaturo ma via via più consapevole tra le due ragazzine. È una storia dura, che a tratti mi ha fatto innervosire. Avrei voluto poter entrare tra le pagine per cambiare un po’ le cose… ma alla fine la storia funziona così com’è anche se alla fine si arriva ad un punto che lascia senza fiato.
La Malnata è un personaggio che entra nelle pieghe della coscienza e che è destinato a restarci. È uno di quei personaggi di cui vorresti sapere di più, molto di più di quanto è concesso dal romanzo. È uno di quelli che restano cuciti addosso.
Gran bel libro. Lo consiglio.
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La malnata
Barbara Salvioni
Einaudi editore
pag. 248
17.50 copertina flessibile
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