Non vado molto d'accordo con gli autori orientali ma stavolta mi sono dovuta ricredere.
Quella di Yunjae è una storia molto particolare che mi ha catturata con estrema facilità.
É un ragazzino particolare il protagonista di questa storia: non prova emozioni per via di un problema cerebrale denominato alessitimia: nelle prime pagine del libro è lui stesso che spiega quale sia questo problema e lo fa in modo asettico, piatto, incolore. Proprio come vive la sua vita.
Yunjae parla in prima persona e racconta di avere qualche cosa che funziona male in lui: due mandorle (le amigdale) che, nel suo caso, non inviano i giusti segnali al cervello quando arrivano degli stimoli dall'esterno. Il problema è tutto qui. Yunjae è sano, intelligente, reattivo me non prova emozioni. E questo può essere un problema serio quando si dovrebbe, ad esempio, aver paura e non la si ha. Perché, di fatto, la paura innesca un meccanismo che dovrebbe poi provocare deterimati comportamenti che possano schermare, ad esempio, davanti ad un pericolo.
Per lui non è così. Non prova nulla nemmeno quando una tragedia cambia definitiamente la sua vita. Dovrebbe reagire, disperarsi, avere paura ma per lui non esiste niente di tutto ciò.
Il ragazzino resta solo e si allontana da tutto e da tutti fino a che non incontra un suo coetaneo. Un mostro che incontra un altro mostro: Gon arriva nella sua vita in circostanze molto particolari e tra loro si instaura uno strano ma indelebile legame.
Lo stile di scrittura è molto particolare: Yunjae racconta a modo suo ciò che gli accade attorno e quella mancanza di emozioni che prova quotidianamente è resa alla perfezione. É uno stile semplice e diretto, come semplici e diretti sono i suoi pensieri. Senza alcun coinvolgimento emotivo perché, di fatto, per lui è così.
Questo non gli impedisce di stringere rapporti autentici come quello con Gon. O con Dora che entra nella sua vita poco dopo di lui.
Molto interessante l'evoluzione del rapporto che lega il protagonista e i due antagonisti. Interessante la riflessione che si alimenta sui rapporti tra persone, sull'amicizia, sul senso di protezione, sul sacrificio visti dagli occhi di un adolescente.
Un aspetto, però, mi è sembrato trascurato. Il ragazzino ad un certo punto della storia resta praticamente solo e non si fa cenno a come riesca a sopravvivere in una situazione di questo tipo. Una trascuratezza che mi è sembrato facesse mancare una tessera al puzzle che si andava via via componendo, una pagina dopo l'altra. Mi sembra che manchi un cenno, seppur minimo, ad un aspetto che avrebbe reso più credibile una storia che, a tratti, incredibile lo sembra davvero ma che - seppur di fantasia - tanto lontana dalla realtà non deve esserla se è vero come è vero che la patologia di cui soffre Yunjae esiste davvero.
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Almond. Come una mandorla
Won-Pyug Sohn
Harper Collins Italia
pag. 304
16.90 Euro copertina flessibile, 9.90 Kindle
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