lunedì 11 dicembre 2023

L'enigma della camera 622 (J. Dicker)

 

Un thriller proprio no. Un giallo sì. Una storia d’amore pure. Ma soprattutto il frutto di un gran lavoro narrativo con la costruzione di un’impalcatura di fatti, persone, situazioni che ha davvero dell’incredibile. Non solo perché in alcuni passaggi quanto narrato ha dell’inverosimile ma perché i continui rimandi a situazioni passate, con una capatina nel presente per tornare a reggere il filo del discorso credo abbiano richiesto un gran lavoro da parte dell’autore.

L’enigma della camera 622 di Joel Dicker è, prima di tutto, il frutto di un gran lavoro di “costruzione” di una storia ricca, ricchissima, tanto da lasciar pensare in alcuni momenti l’autore si stesse dilungando troppo in particolari inutili, superflui. Andando avanti con la lettura, però, ci si rende conto che ogni elemento è importante per dare vita al quadro d’insieme che porta il lettore a concentrarsi per non perdere nessun particolare. Perché il rischio è proprio quello di perdersi nei meandri del racconto di tre anni prima, tre anni dopo, quindici anni prima, quindici anni dopo…
Innanzitutto troviamo lo stesso autore come protagonista del libro. Non un’autobiografia, non è questo il discorso. Joel è il protagonista della vicenda che porta a scoprire il vaso di Pandora legato all’enigma della camera 622 il cui numero è scomparso nel lussuoso hotel Palace de Verbier visto che le stanze passano dalla 621 alla 621bis per proseguire con la 623.
Come mai? Se lo chiede Joel che si trova in quell’hotel davanti ad un caso irrisolto: nella camera 622 quindici anni prima è stato commesso un delitto rimasto, appunto, irrisolto. Con Joel inizia ad indagare una giovane donna spinta dalla sua curiosità e… chissà che tutto ciò non finisca in un libro?
Da qui prende le mosse di una storia fatta di ambizione, di inganno, di amori, aspettative disilluse, di progetti e morte, purtroppo.
Tutto ruota attorno a personaggi più o meno ambiziosi, legati al mondo bancario e al mondo finanziario svizzero in un turbinio di situazioni che si rincorrono e che portano il lettore a fare continui salti nel passato per mettere insieme i pezzi di una storia piuttosto complessa e, in alcuni punti, anche piuttosto inverosimile. 

I conti tornano, però. 

L’autore, secondo il mio parere, è riuscito a far incastrare ogni tessera. Basti pensare che ci vogliono più di 300 pagine per capire l’identità della persona trovata morta nella camera 622. Persona che il lettore sa di dover cercare tra le tante che in quelle 300 pagine vengono presentate con dovizia di particolari.
Posto il gran lavoro messo su carta, non ho ancora ben capito se il libro mi sia piaciuto oppure no.
Tante ripetizioni (nomi e cognomi ripetuti all’infinito) mi hanno un po’ intontita, devo dire la verità, tanto che al mattino – avendo letto qualche pagina prima di andare a dormire – mi sono spesso svegliata con quei nomi in testa tante sono state le volte in cui li ho letti… è come ripetere Mario Rossi decine, centinaia di volte, nome e cognome, nome e cognome, nome e cognome… La mole del libro ovviamente richiede di chiamare spesso in causa i personaggi ma l’uso continuo e costante di nome e cognomi (per alcuni, poi, non per tutti) mi è sembrato qualche cosa di ossessivo.
Personaggi che lasciano molto a desiderare… situazioni a tratti assurde… una storia d’amore di fondo e tante, tante pagine… l’ha tirata un po’ per le lunghe, diciamolo…

Di certo non è un libro che rileggerei.
***
L'enigma della camera 622
Joel Dicker
Editore La nave di Teseo
pag. 637
18.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle, Audible

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