Ognuno di noi ha la sua storia. Ognuno porta impressi nella mente i propri ricorsi, ha segnati addosso i propri errori, porta sottopelle le proprie emozioni, i propri amori.
Non tutti ne parlano, però. E quella storia rischia di restare negli archivi della memoria, destinata ad essere archiviata definitivamente.
L'idea sviluppata da Valérie Perrin nel suo libro Il quaderno dell'amore perduto è una di quelle che mi sono balenate spesso in mente quando era in vita mia nonna ma che - per mia colpa - non ho mai concretizzato. Avrei tanto voluto scrivere su carta i suoi ricordi, dare forma al suo passato per renderlo eterno ma non l'ho fatto e me ne dispiaccio ogni giorno di più. La guerra e tutto ciò che è arrivato con lei, i soldati, le famiglie in difficoltà, la fame, la speranza, la lotta con le unghie e con i denti per guadagnarsi un futuro avrebbero meritato di avere una forma concreta.
E' ciò che fa la Perrin nel momento in cui affida al suo personaggio principale - Justine - il compito di trascrivere i ricordi dei pazienti che assiste nella casa di riposo in cui lavora. Di Héléne, in particolare.
Un compito delicato, il suo, e che ben presto la coinvolgerà in una maniera tale da influenzare anche la sua, di vita. Perchè se con la penna in mano va a caccia di ricordi e li fissa su carta si rende conto, allo stesso tempo, di avre anche lei qualche cosa con cui fare i conti per scrivere il suo presente ed il suo futuro.
Lettura un po' faticosa in alcuni punti ma tutto sommato gradevole anche se non del tutto spensierata. La penna della Perrin è comunque delicata, indaga nell'animo umano in profondità ed arriva con delicatezza al lettore ma, allo stesso tempo, con potenza. La potenza degli affetti, dei legami, degli allontanamenti e dei riavvicinamenti, della conquista, della ricerca, del dolore. Probabilmente ho amplificato il tutto proprio perché emotivamente coinvolta, con il pensiero di mia nonna e della sua vita che fu...
Si scopre anche un mistero del passato... ed onestamente ho pensato che, a ben guardare, ogni storia credo ne possa nascondere uno, più o meno importante che sia.
All'inizio ho dovuto faticare un po' per mettere a fuoco l'obiettivo che aveva in mente l'autrice ma andando avanti con la lettura è apparso tutto più chiaro. La narrazione si snoda su due piani personali, com'è giusto che sia - secondo il mio parare - quando si ha a che fare con il racconto di storie ambientate in epoche diverse.
Particolarmente toccante è il riferimento ai
"dimenticati della domenica", a quelle persone che restano sole nelle strutture, nelle case di riposo... una realtà molto vicina a tutti noi anche se i "dimenticati" non appartengono alla nostra famiglia.
Uno spunto per riflettere...
***
Il quaderno dell'amore perduto
Valérie Perrin
Edizioni E/o
pag. 326
16.00 euro copertina flessibile, 11,99 Kindle, Audiolibro
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