Nel leggere le prime pagine mi sono chiesta come mai un libro di questo tipo avesse avuto così tanto successo. Andando avanti, piano piano, entrando nella storia, mi sono data una risposta.
Nei primi capitoli mi è sembrata una storia ordinaria, niente di eccezionale, niente che potesse giustificare il tanto parlare che se n'è fatto. Andando avanti, però, mi sono ricreduta. So che ci sono opinioni contrastanti in merito ma evidentemente avevo bisogno, in questo periodo, di una storia così. Una storia che porta a galla verità sconosciute, che riabilita figure passate nell'ombra e che tocca la sensibilità del lettore perché, chi più chi meno, tutti hanno fatto visita ad un cimitero ma pochi si soffermano, credo, a pensare alle vite di quelle figure che scorrono davanti agli occhi nello spostarsi da una bara all'altra. Comprese quelle delle persone più care.
Quante storie, quanti legami, quante ambizioni, quante paure, quante tragedie sono celate dietro a quelle piccole immagini? E dietro all'immagine del caro estinto quanti ricordi possono emergere? Quante verità mai dette?
La storia narrata da Valérie Perrin in quello che è stato un vero e proprio caso letterario qualche anno fa e che è arrivato tra le mie mani quando su di lui i riflettori si sono abbassati, secondo il mio parere è originale sia nello stile di scrittura che nei contenuti così come nella scelta dei tempi narrativi.
Violette racconta e si racconta con una naturalezza che sembra addirittura imbarazzante in alcuni passaggi: racconta la sua vita e le vite che si sono intrecciate, volente o nolente, con la sua. Racconta le illusioni e le speranze di una ragazzina, la disperazione legata alla perdita, il dolore legato alla conoscenza di vicende che spesso si preferirebbe non conoscere.
Violette è una donna dalla grande personalità. Una donna forte ma che non nasconde le sue debolezze trasformandole, a loro volta, in forza. Violette è una donna sola. Una donna che è sparita, giorno dopo giorno, schiacciata da un dolore troppo grande per potergli sopravvivere. Eppure è lì, a dare conforto a quanti vanno da lei, dalla custode del cimitero in quella casina che ha sempre la porta aperta per il prossimo. Quella stessa porta che è stata aperta per lei, tempo prima, quando l'idea di diventare guardiana del cimitero ancora non la sfiorava nemmeno da lontano.
Ho trovato una sorpresa in ogni pagina e mi sono resa conto che è stata offerta al lettore con quella naturalezza che sopra definivo imbarazzante. Ogni sorpresa arriva al lettore quasi sottotraccia, senza clamori. Eppur ognuna a suo modo è sconvolgente, è eclatante soprattutto in merito alle vicende principali.
Sono contenta di aver incontrato questa lettura in questo momento della mia vita.
Probabilmente era il momento giusto.
Non credo che serva, ha già fatto la sua strada, ma lo consiglio.***
Cambiare l'acqua ai fiori
Valérie Perrin
Edizioni e/o
473 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 11.99 Kindle
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